Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
-
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
-
Bernard Aubertin – Se fossi foco arderei lo mondo
Si dice “Non scherzare con il fuoco”. Aubertin con il fuoco, non solo ha giocato, ma ha creato opere d’arte che catturano in un’inconsueta e inquietante emozione per certi versi densa per altri leggiadra come una danza. E la danza e l’inafferrabilità delle fiamme sono protagonisti della sua ricerca
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si dice “Non scherzare con il fuoco”. Bernard Aubertin, con l’elemento della natura più inquietante e prorompente, non solo ha giocato, ma ha creato opere d’arte che ci catturano in un’inconsueta sintesi di seduzione e inquietudine, un’emozione per certi versi densa, per altri leggiadra come una danza. E la danza e l’inafferrabilità delle fiamme sono protagonisti della ricerca di questo artista che ha accompagnato il suo lavoro da raffinate riflessioni critiche. “Per me l’artista non è qualcuno che si esprime, no. Perché l’arte non è espressione ma conoscenza, non c’è qualcosa da dire, si può solamente essere... ”.
Nato il 29 luglio 1934 a Fontenay-aux-Roses, Francia, Aubertin è mancato lo scorso 31 agosto lasciando un vuoto del mondo dell’arte contemporanea.
Dopo l’incontro con Yves Klein e l’adesione al Gruppo Zero, movimento di rottura con i canoni tradizionali dell’arte nato negli anni Sessanta a Dusseldorf, Aubertin lavora sul monocromo rosso (con chiodi, viti e fiammiferi) affidando all’energia e alla forza vibrante di questo colore il suo “silenzio pittorico”, il suo “zero”, la sua essenza metafisica. Arriva poi a realizzare i suoi tableaux feu (quadri fuoco): protagonisti delle tele (o di lastre di alluminio) sono i fiammiferi che vengono incendiati al fine di creare quegli effetti così particolari e “fumosi”, realizzati anche grazie all’uso della fiamma ossidrica, che rendono la sua opera inconfondibile.
Solo alla fine del 1999, Aubertin abbandona il rosso per traghettare al nero: “Per me, il nero è un colore, un colore di una grande bellezza... Esprime l’austerità della spiritualità. È denso, penetrante, ... è rassicurante e minaccioso al tempo stesso...”. “Ci sono due colori nella mia opera, quello del fuoco, della caramellizzazione, della cremazione del nero o quello rosso della pittura dei monocromi.”
La retrospettiva organizzata dalla Galleria San Carlo vuole rendere omaggio a questo grande artista che, nelle numerosi fasi del suo lavoro, ci ha lasciato preziose testimonianze di un’arte vissuta come perpetua ricerca e indagine.
Nato il 29 luglio 1934 a Fontenay-aux-Roses, Francia, Aubertin è mancato lo scorso 31 agosto lasciando un vuoto del mondo dell’arte contemporanea.
Dopo l’incontro con Yves Klein e l’adesione al Gruppo Zero, movimento di rottura con i canoni tradizionali dell’arte nato negli anni Sessanta a Dusseldorf, Aubertin lavora sul monocromo rosso (con chiodi, viti e fiammiferi) affidando all’energia e alla forza vibrante di questo colore il suo “silenzio pittorico”, il suo “zero”, la sua essenza metafisica. Arriva poi a realizzare i suoi tableaux feu (quadri fuoco): protagonisti delle tele (o di lastre di alluminio) sono i fiammiferi che vengono incendiati al fine di creare quegli effetti così particolari e “fumosi”, realizzati anche grazie all’uso della fiamma ossidrica, che rendono la sua opera inconfondibile.
Solo alla fine del 1999, Aubertin abbandona il rosso per traghettare al nero: “Per me, il nero è un colore, un colore di una grande bellezza... Esprime l’austerità della spiritualità. È denso, penetrante, ... è rassicurante e minaccioso al tempo stesso...”. “Ci sono due colori nella mia opera, quello del fuoco, della caramellizzazione, della cremazione del nero o quello rosso della pittura dei monocromi.”
La retrospettiva organizzata dalla Galleria San Carlo vuole rendere omaggio a questo grande artista che, nelle numerosi fasi del suo lavoro, ci ha lasciato preziose testimonianze di un’arte vissuta come perpetua ricerca e indagine.
28
gennaio 2016
Bernard Aubertin – Se fossi foco arderei lo mondo
Dal 28 gennaio al 20 febbraio 2016
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE SAN CARLO
Milano, Via Sant'Agnese, 18, (Milano)
Milano, Via Sant'Agnese, 18, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10,30-12,30 e 15,30-19,30
lunedì 15,30-19,30
domenica chhiuso
Vernissage
28 Gennaio 2016, h 18,30
Autore