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Berlin80. I Nuovi Selvaggi
collettiva dei “Nuovi Selvaggi”, artisti tedeschi operanti a Berlino negli anni ’80. Saranno esposte tele di piccolo e grande formato appartenenti al loro primo decennio di produzione
Comunicato stampa
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Dopo il lungo periodo di assoluta predominanza della ricerca concettuale e delle sperimentazioni artistiche, alla fine degli anni ’70, si fa largo un potente e tangibile bisogno di ritornare un “passo indietro”, per riappropriarsi di tele, colori e pennelli.
E’ interessante notare come questa necessità irrompa simultaneamente in quasi tutto il mondo dell’arte occidentale: in Germania con i “Nuovi Selvaggi”, in Italia con la “Transavanguardia” (Cucchi, Chia, Clemente, Paladino e De Maria), negli Stati Uniti con Julian Schnabel e David Salle, in Spagna con Miguel Barcelo, in Francia con Charles Blais e Robert Combas, in Portogallo con Juliao Sarmento e in Svizzera con Martin Disler.
Il caso della Germania rimane comunque di particolare interesse.
Diversamente dai nostrani “Transavanguardisti”, raggruppati e sostenuti dal critico Achille Bonito Oliva, i “Nuovi Selvaggi” hanno intrapreso un percorso indipendente ed inizialmente sommerso nel vivissimo underground berlinese di quegli anni.
Helmut Middendorf, Rainer Fetting e Salomè, giovanissimi allievi di K. H. Hodicke, aprono la celebre Galleria autogestita della Moritzplatz. A loro si uniscono Berndt Zimmer, Luciano Castelli, Walter Dahn, Jiri George Dokoupil e Peter Bommels, contribuendo alla crescita culturale di una Berlino che oggi è diventata il punto di riferimento per gli artisti di tutto il mondo.
Un altro motivo di assoluto interesse sono i temi trattati dai “Selvaggi” : la vita notturna, i paesaggi urbani, i concerti rock e punk, gli interni e tutto ciò che riguarda il quotidiano “ordinario” di vita vissuta. Sono proprio questi soggetti a dare una chiave di lettura assolutamente moderna al modo “espressionista” e ad influenzare una parte consistente degli artisti delle nuove generazioni.
Anche il colore ed il pennello vengono “usati” con un nuovo slancio e diventano strumenti più vivi per esprimere l’inconscio.
Il pennello è manipolato con la stessa violenza di una chitarra ad un concerto punk, mentre i colori diventano accesi e dissonanti proprio come lo sono le note di questo genere musicale.
Il successo di questa nuova tendenza è immediato e dirompente.
Con la mostra “Heftige Malerei” (Pittura violenta), tenutasi alla Haus am Waldsee di Berlino nel 1980, i “Nuovi Selvaggi” hanno un consenso immediato da parte di critica e pubblico ed i lavori esposti vengono subito accostati a quelli degli espressionisti di inizio secolo (soprattutto a Kirchner e Heckel ).
New York, indiscusso centro focale delle avanguardie artistiche di quegli anni, apre le sue porte a questi artisti che, ancora giovanissimi, vengono invitati ad esporre nelle più prestigiose gallerie private e pubbliche
E’ interessante notare come questa necessità irrompa simultaneamente in quasi tutto il mondo dell’arte occidentale: in Germania con i “Nuovi Selvaggi”, in Italia con la “Transavanguardia” (Cucchi, Chia, Clemente, Paladino e De Maria), negli Stati Uniti con Julian Schnabel e David Salle, in Spagna con Miguel Barcelo, in Francia con Charles Blais e Robert Combas, in Portogallo con Juliao Sarmento e in Svizzera con Martin Disler.
Il caso della Germania rimane comunque di particolare interesse.
Diversamente dai nostrani “Transavanguardisti”, raggruppati e sostenuti dal critico Achille Bonito Oliva, i “Nuovi Selvaggi” hanno intrapreso un percorso indipendente ed inizialmente sommerso nel vivissimo underground berlinese di quegli anni.
Helmut Middendorf, Rainer Fetting e Salomè, giovanissimi allievi di K. H. Hodicke, aprono la celebre Galleria autogestita della Moritzplatz. A loro si uniscono Berndt Zimmer, Luciano Castelli, Walter Dahn, Jiri George Dokoupil e Peter Bommels, contribuendo alla crescita culturale di una Berlino che oggi è diventata il punto di riferimento per gli artisti di tutto il mondo.
Un altro motivo di assoluto interesse sono i temi trattati dai “Selvaggi” : la vita notturna, i paesaggi urbani, i concerti rock e punk, gli interni e tutto ciò che riguarda il quotidiano “ordinario” di vita vissuta. Sono proprio questi soggetti a dare una chiave di lettura assolutamente moderna al modo “espressionista” e ad influenzare una parte consistente degli artisti delle nuove generazioni.
Anche il colore ed il pennello vengono “usati” con un nuovo slancio e diventano strumenti più vivi per esprimere l’inconscio.
Il pennello è manipolato con la stessa violenza di una chitarra ad un concerto punk, mentre i colori diventano accesi e dissonanti proprio come lo sono le note di questo genere musicale.
Il successo di questa nuova tendenza è immediato e dirompente.
Con la mostra “Heftige Malerei” (Pittura violenta), tenutasi alla Haus am Waldsee di Berlino nel 1980, i “Nuovi Selvaggi” hanno un consenso immediato da parte di critica e pubblico ed i lavori esposti vengono subito accostati a quelli degli espressionisti di inizio secolo (soprattutto a Kirchner e Heckel ).
New York, indiscusso centro focale delle avanguardie artistiche di quegli anni, apre le sue porte a questi artisti che, ancora giovanissimi, vengono invitati ad esporre nelle più prestigiose gallerie private e pubbliche
27
settembre 2008
Berlin80. I Nuovi Selvaggi
Dal 27 settembre al 07 novembre 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA BRERA 1
Corbetta, Corso Giuseppe Garibaldi, 29, (Milano)
Corbetta, Corso Giuseppe Garibaldi, 29, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 16-19, sabato 10-12 e 16-19 domenica 10-12
Vernissage
27 Settembre 2008, ore 18
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