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Bernhard Rudiger
Su due rotoli di carta fotografica appaiono onde luminose quasi simmetriche. Si tratta di suoni, che attraverso un trattamento computerizzato vengono rivelati dalla carta fotosensibile.
Il progetto doveva essere realizzato inizialmente in Palestina, come documento di un conflitto estenuante ai confini del mondo occidentale. Cosciente del limite del mezzo fotografico e di un atteggiamento documentarista, Bernhard Rüdiger ha deciso di interessarsi ai suoni, che ancora più dell’immagine rivelano un inquietudine crescente. “Fotografare” un conflitto, che sarebbe esploso di lì a poco, non per mostrarne attraverso un immagine fissa la realtà distante, ma per riprodurne l’esperienza della tensione. Lo spettatore si trova di fronte a fotografie di onde acustiche che si srotolano sulla parete come paesaggi, e richiedono un’interpretazione, un’esperienza. L’esplosione della seconda Intifada non ha reso possibile il progetto.
Dopo qualche mese d’esitazione Bernhard Rüdiger ha deciso di fissare i suoni dello stesso conflitto, non ai limiti della cultura d’occidente, ma nel suo centro economico: nel mese di aprile 2001, ha effettuato un percorso di circa 60 km nella metropoli di New York, a Manhattan, Brooklyn e Queens. L’attualità inquietante di questo lavoro fotografico è legata agli eventi dell’11 settembre 2001, ma anche alla guerra in corso.
Così come Piet Mondrian nelle serie Boogie Woogie e New York City, 1942/44, aveva fissato con rotoli di scotch colorato il carattere indeciso della metropoli americana, tra indifferenza e tragica partecipazione al conflitto europeo, così Bernhard Rüdiger rivela la tensione sonora d’un affaccendarsi incosciente della cultura occidentale, immemore della violenza che la rende vulnerabile ai propri confini
Bernhard Rudiger
Firenze, Via Di San Niccolò, 18R, (Firenze)