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Benny Chirco – Gentlemen
Comunicato stampa
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BENNY appunti sparsi (e rimessi insieme) sul lavoro di benedetto chirco
di pietro gaglianò
C
dei linguaggi della contemporaneità mi interessano i processi, non gli esiti. l’opera compiuta e ripiegata, come un lenzuolo appena stirato e riposto nell’armadio, è fredda e distante. è una bottiglia di coca cola sgasata. ha perso lo stato di fermentazione che la rende vitale e interessante, quella forza che quando c’è non lascia scampo e devi per forza guardarla e, se puoi, entrarci dentro. quando, lavorando a un progetto di mostra collettiva, mi capita di chiedere a un artista un suo lavoro già vecchio di qualche anno, avverto nelle sue risposte una specie di imbarazzo. lo stesso irrigidimento causato dal ritrovamento di un cahier intime che risale ai tempi del liceo, o la nausea urticante del ricordo di una persona cara che è morta. le opere, se sono davvero concluse, puzzano presto di cadavere e non ci si può fare niente. le puoi guardare e le puoi studiare. se sei un collezionista te le metti in casa. ma l’artista non ne vuole sapere niente. gli artisti che lavorano con il teatro e con la performance sono più fortunati in questo senso. lo dicevo ai motus qualche giorno fa e loro sono d’accordo. quello che fa BENNY è così, si muove continuamente. e infatti lui non riesce a finire mai niente. intendo dire che lascia tutti i suoi progetti aperti, che respirano, porosi e fradici di vita. curare una sua mostra è difficile, ma è una sfida eccezionale e, come dicevo, non lascia scampo.
F
si può immaginare tutto questo come il trailer di un film, o meglio, un conciso story-board. tutto quello che fa BENNY è inscindibile dalle suggestioni di una cultura cinematografica che comprende paul morrisey (trash) e francis ford coppola (i ragazzi della 56° strada), davide ferrario (la fine della notte) e michael lehmann (schegge di follia), ma anche il mondo reale e la cronaca di posti come littleton, palermo e i suburbi londinesi. la sequenza delle visioni che BENNY immagina è paratattica, e scorre appunto come i film, come certi film. la ribellione fa andare avanti la storia del mondo – scrive aurelio grimaldi. questo va bene, ma non dimentichiamo il nichilismo che alla violenza è avvinto “qual supplice tralcio di vite”.
H
what can the world possibly do but ruin him? mister brother, at seventeen, can have anything he wants, and sees nothing extraordinary about the fact. (michael cunningham)
A
da alcuni luoghi in sicilia e a londra ad alcuni luoghi in toscana. la comunicazione con BENNY è inevitabilmente rapsodica. squilli sul cellulare, sms criptici, email senza punteggiatura che arrivano ogni volta da qualche remoto internet point perché lui ha sempre problemi con il computer. a volte delle foto. dei testi lunghi e bellissimi che rapiscono come un romanzo. arrivano sul mio i-book da chi sa dove, e non si capisce mai del tutto se si riferiscono alla sua vita privata o al lavoro che dobbiamo fare assieme. visualizzare un allestimento coerente con il lavoro di BENNY è stato arduo. a volte voleva mettere di tutto, a volte niente. poi siamo approdati alla sintesi della stanza numero 1, che forse bastava da sé, e alla scena ricostruita nella stanza numero 2. francesco ci ha lasciato fare. la stanza è lì, come BENNY la ricorda, o come desidera ricordarla. l’atmosfera, il profumo e la luce. e gli oggetti, certo, gli oggetti. la loro assenza dichiarata moltiplica la sensatezza della loro presenza nella memoria. quelli che sono lì, ci sono (in un certo senso) per caso (anche perché un progetto con due stanze vuote forse francesco non ce lo lasciava fare). e comunque sono lì e non si possono utilizzare. come nelle immagini dei ricordi. ce le hai, le cose, ma è come non averle, perché non le puoi modificare.
J
anche trovare il titolo per la mostra è stato faticoso. ne abbiamo immaginati almeno una dozzina. un giorno BENNY ha detto gentleman. sì, finalmente. ma forse no? singolare o plurale? singolare. no. non ne era sicuro. mi piaceva gentleman, penso che sia ironico e descrittivo (ma non troppo). è sospeso e fa pensare che sia un ossimoro, se accostato alla mostra. abbiamo deciso d’autorità io e francesco, gentleman, declinato al singolare, e lo abbiamo imposto a BENNY. tutti d’accordo (paruit sed non est). BENNY ha fatto il disegno per l’invito e ha scritto a mano il titolo e il resto. andato in stampa. aveva scritto gentlemen. al plurale. mi chiedo ancora se l’ha fatto apposta oppure no.
L
una bellezza fantasiosa.
D
naturalmente c’è youtube e i blog e le chat e tutto internet. c’è libertà e paura. c’è una spregiudicatezza che mi ricorda un racconto di un amico artista (fabio cresci) dove un viaggiatore arriva in un paese in cui l’uomo che governa è invisibile, però governa, e gli abitanti pensano di vivere secondo un principio di autodeterminazione. ma il grande inganno è evidente a chiunque venga da fuori, e il viaggiatore glielo dice che non è come credono. gli dice che c’è un uomo che li governa e che loro sono autonomi solo per illusione. lo cacciano. cacciano il viaggiatore, voglio dire. all’esistenza dell’uomo occulto che li governa non credono.
G
l’oggetto è un feticcio autoreferenziale, parla di se stesso in modo piano ed enunciativo, sostituendo la propria (banale) immanenza al simbolo di cui potrebbe essere portatore.
E
punti di sospensione (sempre 3, mi raccomando).
I
Da: benedetto.chirco [mailto:XXX]
Inviato: domenica 23 settembre 2007 18.33
A: pietro_gagliano
Oggetto: Re:
grazie peter,
sei sempre al minuto spaccato
-------------
Da: benedetto.chirco [mailto:XXX]
Inviato: martedì 13 novembre 2007 16.27
A: pietro_gagliano
Oggetto: Re:
ciao mitico,
Appena tiro le somme per un programma di lavoro più preciso e centrato parliamo della personale se ti va ..ma a grandi linee il tutto dovrebbe rimanere quello di cui avevamo parlato.
-------------
Da: benedetto.chirco [mailto:XXX]
Inviato: giovedì 13 dicembre 2007 18.38
A: pietrogagliano
Oggetto: Re:MA DOVE SEI?
Ciao pazzo,
ma hai dato un occhiata al sito?
Ho il permesso di linkare la pagina myspace?
o ti ha fatto talmente schifo da non potermelo dire?
-------------
Da: benedetto.chirco [mailto:XXX]
Inviato: domenica 9 marzo 2008 18.37
A: pietrogagliano
Oggetto: Re:R: Benny Chirco - solo show
Ciao amico mio,
scusa per la mancata professionalità,ma ho trovato un momento di relax per riassumere e cercare di correggere un pagina di una cosa che avevo scritto.
Ho tolto una parte descrittiva,riguardanti il lavoro finale ma leggilo e poi ne parliamo.
Benny
-------------
Da: benedetto.chirco [mailto:XXX]
Inviato: lunedì 10 marzo 2008 16.43
A: pietrogagliano
Oggetto: Re:R: R: Benny Chirco - solo show
Ciao Peter,mi comfermi anche per sms?
M
“BENNY condensa una pluralità di storie nella creazione di una stanza (la stanza desiderata) con un processo che passa più volte attraverso un atteggiamento positivista, ma è dominato dall’adesione a una cultura mediatica cutting edge”. (dal catalogo della mostra storytellers, castello dell’acciaiolo, scandicci, luglio 2007, a proposito del progetto di BENNY the dream room)
K
BENNY è dropout.
B
una volta era la strada il luogo del ribellismo, dell’individualismo anticonformista, e delle adesioni gregarie al gruppo. il mondo di BENNY è quasi tutto in una stanza. individui abulici e vagamente parassitari. non vogliono altri eroi, non vogliono quasi niente. solo alcuni oggetti. con BENNY tutto nasce sempre da un luogo incidentalmente narrativo, assimilando in modo inconsapevole le espressioni della letteratura anglofona da zadie smith a irvine welsh, passando per a. m. homes. proprio lei, infatti, con tutti i suoi oggetti e le finte sicurezze che danno in prestito ai personaggi, perche questi possano far finta di darsi un nome e continuare a esistere, mi sembra la chiave per penetrare alcune tensioni del lavoro di BENNY.
di pietro gaglianò
C
dei linguaggi della contemporaneità mi interessano i processi, non gli esiti. l’opera compiuta e ripiegata, come un lenzuolo appena stirato e riposto nell’armadio, è fredda e distante. è una bottiglia di coca cola sgasata. ha perso lo stato di fermentazione che la rende vitale e interessante, quella forza che quando c’è non lascia scampo e devi per forza guardarla e, se puoi, entrarci dentro. quando, lavorando a un progetto di mostra collettiva, mi capita di chiedere a un artista un suo lavoro già vecchio di qualche anno, avverto nelle sue risposte una specie di imbarazzo. lo stesso irrigidimento causato dal ritrovamento di un cahier intime che risale ai tempi del liceo, o la nausea urticante del ricordo di una persona cara che è morta. le opere, se sono davvero concluse, puzzano presto di cadavere e non ci si può fare niente. le puoi guardare e le puoi studiare. se sei un collezionista te le metti in casa. ma l’artista non ne vuole sapere niente. gli artisti che lavorano con il teatro e con la performance sono più fortunati in questo senso. lo dicevo ai motus qualche giorno fa e loro sono d’accordo. quello che fa BENNY è così, si muove continuamente. e infatti lui non riesce a finire mai niente. intendo dire che lascia tutti i suoi progetti aperti, che respirano, porosi e fradici di vita. curare una sua mostra è difficile, ma è una sfida eccezionale e, come dicevo, non lascia scampo.
F
si può immaginare tutto questo come il trailer di un film, o meglio, un conciso story-board. tutto quello che fa BENNY è inscindibile dalle suggestioni di una cultura cinematografica che comprende paul morrisey (trash) e francis ford coppola (i ragazzi della 56° strada), davide ferrario (la fine della notte) e michael lehmann (schegge di follia), ma anche il mondo reale e la cronaca di posti come littleton, palermo e i suburbi londinesi. la sequenza delle visioni che BENNY immagina è paratattica, e scorre appunto come i film, come certi film. la ribellione fa andare avanti la storia del mondo – scrive aurelio grimaldi. questo va bene, ma non dimentichiamo il nichilismo che alla violenza è avvinto “qual supplice tralcio di vite”.
H
what can the world possibly do but ruin him? mister brother, at seventeen, can have anything he wants, and sees nothing extraordinary about the fact. (michael cunningham)
A
da alcuni luoghi in sicilia e a londra ad alcuni luoghi in toscana. la comunicazione con BENNY è inevitabilmente rapsodica. squilli sul cellulare, sms criptici, email senza punteggiatura che arrivano ogni volta da qualche remoto internet point perché lui ha sempre problemi con il computer. a volte delle foto. dei testi lunghi e bellissimi che rapiscono come un romanzo. arrivano sul mio i-book da chi sa dove, e non si capisce mai del tutto se si riferiscono alla sua vita privata o al lavoro che dobbiamo fare assieme. visualizzare un allestimento coerente con il lavoro di BENNY è stato arduo. a volte voleva mettere di tutto, a volte niente. poi siamo approdati alla sintesi della stanza numero 1, che forse bastava da sé, e alla scena ricostruita nella stanza numero 2. francesco ci ha lasciato fare. la stanza è lì, come BENNY la ricorda, o come desidera ricordarla. l’atmosfera, il profumo e la luce. e gli oggetti, certo, gli oggetti. la loro assenza dichiarata moltiplica la sensatezza della loro presenza nella memoria. quelli che sono lì, ci sono (in un certo senso) per caso (anche perché un progetto con due stanze vuote forse francesco non ce lo lasciava fare). e comunque sono lì e non si possono utilizzare. come nelle immagini dei ricordi. ce le hai, le cose, ma è come non averle, perché non le puoi modificare.
J
anche trovare il titolo per la mostra è stato faticoso. ne abbiamo immaginati almeno una dozzina. un giorno BENNY ha detto gentleman. sì, finalmente. ma forse no? singolare o plurale? singolare. no. non ne era sicuro. mi piaceva gentleman, penso che sia ironico e descrittivo (ma non troppo). è sospeso e fa pensare che sia un ossimoro, se accostato alla mostra. abbiamo deciso d’autorità io e francesco, gentleman, declinato al singolare, e lo abbiamo imposto a BENNY. tutti d’accordo (paruit sed non est). BENNY ha fatto il disegno per l’invito e ha scritto a mano il titolo e il resto. andato in stampa. aveva scritto gentlemen. al plurale. mi chiedo ancora se l’ha fatto apposta oppure no.
L
una bellezza fantasiosa.
D
naturalmente c’è youtube e i blog e le chat e tutto internet. c’è libertà e paura. c’è una spregiudicatezza che mi ricorda un racconto di un amico artista (fabio cresci) dove un viaggiatore arriva in un paese in cui l’uomo che governa è invisibile, però governa, e gli abitanti pensano di vivere secondo un principio di autodeterminazione. ma il grande inganno è evidente a chiunque venga da fuori, e il viaggiatore glielo dice che non è come credono. gli dice che c’è un uomo che li governa e che loro sono autonomi solo per illusione. lo cacciano. cacciano il viaggiatore, voglio dire. all’esistenza dell’uomo occulto che li governa non credono.
G
l’oggetto è un feticcio autoreferenziale, parla di se stesso in modo piano ed enunciativo, sostituendo la propria (banale) immanenza al simbolo di cui potrebbe essere portatore.
E
punti di sospensione (sempre 3, mi raccomando).
I
Da: benedetto.chirco [mailto:XXX]
Inviato: domenica 23 settembre 2007 18.33
A: pietro_gagliano
Oggetto: Re:
grazie peter,
sei sempre al minuto spaccato
-------------
Da: benedetto.chirco [mailto:XXX]
Inviato: martedì 13 novembre 2007 16.27
A: pietro_gagliano
Oggetto: Re:
ciao mitico,
Appena tiro le somme per un programma di lavoro più preciso e centrato parliamo della personale se ti va ..ma a grandi linee il tutto dovrebbe rimanere quello di cui avevamo parlato.
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Da: benedetto.chirco [mailto:XXX]
Inviato: giovedì 13 dicembre 2007 18.38
A: pietrogagliano
Oggetto: Re:MA DOVE SEI?
Ciao pazzo,
ma hai dato un occhiata al sito?
Ho il permesso di linkare la pagina myspace?
o ti ha fatto talmente schifo da non potermelo dire?
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Da: benedetto.chirco [mailto:XXX]
Inviato: domenica 9 marzo 2008 18.37
A: pietrogagliano
Oggetto: Re:R: Benny Chirco - solo show
Ciao amico mio,
scusa per la mancata professionalità,ma ho trovato un momento di relax per riassumere e cercare di correggere un pagina di una cosa che avevo scritto.
Ho tolto una parte descrittiva,riguardanti il lavoro finale ma leggilo e poi ne parliamo.
Benny
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Da: benedetto.chirco [mailto:XXX]
Inviato: lunedì 10 marzo 2008 16.43
A: pietrogagliano
Oggetto: Re:R: R: Benny Chirco - solo show
Ciao Peter,mi comfermi anche per sms?
M
“BENNY condensa una pluralità di storie nella creazione di una stanza (la stanza desiderata) con un processo che passa più volte attraverso un atteggiamento positivista, ma è dominato dall’adesione a una cultura mediatica cutting edge”. (dal catalogo della mostra storytellers, castello dell’acciaiolo, scandicci, luglio 2007, a proposito del progetto di BENNY the dream room)
K
BENNY è dropout.
B
una volta era la strada il luogo del ribellismo, dell’individualismo anticonformista, e delle adesioni gregarie al gruppo. il mondo di BENNY è quasi tutto in una stanza. individui abulici e vagamente parassitari. non vogliono altri eroi, non vogliono quasi niente. solo alcuni oggetti. con BENNY tutto nasce sempre da un luogo incidentalmente narrativo, assimilando in modo inconsapevole le espressioni della letteratura anglofona da zadie smith a irvine welsh, passando per a. m. homes. proprio lei, infatti, con tutti i suoi oggetti e le finte sicurezze che danno in prestito ai personaggi, perche questi possano far finta di darsi un nome e continuare a esistere, mi sembra la chiave per penetrare alcune tensioni del lavoro di BENNY.
12
aprile 2008
Benny Chirco – Gentlemen
Dal 12 aprile al 12 maggio 2008
arte contemporanea
Location
FRANCESCO PANTALEONE ARTECONTEMPORANEA (sede chiusa)
Palermo, Piazzetta Garraffello, 25, (Palermo)
Palermo, Piazzetta Garraffello, 25, (Palermo)
Vernissage
12 Aprile 2008, ore 19:00-21:0
Autore
Curatore