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Beyond mud and stones
La mostra presenta una raccolta di documenti dedicati alla Land Art, un’arte in cui la documentazione risulta sicuramente più importante che in altre. La mostra è resa possibile grazie alla collaborazione tra Loom Gallery e L’Arengario Studio Bibliografico (Brescia).
Comunicato stampa
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Anche se si tratta di “dematerializzazione dell’arte, specialmente dell’arte oggetto”, per dirla alla Lip- pard/Chandler e di “arte effimera”, immagini e testi esistono davvero. “Troublemakers” o “costruttori di sogni” li hanno chiamati, e in mostra ci sono tutti: da Michael Heizer, Walter De Maria a Richard Long, da Jan Dibbets a Robert Smithson.
Con le loro sculture a cielo aperto, spesso difficili da raggiungere, e con le alterazioni che esse subisco- no per cause atmosferiche o naturali. Opere e installazioni le cui fotografie servono per vederle nel loro insieme, per contestualizzarle e mitizzarle. Cosa sarebbe la Spiral Jetty senza le immortali immagini di Gianfranco Gorgoni ad esempio? Per non parlare di quei progetti di lungo corso come la “City” di Mi- chael Heizer, la scultura più grande mai realizzata, iniziata nel 1972 e che dovrebbe terminare proprio nel 2020.
“Earth works” e “Earth art” furono le prime mostre di fine anni Sessanta, ma essendo un’arte ispirata alla natura, il tema è quantomai attuale e dai cataloghi del tempo possiamo trarre nuovi preziosi spunti.
Perché se esiste un’arte in cui la documentazione risulta più importante che in altre, senza dubbio si tratta di Land Art.
Questa mostra è stata resa possibile grazie alla preziosa collaborazione tra Loom Gallery a L’Arengario Studio Bibliografico, Brescia.
Con le loro sculture a cielo aperto, spesso difficili da raggiungere, e con le alterazioni che esse subisco- no per cause atmosferiche o naturali. Opere e installazioni le cui fotografie servono per vederle nel loro insieme, per contestualizzarle e mitizzarle. Cosa sarebbe la Spiral Jetty senza le immortali immagini di Gianfranco Gorgoni ad esempio? Per non parlare di quei progetti di lungo corso come la “City” di Mi- chael Heizer, la scultura più grande mai realizzata, iniziata nel 1972 e che dovrebbe terminare proprio nel 2020.
“Earth works” e “Earth art” furono le prime mostre di fine anni Sessanta, ma essendo un’arte ispirata alla natura, il tema è quantomai attuale e dai cataloghi del tempo possiamo trarre nuovi preziosi spunti.
Perché se esiste un’arte in cui la documentazione risulta più importante che in altre, senza dubbio si tratta di Land Art.
Questa mostra è stata resa possibile grazie alla preziosa collaborazione tra Loom Gallery a L’Arengario Studio Bibliografico, Brescia.
16
gennaio 2020
Beyond mud and stones
Dal 16 gennaio al 22 febbraio 2020
arte contemporanea
Location
LOOM GALLERY
Milano, Via Lazzaretto, 15, (Milano)
Milano, Via Lazzaretto, 15, (Milano)
Orario di apertura
TUESDAY / SATURDAY
12 – 7PM
Vernissage
16 Gennaio 2020, 7 - 9 PM
Sito web
Autore
Autore testo critico