Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Berti / Nativi / Nuti – Astrattismo Classico
Dopo il successo ottenuto all’inaugurazione con la mostra di Giampaolo Talani, l’associazione Spazio Dinamico Arte ospita l’Astrattismo Classico fiorentino con i suoi interpreti di maggior rilevanza. Esposte opere sintomatiche del periodo astratto di Vinicio Berti, Gualtiero Nativi e Mario Nuti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’associazione Spazio Dinamico Arte inaugura sabato 10 dicembre in via dei Ramaglianti 10-12 a Firenze, la mostra intitolata “Astrattismo Classico” dedicata al gruppo di pittori astratti fiorentini tra i quali Vinicio Berti, Gualtiero Nativi e Mario Nuti. Presenti all’evento inaugurale Berto Nativi e Nicola Nuti. La mostra sarà aperta fino a domenica 8 gennaio 2017. La selezione delle opere rispecchia fedelmente la tendenza rinnovatrice del movimento, nato proprio dalla pubblicazione del Manifesto nel 1950 redatto dal filosofo Ermanno Migliorini.
“L'artista interviene nella realtà, la sua parola rivolta agli uomini tende a modificare quella realtà: di questa sua parola, di questo suo intervento egli è responsabile. Invitiamo gli artisti a prendere coscienza della loro posizione nella società. [...] Li invitiamo a lasciare gli studi, a scendere tra gli uomini vivi”...Recita così un estratto del manifesto mostrando una nuova missione in capo agli astrattisti: costruire piuttosto che distruggere. Infatti i più grandi movimenti artistici pittorici degli inizi del ventesimo secolo si sono sempre presentati in maniera interventista ed attivista, connotati però da una visione distruttiva, distruzione dell'oggetto e della forma. L'Astrattismo Classico va contro questo sistema artistico per tracciare una linea totalmente nuova.
Anche se il gruppo nel 1951 era già sciolto, Berti Nativi e Nuti iniziarono un percorso individuale pur restando in sostanza coerenti ai concetti che li aveva uniti. Le idee del manifesto non scomparvero mai dalle menti dei maestri. Gli astrattisti erano impegnati alla costruzione di una nuova società, che stimoli i componenti di questa a mettersi in gioco in prima persona nella costruzione di un’etica diversa che ne tracci i principi fondanti.
Vinicio Berti continuò a sviluppare e ampliare le possibilità espressive, scaturite dal Manifesto, nei contenuti e nelle forme. Segue, quindi, la fase definita dallo stesso artista di “Espansione dell’astrattismo classico” (1951-55): essa è caratterizzata da una grafia più libera e da una maggiore evidenza di collegamenti tra linee e piani di colore. Tra il 1947 e il 1950 un rigoroso impianto di geometria classica continua a sostenere le opere, dal ciclo delle “Cittadelle ostili” (1955-56) all’”Omaggio a Einstein”, sorta di viaggio nel relativismo spazio-temporale. Seguirono, poi, i cicli delle Brecce nel tempo (1955-58) e dell’Avventuroso astrale (1959-65), ispirato alle prime imprese spaziali con l’importante opera del 1963, “Utopia del tempo H3” vincitrice del premio Il Fiorino, emblema dell’intera concezione bertiana dell’uomo consapevole delle sue immense capacità espansive. A partire dal 1966 è la volta delle “Cittadelle di resistenza”, “Partenza zero”, “Geometria volumetrica”, “Realtà antagonista”, sino a “Dal basso in alto” (1981), preludio alle più recenti “Visioni verso l’alto”, che rappresentano la fase estrema dello sviluppo dell’astrazione classica nel confronto con l’incessante divenire della realtà contemporanea.
Ritmo, dinamicità e originalità sono le qualità che Gualtiero Nativi mette in campo nelle proprie opere degli anni 40 e 50. Successivamente, tende a definire sempre più un rigore compositivo, che caratterizzava l'astrattismo classico fiorentino, estremizzato e che allude a immagini differenti. Enrico Crispolti, noto storico dell’arte e critico italiano, parlando delle opere di Nativi ha sottolineato “la ricerca di estrema contentezza nella costruzione dei rapporti, degli equilibri, delle forme e degli elementi negli spazi. Una volontà e capacità estrema di controllo che nella prefazione delle connessioni delle forme e delle valenze cromatiche esprime un rigore di razionalità una concentrazione, una moralità che esce dai confini dell’opera”.
In Mario Nuti invece, forse più che in altri, è evidente quella caratteristica che, aldilà del populismo con cui si enuncia nel ‘Manifesto’ la ‘missione’ sociale dell’arte, distingue l’astrattismo classico dalle esperienze astratte italiane: il desiderio di raggiungere una composizione che non presenti gerarchie e che sostituisca ai concetti di equilibrio e razionalità del concretismo una simbiosi armonica di forma e colore, colori e forme primarie che generino nello spettatore il ritmo di una ‘utopia’.
L’evento sarà accompagnato da una degustazione di varie tipologie di vino gentilmente offerti da diVi.Bio, un’associazione culturale che ha come obbiettivo il miglioramento, la promozione e lo sviluppo del vino biodinamico. Tutto questo è messo in pratica dai produttori di vino provenienti da tutta Italia che, unendosi all’associazione, rappresentano quelle varietà e quelle eccellenze che sono proprie del nostro territorio
“L'artista interviene nella realtà, la sua parola rivolta agli uomini tende a modificare quella realtà: di questa sua parola, di questo suo intervento egli è responsabile. Invitiamo gli artisti a prendere coscienza della loro posizione nella società. [...] Li invitiamo a lasciare gli studi, a scendere tra gli uomini vivi”...Recita così un estratto del manifesto mostrando una nuova missione in capo agli astrattisti: costruire piuttosto che distruggere. Infatti i più grandi movimenti artistici pittorici degli inizi del ventesimo secolo si sono sempre presentati in maniera interventista ed attivista, connotati però da una visione distruttiva, distruzione dell'oggetto e della forma. L'Astrattismo Classico va contro questo sistema artistico per tracciare una linea totalmente nuova.
Anche se il gruppo nel 1951 era già sciolto, Berti Nativi e Nuti iniziarono un percorso individuale pur restando in sostanza coerenti ai concetti che li aveva uniti. Le idee del manifesto non scomparvero mai dalle menti dei maestri. Gli astrattisti erano impegnati alla costruzione di una nuova società, che stimoli i componenti di questa a mettersi in gioco in prima persona nella costruzione di un’etica diversa che ne tracci i principi fondanti.
Vinicio Berti continuò a sviluppare e ampliare le possibilità espressive, scaturite dal Manifesto, nei contenuti e nelle forme. Segue, quindi, la fase definita dallo stesso artista di “Espansione dell’astrattismo classico” (1951-55): essa è caratterizzata da una grafia più libera e da una maggiore evidenza di collegamenti tra linee e piani di colore. Tra il 1947 e il 1950 un rigoroso impianto di geometria classica continua a sostenere le opere, dal ciclo delle “Cittadelle ostili” (1955-56) all’”Omaggio a Einstein”, sorta di viaggio nel relativismo spazio-temporale. Seguirono, poi, i cicli delle Brecce nel tempo (1955-58) e dell’Avventuroso astrale (1959-65), ispirato alle prime imprese spaziali con l’importante opera del 1963, “Utopia del tempo H3” vincitrice del premio Il Fiorino, emblema dell’intera concezione bertiana dell’uomo consapevole delle sue immense capacità espansive. A partire dal 1966 è la volta delle “Cittadelle di resistenza”, “Partenza zero”, “Geometria volumetrica”, “Realtà antagonista”, sino a “Dal basso in alto” (1981), preludio alle più recenti “Visioni verso l’alto”, che rappresentano la fase estrema dello sviluppo dell’astrazione classica nel confronto con l’incessante divenire della realtà contemporanea.
Ritmo, dinamicità e originalità sono le qualità che Gualtiero Nativi mette in campo nelle proprie opere degli anni 40 e 50. Successivamente, tende a definire sempre più un rigore compositivo, che caratterizzava l'astrattismo classico fiorentino, estremizzato e che allude a immagini differenti. Enrico Crispolti, noto storico dell’arte e critico italiano, parlando delle opere di Nativi ha sottolineato “la ricerca di estrema contentezza nella costruzione dei rapporti, degli equilibri, delle forme e degli elementi negli spazi. Una volontà e capacità estrema di controllo che nella prefazione delle connessioni delle forme e delle valenze cromatiche esprime un rigore di razionalità una concentrazione, una moralità che esce dai confini dell’opera”.
In Mario Nuti invece, forse più che in altri, è evidente quella caratteristica che, aldilà del populismo con cui si enuncia nel ‘Manifesto’ la ‘missione’ sociale dell’arte, distingue l’astrattismo classico dalle esperienze astratte italiane: il desiderio di raggiungere una composizione che non presenti gerarchie e che sostituisca ai concetti di equilibrio e razionalità del concretismo una simbiosi armonica di forma e colore, colori e forme primarie che generino nello spettatore il ritmo di una ‘utopia’.
L’evento sarà accompagnato da una degustazione di varie tipologie di vino gentilmente offerti da diVi.Bio, un’associazione culturale che ha come obbiettivo il miglioramento, la promozione e lo sviluppo del vino biodinamico. Tutto questo è messo in pratica dai produttori di vino provenienti da tutta Italia che, unendosi all’associazione, rappresentano quelle varietà e quelle eccellenze che sono proprie del nostro territorio
11
dicembre 2016
Berti / Nativi / Nuti – Astrattismo Classico
Dall'undici dicembre 2016 all'otto gennaio 2017
arte moderna e contemporanea
Location
SPAZIO DINAMICO ARTE
Firenze, Via Dei Ramaglianti, 10/12, (Firenze)
Firenze, Via Dei Ramaglianti, 10/12, (Firenze)
Orario di apertura
Da martedì a venerdì ore 16-20
sabato e domenica ore 10-13 e 16-20
Vernissage
11 Dicembre 2016, Ore 17.30
Autore