Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Bertram Biersack – Fernweh
Fernweh significa “nostalgia della lontananza”, una parola tedesca con cui Biersack descrive il desiderio di lasciare la quotidianità per aprirsi al mondo. Testimonial di questo sentire sono i Rikbaktsa, piccolo popolo del Mato Grosso che vive senza le sovrastrutture della nostra complessa società
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Artista legato da una lunga collaborazione con Galleria Spaziografico, Bertram Biersack presenta in questa mostra una serie di opere incisorie e di tele lavorate ad acrilico che raccontano la sua Fernweh.
Difficilmente traducibile, Fernweh è una parola tedesca che ha come significato "nostalgia della lontananza" e descrive il desiderio umano di lasciare le circostanze conosciute della quotidianità per aprirsi al vasto mondo esterno.
Come nel mito del Buon Selvaggio di Rousseau, Biersack vede nella popolazione indigena del Mato Grosso, i Rikbaktsa, l’esempio di una società primitiva che tende alla perfezione. Alla ricerca di una serenità scevra dai vincoli sociali, dalla politica, dalla tecnologia, dal rumore delle città e dallo smog, i Rikbaktsa incarnano il bisogno di ritornare alle origini, un punto di arrivo dopo una vita passata nel moderno e tecnologico Occidente.
I Rikbaktsa – gli “Esseri umani” nella traduzione del loro nome – sono così particolari e così oramai rarefatti che sono stati riconosciuti a livello internazionale come popolazione da proteggere, tanto da aver ottenuto un’ampia riserva nello Stato del Mato Grosso.
L’artista si esprime con una tavolozza dal cromatismo minimale e con una pittura segnica, che sfiora il disegno pittorico. E se le opere in acrilico su tela di grandi dimensioni presentano il suo segno sempre riconoscibile, le grafiche su carta ad acquaforte e puntasecca, stampate da lui stesso in doppia copia, presentano un autore dalla grande sensibilità compositiva e dal segno maturo e deciso.
All’artista i curatori hanno chiesto: Che cosa ti affascina di questo mondo primitivo, così da farne una visione figurativa?
“Preziosi come la foglia oro che ho usato in alcune delle opere presenti in mostra, i Rikbaktsa e il loro modo di vivere sono il sogno di una vita serena, fatta di agricoltura e di caccia, senza le sovrastrutture che governano la nostra società, senza le ansie e le paure che ci allontanano anche da noi stessi.
Una vita senza la tecnologia alienante, lo smog e il rumore.
Una società che esalta i valori umani e la libertà. Una società che le istituzioni modernizzate vedono come un punto di partenza ma per me, per la mia Fernweh, è un punto di arrivo, il sogno evolutivo per la nostra società".
Questa mostra dal forte carattere e dall'affascinante significato inaugura il 26 febbraio e rimane aperta fino al 16 marzo 2023
Difficilmente traducibile, Fernweh è una parola tedesca che ha come significato "nostalgia della lontananza" e descrive il desiderio umano di lasciare le circostanze conosciute della quotidianità per aprirsi al vasto mondo esterno.
Come nel mito del Buon Selvaggio di Rousseau, Biersack vede nella popolazione indigena del Mato Grosso, i Rikbaktsa, l’esempio di una società primitiva che tende alla perfezione. Alla ricerca di una serenità scevra dai vincoli sociali, dalla politica, dalla tecnologia, dal rumore delle città e dallo smog, i Rikbaktsa incarnano il bisogno di ritornare alle origini, un punto di arrivo dopo una vita passata nel moderno e tecnologico Occidente.
I Rikbaktsa – gli “Esseri umani” nella traduzione del loro nome – sono così particolari e così oramai rarefatti che sono stati riconosciuti a livello internazionale come popolazione da proteggere, tanto da aver ottenuto un’ampia riserva nello Stato del Mato Grosso.
L’artista si esprime con una tavolozza dal cromatismo minimale e con una pittura segnica, che sfiora il disegno pittorico. E se le opere in acrilico su tela di grandi dimensioni presentano il suo segno sempre riconoscibile, le grafiche su carta ad acquaforte e puntasecca, stampate da lui stesso in doppia copia, presentano un autore dalla grande sensibilità compositiva e dal segno maturo e deciso.
All’artista i curatori hanno chiesto: Che cosa ti affascina di questo mondo primitivo, così da farne una visione figurativa?
“Preziosi come la foglia oro che ho usato in alcune delle opere presenti in mostra, i Rikbaktsa e il loro modo di vivere sono il sogno di una vita serena, fatta di agricoltura e di caccia, senza le sovrastrutture che governano la nostra società, senza le ansie e le paure che ci allontanano anche da noi stessi.
Una vita senza la tecnologia alienante, lo smog e il rumore.
Una società che esalta i valori umani e la libertà. Una società che le istituzioni modernizzate vedono come un punto di partenza ma per me, per la mia Fernweh, è un punto di arrivo, il sogno evolutivo per la nostra società".
Questa mostra dal forte carattere e dall'affascinante significato inaugura il 26 febbraio e rimane aperta fino al 16 marzo 2023
26
febbraio 2023
Bertram Biersack – Fernweh
Dal 26 febbraio al 16 marzo 2023
arte contemporanea
Location
Galleria Spaziografico
Massa Marittima, Vicolo Ciambellano, 7, (GR)
Massa Marittima, Vicolo Ciambellano, 7, (GR)
Orario di apertura
tutti i giorni ore 16.30 -19.00
Vernissage
26 Febbraio 2023, ore 18.00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
Media partner
Sponsor
Patrocini