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Bernardì Roig – Notae ad Paenitentiam
Con il titolo Notae ad Paenitentiam in mostra sono presenti una selezione di lavori, sculture e disegni, realizzati nell’ultimo anno, con i quali l’artista spagnolo ha costruito il suo particolare universo ossessivo.
Comunicato stampa
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La Galleria Cardi, in collaborazione con la Galleria Claudio Poleschi Arte Contemporanea, presenta la prima mostra personale dell'artista Bernardì Roig (Palma de Mallorca, Spagna, 1965) a Lucca.
Con il titolo Notae ad Paenitentiam in mostra sono presenti una selezione di lavori, sculture e disegni, realizzati nell'ultimo anno, con i quali l'artista spagnolo ha costruito il suo particolare universo ossessivo. Queste opere rappresentano una costante la cui base sintattica continua ad essere il tessuto riflessivo che si è andato sviluppando intorno alla cecità, all'eccesso di luce, all'impossibilità dello sguardo, al dissenso, alla credenza, alla castrazione, alla memoria, all'invisibilità ed alle sue metafore.
Questo progetto è un confronto/dialogo con l’imponente spazio della Chiesa di S. Matteo (IX sec.) e la sua memoria, come già fatto recentemente nelle sue ultime esposizioni in spazi inerenti al Sacro. In Resurrecion y Halitosis (2008), nella Cappella di Sant Nicolau a Girona, l’artista, partendo da un piccolo disegno di Mantegna, riempie lo spazio con una sola opera generando un’atmosfera di tensione e di forte carica psicologica, dominata dall’idea di Transizione. Nel suo intervento successivo nel Chiostro della Cattedrale di Burgos, con una mostra dal titolo El Paradiso (2009), Bernardì Roig tenta la costruzione metaforica di uno spazio utopico interiore, appena prima della Caduta, qui le sue abituali figure bianche sono soggette ad uno sguardo intimo senza conflitti né tensioni emozionali, perfettamente accostate alla loro verità occulta.
La parola pentimento in greco significa cambiare pensiero. Il pentimento è uno stato mentale successivo all'ammissione dell'errore commesso, in tal modo si trasforma in un’emozione che arricchisce di significati la colpa stessa. Il pentito è colui il quale si assume la colpa e desidera scontarla mediante un’azione più elevata. Ma per questa affermazione può essere valido anche il suo contrario: il pentimento può essere considerato l’apice di un’emozione prodotta dalla trasgressione, dovuta cioè al piacere di aver fatto qualcosa di proibito. Senza la proibizione e la sua conseguente trasgressione non esisterebbe nè il pentimento nè la colpa.
“Credo che l'ascetismo religioso necessiti della crudeltà corporea e della mortificazione fisica. La flagellazione espiatoria, il rimorso o la penitenza acquisiscono il loro più alto significato solo come causa dell'eccesso. Sono conseguenza della trasgressione. Solo la violazione di ciò che è proibito eleva il peccato ad una forma superiore di conoscenza. Questo è ciò che unisce il Marchese de Sade con San Juan de la Cruz. Il movimento dell'amore portato all'estremo è un movimento di morte.” BR
Uno dei grandi miti del pentimento e della trasgressione del proibito, stampato a fuoco nella nostra eredità culturale, è la figura di Salomè, figlia di Erodiade che, istigata dalla madre, chiede ad Erode la testa del Battista.
Per questo motivo, una delle opere presenti nell'intervento di Bernardì Roig nella Chiesa di San Matteo è la video-proiezione su tre canali di Salomè (2009), dove dominano le immagini di lunghe gambe, appartenenti ad una Salomè contemporanea, che avvolte in calze di seta nera e sostenute da scarpe con tacco a spillo, colpiscono, con una certa angoscia mista ad eroismo, una testa argentata che non smette di rotolare al suolo in una notte buia. La testa rappresenta i resti di un corpo che è stato perforato dallo sguardo di un altro. A questa Salomè attuale, insicura e frustrata, non le resta che colpire ripetutamente una testa, metafora delle nostre, finendo con il liberare su di essa una pioggia dorata come manifestazione della volontà di unire orrore e seduzione. Si confrontano in quest’opera il mito del trionfo della bellezza sulla parola e il mito della castrazione e della “aphanasis” o perdita del desiderio, appartenente ad una società anestetizzata, che ha perso la capacità di esercitare l’atto eroico del guardare.
Un’altra opera che caratterizza l'intervento di Bernardì Roig nella chiesa di San Matteo è Repentance Exercise (2004-2009). In questo lavoro l’artista ha sviluppato una permanente preoccupazione per la sfiducia nella rappresentazione, appartenente alla tradizione barocca spagnola. E’ una sfiducia critica verso la ragione e il discorso, che si traduce nell’insistente incapacità di costruire una narrazione nella quale credere.
Repentance Exercises è una scultura in resina di poliestere, la cui testa in alluminio azionata da un meccanismo elettrico colpisce, brutalmente e ossessivamente, il muro della chiesa. Non è esattamente una penitenza, l'uomo si colpisce perché non sopporta più la pressione dei propri pensieri. La profondità questi pensieri non gli permette più di tenere ferma la testa. Riesce a sopportarli solo se vengono schiacciati violentemente, più volte, contro il muro. Non è un lamento, ma è l’unico modo che ha per non essere annichilito dal peso delle proprie idee.
Quest’opera funziona mediante un sensore di movimento che attiva il meccanismo della testa solo quando ci si avvicina a meno di un metro. Questo fatto la trasforma in una scultura che dipende dalla presenza de “l’altro”, in questo caso il visitatore, che con il suo sguardo e la sua vicinanza garantisce la tensione necessaria per la pienezza dell’esperienza. Nell’essere contemplata si libera della sua solitudine generando così un nuovo spazio comunicativo.
Situata nella parte terminale dell'imponente navata della Chiesa si trova l'installazione sonora Nostalghia (D'apres Tarkowsky), 2008.
Quest’ultima è una scultura luminoso-sonora nella quale si riproduce in maniera insistente il monologo recitato da Domenico, protagonista del film di Andrei Tarkovsky, Nostalghia (1986), appena prima di versarsi addosso la benzina e di darsi fuoco sulla sommità di una scultura equestre in restauro in una piazza di una città italiana.
Questa registrazione è connessa ad un sistema elettronico che si illumina più o meno seguendo l'intensità del suono della voce. Tutto ciò nascosto in una cassa di cartone abbandonata e disposta in maniera casuale nel centro dello spazio.
E’ un’immagine sonora di un percorso pricipalmente visivo e costituisce un momento di riposo per la retina. La sala buia è illuminata seguendo l’intensità sonora della voce.
In questa sala, l’ultima, dove già ci siamo liberati definitivamente dalle immagini, è il momento cruciale in cui si affranca l’occhio.
Utilizzare il monologo di Domenico prima di bruciarsi e trasformarsi in cenere equivale a lasciare la chiesa vuota, a dis-immaginare ed immolare questo spazio.
“Senza dubbio il fatto religioso e quello artistico sono connessi. Sono le facce della stessa moneta, in entrambe si cerca di generare credenze attraverso le immagini, di collocare la coscienza più in là dei limiti del linguaggio e del territorio del nominabile.
Non possiamo dimenticare che anche l'artista è un credente e perciò un distruttore incessante. Riconosce Adamo come il primo uomo e il fondatore della dottrina della colpa che diffonde la morte attraverso il seme marcito e che assume definitivamente la disobbedienza dei genitali.” BR
Bernardì Roig ha recentemente realizzato una grande mostra dal titolo BLOW UP, inaugurata lo scorso 27 aprile, nel Parc Régional Tournay-Solvay, sede dell’Espace Européen pour la Sculpture di Bruxelles, nell’ambito delle manifestazioni in onore della Presidenza Spagnola dell’Unione Europea.
In febbraio si è conclusa Shadows Must Dance, la sua esposizione più completa fino ad oggi, presso l’IVAM di Valencia e già esposta alla Ca’Pesaro in concomitanza con la 53ma Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia del 2009. Precedentemente, nel 2008, ha presentato il suo progetto El Paraiso nel Chiostro della Cattedrale di Burgos. Tra il 2006 ed il 2007 si è tenuta una sua mostra personale itinerante The Light Exercises Series presso vari musei europei: il PMMK – Provinciaal Museum voor Moderne Kunst di Ostenda, il Kampa Museum di Praga, il Kunstmuseum di Bonn, il Domus Artium di Salamanca e il Museo Carlo Bilotti di Villa Borghese a Roma. Nel 2009 si è tenuta presso la Triennale di Milano la presentazione dell’antologica monografia, scritta da Demetrio Paparoni ed edita da Skira, riguardante il suo lavoro.
Con il titolo Notae ad Paenitentiam in mostra sono presenti una selezione di lavori, sculture e disegni, realizzati nell'ultimo anno, con i quali l'artista spagnolo ha costruito il suo particolare universo ossessivo. Queste opere rappresentano una costante la cui base sintattica continua ad essere il tessuto riflessivo che si è andato sviluppando intorno alla cecità, all'eccesso di luce, all'impossibilità dello sguardo, al dissenso, alla credenza, alla castrazione, alla memoria, all'invisibilità ed alle sue metafore.
Questo progetto è un confronto/dialogo con l’imponente spazio della Chiesa di S. Matteo (IX sec.) e la sua memoria, come già fatto recentemente nelle sue ultime esposizioni in spazi inerenti al Sacro. In Resurrecion y Halitosis (2008), nella Cappella di Sant Nicolau a Girona, l’artista, partendo da un piccolo disegno di Mantegna, riempie lo spazio con una sola opera generando un’atmosfera di tensione e di forte carica psicologica, dominata dall’idea di Transizione. Nel suo intervento successivo nel Chiostro della Cattedrale di Burgos, con una mostra dal titolo El Paradiso (2009), Bernardì Roig tenta la costruzione metaforica di uno spazio utopico interiore, appena prima della Caduta, qui le sue abituali figure bianche sono soggette ad uno sguardo intimo senza conflitti né tensioni emozionali, perfettamente accostate alla loro verità occulta.
La parola pentimento in greco significa cambiare pensiero. Il pentimento è uno stato mentale successivo all'ammissione dell'errore commesso, in tal modo si trasforma in un’emozione che arricchisce di significati la colpa stessa. Il pentito è colui il quale si assume la colpa e desidera scontarla mediante un’azione più elevata. Ma per questa affermazione può essere valido anche il suo contrario: il pentimento può essere considerato l’apice di un’emozione prodotta dalla trasgressione, dovuta cioè al piacere di aver fatto qualcosa di proibito. Senza la proibizione e la sua conseguente trasgressione non esisterebbe nè il pentimento nè la colpa.
“Credo che l'ascetismo religioso necessiti della crudeltà corporea e della mortificazione fisica. La flagellazione espiatoria, il rimorso o la penitenza acquisiscono il loro più alto significato solo come causa dell'eccesso. Sono conseguenza della trasgressione. Solo la violazione di ciò che è proibito eleva il peccato ad una forma superiore di conoscenza. Questo è ciò che unisce il Marchese de Sade con San Juan de la Cruz. Il movimento dell'amore portato all'estremo è un movimento di morte.” BR
Uno dei grandi miti del pentimento e della trasgressione del proibito, stampato a fuoco nella nostra eredità culturale, è la figura di Salomè, figlia di Erodiade che, istigata dalla madre, chiede ad Erode la testa del Battista.
Per questo motivo, una delle opere presenti nell'intervento di Bernardì Roig nella Chiesa di San Matteo è la video-proiezione su tre canali di Salomè (2009), dove dominano le immagini di lunghe gambe, appartenenti ad una Salomè contemporanea, che avvolte in calze di seta nera e sostenute da scarpe con tacco a spillo, colpiscono, con una certa angoscia mista ad eroismo, una testa argentata che non smette di rotolare al suolo in una notte buia. La testa rappresenta i resti di un corpo che è stato perforato dallo sguardo di un altro. A questa Salomè attuale, insicura e frustrata, non le resta che colpire ripetutamente una testa, metafora delle nostre, finendo con il liberare su di essa una pioggia dorata come manifestazione della volontà di unire orrore e seduzione. Si confrontano in quest’opera il mito del trionfo della bellezza sulla parola e il mito della castrazione e della “aphanasis” o perdita del desiderio, appartenente ad una società anestetizzata, che ha perso la capacità di esercitare l’atto eroico del guardare.
Un’altra opera che caratterizza l'intervento di Bernardì Roig nella chiesa di San Matteo è Repentance Exercise (2004-2009). In questo lavoro l’artista ha sviluppato una permanente preoccupazione per la sfiducia nella rappresentazione, appartenente alla tradizione barocca spagnola. E’ una sfiducia critica verso la ragione e il discorso, che si traduce nell’insistente incapacità di costruire una narrazione nella quale credere.
Repentance Exercises è una scultura in resina di poliestere, la cui testa in alluminio azionata da un meccanismo elettrico colpisce, brutalmente e ossessivamente, il muro della chiesa. Non è esattamente una penitenza, l'uomo si colpisce perché non sopporta più la pressione dei propri pensieri. La profondità questi pensieri non gli permette più di tenere ferma la testa. Riesce a sopportarli solo se vengono schiacciati violentemente, più volte, contro il muro. Non è un lamento, ma è l’unico modo che ha per non essere annichilito dal peso delle proprie idee.
Quest’opera funziona mediante un sensore di movimento che attiva il meccanismo della testa solo quando ci si avvicina a meno di un metro. Questo fatto la trasforma in una scultura che dipende dalla presenza de “l’altro”, in questo caso il visitatore, che con il suo sguardo e la sua vicinanza garantisce la tensione necessaria per la pienezza dell’esperienza. Nell’essere contemplata si libera della sua solitudine generando così un nuovo spazio comunicativo.
Situata nella parte terminale dell'imponente navata della Chiesa si trova l'installazione sonora Nostalghia (D'apres Tarkowsky), 2008.
Quest’ultima è una scultura luminoso-sonora nella quale si riproduce in maniera insistente il monologo recitato da Domenico, protagonista del film di Andrei Tarkovsky, Nostalghia (1986), appena prima di versarsi addosso la benzina e di darsi fuoco sulla sommità di una scultura equestre in restauro in una piazza di una città italiana.
Questa registrazione è connessa ad un sistema elettronico che si illumina più o meno seguendo l'intensità del suono della voce. Tutto ciò nascosto in una cassa di cartone abbandonata e disposta in maniera casuale nel centro dello spazio.
E’ un’immagine sonora di un percorso pricipalmente visivo e costituisce un momento di riposo per la retina. La sala buia è illuminata seguendo l’intensità sonora della voce.
In questa sala, l’ultima, dove già ci siamo liberati definitivamente dalle immagini, è il momento cruciale in cui si affranca l’occhio.
Utilizzare il monologo di Domenico prima di bruciarsi e trasformarsi in cenere equivale a lasciare la chiesa vuota, a dis-immaginare ed immolare questo spazio.
“Senza dubbio il fatto religioso e quello artistico sono connessi. Sono le facce della stessa moneta, in entrambe si cerca di generare credenze attraverso le immagini, di collocare la coscienza più in là dei limiti del linguaggio e del territorio del nominabile.
Non possiamo dimenticare che anche l'artista è un credente e perciò un distruttore incessante. Riconosce Adamo come il primo uomo e il fondatore della dottrina della colpa che diffonde la morte attraverso il seme marcito e che assume definitivamente la disobbedienza dei genitali.” BR
Bernardì Roig ha recentemente realizzato una grande mostra dal titolo BLOW UP, inaugurata lo scorso 27 aprile, nel Parc Régional Tournay-Solvay, sede dell’Espace Européen pour la Sculpture di Bruxelles, nell’ambito delle manifestazioni in onore della Presidenza Spagnola dell’Unione Europea.
In febbraio si è conclusa Shadows Must Dance, la sua esposizione più completa fino ad oggi, presso l’IVAM di Valencia e già esposta alla Ca’Pesaro in concomitanza con la 53ma Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia del 2009. Precedentemente, nel 2008, ha presentato il suo progetto El Paraiso nel Chiostro della Cattedrale di Burgos. Tra il 2006 ed il 2007 si è tenuta una sua mostra personale itinerante The Light Exercises Series presso vari musei europei: il PMMK – Provinciaal Museum voor Moderne Kunst di Ostenda, il Kampa Museum di Praga, il Kunstmuseum di Bonn, il Domus Artium di Salamanca e il Museo Carlo Bilotti di Villa Borghese a Roma. Nel 2009 si è tenuta presso la Triennale di Milano la presentazione dell’antologica monografia, scritta da Demetrio Paparoni ed edita da Skira, riguardante il suo lavoro.
25
giugno 2010
Bernardì Roig – Notae ad Paenitentiam
Dal 25 giugno al 12 settembre 2010
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
CHIESA DI SAN MATTEO
Lucca, Piazza San Matteo, 3, (Lucca)
Lucca, Piazza San Matteo, 3, (Lucca)
Orario di apertura
da lunedì a domenica 11-13 / 17–24
Vernissage
25 Giugno 2010, ore 19
Autore