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Bepi Romagnoni – Soprassalti quotidiani. Opere dal 54′ al 62′
Una mostra con opere scelte di Bepi Romagnoni: dalle prime opere figurative degli anni cinquanta, fino ai collage dei primi anni sessanta. Come scrive Chiara Gatti curatrice della mostra: “Si potrebbe azzardare che Bepi Romagnoni (1930-1964) fu per il gruppo
la (…)
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria SPAZIOARTE presenta una mostra con opere scelte di Bepi Romagnoni: dalle prime opere figurative degli anni cinquanta, fino ai collage dei primi anni sessanta.
Come scrive Chiara Gatti curatrice della mostra: “Si potrebbe azzardare che Bepi Romagnoni (1930-1964) fu per il gruppo storico dei pittori di Brera, o “pittori di città” come li battezzò a suo tempo Mascherpa, quello che Umberto Boccioni fu per il futurismo. E cioè, la vera mente critica e teorica di un movimento che però, a differenza della prima avanguardia storica italiana, non esordì con un manifesto preciso, né tanto meno con un decalogo di linee guida, e neppure con un nome, visto che quello di realismo esistenziale fu coniato più tardi da Valsecchi e che, comunque, soprattutto per Romagnoni, rappresentò un'etichetta troppo stretta per contenere tutta la complessità della sua ricerca.
Certo, la sua storia iniziò in armonia con i compagni di Brera, incontrati fra i banchi dell'Accademia e i tavoli del bar Giamaica o della Titta, accomunati da un interesse per l'uomo che, allontanandosi da ogni valenza simbolica o mitizzante, riportasse gli occhi sul quotidiano, dentro la notizia, zoomando su un quadro domestico così miserabile che il realismo classico, diffuso in Italia dal secondo dopoguerra in avanti, nel segno di Guttuso e compagni, poteva sembrare al confronto un inno alla gioia.
Quello che accadde dopo, tuttavia, nel giro di un paio d'anni, fra il 1957 e il 1959, portò Romagnoni su una strada di ricerca che avrebbe distinto presto i suoi modi espressivi (e in parte anche i modi dell'amico Ceretti) da quelli dei compagni di strada, allineandosi piuttosto a certe tendenze europee figlie della lezione di Giacometti e di Bacon e proiettate verso una nuova formulazione dell'immagine dell'uomo, non a caso poi riportata sotto la definizione ampia di New images of man varata in occasione della grande mostra al Moma di New York del 1959 e dedicata proprio a queste inedite riflessioni sul dialogo fra forma e rappresentazione, compromesso acuto nell'eterno dibattito fra realismo e astrazione” (…).
Come scrive Chiara Gatti curatrice della mostra: “Si potrebbe azzardare che Bepi Romagnoni (1930-1964) fu per il gruppo storico dei pittori di Brera, o “pittori di città” come li battezzò a suo tempo Mascherpa, quello che Umberto Boccioni fu per il futurismo. E cioè, la vera mente critica e teorica di un movimento che però, a differenza della prima avanguardia storica italiana, non esordì con un manifesto preciso, né tanto meno con un decalogo di linee guida, e neppure con un nome, visto che quello di realismo esistenziale fu coniato più tardi da Valsecchi e che, comunque, soprattutto per Romagnoni, rappresentò un'etichetta troppo stretta per contenere tutta la complessità della sua ricerca.
Certo, la sua storia iniziò in armonia con i compagni di Brera, incontrati fra i banchi dell'Accademia e i tavoli del bar Giamaica o della Titta, accomunati da un interesse per l'uomo che, allontanandosi da ogni valenza simbolica o mitizzante, riportasse gli occhi sul quotidiano, dentro la notizia, zoomando su un quadro domestico così miserabile che il realismo classico, diffuso in Italia dal secondo dopoguerra in avanti, nel segno di Guttuso e compagni, poteva sembrare al confronto un inno alla gioia.
Quello che accadde dopo, tuttavia, nel giro di un paio d'anni, fra il 1957 e il 1959, portò Romagnoni su una strada di ricerca che avrebbe distinto presto i suoi modi espressivi (e in parte anche i modi dell'amico Ceretti) da quelli dei compagni di strada, allineandosi piuttosto a certe tendenze europee figlie della lezione di Giacometti e di Bacon e proiettate verso una nuova formulazione dell'immagine dell'uomo, non a caso poi riportata sotto la definizione ampia di New images of man varata in occasione della grande mostra al Moma di New York del 1959 e dedicata proprio a queste inedite riflessioni sul dialogo fra forma e rappresentazione, compromesso acuto nell'eterno dibattito fra realismo e astrazione” (…).
17
marzo 2011
Bepi Romagnoni – Soprassalti quotidiani. Opere dal 54′ al 62′
Dal 17 marzo al 29 aprile 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA SPAZIOARTE
Milano, Corso Di Porta Nuova, 36, (Milano)
Milano, Corso Di Porta Nuova, 36, (Milano)
Biglietti
ingresso libero
Orario di apertura
da martedì al sabato dalle ore 1030-13.00 alle 16.30-19.00
chiuso Domenica e Lunedì
Vernissage
17 Marzo 2011, dalle ore 18.00.
Autore
Curatore