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Berlino abbraccia Berlino
La Galleria Russo inaugura dal 19 ottobre al 15 novembre 2024 la nuova mostra dal titolo Berlino abbraccia Berlino, curata da Carlo Maria Lolli Ghetti, dedicata al trentacinquesimo anniversario dalla caduta del muro di Berlino, una delle più importanti rivoluzioni storiche/sociali avvenute in Europa
Comunicato stampa
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La Galleria Russo inaugura dal 19 ottobre al 15 novembre 2024 la nuova ed esclusiva mostra dal titolo Berlino abbraccia Berlino, curata da Carlo Maria Lolli Ghetti, dedicata al trentacinquesimo anniversario dalla caduta del muro di Berlino, una delle più importanti rivoluzioni storiche e sociali avvenute in Europa.
Tra la gioia degli abitanti berlinesi divisi da 28 anni tra Est e Ovest, il 9 novembre 1989 nel brevissimo spazio di una notte le torrette, il filo spinato e i blocchi di cemento simbolo di divisione e di privazione delle libertà che avevano dilaniato una città con le sue vite e i suoi affetti, si sbriciolavano sotto lo sguardo di tutti i media del mondo. Per celebrare l’anniversario di questa incredibile rivoluzione, Fabrizio Russo con la sua Galleria ha aperto il suo spazio a un’intensa riflessione che attraverso l’arte coniuga opinioni che anche se divergenti restano sempre costruttive, proponendo una mostra/dialogo con 12 tra i più interessanti artisti contemporanei italiani e internazionali che presentano la loro interpretazione dell’evento.
“La richiesta - come scrive il curatore Lolli Ghetti - è stata quella di rileggere quegli eventi secondo la propria sensibilità e compatibilmente con la propria ricerca in modo da allargare lo spettro di indagine di un evento storico che rischia altrimenti di avere una visione univoca e troppo semplicistica. L’esperimento che si è voluto proporre è quello di lasciare totale libertà agli artisti chiedendo a ciascuno di creare delle opere originali e di fornire una piccola descrizione del processo che li ha guidati. Condizione necessaria è stata che le visioni ed i processi fossero scevri da qualunque mediazione curatoriale in modo da ottenere un amalgama possibilmente puro e, perché no, difforme. Occorreva riuscire a creare, a 35 anni di distanza, uno stimolo a disimparare quello che abbiamo imparato spingendoci a considerare un evento iconico come quello dell’abbattimento del muro di Berlino non come una singolarità, distruttiva ed isolata, ma come una nota particolarmente acuta di uno spartito che stiamo ancora suonando.”
In esposizione 21 opere tra sculture e dipinti in tecnica mista realizzate da 12 artisti di diverse generazioni - alcuni dei quali nati in contemporanea con l’avvenimento - provenienti da varie parti del mondo oltre che dall’Italia, dagli Stati Uniti, dalla Turchia, dall’Albania e dall’Uruguay.
Daniela Astone (Pisa, 1980), Enrico Benetta (Montebelluna, 1977), Christian Breed (New York, 1981), Manuel Felisi (Milano, 1976), Michael Gambino (New York, 1988), Giovanni Gasparro (Bari, 1983), Ernesto Morales (Montevideo, 1974), Tommaso Ottieri (Napoli, 1971), Simafra (Firenze, 1985), Giorgio Tentolini (Casalmaggiore, 1978), Emre Yusufi (Istanbul, 1981) e Ilir Zefi (Albania, 1963).
La mostra è accompagnata da un importante libro/catalogo, pubblicato da Gangemi Editore, che oltre al testo di Carlo Mario Lolli Ghetti dal titolo “Berlin Calling L’arte che disinnesca la singolarità” vede i contributi del Senatore Giulio Terzi di Sant’Agata dal titolo “Quel sogno realizzato di libertà”, l’intervento dell’Ambasciatore della Federazione Russa nella Repubblica Italiana Alexey Paramonov, la relazione della Lecturer di Storia dell'Europa e della Russia all'Università Luiss Guido Carli, Carolina de Stefano, per concludersi con un memoir dell’ex Segretario generale del Ministero degli affari esteri dell’Italia, Umberto Vattani.
A suggello della mostra venerdì 15 novembre l’incontro a invito al Centro Congressi “Roma Eventi – Piazza di Spagna” (Via Alibert 5/a) al quale partecipano, tra gli altri, Giulio Terzi di Sant’Agata, Umberto Vattani, Carolina de Stefano, moderati da Angelo Polimeno Bottai per riflettere, non solo sulle diverse interpretazioni del fatto storico, ma anche su quanto quest’ultimo abbia contribuito all'assetto della nuova Europa.
Tra la gioia degli abitanti berlinesi divisi da 28 anni tra Est e Ovest, il 9 novembre 1989 nel brevissimo spazio di una notte le torrette, il filo spinato e i blocchi di cemento simbolo di divisione e di privazione delle libertà che avevano dilaniato una città con le sue vite e i suoi affetti, si sbriciolavano sotto lo sguardo di tutti i media del mondo. Per celebrare l’anniversario di questa incredibile rivoluzione, Fabrizio Russo con la sua Galleria ha aperto il suo spazio a un’intensa riflessione che attraverso l’arte coniuga opinioni che anche se divergenti restano sempre costruttive, proponendo una mostra/dialogo con 12 tra i più interessanti artisti contemporanei italiani e internazionali che presentano la loro interpretazione dell’evento.
“La richiesta - come scrive il curatore Lolli Ghetti - è stata quella di rileggere quegli eventi secondo la propria sensibilità e compatibilmente con la propria ricerca in modo da allargare lo spettro di indagine di un evento storico che rischia altrimenti di avere una visione univoca e troppo semplicistica. L’esperimento che si è voluto proporre è quello di lasciare totale libertà agli artisti chiedendo a ciascuno di creare delle opere originali e di fornire una piccola descrizione del processo che li ha guidati. Condizione necessaria è stata che le visioni ed i processi fossero scevri da qualunque mediazione curatoriale in modo da ottenere un amalgama possibilmente puro e, perché no, difforme. Occorreva riuscire a creare, a 35 anni di distanza, uno stimolo a disimparare quello che abbiamo imparato spingendoci a considerare un evento iconico come quello dell’abbattimento del muro di Berlino non come una singolarità, distruttiva ed isolata, ma come una nota particolarmente acuta di uno spartito che stiamo ancora suonando.”
In esposizione 21 opere tra sculture e dipinti in tecnica mista realizzate da 12 artisti di diverse generazioni - alcuni dei quali nati in contemporanea con l’avvenimento - provenienti da varie parti del mondo oltre che dall’Italia, dagli Stati Uniti, dalla Turchia, dall’Albania e dall’Uruguay.
Daniela Astone (Pisa, 1980), Enrico Benetta (Montebelluna, 1977), Christian Breed (New York, 1981), Manuel Felisi (Milano, 1976), Michael Gambino (New York, 1988), Giovanni Gasparro (Bari, 1983), Ernesto Morales (Montevideo, 1974), Tommaso Ottieri (Napoli, 1971), Simafra (Firenze, 1985), Giorgio Tentolini (Casalmaggiore, 1978), Emre Yusufi (Istanbul, 1981) e Ilir Zefi (Albania, 1963).
La mostra è accompagnata da un importante libro/catalogo, pubblicato da Gangemi Editore, che oltre al testo di Carlo Mario Lolli Ghetti dal titolo “Berlin Calling L’arte che disinnesca la singolarità” vede i contributi del Senatore Giulio Terzi di Sant’Agata dal titolo “Quel sogno realizzato di libertà”, l’intervento dell’Ambasciatore della Federazione Russa nella Repubblica Italiana Alexey Paramonov, la relazione della Lecturer di Storia dell'Europa e della Russia all'Università Luiss Guido Carli, Carolina de Stefano, per concludersi con un memoir dell’ex Segretario generale del Ministero degli affari esteri dell’Italia, Umberto Vattani.
A suggello della mostra venerdì 15 novembre l’incontro a invito al Centro Congressi “Roma Eventi – Piazza di Spagna” (Via Alibert 5/a) al quale partecipano, tra gli altri, Giulio Terzi di Sant’Agata, Umberto Vattani, Carolina de Stefano, moderati da Angelo Polimeno Bottai per riflettere, non solo sulle diverse interpretazioni del fatto storico, ma anche su quanto quest’ultimo abbia contribuito all'assetto della nuova Europa.
19
ottobre 2024
Berlino abbraccia Berlino
Dal 19 ottobre al 15 novembre 2024
arte contemporanea
Location
Galleria Russo
Roma, Via Alibert, 20, (RM)
Roma, Via Alibert, 20, (RM)
Orario di apertura
lunedì 16:30 – 19:30 | martedì-sabato 10:00 – 19:30
Ufficio stampa
STUDIO MARTINOTTI
Autore
Curatore