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Benedetto Di Francesco / Carlo D’Oria
Terza tappa con il doppio progetto tra galleria e vetrina
Comunicato stampa
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Terza tappa con il doppio progetto tra galleria e vetrina
Due mostre sul filo del racconto per immagini
Due narrazioni di storie e piccoli eventi quotidiani
Benedetto Di Francesco con i suoi spiazzanti racconti “al tricolore”
Carlo D’Oria con la sua babele frammentaria e “catalogatrice”
Benedetto Di Francesco porta il tricolore italiano al centro del suo mondo pittorico. Ma si tratta di un gesto ironico che attraversa la famiglia, i costumi sociali, i riti domestici, le vicende “normali” di personaggi che raccontano piccole e grandi solitudini, viaggi della mente, mascheramenti e silenziose follie. Ad unirli, come detto, quei tre colori della nostra bandiera che diventano motivo comune dello spirito, gesto stilistico dal taglio mentale e dai significati alchemici. A distanza di due anni dalla personale a Latina, torna l’immaginario similgrottesco dell’artista siciliano, il suo atteggiamento tra reale e surreale, quella vena sottilmente divertente ma anche drammatica, tesa nel pathos d’atmosfera dei singoli sguardi. A ciò si aggiunga una spiccata messa in scena dai sapori teatrali, quasi che l’autore stesse ricostruendo sulla tela una finzione che nasce dalla posa, dai rapporti cromatici, dalle proporzioni stilistiche. Quadri come tanti palcoscenici in cui accadono eventi da indagare.
Carlo D’Oria gioca con la figura umana nelle posture rituali del quotidiano. Un percorso intelligente e raffinato, fatto di sculture che sono il concentrato catalizzante di una storia plausibile. Come nel caso di questa spiazzante libreria che domina la vetrina sulla piazza. Una serie di piani paralleli su cui sono sedute decine di figure in terracotta: ora piegate, ora più vigili, ora stanche, amalgamate assieme da un “abito” che rende la molteplicità una massa uniforme. L’opera diventa così una gradinata di spettatori muti, un osservatorio che scruta la piazza e sembra interrogare lo sguardo dei passanti. Al confine tra Tadeusz Kantor e Christian Boltanski, D’Oria realizza un’installazione dove si concentrano storie, delusioni, amori, passioni. Una libreria della vita, un raccoglitore di memorie e vitalità. Un posto dove aleggiano i fantasmi e le ombre della nostra storia interiore.
Due mostre sul filo del racconto per immagini
Due narrazioni di storie e piccoli eventi quotidiani
Benedetto Di Francesco con i suoi spiazzanti racconti “al tricolore”
Carlo D’Oria con la sua babele frammentaria e “catalogatrice”
Benedetto Di Francesco porta il tricolore italiano al centro del suo mondo pittorico. Ma si tratta di un gesto ironico che attraversa la famiglia, i costumi sociali, i riti domestici, le vicende “normali” di personaggi che raccontano piccole e grandi solitudini, viaggi della mente, mascheramenti e silenziose follie. Ad unirli, come detto, quei tre colori della nostra bandiera che diventano motivo comune dello spirito, gesto stilistico dal taglio mentale e dai significati alchemici. A distanza di due anni dalla personale a Latina, torna l’immaginario similgrottesco dell’artista siciliano, il suo atteggiamento tra reale e surreale, quella vena sottilmente divertente ma anche drammatica, tesa nel pathos d’atmosfera dei singoli sguardi. A ciò si aggiunga una spiccata messa in scena dai sapori teatrali, quasi che l’autore stesse ricostruendo sulla tela una finzione che nasce dalla posa, dai rapporti cromatici, dalle proporzioni stilistiche. Quadri come tanti palcoscenici in cui accadono eventi da indagare.
Carlo D’Oria gioca con la figura umana nelle posture rituali del quotidiano. Un percorso intelligente e raffinato, fatto di sculture che sono il concentrato catalizzante di una storia plausibile. Come nel caso di questa spiazzante libreria che domina la vetrina sulla piazza. Una serie di piani paralleli su cui sono sedute decine di figure in terracotta: ora piegate, ora più vigili, ora stanche, amalgamate assieme da un “abito” che rende la molteplicità una massa uniforme. L’opera diventa così una gradinata di spettatori muti, un osservatorio che scruta la piazza e sembra interrogare lo sguardo dei passanti. Al confine tra Tadeusz Kantor e Christian Boltanski, D’Oria realizza un’installazione dove si concentrano storie, delusioni, amori, passioni. Una libreria della vita, un raccoglitore di memorie e vitalità. Un posto dove aleggiano i fantasmi e le ombre della nostra storia interiore.
16
dicembre 2006
Benedetto Di Francesco / Carlo D’Oria
Dal 16 dicembre 2006 al 27 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
ROMBERG ARTE CONTEMPORANEA
Latina, Viale Le Corbusier, (Latina)
Latina, Viale Le Corbusier, (Latina)
Orario di apertura
da martedì a sabato 14-20
Vernissage
16 Dicembre 2006, ore 17
Autore
Curatore