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Bidonville Cities
Il progetto Bidonville Cities è un lavoro in divenire che si propone di documentare dall’interno, tramite la distribuzione di macchine fotografiche usa e getta, la realtà delle baraccopoli nelle diverse società e paesi
Comunicato stampa
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Il progetto Bidonville Cities è un lavoro in divenire che si propone di documentare dall’interno, tramite la distribuzione di macchine fotografiche usa e getta, la realtà delle baraccopoli nelle diverse società e paesi. Dopo avere preso in considerazione alcune aree del Malawi e Nairobi, è qui la volta di Mumbai e Jakarta. Il lavoro, nato con l’intento di concedere una possibilità di raccontarsi agli abitanti degli slums, non prevede in alcun modo di indirizzare i fotografi rispetto alla tecnica da utilizzare o ai soggetti da prendere in considerazione ma si fonda sull’idea di un’espressività istintiva che permetta, per quanto possibile, il disvelarsi di una visione autonoma.
MUMBAI
Mumbai, dodici milioni di abitanti (diciotto sull’intera area metropolitana) su una superficie di quattrocentoquaranta kmq, dove oltre il 40% della popolazione vive nelle baraccopoli, innumerevoli e varie per condizioni di vita e grandezza intorno e nella città. Difficoltà di integrazione con il resto della megalopoli, servizi igienici inesistenti, criminalità, disoccupazione, povertà e malattia, gli slums sono luoghi dove i meccanismi di sopravvivenza e solidarietà hanno dinamiche complesse e necessarie. Abitati senza proprietà, precari e provvisori per definizione, nutriti degli scarti degli altri, gli slums vivono senza prospettive, negati ai diritti di base.
Ma gli slums rappresentano anche una sfida e i loro abitanti un bacino di energie da investire, sono luoghi che inglobano, stravolgono e rifondano i valori della società che li ha prodotti, rappresentano uno dei grandi interrogativi nel futuro del mondo.
E proprio in uno di questi, nell’area Kannamanagar vicino alla periferia di Vikhroli, diciotto tra ragazze e ragazzi dai dieci ai vent’anni, occhi che mai avevano avuto a che fare con la fotografia, raccontano per immagini la loro quotidianità, le loro famiglie, il paesaggio della loro vita. Durante un mese di scatti, senza indicazioni particolari riguardo ai soggetti da fotografare, producono una serie di ritratti che colpiscono per intensità ed autenticità. Un percorso visivo che emoziona facendo emergere il peso delle loro individualità in una testimonianza dall’interno, che scuote le nostre certezze e ci riporta il segno di un immaginario non formalizzato eppure sorprendentemente coerente.
Il progetto, svolto nel mese di Luglio 2004, è stato pensato e realizzato per l’edizione 2005 di –Fotografia-.
Le ragazze e i ragazzi coinvolti nel progetto a Mumbai:
KIRTI, SHARDA, ANIL, MANISHA, RAJA, SANDESH, WANITA, WANITA S., JUSHMA, BABU, GAJANAN, MAYUR, RAJA, SAMPATH, RAMESH, GOPAL, DILIP, LAKSHIMAN
JAKARTA
Come a Mumbai, anche a Jakarta il progetto ha raggiunto una delle slum areas presenti nella città: la zona Jem-batan gambang e la zona Rawa Bebek. Ed anche qui sono stati stati contattati diciotto tra ragazzi e ragazze ai quali è stato chiesto di raccontare la quotidianità dei luoghi in cui vivono. Ma la situazione di Jakarta è molto diversa e, sebbene le problematiche di sopravvivenza coincidano in buona parte con quelle di Mumbai, il clima sociale, la religione, la stesse strutture abitative, si differenziano evidentemente. E anche le fotografie riflettono questa distanze culturali e sociali. Le immagini, il più delle volte, sono scene rubate, sembra esserci un approccio meno studiato e una diversa percezione del pudore. Ma anche qui, come in India, le fotografie ci conducono all’interno di un mondo a noi sconosciuto dove la vita trascorre scandita dai passaggi del treno che ogni dieci minuti taglia lo slum, scuotendo le baracche costruite a un metro dai binari. Così, ancora una volta, il talento di questi ragazzi nel rappresentare la loro realtà, ci permette di scoprire angolazioni inaspettate e momenti privati di una esistenza difficile ma ugualmente ricca di passioni, allegrie e speranze.
Anche questo lavoro è stato realizzato Fotografia 2005 con la collaborazione di S.Egidio etc.etc.
Le ragazze e ragazzi coinvolti nel progetto a Jakarta:
DIDIN, HALIMAL, FITRI, AYUB, RIKI, DENIS, JAMALUDIN, SARIAH, SUPERIA, IMAH, LIA, KUSNADI, MULYADI, YAPTO, RINI, BEJO, HAWARA, LUFTI
MUMBAI
Mumbai, dodici milioni di abitanti (diciotto sull’intera area metropolitana) su una superficie di quattrocentoquaranta kmq, dove oltre il 40% della popolazione vive nelle baraccopoli, innumerevoli e varie per condizioni di vita e grandezza intorno e nella città. Difficoltà di integrazione con il resto della megalopoli, servizi igienici inesistenti, criminalità, disoccupazione, povertà e malattia, gli slums sono luoghi dove i meccanismi di sopravvivenza e solidarietà hanno dinamiche complesse e necessarie. Abitati senza proprietà, precari e provvisori per definizione, nutriti degli scarti degli altri, gli slums vivono senza prospettive, negati ai diritti di base.
Ma gli slums rappresentano anche una sfida e i loro abitanti un bacino di energie da investire, sono luoghi che inglobano, stravolgono e rifondano i valori della società che li ha prodotti, rappresentano uno dei grandi interrogativi nel futuro del mondo.
E proprio in uno di questi, nell’area Kannamanagar vicino alla periferia di Vikhroli, diciotto tra ragazze e ragazzi dai dieci ai vent’anni, occhi che mai avevano avuto a che fare con la fotografia, raccontano per immagini la loro quotidianità, le loro famiglie, il paesaggio della loro vita. Durante un mese di scatti, senza indicazioni particolari riguardo ai soggetti da fotografare, producono una serie di ritratti che colpiscono per intensità ed autenticità. Un percorso visivo che emoziona facendo emergere il peso delle loro individualità in una testimonianza dall’interno, che scuote le nostre certezze e ci riporta il segno di un immaginario non formalizzato eppure sorprendentemente coerente.
Il progetto, svolto nel mese di Luglio 2004, è stato pensato e realizzato per l’edizione 2005 di –Fotografia-.
Le ragazze e i ragazzi coinvolti nel progetto a Mumbai:
KIRTI, SHARDA, ANIL, MANISHA, RAJA, SANDESH, WANITA, WANITA S., JUSHMA, BABU, GAJANAN, MAYUR, RAJA, SAMPATH, RAMESH, GOPAL, DILIP, LAKSHIMAN
JAKARTA
Come a Mumbai, anche a Jakarta il progetto ha raggiunto una delle slum areas presenti nella città: la zona Jem-batan gambang e la zona Rawa Bebek. Ed anche qui sono stati stati contattati diciotto tra ragazzi e ragazze ai quali è stato chiesto di raccontare la quotidianità dei luoghi in cui vivono. Ma la situazione di Jakarta è molto diversa e, sebbene le problematiche di sopravvivenza coincidano in buona parte con quelle di Mumbai, il clima sociale, la religione, la stesse strutture abitative, si differenziano evidentemente. E anche le fotografie riflettono questa distanze culturali e sociali. Le immagini, il più delle volte, sono scene rubate, sembra esserci un approccio meno studiato e una diversa percezione del pudore. Ma anche qui, come in India, le fotografie ci conducono all’interno di un mondo a noi sconosciuto dove la vita trascorre scandita dai passaggi del treno che ogni dieci minuti taglia lo slum, scuotendo le baracche costruite a un metro dai binari. Così, ancora una volta, il talento di questi ragazzi nel rappresentare la loro realtà, ci permette di scoprire angolazioni inaspettate e momenti privati di una esistenza difficile ma ugualmente ricca di passioni, allegrie e speranze.
Anche questo lavoro è stato realizzato Fotografia 2005 con la collaborazione di S.Egidio etc.etc.
Le ragazze e ragazzi coinvolti nel progetto a Jakarta:
DIDIN, HALIMAL, FITRI, AYUB, RIKI, DENIS, JAMALUDIN, SARIAH, SUPERIA, IMAH, LIA, KUSNADI, MULYADI, YAPTO, RINI, BEJO, HAWARA, LUFTI
18
aprile 2005
Bidonville Cities
Dal 18 aprile all'otto maggio 2005
fotografia
Location
FACOLTA’ DI ARCHITETTURA VALLE GIULIA – VILLA GLORI
Roma, Via Argentina, 10, (Roma)
Roma, Via Argentina, 10, (Roma)
Orario di apertura
Tutti i giorni: 16.00 – 20.00
Curatore