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Bernardo Daddi – Il polittico del Carmine
Il Museo Diocesano di Milano sarà teatro di una straordinaria iniziativa espositiva. Per la prima volta, infatti, verrà ricostruito il Polittico del Carmine, dipinto da Bernardo Daddi, agli inizi degli anni Quaranta del Trecento.
Comunicato stampa
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AL MUSEO DIOCESANO DI MILANO
DAL 21 MARZO AL 24 MAGGIO 2009
RICOSTRUITO PER LA PRIMA VOLTA
IL POLITTICO DEL CARMINE DI BERNARDO DADDI
Uno delle tavole, raffigurante Santa Cecilia, è conservata nella sezione Fondi oro, donata al museo milanese da Alberto Crespi.
La sera dell’inaugurazione, venerdì 20 marzo, alle ore 17.00, verrà anche presentato il volume con gli Atti della giornata di studi, tenutasi nel 2004, dal titolo “I Fondi oro della Collezione Alberto Crespi al Museo Diocesano di Milano: questioni iconografiche e attributive”.
Dal 21 marzo al 24 maggio 2009, il Museo Diocesano di Milano sarà teatro di una straordinaria iniziativa espositiva. Per la prima volta, infatti, verrà ricostruito il Polittico del Carmine, dipinto da Bernardo Daddi, agli inizi degli anni Quaranta del Trecento.
L’opera si trovava in origine nella cappella dei Santi Bartolomeo e Lorenzo nella Chiesa fiorentina di Santa Maria del Carmine. Si trattava, secondo alcuni studiosi, di un pentittico, smembrato in una data precedente al 1745.
Il pannello raffigurante Santa Cecilia è oggi uno dei pezzi di maggior pregio della sezione dei Fondi oro, donata al Museo Diocesano da Alberto Crespi e si trovava all’estrema sinistra del polittico. Al centro vi era la tavola con la Madonna col Bambino e due angeli musicanti già a Vienna, in collezione Lanckoronski e oggi nelle raccolte del Castello Reale del Wawel a Cracovia. Ai lati di quest’ultima stavano le due tavole con San Bartolomeo e San Lorenzo conservate alla Galleria dell’Accademia di Firenze. All’estrema destra, si trovava la Santa Caterina d’Alessandria, in collezione privata.
Sia su base stilistica che grazie a una puntuale analisi dei punzoni dell’artista, il dipinto è collocabile in una fase avanzata della carriera di Bernardo Daddi (attivo a Firenze dal 1320 circa al 1348), poco prima del 1344.
L’opera è caratterizzata da una descrizione sontuosa delle vesti, da una estrema e raffinatissima delicatezza epidermica, ma anche da elementi che sembrano in contiguità con le soluzioni di ricchezza narrativa e decorativa tipiche del pittore nel decennio precedente.
La sera dell’inaugurazione, venerdì 20 marzo, alle ore 17.00, verrà presentato il volume contenente gli Atti della giornata di studi, tenutasi nel 2004, dal titolo “I Fondi oro della Collezione Alberto Crespi al Museo Diocesano di Milano: questioni iconografiche e attributive”.
Il libro, pubblicato da Silvana editoriale grazie al contributo del Credito Valtellinese, rende oggi noti i preziosi contributi di Miklós Boskovits, di Julian Gardner intorno a Paolo Veneziano, di Cristina Guarnieri sul secondo Trecento veneziano, di Laurence Kanter su Jacopo di Cione, di Gaudenz Freuler sulla miniatura, di Erling Skaug su questioni tecniche relative ai Fondi Oro, e di Gianluca Poldi su significativi risultati di indagini non invasive effettuate sui dipinti.
Bernardo Daddi (attivo a Firenze dal 1320 circa al 1348)
Pittore fiorentino, immatricolato nell’arte dei Medici e degli Speziali entro il 1320, Bernardo Daddi svolge un ruolo di importanza centrale nello sviluppo della pittura della prima metà del Trecento a Firenze. Notevole è anche il successo riscosso presso i suoi concittadini, visto la sua consistente produzione di pale d’altare e il prestigio delle commissioni ricevute, destinate ad alcune tra le maggiori chiese fiorentine: il Duomo innanzitutto ma anche Santa Croce, Santa Maria Novella e la Chiesa del Carmine.
La sua prima opera firmata risale al 1328 ed è il Trittico per la chiesa di Ognissanti (oggi a Firenze, Uffizi), mentre al decennio precedente risale il suo unico e importante ciclo ad affreschi, quello con le Storie di Santo Stefano e San Lorenzo nella cappella Pulci-Berardi in Santa Croce, per la quale esegue anche la Pala d’altare. In questi anni il suo stile mostra un’aspra e vigorosa ricerca di plasticità e di monumentalità, derivati dallo studio attento da parte del pittore dei modelli di Giotto. Tuttavia altri elementi più lirici e narrativi e una maggiore attenzione ad aspetti legati a preziosità descrittive e cromatiche hanno giustamente indotto la critica a collocare la formazione del Daddi in un’area di gusto non propriamente giottesca.
Nella sua produzione pittorica rientrano anche un numero notevole di opere di dimensioni ridotte, destinate alla devozione privata.
Alla fine degli anni trenta del Trecento risale il polittico per il Duomo di Firenze, oggi diviso tra gli Uffizi ed altre collezioni italiane e straniere. A queste date il pittore, i cui modi sembrano più inclini al classicismo gotico, sembra rivolgere la propria attenzione anche agli artisti forestieri attivi a Firenze in quegli anni, come Andrea Pisano o i senesi Lorenzetti.
La fase tarda della sua attività mostra invece un ritorno a ricerche di volumetria e monumentalità, come si nota nel polittico per Santa Maria Novella del 1344. Nell’agosto 1348, il pittore risulta già morto, probabilmente vittima della pestilenza.
DAL 21 MARZO AL 24 MAGGIO 2009
RICOSTRUITO PER LA PRIMA VOLTA
IL POLITTICO DEL CARMINE DI BERNARDO DADDI
Uno delle tavole, raffigurante Santa Cecilia, è conservata nella sezione Fondi oro, donata al museo milanese da Alberto Crespi.
La sera dell’inaugurazione, venerdì 20 marzo, alle ore 17.00, verrà anche presentato il volume con gli Atti della giornata di studi, tenutasi nel 2004, dal titolo “I Fondi oro della Collezione Alberto Crespi al Museo Diocesano di Milano: questioni iconografiche e attributive”.
Dal 21 marzo al 24 maggio 2009, il Museo Diocesano di Milano sarà teatro di una straordinaria iniziativa espositiva. Per la prima volta, infatti, verrà ricostruito il Polittico del Carmine, dipinto da Bernardo Daddi, agli inizi degli anni Quaranta del Trecento.
L’opera si trovava in origine nella cappella dei Santi Bartolomeo e Lorenzo nella Chiesa fiorentina di Santa Maria del Carmine. Si trattava, secondo alcuni studiosi, di un pentittico, smembrato in una data precedente al 1745.
Il pannello raffigurante Santa Cecilia è oggi uno dei pezzi di maggior pregio della sezione dei Fondi oro, donata al Museo Diocesano da Alberto Crespi e si trovava all’estrema sinistra del polittico. Al centro vi era la tavola con la Madonna col Bambino e due angeli musicanti già a Vienna, in collezione Lanckoronski e oggi nelle raccolte del Castello Reale del Wawel a Cracovia. Ai lati di quest’ultima stavano le due tavole con San Bartolomeo e San Lorenzo conservate alla Galleria dell’Accademia di Firenze. All’estrema destra, si trovava la Santa Caterina d’Alessandria, in collezione privata.
Sia su base stilistica che grazie a una puntuale analisi dei punzoni dell’artista, il dipinto è collocabile in una fase avanzata della carriera di Bernardo Daddi (attivo a Firenze dal 1320 circa al 1348), poco prima del 1344.
L’opera è caratterizzata da una descrizione sontuosa delle vesti, da una estrema e raffinatissima delicatezza epidermica, ma anche da elementi che sembrano in contiguità con le soluzioni di ricchezza narrativa e decorativa tipiche del pittore nel decennio precedente.
La sera dell’inaugurazione, venerdì 20 marzo, alle ore 17.00, verrà presentato il volume contenente gli Atti della giornata di studi, tenutasi nel 2004, dal titolo “I Fondi oro della Collezione Alberto Crespi al Museo Diocesano di Milano: questioni iconografiche e attributive”.
Il libro, pubblicato da Silvana editoriale grazie al contributo del Credito Valtellinese, rende oggi noti i preziosi contributi di Miklós Boskovits, di Julian Gardner intorno a Paolo Veneziano, di Cristina Guarnieri sul secondo Trecento veneziano, di Laurence Kanter su Jacopo di Cione, di Gaudenz Freuler sulla miniatura, di Erling Skaug su questioni tecniche relative ai Fondi Oro, e di Gianluca Poldi su significativi risultati di indagini non invasive effettuate sui dipinti.
Bernardo Daddi (attivo a Firenze dal 1320 circa al 1348)
Pittore fiorentino, immatricolato nell’arte dei Medici e degli Speziali entro il 1320, Bernardo Daddi svolge un ruolo di importanza centrale nello sviluppo della pittura della prima metà del Trecento a Firenze. Notevole è anche il successo riscosso presso i suoi concittadini, visto la sua consistente produzione di pale d’altare e il prestigio delle commissioni ricevute, destinate ad alcune tra le maggiori chiese fiorentine: il Duomo innanzitutto ma anche Santa Croce, Santa Maria Novella e la Chiesa del Carmine.
La sua prima opera firmata risale al 1328 ed è il Trittico per la chiesa di Ognissanti (oggi a Firenze, Uffizi), mentre al decennio precedente risale il suo unico e importante ciclo ad affreschi, quello con le Storie di Santo Stefano e San Lorenzo nella cappella Pulci-Berardi in Santa Croce, per la quale esegue anche la Pala d’altare. In questi anni il suo stile mostra un’aspra e vigorosa ricerca di plasticità e di monumentalità, derivati dallo studio attento da parte del pittore dei modelli di Giotto. Tuttavia altri elementi più lirici e narrativi e una maggiore attenzione ad aspetti legati a preziosità descrittive e cromatiche hanno giustamente indotto la critica a collocare la formazione del Daddi in un’area di gusto non propriamente giottesca.
Nella sua produzione pittorica rientrano anche un numero notevole di opere di dimensioni ridotte, destinate alla devozione privata.
Alla fine degli anni trenta del Trecento risale il polittico per il Duomo di Firenze, oggi diviso tra gli Uffizi ed altre collezioni italiane e straniere. A queste date il pittore, i cui modi sembrano più inclini al classicismo gotico, sembra rivolgere la propria attenzione anche agli artisti forestieri attivi a Firenze in quegli anni, come Andrea Pisano o i senesi Lorenzetti.
La fase tarda della sua attività mostra invece un ritorno a ricerche di volumetria e monumentalità, come si nota nel polittico per Santa Maria Novella del 1344. Nell’agosto 1348, il pittore risulta già morto, probabilmente vittima della pestilenza.
20
marzo 2009
Bernardo Daddi – Il polittico del Carmine
Dal 20 marzo al 24 maggio 2009
arte antica
Location
MUSEO DIOCESANO
Milano, Corso Di Porta Ticinese, 95, (Milano)
Milano, Corso Di Porta Ticinese, 95, (Milano)
Biglietti
intero: 8 Euro; ridotto 5 Euro; solo il martedì: 4 Euro
Orario di apertura
10.00 – 18.00. Lunedì chiuso
Vernissage
20 Marzo 2009, alle ore 17.00, verrà anche presentato il volume con gli Atti della giornata di studi, tenutasi nel 2004, dal titolo “I Fondi oro della Collezione Alberto Crespi al Museo Diocesano di Milano: questioni iconografiche e attributive”.
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
CLP
Autore