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Bianca Consiglio
Nei quadri di Bianca Consiglio c’è tutto questo: affabulazione, emozione, ironia. La costituzione dell’immagine ha volutamente reciso tutto il resto, il paesaggio, l’ambientazione, i particolari minuti perché fuorvioranti.
Comunicato stampa
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E’ stata un’epoca in cui uomini e Dei vivevano insieme in perfetta armonia. Non esistevano le donne. Unica differenza fra le stirpi era l’immortalità divina. Si narra, però, che avendo Prometeo rubato agli immortali il fuoco per donarlo agli umani, i primi si separarono dalla stirpe mortale e si trasferirono nell’etere splendente, indignati.
La vita degli uomini sembrò loro ancora troppo lieve e piacevole e decisero, così, di creare Pandora, la prima donna e di inviarla sulla Terra. Pandora non lavorava i campi ma svuotava i granai, era afflitta da una fame inestinguibile. Gli uomini dovettero quindi raddoppiare le ore di lavoro per sopperire ai bisogni di lei e della stirpe femminile che da ella deriva.
Gli Dei vedono le figlie di Pandora e le trovano magnifiche.
Non che le Dee non siano belle, ma, forse, le donne hanno un qualcosa che le divinità non possiedono; forse è la fragilità, la caducità della bellezza o il fatto che le donne non sono immortali e bisogna dunque coglierle nell’attimo in cui si trovano al culmine del loro fascino.
E’ questo vagheggiamento di un attimo irripetibile che si rintraccia nei quadri di Bianca Consiglio. L’attimo in cui la divinità, sfoderata tutta la sua capacità di metamorfosi, ghermisce le sue fragili prede come in Leda, Semele ,Europa, Callisto, Danae. Da queste unioni saranno generate stirpi nobili ed eccelse, eroi, re, donne fatali e misteriose; miti nati dal mito in una folle e incantata proliferazione, ancora capace di parlarci, emozionarci, farci sorridere. Plutone, Nettuno, Vulcano, Eolo e, ancora, Narciso, Prometeo e, ancora: “Queste cose non avvennero mai, ma sono sempre” affermò Sallustio in Degli dei e del mondo.
Nei quadri di Bianca Consiglio c’è tutto questo: affabulazione, emozione, ironia.
La costituzione dell’immagine ha volutamente reciso tutto il resto, il paesaggio, l’ambientazione, i particolari minuti perché fuorvioranti. La sua pittura rivendica una orgogliosa originalità, in tratto inconfondibile e nevrile. L’umano e il divino si incontrano al centro di pozze di colore: il blu, prinipalmente, in tutte le sue gradazioni.
Gli umani, nelle opere di Consiglio, rischiano di più. Ipotecano il loro destino e quello della loro discendenza. Il mito è l’archetipo e, con premonizione, Bianca Consiglio sembra averne intuito la fondamentale attualità. E, in un epoca di videoart e di narcisismi concettuali ella lo ripropone con inusitata forza e semplicità. E’ forse la nostalgia, tutta interiore, di un tempo in cui le teofanie erano frequenti e motivate da frivoli desideri carnali, forse oggi il cielo le appare troppo vuoto e sinistro e anche gli umani le sembrano meno capaci di vivere le loro emozioni fino in fondo, separati dalla passione e chiusi in un’apatia sterile e autoreferenziale. La sua pittura sembra quasi un invito a lasciare emergere quanto di dionisiaco c’è in noi e a correggere l’atrofia sentimentale che ci affligge.
C’era un tempo mitico, senza tempo, c’era un tempo di carne incorruttibile e, insieme, un tempo mortale, finito. C’erano e ci sono entrambi, sempre ironicamente, appassionatamente, disperatamente avvinti.
Nicola Silvestri
La vita degli uomini sembrò loro ancora troppo lieve e piacevole e decisero, così, di creare Pandora, la prima donna e di inviarla sulla Terra. Pandora non lavorava i campi ma svuotava i granai, era afflitta da una fame inestinguibile. Gli uomini dovettero quindi raddoppiare le ore di lavoro per sopperire ai bisogni di lei e della stirpe femminile che da ella deriva.
Gli Dei vedono le figlie di Pandora e le trovano magnifiche.
Non che le Dee non siano belle, ma, forse, le donne hanno un qualcosa che le divinità non possiedono; forse è la fragilità, la caducità della bellezza o il fatto che le donne non sono immortali e bisogna dunque coglierle nell’attimo in cui si trovano al culmine del loro fascino.
E’ questo vagheggiamento di un attimo irripetibile che si rintraccia nei quadri di Bianca Consiglio. L’attimo in cui la divinità, sfoderata tutta la sua capacità di metamorfosi, ghermisce le sue fragili prede come in Leda, Semele ,Europa, Callisto, Danae. Da queste unioni saranno generate stirpi nobili ed eccelse, eroi, re, donne fatali e misteriose; miti nati dal mito in una folle e incantata proliferazione, ancora capace di parlarci, emozionarci, farci sorridere. Plutone, Nettuno, Vulcano, Eolo e, ancora, Narciso, Prometeo e, ancora: “Queste cose non avvennero mai, ma sono sempre” affermò Sallustio in Degli dei e del mondo.
Nei quadri di Bianca Consiglio c’è tutto questo: affabulazione, emozione, ironia.
La costituzione dell’immagine ha volutamente reciso tutto il resto, il paesaggio, l’ambientazione, i particolari minuti perché fuorvioranti. La sua pittura rivendica una orgogliosa originalità, in tratto inconfondibile e nevrile. L’umano e il divino si incontrano al centro di pozze di colore: il blu, prinipalmente, in tutte le sue gradazioni.
Gli umani, nelle opere di Consiglio, rischiano di più. Ipotecano il loro destino e quello della loro discendenza. Il mito è l’archetipo e, con premonizione, Bianca Consiglio sembra averne intuito la fondamentale attualità. E, in un epoca di videoart e di narcisismi concettuali ella lo ripropone con inusitata forza e semplicità. E’ forse la nostalgia, tutta interiore, di un tempo in cui le teofanie erano frequenti e motivate da frivoli desideri carnali, forse oggi il cielo le appare troppo vuoto e sinistro e anche gli umani le sembrano meno capaci di vivere le loro emozioni fino in fondo, separati dalla passione e chiusi in un’apatia sterile e autoreferenziale. La sua pittura sembra quasi un invito a lasciare emergere quanto di dionisiaco c’è in noi e a correggere l’atrofia sentimentale che ci affligge.
C’era un tempo mitico, senza tempo, c’era un tempo di carne incorruttibile e, insieme, un tempo mortale, finito. C’erano e ci sono entrambi, sempre ironicamente, appassionatamente, disperatamente avvinti.
Nicola Silvestri
21
ottobre 2004
Bianca Consiglio
Dal 21 ottobre al 03 novembre 2004
arte contemporanea
Location
MAMAM!A
Bologna, Via Bassa Dei Sassi, 4, (Bologna)
Bologna, Via Bassa Dei Sassi, 4, (Bologna)