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Bertrand Lavier
La mostra ripercorre la straordinaria produzione dell’artista a partire da opere storiche come le famose “sovrapposizioni” di mobili e oggetti d’arredamento operate da Lavier negli anni ‘80.
Comunicato stampa
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Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci presenta una nuova mostra dedicata all’opera di Bertrand Lavier, dopo la grande personale all’ARC Musée d’Art moderne de la Ville de Paris nel 2002.
L’artista, nato a Châtillon-sur-Seine nel 1949, vive e lavora tra Parigi e Aignay-le-Duc, presso Digione. Ha esposto in mostre personali a partire dal 1973, alla Kunsthalle di Berna nel 1984, al Rijksmuseum Kröller-Müller di Otterlo nel 1987, a Le Consortium di Digione nel 1988, al Centre Georges Pompidou di Parigi nel 1991, al Moderner Kunst Stiftung Ludwig di Vienna nel 1992, al Castello di Rivoli nel 1996, al Museum of Contemporary Art di San Diego nel 1999, al Musée d’Art moderne et Contemporain di Ginevra nel 2001. Ha inoltre partecipato a rassegne internazionali come la Biennale di Parigi del 1971 e 1985, la Biennale di Venezia del 1976, 1993 e 1997, Documenta di Kassel del 1982 e 1987, la Biennale di Sydney del 1982, 1986 e 1992, la Biennale di Valencia e la Biennale di Lione nel 2003. Tra le ultime esposizioni collettive ricordiamo Playlist al Palais de Tokyo di Parigi nel 2004.
Il suo lavoro è un ripensamento critico della tradizione del ready-made, dell’oggetto comune presentato in veste d’opera d’arte. Nei primi anni '80 la scelta di presentare oggetti comuni interamenti ricoperti di dense pennellate di pittura acrilica inaugura una svolta decisiva nel suo lavoro e consacra Lavier alla notorietà internazionale. Altrettanto interesse suscitano le opere costituite da oggetti sovrapposti, nate dal confronto volutamente provocatorio tra il linguaggio aulico della scultura e il mondo delle forme anonime degli oggetti.
Quando si manipolano degli oggetti, si rasenta sempre il disastro. Non c’è una ricetta, una regola, ma sentiamo che la cosa giusta si situa proprio prima del disastro e che il giusto equilibrio si trova appena prima del disequilibrio. Questa nozione ha molta importanza per me. […] Se prendo un’opera classica, il congelatore sulla cassaforte, non ho un congelatore ordinario più una cassaforte normale. In realtà, ho una scultura bassa su un piedistallo. Per me, è una curiosa “bissociazione”. Posso spiegarlo altrimenti: si rappresenta qualcosa, ma allo stesso tempo ciò che è rappresentato diventa la cosa in sé. (Bertrand Lavier)
Con grande lucidità e consapevolezza, oltre ad un certo senso della sovversione frammista a spirito ludico, Lavier tende a perturbare la nostra percezione dell’arte e del reale, creando quelle che chiama “zone di turbolenza” o d’incontro inatteso e incongruo. L’artista mina le certezze e stimola la visione dello spettatore, ma riflette altresì sulla stessa pratica artistica, indagandone i processi di attribuzione di valore e la loro legittimità.
Io per primo ho delle reazioni di fronte alle opere che propongo. Dico spesso che uno dei più precisi strumenti di misura per giudicare le mie opere è la costernazione. Intendo dire che spesso, la prima reazione che ho davanti ad un’opera che ho appena realizzato, è proprio la costernazione, sentimento al quale in seguito mi abituo. E’ un meccanismo assai curioso e mi ci vuole poi un po’ di tempo prima di proporlo. Ad esempio, la prima volta che ho realmente messo un Frigorifero su una cassa-forte, sono rimasto costernato. Del tipo: non è possibile! Ho avuto spesso questa sensazione di fronte alle mie opere […] La costernazione si trasforma poi in un agente scatenante di emozioni e sensazioni che si rivelano inusuali. Successivamente si crea come un gioco di specchi e scale. Avvengono delle metamorfosi, e ciò che io definisco come delle “turbolenze e dei corti circuiti ” che fanno sì che questi oggetti catturino la nostra attenzione. […] (Bertrand Lavier)
La mostra di Prato, curata da Daniel Soutif, ripercorre la straordinaria produzione dell’artista a partire da opere storiche come le famose “sovrapposizioni” di mobili e oggetti d’arredamento operate da Lavier negli anni ‘80, la serie Cabinet de design (1985-2001), che reinterpreta e combina oggetti firmati di interior design, e Mobymatic (1993), esempio di inversione del concetto duchampiano di ready-made nel ready-distroyed. In tali lavori, infatti, oggetti molto particolari sono scelti in base alla loro difficile unione, ponendo proprio attenzione sulle dissonanze delle forme e dei colori.
Saranno inoltre presentate, per la prima volta in Italia, la serie aggiornata Walt Disney Production (1984-2001) direttamente ispirata ai fumetti, la grandiosa opera Lothar (1999) realizzata con un pilone elettrico, la serie fotografica Harcourt/Grévin (2002) e Nautiraid (2002), ricostruzione con tecnica archeologica di un grande oggetto comune. Infine, per l’occasione, saranno esposte opere nuove come la serie dei Neons (2003-2004) e dei Tableaux d’ameublement (2004) e una vera Ferrari 308 GTB, rielaborata dall’artista come “oggetto dipinto".
La mostra di Bertrand Lavier è promossa da: Comune di Prato, Cariprato S.p.A., Famiglia Pecci, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Unione Industriale Pratese, con il sostegno di: Regione Toscana, Provincia di Prato.
Con il contributo di: A.F.A.A. (Association Française d'Action Artistique).
L’artista, nato a Châtillon-sur-Seine nel 1949, vive e lavora tra Parigi e Aignay-le-Duc, presso Digione. Ha esposto in mostre personali a partire dal 1973, alla Kunsthalle di Berna nel 1984, al Rijksmuseum Kröller-Müller di Otterlo nel 1987, a Le Consortium di Digione nel 1988, al Centre Georges Pompidou di Parigi nel 1991, al Moderner Kunst Stiftung Ludwig di Vienna nel 1992, al Castello di Rivoli nel 1996, al Museum of Contemporary Art di San Diego nel 1999, al Musée d’Art moderne et Contemporain di Ginevra nel 2001. Ha inoltre partecipato a rassegne internazionali come la Biennale di Parigi del 1971 e 1985, la Biennale di Venezia del 1976, 1993 e 1997, Documenta di Kassel del 1982 e 1987, la Biennale di Sydney del 1982, 1986 e 1992, la Biennale di Valencia e la Biennale di Lione nel 2003. Tra le ultime esposizioni collettive ricordiamo Playlist al Palais de Tokyo di Parigi nel 2004.
Il suo lavoro è un ripensamento critico della tradizione del ready-made, dell’oggetto comune presentato in veste d’opera d’arte. Nei primi anni '80 la scelta di presentare oggetti comuni interamenti ricoperti di dense pennellate di pittura acrilica inaugura una svolta decisiva nel suo lavoro e consacra Lavier alla notorietà internazionale. Altrettanto interesse suscitano le opere costituite da oggetti sovrapposti, nate dal confronto volutamente provocatorio tra il linguaggio aulico della scultura e il mondo delle forme anonime degli oggetti.
Quando si manipolano degli oggetti, si rasenta sempre il disastro. Non c’è una ricetta, una regola, ma sentiamo che la cosa giusta si situa proprio prima del disastro e che il giusto equilibrio si trova appena prima del disequilibrio. Questa nozione ha molta importanza per me. […] Se prendo un’opera classica, il congelatore sulla cassaforte, non ho un congelatore ordinario più una cassaforte normale. In realtà, ho una scultura bassa su un piedistallo. Per me, è una curiosa “bissociazione”. Posso spiegarlo altrimenti: si rappresenta qualcosa, ma allo stesso tempo ciò che è rappresentato diventa la cosa in sé. (Bertrand Lavier)
Con grande lucidità e consapevolezza, oltre ad un certo senso della sovversione frammista a spirito ludico, Lavier tende a perturbare la nostra percezione dell’arte e del reale, creando quelle che chiama “zone di turbolenza” o d’incontro inatteso e incongruo. L’artista mina le certezze e stimola la visione dello spettatore, ma riflette altresì sulla stessa pratica artistica, indagandone i processi di attribuzione di valore e la loro legittimità.
Io per primo ho delle reazioni di fronte alle opere che propongo. Dico spesso che uno dei più precisi strumenti di misura per giudicare le mie opere è la costernazione. Intendo dire che spesso, la prima reazione che ho davanti ad un’opera che ho appena realizzato, è proprio la costernazione, sentimento al quale in seguito mi abituo. E’ un meccanismo assai curioso e mi ci vuole poi un po’ di tempo prima di proporlo. Ad esempio, la prima volta che ho realmente messo un Frigorifero su una cassa-forte, sono rimasto costernato. Del tipo: non è possibile! Ho avuto spesso questa sensazione di fronte alle mie opere […] La costernazione si trasforma poi in un agente scatenante di emozioni e sensazioni che si rivelano inusuali. Successivamente si crea come un gioco di specchi e scale. Avvengono delle metamorfosi, e ciò che io definisco come delle “turbolenze e dei corti circuiti ” che fanno sì che questi oggetti catturino la nostra attenzione. […] (Bertrand Lavier)
La mostra di Prato, curata da Daniel Soutif, ripercorre la straordinaria produzione dell’artista a partire da opere storiche come le famose “sovrapposizioni” di mobili e oggetti d’arredamento operate da Lavier negli anni ‘80, la serie Cabinet de design (1985-2001), che reinterpreta e combina oggetti firmati di interior design, e Mobymatic (1993), esempio di inversione del concetto duchampiano di ready-made nel ready-distroyed. In tali lavori, infatti, oggetti molto particolari sono scelti in base alla loro difficile unione, ponendo proprio attenzione sulle dissonanze delle forme e dei colori.
Saranno inoltre presentate, per la prima volta in Italia, la serie aggiornata Walt Disney Production (1984-2001) direttamente ispirata ai fumetti, la grandiosa opera Lothar (1999) realizzata con un pilone elettrico, la serie fotografica Harcourt/Grévin (2002) e Nautiraid (2002), ricostruzione con tecnica archeologica di un grande oggetto comune. Infine, per l’occasione, saranno esposte opere nuove come la serie dei Neons (2003-2004) e dei Tableaux d’ameublement (2004) e una vera Ferrari 308 GTB, rielaborata dall’artista come “oggetto dipinto".
La mostra di Bertrand Lavier è promossa da: Comune di Prato, Cariprato S.p.A., Famiglia Pecci, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Unione Industriale Pratese, con il sostegno di: Regione Toscana, Provincia di Prato.
Con il contributo di: A.F.A.A. (Association Française d'Action Artistique).
13
novembre 2004
Bertrand Lavier
Dal 13 novembre 2004 al 06 febbraio 2005
arte contemporanea
Location
CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI
Prato, Viale Della Repubblica, 277, (Prato)
Prato, Viale Della Repubblica, 277, (Prato)
Biglietti
(biglietto unico Mostra Bertrand Lavier + Collezione Permanente) intero: € 5,00; ridotto: € 4,00; gruppi min. 15 persone: € 4,00 cad.
Orario di apertura
lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì 12.00-19.00; sabato, domenica e festivi 10.00-19.00; chiusura: tutti i martedì, 24 dicembre pomeriggio, 25 dicembre, 1 gennaio mattina
Vernissage
13 Novembre 2004, ore 18
Ufficio stampa
ROSI FONTANA
Autore
Curatore