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Bernard Aubertin – Art brulee
una performance di Bernard Aubertin, artista di fama internazionale, fondatore del Gruppo Zero, che attualmente vive e lavora in Germania. Il maestro brucierà alcuni libri di arte, attribuendo per la prima volta un valore ontologico di opera d’arte ad un libro bruciato, attraverso il potere vivificatorio del fuoco.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
ART BRULEE prevede una performance di Bernard Aubertin, artista di fama internazionale, fondatore del Gruppo Zero, che attualmente vive e lavora in Germania. Il maestro brucierà alcuni libri di arte, attribuendo per la prima volta un valore ontologico di opera d'arte ad un libro bruciato, attraverso il potere vivificatorio del fuoco.
I LIVRES BRULEE della produzione di Bernard Aubertin, accolti con molto favore dalla critica e dal mercato, sono stati limitati nel numero e fino ad oggi sono stati realizzati esclusivamente in atelier. L'evento veronese è un'occasione unica di essere presenti ad una performance inedita, anche per il fatto che per la prima volta Bernard Aubertin interverrà su libri di arte.
Si allega la Biografia dell'artista, il manifesto affisso nella città di Verona, l'invito all'evento, loghi delle realtà che hanno collaborato e il testo critico di Michela Danzi.
L'evento è organizzato con il patrocinio della Provincia di Verona, dell'Accademia d'Arte Cignaroli di Verona e dell'Archivio Generale di Bernard Aubertin.
LA FENICE DI AUBERTIN
Per Eraclito, il fuoco è indifferentemente il principio fisico, l'essenza e la legge dell'universo. Il grande
filosofo presocratico individuava questo elemento come l'archè generatore del mondo e del reale per un
motivo che ben si accosta alla filosofia con la quale Aubertin produce la sua arte.
Il fuoco viene visto come calzante emblema della realtà.
Per Eraclito il mondo è un continuo divenire e trasformarsi in qualcosa di diverso proprio come la fiamma
che rifiuta in modo categorico l'immobile e trasforma continuamente la sua figura e il suo essere attraverso il
movimento, la mutazione dei colori e dei materiali che coinvolge.
Allo stesso modo l'obiettivo di Aubertin è il medesimo, ossia avvicinarsi il più possibile al reale in quanto
presenza dell'essere reale materializzato. L'armonia del mondo è costituita da una continua tensione tra
principi opposti e pertanto, per ben interpretarla, Aubertin sceglie proprio il fuoco che incarna in sé tutta la
forza del contrasto tra concreto e inafferrabile, tra salvezza e pericolo ma soprattutto tra vita e morte perchè
crea e distrugge. Il fuoco interferisce con il proprio essere nell'essere dell'oggetto fondendolo e
trasformandolo nel colore e nella forma. La fiamma può attribuire un nuovo essere a qualsiasi cosa: l'artista
si concentra sull'azione generatrice di questo nuovo essere dell'oggetto. Aubertin risalta il potere di un fuocodemiurgo.
In sintonia con la concezione artistica di Klein, Aubertin si definisce un realista secondo una chiave di lettura
per cui la persona dell'artista lascia spazio a qualcosa di più vero ed effettivo che è il reale in sé. In altre
parole si brucia la personificazione dell'individuale sensibilità artistica a favore di una oggettivazione
dell'arte. L'artista che brucia un libro assume quindi un significato particolare di una rigenerazione delle
forme che improvvisamente si scoprono esistenza. E' un demiurgo che controlla e manipola una forza molto
intensa.
Certo, nello spettatore che osserva questo processo creativo, si genera un sentimento di shock: ci si aspetta
che un artista crei non che al contrario distrugga un oggetto che per di più è il riflesso dell'arte e della cultura
quale un libro. D'altra parte anche lo shock è un elemento reale della vita e dell'esistenza e perciò risulta
essere in linea con la concezione artistica e filosofica dell'artista.
Altro aspetto interessante nell'ottica simbolica è il fatto che il fuoco produce cenere che solitamente è
identificata come l'annullamento totale di qualsiasi forma di vita. La cenere dell'arte però può essere
ricondotta al famoso mito dell'Araba fenice, un uccello con piume rosse e ali molto grandi che si era
costruita un nido per farsi bruciare dal sole e morire. Il racconto narra come lo stesso sole che ha avuto la
forza di rendere cenere una bellissima fenice bruciandola, con la stessa potenza facesse nascere un'altra
fenice dalle medesime ceneri.
Ecco quindi che dalle ceneri di un libro di arte nasce l'arte in se stessa, proprio come la fenice che rinasce
dalle proprie ceneri e trova nuova vita.
Il fuoco, come elemento puro, è stato venerato fin dall'antichità per i suoi enormi poteri e tensioni
contrastanti: secondo i miti greci Prometeo aveva rubato il fuoco per portarlo sulla terra e far nascere una
vera civiltà, nell'ebraismo e nel cristianesimo il fuoco ha assunto un valore fondamentale come purificatore,
nel corso di diversi assedi le sfere infuocate hanno giocato un ruolo essenziale e il sole che dà vita al nostro
pianeta, è fuoco.
Il bruciare, come atto che crea soddisfazione e rivela forza, rischio e attrazione, esercita una forza non
comune nel genere umano, tanto che una delle patologie più diffuse è la piromania: un'incontrollata pulsione
ad appiccare il fuoco che non si esaurisce con l'esaurirsi dell'atto ma che incide maggiormente
nell'esaltazione patologica proprio nel momento della combustione, rigorosamente osservata dal piromane.
L'attrazione per il fuoco diventa patologia solo nel momento di un mancato controllo di pulsioni definite
spesso naturali. I bambini sono molto interessati ai risvolti del fuoco e della combustione proprio perchè
hanno sviluppato meno di un adulto le facoltà di controllo degli impulsi.
Vedere quindi un artista che brucia un libro di arte donandogli una forma nuova di arte pura, sa comunicare
ad un livello piuttosto elevato con i suoi fruitori, dà spessore vitale all'oggetto: l'arte descritta all'intero delle
pagine assume un rilievo autonomo e prende vita.
Un libro bruciato vanta un fascino che non può avere un libro aperto intonso.
Michela Danzi
I LIVRES BRULEE della produzione di Bernard Aubertin, accolti con molto favore dalla critica e dal mercato, sono stati limitati nel numero e fino ad oggi sono stati realizzati esclusivamente in atelier. L'evento veronese è un'occasione unica di essere presenti ad una performance inedita, anche per il fatto che per la prima volta Bernard Aubertin interverrà su libri di arte.
Si allega la Biografia dell'artista, il manifesto affisso nella città di Verona, l'invito all'evento, loghi delle realtà che hanno collaborato e il testo critico di Michela Danzi.
L'evento è organizzato con il patrocinio della Provincia di Verona, dell'Accademia d'Arte Cignaroli di Verona e dell'Archivio Generale di Bernard Aubertin.
LA FENICE DI AUBERTIN
Per Eraclito, il fuoco è indifferentemente il principio fisico, l'essenza e la legge dell'universo. Il grande
filosofo presocratico individuava questo elemento come l'archè generatore del mondo e del reale per un
motivo che ben si accosta alla filosofia con la quale Aubertin produce la sua arte.
Il fuoco viene visto come calzante emblema della realtà.
Per Eraclito il mondo è un continuo divenire e trasformarsi in qualcosa di diverso proprio come la fiamma
che rifiuta in modo categorico l'immobile e trasforma continuamente la sua figura e il suo essere attraverso il
movimento, la mutazione dei colori e dei materiali che coinvolge.
Allo stesso modo l'obiettivo di Aubertin è il medesimo, ossia avvicinarsi il più possibile al reale in quanto
presenza dell'essere reale materializzato. L'armonia del mondo è costituita da una continua tensione tra
principi opposti e pertanto, per ben interpretarla, Aubertin sceglie proprio il fuoco che incarna in sé tutta la
forza del contrasto tra concreto e inafferrabile, tra salvezza e pericolo ma soprattutto tra vita e morte perchè
crea e distrugge. Il fuoco interferisce con il proprio essere nell'essere dell'oggetto fondendolo e
trasformandolo nel colore e nella forma. La fiamma può attribuire un nuovo essere a qualsiasi cosa: l'artista
si concentra sull'azione generatrice di questo nuovo essere dell'oggetto. Aubertin risalta il potere di un fuocodemiurgo.
In sintonia con la concezione artistica di Klein, Aubertin si definisce un realista secondo una chiave di lettura
per cui la persona dell'artista lascia spazio a qualcosa di più vero ed effettivo che è il reale in sé. In altre
parole si brucia la personificazione dell'individuale sensibilità artistica a favore di una oggettivazione
dell'arte. L'artista che brucia un libro assume quindi un significato particolare di una rigenerazione delle
forme che improvvisamente si scoprono esistenza. E' un demiurgo che controlla e manipola una forza molto
intensa.
Certo, nello spettatore che osserva questo processo creativo, si genera un sentimento di shock: ci si aspetta
che un artista crei non che al contrario distrugga un oggetto che per di più è il riflesso dell'arte e della cultura
quale un libro. D'altra parte anche lo shock è un elemento reale della vita e dell'esistenza e perciò risulta
essere in linea con la concezione artistica e filosofica dell'artista.
Altro aspetto interessante nell'ottica simbolica è il fatto che il fuoco produce cenere che solitamente è
identificata come l'annullamento totale di qualsiasi forma di vita. La cenere dell'arte però può essere
ricondotta al famoso mito dell'Araba fenice, un uccello con piume rosse e ali molto grandi che si era
costruita un nido per farsi bruciare dal sole e morire. Il racconto narra come lo stesso sole che ha avuto la
forza di rendere cenere una bellissima fenice bruciandola, con la stessa potenza facesse nascere un'altra
fenice dalle medesime ceneri.
Ecco quindi che dalle ceneri di un libro di arte nasce l'arte in se stessa, proprio come la fenice che rinasce
dalle proprie ceneri e trova nuova vita.
Il fuoco, come elemento puro, è stato venerato fin dall'antichità per i suoi enormi poteri e tensioni
contrastanti: secondo i miti greci Prometeo aveva rubato il fuoco per portarlo sulla terra e far nascere una
vera civiltà, nell'ebraismo e nel cristianesimo il fuoco ha assunto un valore fondamentale come purificatore,
nel corso di diversi assedi le sfere infuocate hanno giocato un ruolo essenziale e il sole che dà vita al nostro
pianeta, è fuoco.
Il bruciare, come atto che crea soddisfazione e rivela forza, rischio e attrazione, esercita una forza non
comune nel genere umano, tanto che una delle patologie più diffuse è la piromania: un'incontrollata pulsione
ad appiccare il fuoco che non si esaurisce con l'esaurirsi dell'atto ma che incide maggiormente
nell'esaltazione patologica proprio nel momento della combustione, rigorosamente osservata dal piromane.
L'attrazione per il fuoco diventa patologia solo nel momento di un mancato controllo di pulsioni definite
spesso naturali. I bambini sono molto interessati ai risvolti del fuoco e della combustione proprio perchè
hanno sviluppato meno di un adulto le facoltà di controllo degli impulsi.
Vedere quindi un artista che brucia un libro di arte donandogli una forma nuova di arte pura, sa comunicare
ad un livello piuttosto elevato con i suoi fruitori, dà spessore vitale all'oggetto: l'arte descritta all'intero delle
pagine assume un rilievo autonomo e prende vita.
Un libro bruciato vanta un fascino che non può avere un libro aperto intonso.
Michela Danzi
21
giugno 2010
Bernard Aubertin – Art brulee
21 giugno 2010
arte contemporanea
performance - happening
serata - evento
performance - happening
serata - evento
Location
ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI VERONA
Verona, Via Carlo Montanari, 5, (Verona)
Verona, Via Carlo Montanari, 5, (Verona)
Vernissage
21 Giugno 2010, ore 16
Editore
CHRISTIAN MARETTI
Autore