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Bert Welmers – Viaggio di studio in Italia
Bert Welmers, architetto e urbanista olandese, è anche un valido pittore e come molti di coloro che dal nord scendono al sud per effettuare il mitico Viaggio in Italia non ha potuto smentire la tradizione è ha realizzato un numero considerevole di vivaci acquerelli.
Comunicato stampa
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Inedito Viaggio in Italia
Bert Welmers, architetto e urbanista olandese, collaboratore del noto architetto concittadino Adolfo Natalini, è anche un valido pittore e, dal momento che apprezza il nostro Paese, come molti di coloro che dal nord scendono al sud per effettuare il mitico Viaggio in Italia non ha potuto smentire la tradizione è ha realizzato un numero considerevole di vivaci “impressioni” utilizzando la tecnica canonica dell'acquerello usata per fissare l'istante atmosferico e l'emozione. Di fronte al paesaggio, alle piazze, a un monastero, a una villa, al corso di un fiume, del suo peregrinare di regione in regione, Bert Welmers ha annotato figurativamente un proprio diario personale che diverge, in senso positivo, rispetto alle ricognizioni convenzionali pur eccellenti sul piano tecnico. Tali esperienze infatti (dal '700 in poi gli esempi sono numerosi), sono volte in maniera preminente alla registrazione “fotografica” del reale e quindi, risultano più prove documentarie o fedeli resoconti di quanto visto. Al contrario, il vedutismo di Welmers, affatto analitico e descrittivo, si stempera in delicate emozionalità, in cadenze formali ritmate da luci e ombre mai impositive e contrastanti; piuttosto si rarefanno in trasparenti fluidità e l'insieme risulta la memoria larvale di un attimo, di una felicità vissuta in rapporto con la storia e con la natura. Inoltre le piazze, le emblematiche piazze italiane (su tutte quella di Siena e di Roma, ma non poteva mancare la nostra piazza del Duomo) si presentano con le loro architetture rappresentate per lo più in prospettiva fortemente inclinata (a quadro obliquo) e il risultato è sorprendente: infatti divengono leggere e la loro tensione vettoriale suggerisce, metaforicamente, l'ipotetico “desiderio” di distaccarsi dal terreno, di abbandonare la loro sede per andarsene insieme all'artista che, congiuntamente, desidera portarle con sé.
Il paesaggio toscano, ligure, veneto, lombardo, che possiamo ammirare in acquerelli di un delicato e mutevole pittoricismo, quasi un alitare di vento avesse sfiorato le pennellate nel momento del loro farsi, sottolineano il percorso di affezioni e di approfondimento culturale del nostro artista. La vista del Po, la marina di Pisa, un porticciolo in Liguria, quanto i mirabili paesaggi ripresi da Monteriggioni, da Siena, dalla villa di Groppoli a Pistoia, costituiscono una testimonianza di significativa dedizione da parte di Bert Welmers al concetto di bellezza; un concetto che affilierei al pensiero di Goethe: Il bello è la manifestazione di arcane leggi della natura, che senza l'apparizione di esso ci sarebbero rimaste eternamente celate.
Bert Welmers è un artista proveniente dall'Olanda, paese che annovera pittori dediti alla ricognizione intimista, penso a Peter de Hooc, oppure a interpretare la funzione drammatica della luce come in Rembrandt, o quella rivelatrice nel caso di Vermeer, fino ad arrivare allo splendido e atmosferico mondo dipinto en plein air da Jongkind (grande pittore di acquerelli) ecco, un Welmers che viene in Italia con un retaggio artistico/culturale di tale levatura, non poteva che vivere l'opportunità di coniugare queste radici con quelle presenti da noi, e così ha fatto. Come non riconoscere a Welmers (anche in funzione di quanto Goethe, venendo in Italia, percepì e teorizzò in merito alla bellezza), di aver individuato ed espresso una poetica volta a celebrare il bello naturale quanto quello dei manufatti realizzati nel tempo dall'uomo, nel segno della congiunzione? Di fatto, nelle sue opere, l'intimo si lega a l'esteriore, la luce alla forma, la tecnica al tempo.
Dunque, un viaggio, quello di Bert Welmers, da ripercorrere attraverso le sue opere nel tentativo di fruire l'intima sensazione che egli ha provato dipingendo e mettendo a confronto la propria cultura con la nostra; di certo il connubio ci aiuterà a comprendere meglio quanto locale e globale non differiscono poi di tanto, come dimostrano gli acquerelli esposti nelle prestigiose sale del Museo Marino Marini.
Siliano Simoncini – Pistoia, marzo 2011
Bert Welmers, architetto e urbanista olandese, collaboratore del noto architetto concittadino Adolfo Natalini, è anche un valido pittore e, dal momento che apprezza il nostro Paese, come molti di coloro che dal nord scendono al sud per effettuare il mitico Viaggio in Italia non ha potuto smentire la tradizione è ha realizzato un numero considerevole di vivaci “impressioni” utilizzando la tecnica canonica dell'acquerello usata per fissare l'istante atmosferico e l'emozione. Di fronte al paesaggio, alle piazze, a un monastero, a una villa, al corso di un fiume, del suo peregrinare di regione in regione, Bert Welmers ha annotato figurativamente un proprio diario personale che diverge, in senso positivo, rispetto alle ricognizioni convenzionali pur eccellenti sul piano tecnico. Tali esperienze infatti (dal '700 in poi gli esempi sono numerosi), sono volte in maniera preminente alla registrazione “fotografica” del reale e quindi, risultano più prove documentarie o fedeli resoconti di quanto visto. Al contrario, il vedutismo di Welmers, affatto analitico e descrittivo, si stempera in delicate emozionalità, in cadenze formali ritmate da luci e ombre mai impositive e contrastanti; piuttosto si rarefanno in trasparenti fluidità e l'insieme risulta la memoria larvale di un attimo, di una felicità vissuta in rapporto con la storia e con la natura. Inoltre le piazze, le emblematiche piazze italiane (su tutte quella di Siena e di Roma, ma non poteva mancare la nostra piazza del Duomo) si presentano con le loro architetture rappresentate per lo più in prospettiva fortemente inclinata (a quadro obliquo) e il risultato è sorprendente: infatti divengono leggere e la loro tensione vettoriale suggerisce, metaforicamente, l'ipotetico “desiderio” di distaccarsi dal terreno, di abbandonare la loro sede per andarsene insieme all'artista che, congiuntamente, desidera portarle con sé.
Il paesaggio toscano, ligure, veneto, lombardo, che possiamo ammirare in acquerelli di un delicato e mutevole pittoricismo, quasi un alitare di vento avesse sfiorato le pennellate nel momento del loro farsi, sottolineano il percorso di affezioni e di approfondimento culturale del nostro artista. La vista del Po, la marina di Pisa, un porticciolo in Liguria, quanto i mirabili paesaggi ripresi da Monteriggioni, da Siena, dalla villa di Groppoli a Pistoia, costituiscono una testimonianza di significativa dedizione da parte di Bert Welmers al concetto di bellezza; un concetto che affilierei al pensiero di Goethe: Il bello è la manifestazione di arcane leggi della natura, che senza l'apparizione di esso ci sarebbero rimaste eternamente celate.
Bert Welmers è un artista proveniente dall'Olanda, paese che annovera pittori dediti alla ricognizione intimista, penso a Peter de Hooc, oppure a interpretare la funzione drammatica della luce come in Rembrandt, o quella rivelatrice nel caso di Vermeer, fino ad arrivare allo splendido e atmosferico mondo dipinto en plein air da Jongkind (grande pittore di acquerelli) ecco, un Welmers che viene in Italia con un retaggio artistico/culturale di tale levatura, non poteva che vivere l'opportunità di coniugare queste radici con quelle presenti da noi, e così ha fatto. Come non riconoscere a Welmers (anche in funzione di quanto Goethe, venendo in Italia, percepì e teorizzò in merito alla bellezza), di aver individuato ed espresso una poetica volta a celebrare il bello naturale quanto quello dei manufatti realizzati nel tempo dall'uomo, nel segno della congiunzione? Di fatto, nelle sue opere, l'intimo si lega a l'esteriore, la luce alla forma, la tecnica al tempo.
Dunque, un viaggio, quello di Bert Welmers, da ripercorrere attraverso le sue opere nel tentativo di fruire l'intima sensazione che egli ha provato dipingendo e mettendo a confronto la propria cultura con la nostra; di certo il connubio ci aiuterà a comprendere meglio quanto locale e globale non differiscono poi di tanto, come dimostrano gli acquerelli esposti nelle prestigiose sale del Museo Marino Marini.
Siliano Simoncini – Pistoia, marzo 2011
07
maggio 2011
Bert Welmers – Viaggio di studio in Italia
Dal 07 maggio al 04 giugno 2011
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE MARINO MARINI
Pistoia, Corso Silvano Fedi, 30, (Pistoia)
Pistoia, Corso Silvano Fedi, 30, (Pistoia)
Orario di apertura
La mostra sarà visitabile negli orari di apertura del Museo
Orario di apertura: 10.00 – 18.00
Domenica chiuso.
Vernissage
7 Maggio 2011, ore 18.00
Autore