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Bestie Animali reali e fantastici nell’arte europea dal Medioevo al primo Novecento
Bestie di certo non è una mostra di zoologia. E’ una stupefacente carrellata dentro un fantastico mondo popolato da creature nate dalla mente (talvolta dagli incubi) dell’uomo.
Comunicato stampa
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Bestie di certo non è una mostra di zoologia. E’ una stupefacente carrellata dentro un fantastico mondo popolato da creature nate dalla mente (talvolta dagli incubi) dell’uomo.
Quando le loro parvenze richiamano specie che ogni zoologo saprebbe riconoscere, esse sono legittimate a partecipare a questa mostra solo perché ad esse l’uomo ha dato un valore aggiunto, trasformandole, loro inconsapevoli, in simbolo.
Insomma più che di animali in pelle e ossa si tratta di proiezione di miti, chimere, sogni, paure, speranze, illusioni. “Creature” che artisti, dal Medio Evo ad oggi, hanno fissato in dipinti, sculture, ceramiche…
Una mostra come quella proposta dal 26 febbraio al 5 giugno 2011 al Filatoio di Caraglio non si è mai vista, e non solo in Italia.
L’Associazione Culturale Marcovaldo, la Regione Piemonte, il Conseil Général des Alpes de Haute Provence che l’hanno promossa, l’hanno affidata ad Alberto Cottino e Andreina d’Agliano, due specialisti che, per l’occasione, si sono circondati di un comitato scientifico di grande levatura.
Nel tentativo di dare una possibile “sistematizzazione” ad un argomento così tentacolare, i curatori hanno diviso la grande rassegna per temi, individuando in decine di musei e collezioni italiane di grande prestigio una notevole selezione di dipinti, sculture, arti applicate per esemplificarli.
Si prende avvio dagli animali sacri alla tradizione cristiana: da quelli legati alla Madonna, all’iconografia dei Santi (fra questi il leone, l’aquila e il toro per gli evangelisti Marco, Giovanni e Matteo; il leone per San Girolamo; il cervo per Sant’Eustachio o il lupo e gli uccelli per San Francesco d’Assisi), alla raffigurazione dello Spirito Santo in forma di colomba. Ma anche gli animali che accompagnano molti momenti tra i più salienti del Vecchio e del Nuovo Testamento.
Dal sacro al profano, o meglio ad un altro ambito del sacro, quello della mitologia della caccia: la figura di Diana cacciatrice “protegge” simbolicamente le raffigurazioni di episodi tratti dalla mitologia greca e romana, per giungere al rituale tipicamente “ancien régime” della caccia praticata da principi e nobili.
Alle bestie demoniache e corrotte è riservata un’altra sezione: gli insetti, che rappresentati nelle nature morte fiamminghe, sono simbolo della corruptio, agli animali ‘impuri’ (così come le scimmie, simbolo dell’umanità priva della ragione, ma anche del demonio, del paganesimo e della lussuria). L’arte europea è ricca di rappresentazioni di bestie demoniache e “corrotte”. Numerosi animali sono stati utilizzati come simbolo del Male e di Satana, su tutti il caprone e il serpente, cui è dedicato un breve percorso specifico,, ma anche la rana (per il suo vivere in ambienti fangosi e per il gracidare, associato dai Padri della Chiesa, alla voce delle eresie, ma protagonista anche di favole mitologiche come quella di Latona), il ratto (in quanto portatore di malattie) e lo scoiattolo (per il suo colore rossiccio, la velocità nel fuggire alla cattura).
Cari agli Dei ed agli eroi classici sono invece il cigno, il toro e l’aquila per Giove; il pavone e gli armenti per Giunone, il passero e la colomba per Venere; il leone per Sansone e Ercole.
Poi gli Animali leggendari e fantastici: i Mostri. Qui ad essere indagato è uno dei filoni più ricchi dell’animalistica, sia nell’arte figurativa che nella trattatistica. Draghi, chimere, centauri, arpie, basilischi, sfingi, fenici, grifoni, leviatani, sirene, tritoni, unicorni trionfano dalla scultura medievale alla pittura barocca, con infiniti significati simbolici.
Dai mostri al cane e al gatto e, con loro, gli animali domestici, protagonisti di una ricca e documentata sezione, spesso essi stessi associati a simboli: la fedeltà è, per antonomasia, caratteristica del cane.
Ad essere esposte in questa ultima sezione saranno opere riproducenti scene classiche legate al cane, ritratti di donna con cane o con gatto, ma anche animali destinati al lavoro (ad esempio le vacche maremmane ed i buoi dei macchiaioli, ma anche di pittori del Novecento che dipingono la vita contadina), ai cavalli, agli animali da cortile (numerosi i dipinti a partire dal Seicento raffiguranti galline, polli, tacchini, pavoni).
Vivi e morti, perché, come confermano le nature morte di cucina, gli animali, oltre a tutto il resto, se sono in carne e ossa e non popolano solo la fantasia, possono essere anche un gustoso cibo.
“Questa mostra – afferma il Presidente dell’Associazione Culturale Marcovaldo, Fabrizio Pellegrino – prosegue l’indagine che Marcovaldo ha avviato nel 2009 con “Rose. Purezza e passione dal Quattrocento a oggi”. L’indagine si sposta dai significati attribuiti nel corso dei secoli alla regina dei fiori alle simbologie del regno animale, unendo il rigore scientifico e il prestigio di un progetto sviluppato con attenzione al grande richiamo di un tema, gli animali, fortemente sentito e accessibile al grande pubblico. Realizzare un progetto come questo in tempi di crisi è un grande segnale d’impegno da parte delle Istituzioni, dell’Associazione, dei prestatori e dei curatori, uniti per continuare a produrre stimoli e cultura per il grande pubblico, nella convinzione che sia il migliore investimento possibile”.
Quando le loro parvenze richiamano specie che ogni zoologo saprebbe riconoscere, esse sono legittimate a partecipare a questa mostra solo perché ad esse l’uomo ha dato un valore aggiunto, trasformandole, loro inconsapevoli, in simbolo.
Insomma più che di animali in pelle e ossa si tratta di proiezione di miti, chimere, sogni, paure, speranze, illusioni. “Creature” che artisti, dal Medio Evo ad oggi, hanno fissato in dipinti, sculture, ceramiche…
Una mostra come quella proposta dal 26 febbraio al 5 giugno 2011 al Filatoio di Caraglio non si è mai vista, e non solo in Italia.
L’Associazione Culturale Marcovaldo, la Regione Piemonte, il Conseil Général des Alpes de Haute Provence che l’hanno promossa, l’hanno affidata ad Alberto Cottino e Andreina d’Agliano, due specialisti che, per l’occasione, si sono circondati di un comitato scientifico di grande levatura.
Nel tentativo di dare una possibile “sistematizzazione” ad un argomento così tentacolare, i curatori hanno diviso la grande rassegna per temi, individuando in decine di musei e collezioni italiane di grande prestigio una notevole selezione di dipinti, sculture, arti applicate per esemplificarli.
Si prende avvio dagli animali sacri alla tradizione cristiana: da quelli legati alla Madonna, all’iconografia dei Santi (fra questi il leone, l’aquila e il toro per gli evangelisti Marco, Giovanni e Matteo; il leone per San Girolamo; il cervo per Sant’Eustachio o il lupo e gli uccelli per San Francesco d’Assisi), alla raffigurazione dello Spirito Santo in forma di colomba. Ma anche gli animali che accompagnano molti momenti tra i più salienti del Vecchio e del Nuovo Testamento.
Dal sacro al profano, o meglio ad un altro ambito del sacro, quello della mitologia della caccia: la figura di Diana cacciatrice “protegge” simbolicamente le raffigurazioni di episodi tratti dalla mitologia greca e romana, per giungere al rituale tipicamente “ancien régime” della caccia praticata da principi e nobili.
Alle bestie demoniache e corrotte è riservata un’altra sezione: gli insetti, che rappresentati nelle nature morte fiamminghe, sono simbolo della corruptio, agli animali ‘impuri’ (così come le scimmie, simbolo dell’umanità priva della ragione, ma anche del demonio, del paganesimo e della lussuria). L’arte europea è ricca di rappresentazioni di bestie demoniache e “corrotte”. Numerosi animali sono stati utilizzati come simbolo del Male e di Satana, su tutti il caprone e il serpente, cui è dedicato un breve percorso specifico,, ma anche la rana (per il suo vivere in ambienti fangosi e per il gracidare, associato dai Padri della Chiesa, alla voce delle eresie, ma protagonista anche di favole mitologiche come quella di Latona), il ratto (in quanto portatore di malattie) e lo scoiattolo (per il suo colore rossiccio, la velocità nel fuggire alla cattura).
Cari agli Dei ed agli eroi classici sono invece il cigno, il toro e l’aquila per Giove; il pavone e gli armenti per Giunone, il passero e la colomba per Venere; il leone per Sansone e Ercole.
Poi gli Animali leggendari e fantastici: i Mostri. Qui ad essere indagato è uno dei filoni più ricchi dell’animalistica, sia nell’arte figurativa che nella trattatistica. Draghi, chimere, centauri, arpie, basilischi, sfingi, fenici, grifoni, leviatani, sirene, tritoni, unicorni trionfano dalla scultura medievale alla pittura barocca, con infiniti significati simbolici.
Dai mostri al cane e al gatto e, con loro, gli animali domestici, protagonisti di una ricca e documentata sezione, spesso essi stessi associati a simboli: la fedeltà è, per antonomasia, caratteristica del cane.
Ad essere esposte in questa ultima sezione saranno opere riproducenti scene classiche legate al cane, ritratti di donna con cane o con gatto, ma anche animali destinati al lavoro (ad esempio le vacche maremmane ed i buoi dei macchiaioli, ma anche di pittori del Novecento che dipingono la vita contadina), ai cavalli, agli animali da cortile (numerosi i dipinti a partire dal Seicento raffiguranti galline, polli, tacchini, pavoni).
Vivi e morti, perché, come confermano le nature morte di cucina, gli animali, oltre a tutto il resto, se sono in carne e ossa e non popolano solo la fantasia, possono essere anche un gustoso cibo.
“Questa mostra – afferma il Presidente dell’Associazione Culturale Marcovaldo, Fabrizio Pellegrino – prosegue l’indagine che Marcovaldo ha avviato nel 2009 con “Rose. Purezza e passione dal Quattrocento a oggi”. L’indagine si sposta dai significati attribuiti nel corso dei secoli alla regina dei fiori alle simbologie del regno animale, unendo il rigore scientifico e il prestigio di un progetto sviluppato con attenzione al grande richiamo di un tema, gli animali, fortemente sentito e accessibile al grande pubblico. Realizzare un progetto come questo in tempi di crisi è un grande segnale d’impegno da parte delle Istituzioni, dell’Associazione, dei prestatori e dei curatori, uniti per continuare a produrre stimoli e cultura per il grande pubblico, nella convinzione che sia il migliore investimento possibile”.
26
febbraio 2011
Bestie Animali reali e fantastici nell’arte europea dal Medioevo al primo Novecento
Dal 26 febbraio al 05 giugno 2011
arte antica
arte moderna e contemporanea
arte moderna e contemporanea
Location
CESAC – CENTRO SPERIMENTALE PER LE ARTI CONTEMPORANEE – IL FILATOIO
Caraglio, Via Giacomo Matteotti, 40, (Cuneo)
Caraglio, Via Giacomo Matteotti, 40, (Cuneo)
Orario di apertura
giovedì – sabato: 14.30 – 19,00, domenica: 10,00 – 19,00.
Vernissage
26 Febbraio 2011, ore 16.30
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Curatore