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Biennale Adriatica di Arti Nuove 2006
Il tema del Contagio rappresenta fil rouge che per 22 giorni si dipanerà per tutta la città del medio adriatico cingendola in un “assedio” di nuove espressioni e forme di comunicazione di diverso impatto visivo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il titolo della Biennale Adriatica di Arti Nuove 2006 è un grido di battaglia.
Contagio significa uscire dalla nicchia per lasciare qualcosa a più persone possibile.
Contagiare significa arrivare a più persone possibile, cercare di lasciar qualcosa da trasmettere volontariamente o no, in maniera esponenziale.
Il senso di una biennale in cui riescano a convivere marketing e paura è quello di realizzare attraverso l'arte un'immagine quanto mai attuale della società contemporanea.
Sono quasi cento anni che le avanguardie si proiettano all'esterno degli spazi ufficiali (musei, gallerie) considerando l'essere fuori una qualità centrale del loro operato.
A partire dalla metà degli anni Ottanta, questa qualità è diventata uno dei temi centrali dell'arte contemporanea, spingendo ad affrontare il problema del rapporto fra arte e spazi non istituzionali in modi molto differenti: dalle operazioni di "arredo urbano", alle esperienze di coinvolgimento del pubblico, dagli interventi site-specific a quelli effettuati direttamente sui luoghi della cultura e del consumo di massa.
Toccare artisticamente un luogo significa rivestirlo di una carica emozionale che riesca ad espandere la sua spazialità al di la dei suoi limiti fisici.
Il senso di dedicare al Contagio una biennale che si prefigge di essere un osservatorio costante sul rapporto tra arte e nuove tecnologie è che questa tensione non si fermi al momento espositivo, non termini con la fine dell'installazione o della performance, ma continui a persistere nel quotidiano delle persone che consapevolmente o inconsapevolmente hanno contribuito al suo prendere forma.
A partire da questo punto in poi, la sfida si evolve: l'obiettivo non è soltanto uscire dalla scatola, ma rimanerci il più tempo possibile, utilizzando, tutti i linguaggi della contemporaneità.
il Direttore Artistico
Luigi Maria Perotti
Le due facce della biennale 2006
I curatori scelti per sviluppare il tema del contagio sono Antonio Arevalo e Cristiano Seganfreddo. Il progetto di Arevalo si sviluppa all'interno ed all'esterno della Palazzina Azzurra, mentre il lavoro di Seganfreddo è en plen air ed è proiettato verso spazi non convenzionalmente dedicati all'arte.
Antonio Arévalo
Curatore indipendente e poeta, Commissario del Cile alla 49° edizione della Biennale d'Arte di Venezia (Menzione d'Onore da parte della Giuria Internazionale).
Provocatore, animatore ironico e sensibile alla evoluzione del gusto e del costume, da molti anni opera scoprendo e promovendo nuovi talenti e nuove realtà della sperimentazione dei linguaggi artistici nell'ambito dei fenomeni contemporanei.
Ha organizzato numerose rassegne internazionali, mostre ed eventi culturali in importanti istituzioni museali e gallerie private.
Ha tradotto e adattato per il teatro, testi di Bataille, Donoso e Rulfo. Ha pubblicato sei libri di poesia ed è presente in numerose antologie di poesia e cataloghi d'arte in Europa e America.
Cristiano Seganfreddo
È ideatore e curatore di FuoriBiennale (www.fuoribiennale.org), contenitore di mostre ed eventi legati all'arte contemporanea, all'architettura e al design, durante le Biennali veneziane. La manifestazione nel 2005 ha avuto 100 mila visitatori, 20 sedi, 70 artisti coinvolti, oltre 400 recensioni. FuoriBiennale è attualmente studiato dalla Bocconi di Milano come uno dei casi più interessanti di produzione culturale italiana.
È inoltre direttore del Festival del Silenzio , che al suo primo anno ha avuto un ottimo successo di critica e media. Collabora per la curatela di mostre e progetti speciali con numerosi musei, fondazioni e gallerie private in Italia e all'estero.
Scrive in numerose testate giornalistiche e riviste ed è autore di numerose pubblicazioni e cataloghi.
Si occupa altresì di cultura e impresa collaborando con numerose aziende italiane e istituzioni su progetti di varia natura che prevedono lo sviluppo di significative forme di aggregazione culturale sulla contemporaneità.
"RAID"
a cura di Antonio Arévalo
Palazzina Azzurra / San Benedetto del Tronto
5/27 agosto 2006
"Non c'è l'impressione di una campagna aerea o di una visione strategica. Noi stiamo solo colpendo i bersagli" (anonimo)
Per questa edizione della Biennale Adriatica Arti Nuove ho privilegiato la presenza della giovane arte italiana che opera da diversi anni e sperimenta individualmente, senza grandi infrastrutture che le la sostengano; in un paese dove l'arte spinge sempre ad uno sguardo all'indietro, ho scelto 15 artisti dei quali mi interessa la progettualità del lavoro, il loro work in progress.
Ho scelto di affiancargli 15 artisti internazionali, accomunati dalla stessa energia e visione del lavoro, che hanno come compito quello di fare confluire con grande tenacia e perseveranza lo spirito dei tempi, imponendosi al sistema.
L'ego: raid. Incursione, attacco, allarme dal cielo, razzia di pirati.
Volendo tenere in conto i tempi di conflitto, questi d'oggi, che sembrano disegnare in modo spettacolare e cruento un nuovo scenario per gli anni a venire, ho pensato che l'arte, non potendo sottrarsi a tutto ciò, amalgama, attacca, fa razzia del tutto, creando nuovi segni, suggestive visioni e trovando nel loro riflesso la sua stessa spettacolarità e nei mutamenti, nella visibilità e nella provocazione le sue potenzialità.
E l'arte, si sa, non propone la pace ma aspirando all'armonia, la dispone. Gli artisti offrono il segno diretto di una loro libertà in pieno esercizio, non schierata, non servile, non retorica. Una libertà semplice, esercitata con premura verso l'uomo, offrendosi come specchio per un'immagine a volte drammatica, a volte piena di promesse redentrici; come se stesse scegliendo di abbandonare il mondo reale per abitare un universo altrove. Artisti provenienti da Italia, Cile, Spagna, Danimarca, Belgio, Inghilterra, Guatemala, Brasile, Malesia, Colombia, Messico, Slovenia, Ecuador.
Molte e diverse le realtà riunite intorno a questo progetto: istallazioni, video proiezioni, lavori sonori, fotografia, ma soprattutto una particolare attenzione alla performance.
Non il contagio da malattia, ma la diffusione del pensiero, quel germe che ci fa corrompere/corrodere dall'azione ossessiva, dall'odio e dall'amore, in cui l'artista seguendo il proprio talento ci dia un segno, esprimendo le sue inquietudini e attacchi "fino all'ultima latrina".
Raid, un assalto sull'arte e dall'arte d'oggi, quale momento di riflessione sulla precarietà dell'esistenza, come incipit o leit motiv, count down sulle principali istanze dell'arte contemporanea.
Antonio Arévalo
Gli Artisti
Gli artisti di "RAID", Palazzina Azzurra, a cura di Antonio Arevalo.
Felipe Aguila, Emanuela Barbi, Primoz Bizjak, Nark Bkb, Eleonora Chiesa, Rocco Dubbini, Ursula Franco, Elastic Group of Artistic, Regina Galindo, Eva Gerd, Alejandro Gomez de Tuddo, Heinrich Gresbeck, Valentina Glorioso, Patrick Hamilton, Maria Rosa Jijon, H.H. Lim, Loredana Longo, Filippo Leopardi, Giuliano Lombardo, Anibal Lopez, Andrea Malizia, César Meneghetti, Carlos Motta, Ivan Navarro, Lucy Orta, Alessandro Piangiamore, Donato Piccolo, Simone Racheli, Anton Roca, Fabrizio Sacchetti.
Antonio Arévalo, curatore.
Federica La Paglia, assistant curator.
Stefano Corona, assistente.
Felipe Aguila
Felipe Aguila (Santiago del Cile 1977, vive a Torino) tende a spostare l'attenzione su particolari che altrimenti passerebbero inosservati. Nei suoi video l'ossessione di alcuni gesti ripetuti e violenti o anche l'incessante sequenza lenta su un'unica figura, come nel video della nonna stanca e malata,- tendono a far emergere dettagli nascosti. Solo una visione lunga e ripetitiva lascia spazio a rivelazioni.
Tra le sue mostre più recenti: ZIMMER FREI, Die Skurrilletten, a cura di Irina Novarese e Sven Gusowsky, Berlino 2006; Suspension voluntaria de la logica a cura di Or-Am , Catalina Ossa , Enrique Rivera , VELAN centro d'arte contemporanea, Torino 2006.
Emanuela Barbi
La fotografia è lo strumento prediletto di Emanuela Barbi (Pescara 1966) che, con delicato gusto per il particolare, punta la sua attenzione sul dettaglio e lo traspone nel suo lavoro con lente macroscopica fino a renderlo protagonista. Unisce così lo stupore per la natura e il piacere per la scoperta. Anche quella più sofferta.
Tra le sue mostre si segnala Rotatoria - Save your head con Bessie Nager, Galleria COMPLICI, Berlino 2002 e poi la partecipazione a Officine Trevane a cura di Maurizio Coccia, Trevi FlashArt museum, Trevi 2005 e alla recente I Love Abruzzo a cura di A. Rosica e M. Scuderi, Galleria Manzo e Flash Art, Pescara 2006.
Primoz Bizjak
Primoz Bizjak (Sempeter, Slovenia 1976) elabora la sua ricerca attingendo alle recenti vicende storiche dei Balcani in una costruzione figurativa esteticamente accattivante nonostante la tragicità delle rappresentazioni. La freddezza le inquadrature fotografiche accompagna un crescente trasporto emozionale dello spettatore.
Nel 2000 Bizjak riceve la borsa di studio Socrates Erasmus e frequenta per due anni la Facoltà di Belle Arti di Madrid. Espone in vari paesi europei e pubblica su diverse riviste. Nel giugno 2004 ha vinto il primo premio del concorso espositivo "Venice Village" riservato ad artisti internazionali residenti a Venezia.
Partecipa alla 88° collettiva giovani Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia 2004 e a Gemini Muse, Museo Navale a Venezia 2004.
Eleonora Chiesa
Il lavoro di Eleonora Chiesa (Genova 1979), fatto di video, performance e progetti sonori a disporre un work in progress sull'interazione uomo-ambiente, si sviluppa come un continuo tentativo di superamento di limiti imposti, in un contesto in cui l'ambiente travalica il mero confine del luogo fisico per assumere una connotazione anche mentale ed emotiva.
Eleonora Chiesa ha partecipato a Urbana a cura di Olga Gambari a Villa Schneider e al Museo Territorio, Biella 2005 e a Water Project a cura di Isabella Falbo, Orfeo Hotel Gallery, Bologna 2006. Tra le personali: Les Perbenistes W011/2004, performance a Palazzo Ferretto a cura di Roberta Gucci Cantarini, Rebecca Container Gallery, Genova 2004.
Rocco Dubbini
Difficilmente inquadrabile in un preciso stile e corrente, Rocco Dubbini (Ancona 1969, vive a Roma) muove la sua ricerca trasversalmente, in un gioco di attrazione e straniamento, accompagnati dall'uso di diversi media, dalla fotografia alla scultura, passando per il video e l'istallazione, sempre caratterizzati da un estremo rigore formale.
Tra le sue mostre più recenti:L'errore sospeso in completa autonomia di pensiero dichiara di essere alieno alla realtà dei fatti contestati, a cura di Fabiola Naldi, Galleria Estro, Padova 2005 e Lo spazio mentale libero dal tempo diacronico rivendica la possibile paternità di aliene manifestazioni in somiglianza a cura di Achille Bonito Oliva, Galleria il Ponte Contemporanea, Roma 2006.
Elastic Group of Artistic Research
Alexandro Ladaga (Italia) & Silvia Manteiga (Spagna) lavorano insieme dal 1999 col nome di Elastic Group of Artistic Research. I loro strumenti espressivi sono i video, l'animazione, computer art e suono, in cui fondono nuove tecnologie e pensiero filosofico.
Realizzano progetti site specific ed installazioni di public art: alcune sono in Italia, le altre sono state presentate all'estero, come in Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Hanno al loro attivo numerose mostre tra cui Elettroshock: 30 years of video in Italy, Palazzo delle Esposizioni, Roma 2001; Loop Video Art Fair & Festival, Barcellona 2005 e Moving Time: Tribute to Name June Paik, New York 2006.
Maria Rosa Jijon Artista, mediatrice culturale ed attivista politica, Maria Rosa Jijon (Quito, Ecuador 1968) si è laureata nella facoltà di Arte dell'Università Centrale dell'Ecuador, completando poi i suoi studi all'Istituto Superiore di Arte de L'Avana e alla Kungliga Konsthögskolan di Stoccolma. Dopo aver iniziato con l'incisione è passata alla fotografia digitale e più di recente al video, sviluppando la sua ricerca attorno alle tematiche della mobilità umana in contesti migratori e nel lavoro con le comunità straniere in Italia. Tra le sue mostre più recenti: Produciendo Realidad a cura di Marco Scotini, Lucca 2004; I° Triennale Poligrafica di Porto Rico a cura di Jose Ignacio Roca, 2004; Prague Biennale 2 a cura di Marco Scotini, 2005. Attualmente vive a Roma.
César Meneghetti Filmaker ed artista César Meneghetti (San Paolo, Brasile 1964) concentra la sua attenzione sul valore delle immagini nella loro riproducibilità e sulla serializzazione di tipologie sociali o iconografiche desunte come ready-made dai più diffusi mezzi di comunicazione. Lavora col video e la pellicola, con la fotografia ma anche con il disegno e la pittura inserendoli sempre in un mix di diversi media. Ha studiato in Brasile, Londra e al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma dove attualmente vive. Ha partecipato a numerosi festival ed ha esposto in più di venti paesi, dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci (Prato) al Palazzo delle Esposizioni (Roma), dal MASP - Museu de Arte de São Paulo al Smiths Gallery (Londra), solo per citarne alcuni.
Ursula Franco
Profondamente radicata nella sua identità culturale, la ricerca di Ursula Franco (Grosseto 1966, vive a Roma) si misura con i temi del libero arbitrio, della guerra e della shoah.
Ursulaarte dal lavoro sull'Olocausto ed elabora una poetica del dolore che si misuri anche coi fatti di più stringente attualità, connotando il suo lavoro, dichiaratamente politico, con sfumature di emotività coinvolgente.
Tra le sue mostre: Israel Today, Museo d'Arte Contemporanea Pino Pascali, Polignano a Mare, Bari 2004; Quarantanove/Think over The Saint Patrick's Centre, Downpatrick County Down, Northern Ireland 2004 e Cara Mamma, sono in trattativa per comprarmi una casa a New York ed andarmene là(doppia personale con Laura Palmieri), Studio Lipoli&Lopez, Roma 2006
Regina José Galindo
Leone d'oro alla 51° Biennale di Venezia, Regina José Galindo (Guatemala 1974) conduce il suo lavoro con spirito di lotta politica, recuperando la tradizione della body art degli anni '60 e '70 e rielaborandola alla luce della denuncia sociale che porta avanti nelle sue performance e nei video, dando voce alle sofferenze subite dal suo popolo per mano della sanguinaria dittatura che ne ha segnato la storia.
Con la performance Perra, a cura di Marco Scotini, ha aperto la stagione espositiva di prometeogallery di Ida Pisani a Milano. Tra le altre mostre recenti: Toque de Queda performance a Le Plateau Paris, Francia 2005 e la partecipazione a la 3° Biennale di Tirana sempre nel 2005.
Regina Galindo, vive tra il Guatemala e la Repubblica di Santo Domingo.
Eva Gerd
Eva Gerd (Copenaghen 1963) con la delicatezza di una espressività artistica tipicamente femminile, cucendo organi scultura e trasferendoli spesso in una dimensione performativa, mai cruda sebbene di forte impatto, concentra il suo lavoro sul corpo, inteso come campo di ricerca fisica ed emotiva.
Ha partecipato a La Notte dei Poeti con una performance durante una lettura di Antonio Arévalo, Venezia 2005 e tra le sue mostre più recenti ricordiamo Conversazione Plasmabile in Salotto a cura di Olivia Spatola, Insight Gallery, Roma 2005.
Eva Gerd vive a Catania e a Roma.
Valentina Glorioso Dopo aver ottenuto il diploma presso l'Accademia di Belle Arti di San Martino delle Scale ed alcuni importanti riconoscimenti, tra cui la vittoria del Genio di Palermo nel 2004, Valentina Glorioso (Palermo 1977) lascia la Sicilia e si trasferisce a Roma operando nei diversi settori della fotografia. La sua ricerca artistica ruota intorno alla rappresentazione macroscopica e critica degli stereotipi, in particolare quelli femminili, nascosti dietro immagini algide e delicate che tendono al sovvertimento dei luoghi comuni. Tra le sue mostre più significative: Sweet Home, parco di Villa Trabia, a cura di Eva Di Stefano, Palermo 2004; For your safety, Galleria Antonio Battaglia, a cura di Raffaele Gavarro, Milano 2006.
Alejandro Gomez de Tuddo
Ormai riconosciuto come discendente della grande tradizione della fotografia messicana,
Alejandro Gomez de Tuddo (Città del Messico 1962, vive a Roma) lavora viaggiando per i vari continenti e fissando la realtà quotidiana in una rilettura personale e esteticamente accattivante, frutto di una formazione culturale di matrice classica ma contaminata da tradizioni popolari e da uno sguardo contemporaneista.
Gomez de Tuddo ha partecipato ad ARCO 05 con la galleria Terreno Baldío Arte di Città del Messico. Tra le sue personali: Gioco mortale: la vita a cura di Irma Arestizábal, Palazzo Santacroce, IILA, Roma 2005 e Ombra prufunda sumus II a cura di Luís Martín Lozano, Museo d'Arte Moderna di Messico, Mexico city 2005.
Heinrich Gresbech
Come un vecchio cineasta anni '30 si presenta Heinrich Gresbech (Firenze 1971). Lavora sulle immagini del passato, sulle guerre e i raid aerei con una leggerezza che annulla la durezza delle immagini proposte. Operando a tratti una cancellazione e altrove una sottolineatura di frammenti iconografici, sviluppa una ricerca assolutamente personale e raffinata, con una estetica pulita ed essenziale.
Tra le sue mostre più recenti: WO BIST DU? a cura di Fabiola Naldi, Studio Ercolani, Bologna 2004; MULTIPLO 2 multipli, molteplici, moltiplicati a cura di Stefano Coletto, N.O.Gallery, Milano 2005; ACQUA CHE SCORRE NEL DESERTO, Clima energia mondo vivente a cura di Lorenzo Canova , Biblioteca di Ateneo Università degli studi del Molise 2006.
Patrick Hamilton
L'artista cileno Patrick Hamilton (Louvain, Belgio 1974, vive a Santiago del Cile) lavora principalmente con la pittura ma anche con la fotografia e le istallazioni. Come moltissimi artisti sudamericani la sua ricerca è influenzata da una osservazione di tipo politico, però tradotta, nel suo caso, in una estetica quasi rassicurante, poco aggressiva se non per i colori accesi che le sue geometrie riempiono.
Le opere di PAtrick HAmilton sono in numerose collezioni pubbliche e private in Euopa ed in America. Tra le mostre si segnalano Magic Cover Paintings. Animal Gallery, Santiago del Cile 2002; Perfect & Imperfect Tools, Nina Menocal Gallery, México DF 2005 e la collettiva Wearproof a cura di Raffaele Gavarro, Antonio Colombo Gallery, Milano 2006.
Filippo Leonardi
Filippo Leopardi (Catania 1970) propone dei progetti volti allo sparsamente dello spettatore, le sue istallazioni ambientali tendono a produrre uno straniamento accompagnato ad una necessità di distogliere lo sguardo. Ed è proprio nel momento in cui l'occhio si muove che emerge l'elemento che l'artista vuole sottolineare.
Leonardi propone l'ostacolo perchè più chiaramente emerga il dettaglio nascosto e così la negazione iniziale si traduce in palesamento e conquista.
Tra le sue mostre: la personale Artecatania-yout.it a cura di L. Brancato Galleria G. Collica, Catania 1999 e Tracce di un seminario a cura di G. Di Pietrantonio e A. Vettese Viafarini, Milano 2000; Big social game, Biennale Internazionale Arte Giovane a cura di G. Di Pietrantonio, Torino 2002.
H.H.Lim
Artista poliedrico, H.H.Lim (Penang, Malesia 1954, vive a Roma) attraverso l'uso di differenti media, dall'istallazione alla pittura, dalla performance alla scultura, analizza i profondi risvolti che attraversano il rapporto immagine/parola. Un'analisi sulla comunicazione sostenuta da influenze orientali e visioni contemporanee in cui la singola parola assume un duplice valore: espressione non solo verbale ma visiva.
Punto di vista a cura di Simona Brunetti, Raccolta Manzù, Ardea Roma 2005; Il buco # 3 a cura di Achille Bonito Oliva e David Peat, Galleria Pio Monti-Campo de fiori, Roma 2006.
Giuliano Lombardo
Giuliano Lombardo (Roma 1971) è compositore, fotografo e video maker. La sua formazione è innanzitutto musicale e poi si arricchisce di sfumature legate alle arti visive grazie alla frequentazione di artisti e gruppi quali Jartrakor, Abbastanza Normale, Anonimo.
La prima mostra personale, Associazioni, al Politecnico XX Arte, apre la strada alle tematiche legate alla Psicologia approfondite nel Laboratorio di Psicologia dell'Arte diretto da Sergio Lombardo e guidato da Cesare Pietroiusti. Gli studi in questo campo hanno influenzato tutta la sua produzione artistica.
Loredana Longo
Spaziando dalla fotografia alla performance alla istallazione, Loredana Longo (Catania 1967) sviluppa un ironico e critico destrutturazione dei ruoli sociali: la distruzione dell'archetipo attraverso un ribaltamento dell'estetica, che prevede una successiva ricostruzione del reale da parte dell'artista.
Tra le sue mostre più recenti, si segnalano le personali DOUBLE1# Happy Birthday, Museum Van Nagsael, Rotterdam 2006 e OH HAPPY DAYS- Galleria Artecontemporanea-Catania 2005 e la collettiva PROJECT ROOM-La Box Bourges- Ecole national superieur d'art- Bourges- France 2005.
Recentemente Loredana lavora anche in un gruppo: cod.1.3.
Anìbal Lòpez
A-1 53167, al secolo Anìbal Lòpez (Guatemala 1964) sviluppa la sua ricerca secondo percorso di coscienza politica, cresciuta come opposizione critica alla tragica dittatura militare che ha costretto la vita del Guatemala alla repressione. Un reale attivismo, quindi, che sceglie come veicolo il video e la fotografia.
Conosciuto in particolare per la partecipazione alla Biennale de L'Avana nel 2000 e alla Biennale di Venezia nel 2001, dove ha ricevuto una menzione speciale, Anìbal Lòpez nel 2003 partecipa alla Biennale di Praga, continuando ad esporre in tutto il mondo.
In Italia ha partecipato alla collettiva Produciendo realidad, a cura di Marco Scotini, Associazione Prometeo, Lucca 2004 e ha presentato la personale Accion Pasiva.Action Activa, galleria Artra, Milano 2005.
Andrea Malizia
Il quotidiano, trasformato, ingrandito ed anomalo è il segno distintivo dell'arte di Andrea Malizia (Recanati 1973, vive a Roma), fotografo per formazione e passione. La sua poetica attinge alla vita reale che però, nel suo lavoro, viene privata della banalità che viviamo per assumere un carattere diverso e destabilizzante.
Malizia nel 1997 vince a Roma il primo premio per la fotografia ad Enzimi 97 e dopo molte collettive approda nel 2001alla prima personale curata da Augusto Pieroni al Magazzino d'Arte Moderna di Roma.
Tra le mostre: ArtconFusion, Museo Laboratorio d'Arte Contemporanea, Università "La Sapienza", Roma 2002 e Roomates coinquilini a cura di Emanuela Nobile Mino, Minofamily B&B Roma 2004.
Carlos Motta
Il colombiano Carlos Motta (Bogotà 1978, vive a New York) centra il suo lavoro in progetti fotografici e video, puntando l'attenzione sulla rappresentazione della precarietà della condizione umana in stretta relazione con il continuo e diffuso affermarsi di una strategia di terrore e violazione dei diritti civili.
Ha presentato progetti curatoriali, ha vinto numerosi premi ed esposto in Europa ed America. Nel 2005 ha partecipato al Whitney Museum of American Art Independent Study Program Fellowship e nel 2006 ha preso parte alla bâleLatina Art Fair Basel con la mostra SOA: Black & White Tales, Basilea, Svizzera 2006.
Iván Navarro
Iván Navarro (Santiago del Cile 1972, vive a New York) è senza dubbio tra i più interessanti artisti della recente scena internazionale. Il suo lavoro, caratterizzato da strutture luminose, spesso anche drammaticamente ironiche, s'inserisce nel novero dei lavori d'impostazione politica e di denuncia, tipici degli artisti sudamericani della sua generazione.
La condanna a morte, i giustiziati e le repressioni di libertà sono il tema di molti suoi progetti.
Navarro ha partecipato a Produciendo realidad, a cura di Marco Scotini, Associazione Prometeo, Lucca 2004 e ad Altria, The Whitney Museum, New York 2006. Tra le sue personali ricordiamo No soy de aquí, no soy de allá ( I am not from here, I am not from there), Union Gallery, Londra 2006.
Lucy Orta
Artista, designer e performer di fama internazionale, Lucy Orta (Birmingham 1966) sviluppa progetti che mescolano architettura e moda a temi sociali. Dallo spreco dell'acqua agli effetti delle guerre, alla lotta per la sopravvivenza in condizioni estreme. Le sue elaborazioni mirano alla proposizione di una alternativa cognitiva e di soluzione alle problematiche affrontate, come nel caso dei Refugee Wear, gli abiti rifugio. Vive a Parigi dove lavora con il marito Jorge, anch'egli designer, con cui in Italia ha proposto la mostra Lucy e Jorge Orta. Drinkwater! a cura di Gabi Scardi, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia 2005.
Nark Bkb
Dai video alle performance, dalla fotografia alle istallazioni sonore spazia la produzione di Nark Bkb (Bassano del Grappa 1975) che assume la molteplicità espressiva come stimolo ad un processo di scoperta percettiva plurisensoriale.
Nel 2005 frequenta il Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Ratti a Como, sotto a guida del visiting professor Alfredo Jaar e prende parte alla mostra finale Estetica della resistenza. Tra le sue personali ricordiamo Nark Bkb, Galleria Estro, Padova 2004 e il progetto sonoro Platessa (con Davide Tidoni), AFK Records 2005.
Nark Bkb vive a Milano e a Bologna.
Alessandro Piangiamore
Appartenente all'ultima generazione di artisti siciliani, Alessandro Piangiamore (Enna 1976) gioca con l'arte come un piccolo investigatore. I suoi progetti tendono a smascherare ciò che è celato dietro il dettaglio quotidiano, innescando nello spettatore un atteggiamento di sorpresa, stupore accompagnato a disagio. Rivelando in tal modo, attraverso il meccanismo della falsa casualità, una nuova espressione del reale.
Tra le sue mostre: InFrantumi, installazione site-specific Rialto Santambrogio, Roma 2003; CopyFight Museo di Santa Monica, Barcelona, 2005; 3500 cm² all' interno di Blueroom, a cura di Lorenzo Benedetti, Rialto Santambrogio, Roma 2005.
Donato Piccolo
Influenzato dal poeta e medico Gottfried Benn, tra i fondatori dell'espressionismo, Donato Piccolo (Roma 1976) centra la sua ricerca sul binomio mente e corpo, o meglio sulla capacità del pensiero di modificare il corpo, servendosi di diversi linguaggi ma spesso prediligendo mezzi meccanici e tecnologici.
Tra le sue mostre: Cuore 2/Dirty a cura di Manolo Morollòn , Galeria Rayapunto, Salamanca, Spagna 2003; HOUSEKEEPING, personale nel ciclo Domestica a cura di Raffaele Gavarro, Galleria Soligo Art Project, Roma 2005; WORTER a cura di Mario de Candia, galleria Stefania Discetti, Roma 2006.
Donato Piccolo vive a Roma e a Milano.
Anton Roca
L'esperienza dell'arte, parafrasando la mostra al Padiglione Italia alla 51° Biennale di Venezia, potrebbe definirsi il lavoro di Anton Roca (Reus, Spagna 1960, vive a Cesena).
L'arte come trasferimento del pensiero e dell'osservazione, che smuova la coscienza politica, in una traduzione etica e critica dell'interiorità veicolata da performance, scultura, fotografia:un sommovimento interiore e capovolgimento soggetto/oggetto spesso anche frutto di progetti nati dalla collaborazione con scrittori, poeti, attori.
Opere di Anton Roca si trovano in collezioni pubbliche e private in tutto il mondo e tra le sue mostre segnaliamo What's new in my new Continent? (Continent = Body,. La Chanbre Blanche, Québec 2001; Sóc/Còs. Tinglado 2 a cura di Chantal Grande, Tarragona 2005.
Simone Racheli
Simone Racheli (Firenze 1966, vive a Parma) fa dell'iperrealismo il veicolo comunicativo della sua scultura. Pur mantenendo una visione del reale assolutamente precisa, riesce a trarne una connotazione che supera il visibile, mettendo in scena figurazioni talvolta addirittura ridicole e fantastiche. Riuscendo ad essere leggero anche nelle raffigurazioni più truci e realistico nelle costruzioni più false.
Tra le mostre personali più recenti si segnalano Check point, a cura di Andrea Bellini, Galleria Autoricambi, Roma 2003 e Anatomicacolf a cura di Raffaele Gavarro, Galleria Antonio Colombo, Milano 2004 oltre alla collettiva Art of Italian Design a cura di Alessan Francesco Mendini, Megaron Plus, Atene 2005.
Fabrizio Sacchetti
L'autorappresentazione, la creazione di tablau vivant delicati, estremamente simbolici e ricchi di riferimenti storico artistici sono la nota caratteristica del lavoro di Fabrizio Sacchetti (Pescara 1969), in cui, nonostante l'occhieggiare al passato, traspare sempre un'attenta coscienza dell'attuale. Un'estetica estremamente raffinata dona poi una nota solo apparentemente leggera.
Sacchetti è tra gli artisti selezionati per la mostra I Love Abruzzo a cura di A. Rosica e M. Scuderi, Galleria Manzo e Flash Art, Pescara 2006.
Tra le sue personali più recenti ricordiamo Offerta, Int. 12 di Paolo Angelosanto, Roma 2003 e Xenia, a cura di M. Cipollini, Ricupito, Pescara 2004.
AVIARIA
a cura di Cristiano Seganfreddo San Benedetto del Tronto 5/27 agosto 2006
San Benedetto: una città di mare. Che vive di mare e di turismo.
Sull'Adriatico.
Le palme, la sabbia, e centinaia di alberghi colorano uno sfondo di colline rinascimentali. Tra luglio e agosto scivolano sulla città migliaia di risciò e di bikini, le risate dei bambini con i loro cestelli come e famiglie con il gelato in mano.
San Benedetto è per antonomasia la città balneare italiana, con tutti i suoi stereotipi e i suoi clichè.
Proprio in questa condizione ambientale, molto evidente a chiunque sia mai stato al mare d'estate, s'innesta un intervento artistico complesso e diffuso sulla città che ne viene, come dice il tema della Biennale stessa, contagiata.
Viviamo in una società di reti dove progettare significa disegnare interfacce (digitali e ambientali, virtuali e tangibili, fisiche e fisilogiche): punti di contatto tra l'uomo, una determinata zona e il mondo.
L'operazione che ho condotto sul piano curatoriale va proprio in questa direzione essendo centrata sul concetto di site specific , contesto entro il quale l'opera d'arte viene collocata in stretto rapporto con la specificità del luogo, secondo la più rigorosa pertinenza dell'una rispetto all'altro.
Alla base della Public Art sta il concetto di arte come forma comunicativa, specchio della molteplicità delle relazioni collettive, strumento di incentivazione e mediazione della genesi di aggregazione comunitaria, in grado di "svolgere un ruolo attivo nelle dinamiche culturali e sociali del luogo in cui si colloca, arte che di quel luogo deve preservare la specificità, la storia, la memoria, il significato conferitogli dalla gente che lo frequenta".
Ecco che ho selezionato una serie di artisti e di operazioni apparentemente molto distanti tra di loro, per linguaggio, tecnica, approccio relazionale, ma che hanno come comune denominatore proprio la volontà di contagiare territori non referenziali.
Il gioco vero sta proprio qui: trasmettere ad un pubblico vasto una stimolazione visiva, uditiva o sinestetica con gli strumenti del contemporaneo senza retorica, senza falsi accademismi, senza atteggiamenti snob.
In modo corretto, fresco, e accessibile e con una serie di percorsi di lettura multilevel.
Questo non significa assolutamente fare un'arte da mare o da spiaggia, semplicemente perchè chi la fruisce è in Havaianas o boxer multicolor: significa rapportarsi con un pubblico vasto ed eterogeneo, che bontà sua, non ha alcun obbligo formale di interessarsi di contemporaneità come di cunei fiscali. Una biennale al mare va salutata con la forza che vuole esprimere, sperando diventi anche questa contagiosa.
Gli Artisti
Gli artisti di "AVIARIA", en plein air, a cura di Cristiano Seganfreddo
Andrea Cera, Stefano Scheda, Andrea BuglisI, Gazabout, Laboratorio Saccardi, Ministero della Grafica, Jezus, Roberto Mascella, Luxury Garbage, Turn, Andrea Caretto & Raffaella Spagna.
Andrea Cera, artista molto noto in Francia per le sue frequentazioni al Pompidou, semina una collezione di soundfiles da suonare in tutti i bar, locali, ristoranti, negozi... di una certa strada o piazza di San Benedetto del Tronto. Suoni diffusi solamente di notte, a basso volume, durante il momento della chiusura, quando i rumori della città cedono il posto. Una sorta di contro-topografia sonora della città per una nuova percezione della città stessa.
Il palermitano Andrea Buglisi attiva un'operazione di guerrilla urbana con i suoi pattern seventies che coprono spazi e luoghi dimenticati come pareti, colonne, cassonetti. Uno spaesato autoritratto dell'artista alla "I want you!" ci domanda dove siamo in queste immense città che risucchiano come il mare la nostra identità... e ci moltiplicano all'infinito rendendoci elementi di una inconsapevole tappezzeria urbana.
GazeAbout propone un lavoro sui materiali di risulta e di scarto, con i quali costruisce, con un processo metodico/architettonico, extra-ordinarie strutture che diventano nuovi spazi di vita pronte ad interrogare luoghi, panorami ed orizzonti. Su un molo dimenticato e mai finito del porto di San Benedetto si completa così la sua una struttura artigiano/naturale, quasi un gigantesco cristallo impuro che si dona al mare e alla nostra capacità di visione.
E sempre dalla spiaggia partirà il progetto performativo scultoreo di Roberto Mascella che lavora sull'apparenza. Un blocco di marmo lavorato dall'artista viene portato al largo e lasciato alla deriva, in acqua. Il marmo galleggiando troverà la sua via e il suo destino. La veridicità del peso, che caratterizza comunemente la fisicità di un blocco in marmo, si fa poco chiara e innaturale rispetto alla normalità, dove qualsiasi pietra sprofonderebbe se immersa nell'acqua...apparenza o incapacità di lettura? Un lavoro sui parametri visivo-culturali dello sguardo che scardina la nostra visione.
Stefano Scheda, in mostra negli stessi giorni con un video allo Zkm di KarlsRuhe, incontrerà i riflessi stupiti, divertiti, o terrorizzati dei natanti, che si ritroveranno nello specchio del suo progetto. Uno specchio che chiude una cassa da morto, a sigillare o forse a proiettare la morte. La bara si muove e si sposta in un curioso e inquietante funerale tra ombrelloni, palme, havajanas e magnum. Un progetto reale più che surreale che si ricollega alla poetica dell'artista degli ultimi anni fondata sul rapporto fuori-dentro, sulla soglia della percezione… in questo caso ultima. Riflessi di riflessione anche in luoghi non deputati.
Al Laboratorio Saccardi, giovane gruppo siciliano, fresco e divertito, spetta invece il compito di dissacrare e rielaborare con un taglio ironico e secco l'attualità da Blob-blog che ci circonda proponendo una serie di immagini "da cartolina"… che di cartolina hanno davvero poco... Suggestionano, interrogano, scardinano certezze e luoghi comuni, politici, artistici... religiosi, con uno sguardo che ha la leggerezza hegeliana.
E ancora due interventi fuori dagli schemi perchè giocano nei campi della grafica e del design...ma in una società liquida sono il segnale evidente e sempre più persuasivo di una contaminazione necessaria e inevitabile tra ambiti diversi.
Turn, la design community di Torino, uno dei nuovi fenomeni del panorama italiano per progettualità condivisa, propone la distribuzione di migliaia e migliaia di tubetti medicinali bianchi e minimal, very radical chic, con la scritta "Design is the cure", preciso imput che potrebbe essere tranquillamente traslato con "Art is the cure". La bellezza salverà il mondo?
Il Ministero della Grafica, che già dal nome lascia intravedere una precisa vocazione, si installerà sulle piazze e le vie con "501 puntini di grafica", una serie di manifesti interattivi per ri/conoscere la grafica, dove i passanti sono invitati a collegare i punti e a formarne forme e disegni...in un contagioso esercizio creativo che ha proprio come tema il Contagio.
Con Luxury Garbage invece anche la spazzatura diventa fashion, compriamo, usiamo, buttiamo… ma tutto dove finisce? Anche la spazzatura ci contamina perché ritorna eternamente in circolo e il mare è uno di questi dei portatori, purtroppo, insani. Tantissimi sacchetti griffati saranno distribuiti dalla popolazione in un processo ambientale. Sperando che anche l'ambiente diventi fashion... così da salvaguardarsi.
E infine al giovane writer Jezus il compito di dedicarsi, in un work in progress, del destino delle pareti di una casa comunale, piccolo rustico restaurato e patria delle giovani associazioni della ciità. Un lavoro di copertura murale di grandi dimensioni, dove le tensioni urbane internazionali ben rappresentate dalla personalità dell'artista, si legano alla necessità di spazi, stavolta legali,cosa assai rara, da dedicare alla wall art, espressione spesso felice della creatività giovane.
Premio Internazionale di Videoarte
Biennale Adriatica di Arti Nuove
L'associazione Biennale Adriatica di Arti Nuove presenta il primo Premio Internazionale di VideoArte.
Una commissione composta dal direttore artistico, dai due curatori della biennale, dal presidente della Mediateca Regionale delle Marche Stefano Schiavoni e dal critico d'arte Mario Savini, sceglierà le dieci opere finaliste, assegnando tra esse il premio di duemila euro e le eventuali menzioni.
Le opere finaliste saranno esposte durante il periodo di svolgimento dell'evento e sarà dedicata una sezione speciale sia nel catalogo che nel sito web della Biennale.
Contagio significa uscire dalla nicchia per lasciare qualcosa a più persone possibile.
Contagiare significa arrivare a più persone possibile, cercare di lasciar qualcosa da trasmettere volontariamente o no, in maniera esponenziale.
Il senso di una biennale in cui riescano a convivere marketing e paura è quello di realizzare attraverso l'arte un'immagine quanto mai attuale della società contemporanea.
Sono quasi cento anni che le avanguardie si proiettano all'esterno degli spazi ufficiali (musei, gallerie) considerando l'essere fuori una qualità centrale del loro operato.
A partire dalla metà degli anni Ottanta, questa qualità è diventata uno dei temi centrali dell'arte contemporanea, spingendo ad affrontare il problema del rapporto fra arte e spazi non istituzionali in modi molto differenti: dalle operazioni di "arredo urbano", alle esperienze di coinvolgimento del pubblico, dagli interventi site-specific a quelli effettuati direttamente sui luoghi della cultura e del consumo di massa.
Toccare artisticamente un luogo significa rivestirlo di una carica emozionale che riesca ad espandere la sua spazialità al di la dei suoi limiti fisici.
Il senso di dedicare al Contagio una biennale che si prefigge di essere un osservatorio costante sul rapporto tra arte e nuove tecnologie è che questa tensione non si fermi al momento espositivo, non termini con la fine dell'installazione o della performance, ma continui a persistere nel quotidiano delle persone che consapevolmente o inconsapevolmente hanno contribuito al suo prendere forma.
A partire da questo punto in poi, la sfida si evolve: l'obiettivo non è soltanto uscire dalla scatola, ma rimanerci il più tempo possibile, utilizzando, tutti i linguaggi della contemporaneità.
il Direttore Artistico
Luigi Maria Perotti
Le due facce della biennale 2006
I curatori scelti per sviluppare il tema del contagio sono Antonio Arevalo e Cristiano Seganfreddo. Il progetto di Arevalo si sviluppa all'interno ed all'esterno della Palazzina Azzurra, mentre il lavoro di Seganfreddo è en plen air ed è proiettato verso spazi non convenzionalmente dedicati all'arte.
Antonio Arévalo
Curatore indipendente e poeta, Commissario del Cile alla 49° edizione della Biennale d'Arte di Venezia (Menzione d'Onore da parte della Giuria Internazionale).
Provocatore, animatore ironico e sensibile alla evoluzione del gusto e del costume, da molti anni opera scoprendo e promovendo nuovi talenti e nuove realtà della sperimentazione dei linguaggi artistici nell'ambito dei fenomeni contemporanei.
Ha organizzato numerose rassegne internazionali, mostre ed eventi culturali in importanti istituzioni museali e gallerie private.
Ha tradotto e adattato per il teatro, testi di Bataille, Donoso e Rulfo. Ha pubblicato sei libri di poesia ed è presente in numerose antologie di poesia e cataloghi d'arte in Europa e America.
Cristiano Seganfreddo
È ideatore e curatore di FuoriBiennale (www.fuoribiennale.org), contenitore di mostre ed eventi legati all'arte contemporanea, all'architettura e al design, durante le Biennali veneziane. La manifestazione nel 2005 ha avuto 100 mila visitatori, 20 sedi, 70 artisti coinvolti, oltre 400 recensioni. FuoriBiennale è attualmente studiato dalla Bocconi di Milano come uno dei casi più interessanti di produzione culturale italiana.
È inoltre direttore del Festival del Silenzio , che al suo primo anno ha avuto un ottimo successo di critica e media. Collabora per la curatela di mostre e progetti speciali con numerosi musei, fondazioni e gallerie private in Italia e all'estero.
Scrive in numerose testate giornalistiche e riviste ed è autore di numerose pubblicazioni e cataloghi.
Si occupa altresì di cultura e impresa collaborando con numerose aziende italiane e istituzioni su progetti di varia natura che prevedono lo sviluppo di significative forme di aggregazione culturale sulla contemporaneità.
"RAID"
a cura di Antonio Arévalo
Palazzina Azzurra / San Benedetto del Tronto
5/27 agosto 2006
"Non c'è l'impressione di una campagna aerea o di una visione strategica. Noi stiamo solo colpendo i bersagli" (anonimo)
Per questa edizione della Biennale Adriatica Arti Nuove ho privilegiato la presenza della giovane arte italiana che opera da diversi anni e sperimenta individualmente, senza grandi infrastrutture che le la sostengano; in un paese dove l'arte spinge sempre ad uno sguardo all'indietro, ho scelto 15 artisti dei quali mi interessa la progettualità del lavoro, il loro work in progress.
Ho scelto di affiancargli 15 artisti internazionali, accomunati dalla stessa energia e visione del lavoro, che hanno come compito quello di fare confluire con grande tenacia e perseveranza lo spirito dei tempi, imponendosi al sistema.
L'ego: raid. Incursione, attacco, allarme dal cielo, razzia di pirati.
Volendo tenere in conto i tempi di conflitto, questi d'oggi, che sembrano disegnare in modo spettacolare e cruento un nuovo scenario per gli anni a venire, ho pensato che l'arte, non potendo sottrarsi a tutto ciò, amalgama, attacca, fa razzia del tutto, creando nuovi segni, suggestive visioni e trovando nel loro riflesso la sua stessa spettacolarità e nei mutamenti, nella visibilità e nella provocazione le sue potenzialità.
E l'arte, si sa, non propone la pace ma aspirando all'armonia, la dispone. Gli artisti offrono il segno diretto di una loro libertà in pieno esercizio, non schierata, non servile, non retorica. Una libertà semplice, esercitata con premura verso l'uomo, offrendosi come specchio per un'immagine a volte drammatica, a volte piena di promesse redentrici; come se stesse scegliendo di abbandonare il mondo reale per abitare un universo altrove. Artisti provenienti da Italia, Cile, Spagna, Danimarca, Belgio, Inghilterra, Guatemala, Brasile, Malesia, Colombia, Messico, Slovenia, Ecuador.
Molte e diverse le realtà riunite intorno a questo progetto: istallazioni, video proiezioni, lavori sonori, fotografia, ma soprattutto una particolare attenzione alla performance.
Non il contagio da malattia, ma la diffusione del pensiero, quel germe che ci fa corrompere/corrodere dall'azione ossessiva, dall'odio e dall'amore, in cui l'artista seguendo il proprio talento ci dia un segno, esprimendo le sue inquietudini e attacchi "fino all'ultima latrina".
Raid, un assalto sull'arte e dall'arte d'oggi, quale momento di riflessione sulla precarietà dell'esistenza, come incipit o leit motiv, count down sulle principali istanze dell'arte contemporanea.
Antonio Arévalo
Gli Artisti
Gli artisti di "RAID", Palazzina Azzurra, a cura di Antonio Arevalo.
Felipe Aguila, Emanuela Barbi, Primoz Bizjak, Nark Bkb, Eleonora Chiesa, Rocco Dubbini, Ursula Franco, Elastic Group of Artistic, Regina Galindo, Eva Gerd, Alejandro Gomez de Tuddo, Heinrich Gresbeck, Valentina Glorioso, Patrick Hamilton, Maria Rosa Jijon, H.H. Lim, Loredana Longo, Filippo Leopardi, Giuliano Lombardo, Anibal Lopez, Andrea Malizia, César Meneghetti, Carlos Motta, Ivan Navarro, Lucy Orta, Alessandro Piangiamore, Donato Piccolo, Simone Racheli, Anton Roca, Fabrizio Sacchetti.
Antonio Arévalo, curatore.
Federica La Paglia, assistant curator.
Stefano Corona, assistente.
Felipe Aguila
Felipe Aguila (Santiago del Cile 1977, vive a Torino) tende a spostare l'attenzione su particolari che altrimenti passerebbero inosservati. Nei suoi video l'ossessione di alcuni gesti ripetuti e violenti o anche l'incessante sequenza lenta su un'unica figura, come nel video della nonna stanca e malata,- tendono a far emergere dettagli nascosti. Solo una visione lunga e ripetitiva lascia spazio a rivelazioni.
Tra le sue mostre più recenti: ZIMMER FREI, Die Skurrilletten, a cura di Irina Novarese e Sven Gusowsky, Berlino 2006; Suspension voluntaria de la logica a cura di Or-Am , Catalina Ossa , Enrique Rivera , VELAN centro d'arte contemporanea, Torino 2006.
Emanuela Barbi
La fotografia è lo strumento prediletto di Emanuela Barbi (Pescara 1966) che, con delicato gusto per il particolare, punta la sua attenzione sul dettaglio e lo traspone nel suo lavoro con lente macroscopica fino a renderlo protagonista. Unisce così lo stupore per la natura e il piacere per la scoperta. Anche quella più sofferta.
Tra le sue mostre si segnala Rotatoria - Save your head con Bessie Nager, Galleria COMPLICI, Berlino 2002 e poi la partecipazione a Officine Trevane a cura di Maurizio Coccia, Trevi FlashArt museum, Trevi 2005 e alla recente I Love Abruzzo a cura di A. Rosica e M. Scuderi, Galleria Manzo e Flash Art, Pescara 2006.
Primoz Bizjak
Primoz Bizjak (Sempeter, Slovenia 1976) elabora la sua ricerca attingendo alle recenti vicende storiche dei Balcani in una costruzione figurativa esteticamente accattivante nonostante la tragicità delle rappresentazioni. La freddezza le inquadrature fotografiche accompagna un crescente trasporto emozionale dello spettatore.
Nel 2000 Bizjak riceve la borsa di studio Socrates Erasmus e frequenta per due anni la Facoltà di Belle Arti di Madrid. Espone in vari paesi europei e pubblica su diverse riviste. Nel giugno 2004 ha vinto il primo premio del concorso espositivo "Venice Village" riservato ad artisti internazionali residenti a Venezia.
Partecipa alla 88° collettiva giovani Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia 2004 e a Gemini Muse, Museo Navale a Venezia 2004.
Eleonora Chiesa
Il lavoro di Eleonora Chiesa (Genova 1979), fatto di video, performance e progetti sonori a disporre un work in progress sull'interazione uomo-ambiente, si sviluppa come un continuo tentativo di superamento di limiti imposti, in un contesto in cui l'ambiente travalica il mero confine del luogo fisico per assumere una connotazione anche mentale ed emotiva.
Eleonora Chiesa ha partecipato a Urbana a cura di Olga Gambari a Villa Schneider e al Museo Territorio, Biella 2005 e a Water Project a cura di Isabella Falbo, Orfeo Hotel Gallery, Bologna 2006. Tra le personali: Les Perbenistes W011/2004, performance a Palazzo Ferretto a cura di Roberta Gucci Cantarini, Rebecca Container Gallery, Genova 2004.
Rocco Dubbini
Difficilmente inquadrabile in un preciso stile e corrente, Rocco Dubbini (Ancona 1969, vive a Roma) muove la sua ricerca trasversalmente, in un gioco di attrazione e straniamento, accompagnati dall'uso di diversi media, dalla fotografia alla scultura, passando per il video e l'istallazione, sempre caratterizzati da un estremo rigore formale.
Tra le sue mostre più recenti:L'errore sospeso in completa autonomia di pensiero dichiara di essere alieno alla realtà dei fatti contestati, a cura di Fabiola Naldi, Galleria Estro, Padova 2005 e Lo spazio mentale libero dal tempo diacronico rivendica la possibile paternità di aliene manifestazioni in somiglianza a cura di Achille Bonito Oliva, Galleria il Ponte Contemporanea, Roma 2006.
Elastic Group of Artistic Research
Alexandro Ladaga (Italia) & Silvia Manteiga (Spagna) lavorano insieme dal 1999 col nome di Elastic Group of Artistic Research. I loro strumenti espressivi sono i video, l'animazione, computer art e suono, in cui fondono nuove tecnologie e pensiero filosofico.
Realizzano progetti site specific ed installazioni di public art: alcune sono in Italia, le altre sono state presentate all'estero, come in Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Hanno al loro attivo numerose mostre tra cui Elettroshock: 30 years of video in Italy, Palazzo delle Esposizioni, Roma 2001; Loop Video Art Fair & Festival, Barcellona 2005 e Moving Time: Tribute to Name June Paik, New York 2006.
Maria Rosa Jijon Artista, mediatrice culturale ed attivista politica, Maria Rosa Jijon (Quito, Ecuador 1968) si è laureata nella facoltà di Arte dell'Università Centrale dell'Ecuador, completando poi i suoi studi all'Istituto Superiore di Arte de L'Avana e alla Kungliga Konsthögskolan di Stoccolma. Dopo aver iniziato con l'incisione è passata alla fotografia digitale e più di recente al video, sviluppando la sua ricerca attorno alle tematiche della mobilità umana in contesti migratori e nel lavoro con le comunità straniere in Italia. Tra le sue mostre più recenti: Produciendo Realidad a cura di Marco Scotini, Lucca 2004; I° Triennale Poligrafica di Porto Rico a cura di Jose Ignacio Roca, 2004; Prague Biennale 2 a cura di Marco Scotini, 2005. Attualmente vive a Roma.
César Meneghetti Filmaker ed artista César Meneghetti (San Paolo, Brasile 1964) concentra la sua attenzione sul valore delle immagini nella loro riproducibilità e sulla serializzazione di tipologie sociali o iconografiche desunte come ready-made dai più diffusi mezzi di comunicazione. Lavora col video e la pellicola, con la fotografia ma anche con il disegno e la pittura inserendoli sempre in un mix di diversi media. Ha studiato in Brasile, Londra e al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma dove attualmente vive. Ha partecipato a numerosi festival ed ha esposto in più di venti paesi, dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci (Prato) al Palazzo delle Esposizioni (Roma), dal MASP - Museu de Arte de São Paulo al Smiths Gallery (Londra), solo per citarne alcuni.
Ursula Franco
Profondamente radicata nella sua identità culturale, la ricerca di Ursula Franco (Grosseto 1966, vive a Roma) si misura con i temi del libero arbitrio, della guerra e della shoah.
Ursulaarte dal lavoro sull'Olocausto ed elabora una poetica del dolore che si misuri anche coi fatti di più stringente attualità, connotando il suo lavoro, dichiaratamente politico, con sfumature di emotività coinvolgente.
Tra le sue mostre: Israel Today, Museo d'Arte Contemporanea Pino Pascali, Polignano a Mare, Bari 2004; Quarantanove/Think over The Saint Patrick's Centre, Downpatrick County Down, Northern Ireland 2004 e Cara Mamma, sono in trattativa per comprarmi una casa a New York ed andarmene là(doppia personale con Laura Palmieri), Studio Lipoli&Lopez, Roma 2006
Regina José Galindo
Leone d'oro alla 51° Biennale di Venezia, Regina José Galindo (Guatemala 1974) conduce il suo lavoro con spirito di lotta politica, recuperando la tradizione della body art degli anni '60 e '70 e rielaborandola alla luce della denuncia sociale che porta avanti nelle sue performance e nei video, dando voce alle sofferenze subite dal suo popolo per mano della sanguinaria dittatura che ne ha segnato la storia.
Con la performance Perra, a cura di Marco Scotini, ha aperto la stagione espositiva di prometeogallery di Ida Pisani a Milano. Tra le altre mostre recenti: Toque de Queda performance a Le Plateau Paris, Francia 2005 e la partecipazione a la 3° Biennale di Tirana sempre nel 2005.
Regina Galindo, vive tra il Guatemala e la Repubblica di Santo Domingo.
Eva Gerd
Eva Gerd (Copenaghen 1963) con la delicatezza di una espressività artistica tipicamente femminile, cucendo organi scultura e trasferendoli spesso in una dimensione performativa, mai cruda sebbene di forte impatto, concentra il suo lavoro sul corpo, inteso come campo di ricerca fisica ed emotiva.
Ha partecipato a La Notte dei Poeti con una performance durante una lettura di Antonio Arévalo, Venezia 2005 e tra le sue mostre più recenti ricordiamo Conversazione Plasmabile in Salotto a cura di Olivia Spatola, Insight Gallery, Roma 2005.
Eva Gerd vive a Catania e a Roma.
Valentina Glorioso Dopo aver ottenuto il diploma presso l'Accademia di Belle Arti di San Martino delle Scale ed alcuni importanti riconoscimenti, tra cui la vittoria del Genio di Palermo nel 2004, Valentina Glorioso (Palermo 1977) lascia la Sicilia e si trasferisce a Roma operando nei diversi settori della fotografia. La sua ricerca artistica ruota intorno alla rappresentazione macroscopica e critica degli stereotipi, in particolare quelli femminili, nascosti dietro immagini algide e delicate che tendono al sovvertimento dei luoghi comuni. Tra le sue mostre più significative: Sweet Home, parco di Villa Trabia, a cura di Eva Di Stefano, Palermo 2004; For your safety, Galleria Antonio Battaglia, a cura di Raffaele Gavarro, Milano 2006.
Alejandro Gomez de Tuddo
Ormai riconosciuto come discendente della grande tradizione della fotografia messicana,
Alejandro Gomez de Tuddo (Città del Messico 1962, vive a Roma) lavora viaggiando per i vari continenti e fissando la realtà quotidiana in una rilettura personale e esteticamente accattivante, frutto di una formazione culturale di matrice classica ma contaminata da tradizioni popolari e da uno sguardo contemporaneista.
Gomez de Tuddo ha partecipato ad ARCO 05 con la galleria Terreno Baldío Arte di Città del Messico. Tra le sue personali: Gioco mortale: la vita a cura di Irma Arestizábal, Palazzo Santacroce, IILA, Roma 2005 e Ombra prufunda sumus II a cura di Luís Martín Lozano, Museo d'Arte Moderna di Messico, Mexico city 2005.
Heinrich Gresbech
Come un vecchio cineasta anni '30 si presenta Heinrich Gresbech (Firenze 1971). Lavora sulle immagini del passato, sulle guerre e i raid aerei con una leggerezza che annulla la durezza delle immagini proposte. Operando a tratti una cancellazione e altrove una sottolineatura di frammenti iconografici, sviluppa una ricerca assolutamente personale e raffinata, con una estetica pulita ed essenziale.
Tra le sue mostre più recenti: WO BIST DU? a cura di Fabiola Naldi, Studio Ercolani, Bologna 2004; MULTIPLO 2 multipli, molteplici, moltiplicati a cura di Stefano Coletto, N.O.Gallery, Milano 2005; ACQUA CHE SCORRE NEL DESERTO, Clima energia mondo vivente a cura di Lorenzo Canova , Biblioteca di Ateneo Università degli studi del Molise 2006.
Patrick Hamilton
L'artista cileno Patrick Hamilton (Louvain, Belgio 1974, vive a Santiago del Cile) lavora principalmente con la pittura ma anche con la fotografia e le istallazioni. Come moltissimi artisti sudamericani la sua ricerca è influenzata da una osservazione di tipo politico, però tradotta, nel suo caso, in una estetica quasi rassicurante, poco aggressiva se non per i colori accesi che le sue geometrie riempiono.
Le opere di PAtrick HAmilton sono in numerose collezioni pubbliche e private in Euopa ed in America. Tra le mostre si segnalano Magic Cover Paintings. Animal Gallery, Santiago del Cile 2002; Perfect & Imperfect Tools, Nina Menocal Gallery, México DF 2005 e la collettiva Wearproof a cura di Raffaele Gavarro, Antonio Colombo Gallery, Milano 2006.
Filippo Leonardi
Filippo Leopardi (Catania 1970) propone dei progetti volti allo sparsamente dello spettatore, le sue istallazioni ambientali tendono a produrre uno straniamento accompagnato ad una necessità di distogliere lo sguardo. Ed è proprio nel momento in cui l'occhio si muove che emerge l'elemento che l'artista vuole sottolineare.
Leonardi propone l'ostacolo perchè più chiaramente emerga il dettaglio nascosto e così la negazione iniziale si traduce in palesamento e conquista.
Tra le sue mostre: la personale Artecatania-yout.it a cura di L. Brancato Galleria G. Collica, Catania 1999 e Tracce di un seminario a cura di G. Di Pietrantonio e A. Vettese Viafarini, Milano 2000; Big social game, Biennale Internazionale Arte Giovane a cura di G. Di Pietrantonio, Torino 2002.
H.H.Lim
Artista poliedrico, H.H.Lim (Penang, Malesia 1954, vive a Roma) attraverso l'uso di differenti media, dall'istallazione alla pittura, dalla performance alla scultura, analizza i profondi risvolti che attraversano il rapporto immagine/parola. Un'analisi sulla comunicazione sostenuta da influenze orientali e visioni contemporanee in cui la singola parola assume un duplice valore: espressione non solo verbale ma visiva.
Punto di vista a cura di Simona Brunetti, Raccolta Manzù, Ardea Roma 2005; Il buco # 3 a cura di Achille Bonito Oliva e David Peat, Galleria Pio Monti-Campo de fiori, Roma 2006.
Giuliano Lombardo
Giuliano Lombardo (Roma 1971) è compositore, fotografo e video maker. La sua formazione è innanzitutto musicale e poi si arricchisce di sfumature legate alle arti visive grazie alla frequentazione di artisti e gruppi quali Jartrakor, Abbastanza Normale, Anonimo.
La prima mostra personale, Associazioni, al Politecnico XX Arte, apre la strada alle tematiche legate alla Psicologia approfondite nel Laboratorio di Psicologia dell'Arte diretto da Sergio Lombardo e guidato da Cesare Pietroiusti. Gli studi in questo campo hanno influenzato tutta la sua produzione artistica.
Loredana Longo
Spaziando dalla fotografia alla performance alla istallazione, Loredana Longo (Catania 1967) sviluppa un ironico e critico destrutturazione dei ruoli sociali: la distruzione dell'archetipo attraverso un ribaltamento dell'estetica, che prevede una successiva ricostruzione del reale da parte dell'artista.
Tra le sue mostre più recenti, si segnalano le personali DOUBLE1# Happy Birthday, Museum Van Nagsael, Rotterdam 2006 e OH HAPPY DAYS- Galleria Artecontemporanea-Catania 2005 e la collettiva PROJECT ROOM-La Box Bourges- Ecole national superieur d'art- Bourges- France 2005.
Recentemente Loredana lavora anche in un gruppo: cod.1.3.
Anìbal Lòpez
A-1 53167, al secolo Anìbal Lòpez (Guatemala 1964) sviluppa la sua ricerca secondo percorso di coscienza politica, cresciuta come opposizione critica alla tragica dittatura militare che ha costretto la vita del Guatemala alla repressione. Un reale attivismo, quindi, che sceglie come veicolo il video e la fotografia.
Conosciuto in particolare per la partecipazione alla Biennale de L'Avana nel 2000 e alla Biennale di Venezia nel 2001, dove ha ricevuto una menzione speciale, Anìbal Lòpez nel 2003 partecipa alla Biennale di Praga, continuando ad esporre in tutto il mondo.
In Italia ha partecipato alla collettiva Produciendo realidad, a cura di Marco Scotini, Associazione Prometeo, Lucca 2004 e ha presentato la personale Accion Pasiva.Action Activa, galleria Artra, Milano 2005.
Andrea Malizia
Il quotidiano, trasformato, ingrandito ed anomalo è il segno distintivo dell'arte di Andrea Malizia (Recanati 1973, vive a Roma), fotografo per formazione e passione. La sua poetica attinge alla vita reale che però, nel suo lavoro, viene privata della banalità che viviamo per assumere un carattere diverso e destabilizzante.
Malizia nel 1997 vince a Roma il primo premio per la fotografia ad Enzimi 97 e dopo molte collettive approda nel 2001alla prima personale curata da Augusto Pieroni al Magazzino d'Arte Moderna di Roma.
Tra le mostre: ArtconFusion, Museo Laboratorio d'Arte Contemporanea, Università "La Sapienza", Roma 2002 e Roomates coinquilini a cura di Emanuela Nobile Mino, Minofamily B&B Roma 2004.
Carlos Motta
Il colombiano Carlos Motta (Bogotà 1978, vive a New York) centra il suo lavoro in progetti fotografici e video, puntando l'attenzione sulla rappresentazione della precarietà della condizione umana in stretta relazione con il continuo e diffuso affermarsi di una strategia di terrore e violazione dei diritti civili.
Ha presentato progetti curatoriali, ha vinto numerosi premi ed esposto in Europa ed America. Nel 2005 ha partecipato al Whitney Museum of American Art Independent Study Program Fellowship e nel 2006 ha preso parte alla bâleLatina Art Fair Basel con la mostra SOA: Black & White Tales, Basilea, Svizzera 2006.
Iván Navarro
Iván Navarro (Santiago del Cile 1972, vive a New York) è senza dubbio tra i più interessanti artisti della recente scena internazionale. Il suo lavoro, caratterizzato da strutture luminose, spesso anche drammaticamente ironiche, s'inserisce nel novero dei lavori d'impostazione politica e di denuncia, tipici degli artisti sudamericani della sua generazione.
La condanna a morte, i giustiziati e le repressioni di libertà sono il tema di molti suoi progetti.
Navarro ha partecipato a Produciendo realidad, a cura di Marco Scotini, Associazione Prometeo, Lucca 2004 e ad Altria, The Whitney Museum, New York 2006. Tra le sue personali ricordiamo No soy de aquí, no soy de allá ( I am not from here, I am not from there), Union Gallery, Londra 2006.
Lucy Orta
Artista, designer e performer di fama internazionale, Lucy Orta (Birmingham 1966) sviluppa progetti che mescolano architettura e moda a temi sociali. Dallo spreco dell'acqua agli effetti delle guerre, alla lotta per la sopravvivenza in condizioni estreme. Le sue elaborazioni mirano alla proposizione di una alternativa cognitiva e di soluzione alle problematiche affrontate, come nel caso dei Refugee Wear, gli abiti rifugio. Vive a Parigi dove lavora con il marito Jorge, anch'egli designer, con cui in Italia ha proposto la mostra Lucy e Jorge Orta. Drinkwater! a cura di Gabi Scardi, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia 2005.
Nark Bkb
Dai video alle performance, dalla fotografia alle istallazioni sonore spazia la produzione di Nark Bkb (Bassano del Grappa 1975) che assume la molteplicità espressiva come stimolo ad un processo di scoperta percettiva plurisensoriale.
Nel 2005 frequenta il Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Ratti a Como, sotto a guida del visiting professor Alfredo Jaar e prende parte alla mostra finale Estetica della resistenza. Tra le sue personali ricordiamo Nark Bkb, Galleria Estro, Padova 2004 e il progetto sonoro Platessa (con Davide Tidoni), AFK Records 2005.
Nark Bkb vive a Milano e a Bologna.
Alessandro Piangiamore
Appartenente all'ultima generazione di artisti siciliani, Alessandro Piangiamore (Enna 1976) gioca con l'arte come un piccolo investigatore. I suoi progetti tendono a smascherare ciò che è celato dietro il dettaglio quotidiano, innescando nello spettatore un atteggiamento di sorpresa, stupore accompagnato a disagio. Rivelando in tal modo, attraverso il meccanismo della falsa casualità, una nuova espressione del reale.
Tra le sue mostre: InFrantumi, installazione site-specific Rialto Santambrogio, Roma 2003; CopyFight Museo di Santa Monica, Barcelona, 2005; 3500 cm² all' interno di Blueroom, a cura di Lorenzo Benedetti, Rialto Santambrogio, Roma 2005.
Donato Piccolo
Influenzato dal poeta e medico Gottfried Benn, tra i fondatori dell'espressionismo, Donato Piccolo (Roma 1976) centra la sua ricerca sul binomio mente e corpo, o meglio sulla capacità del pensiero di modificare il corpo, servendosi di diversi linguaggi ma spesso prediligendo mezzi meccanici e tecnologici.
Tra le sue mostre: Cuore 2/Dirty a cura di Manolo Morollòn , Galeria Rayapunto, Salamanca, Spagna 2003; HOUSEKEEPING, personale nel ciclo Domestica a cura di Raffaele Gavarro, Galleria Soligo Art Project, Roma 2005; WORTER a cura di Mario de Candia, galleria Stefania Discetti, Roma 2006.
Donato Piccolo vive a Roma e a Milano.
Anton Roca
L'esperienza dell'arte, parafrasando la mostra al Padiglione Italia alla 51° Biennale di Venezia, potrebbe definirsi il lavoro di Anton Roca (Reus, Spagna 1960, vive a Cesena).
L'arte come trasferimento del pensiero e dell'osservazione, che smuova la coscienza politica, in una traduzione etica e critica dell'interiorità veicolata da performance, scultura, fotografia:un sommovimento interiore e capovolgimento soggetto/oggetto spesso anche frutto di progetti nati dalla collaborazione con scrittori, poeti, attori.
Opere di Anton Roca si trovano in collezioni pubbliche e private in tutto il mondo e tra le sue mostre segnaliamo What's new in my new Continent? (Continent = Body,. La Chanbre Blanche, Québec 2001; Sóc/Còs. Tinglado 2 a cura di Chantal Grande, Tarragona 2005.
Simone Racheli
Simone Racheli (Firenze 1966, vive a Parma) fa dell'iperrealismo il veicolo comunicativo della sua scultura. Pur mantenendo una visione del reale assolutamente precisa, riesce a trarne una connotazione che supera il visibile, mettendo in scena figurazioni talvolta addirittura ridicole e fantastiche. Riuscendo ad essere leggero anche nelle raffigurazioni più truci e realistico nelle costruzioni più false.
Tra le mostre personali più recenti si segnalano Check point, a cura di Andrea Bellini, Galleria Autoricambi, Roma 2003 e Anatomicacolf a cura di Raffaele Gavarro, Galleria Antonio Colombo, Milano 2004 oltre alla collettiva Art of Italian Design a cura di Alessan Francesco Mendini, Megaron Plus, Atene 2005.
Fabrizio Sacchetti
L'autorappresentazione, la creazione di tablau vivant delicati, estremamente simbolici e ricchi di riferimenti storico artistici sono la nota caratteristica del lavoro di Fabrizio Sacchetti (Pescara 1969), in cui, nonostante l'occhieggiare al passato, traspare sempre un'attenta coscienza dell'attuale. Un'estetica estremamente raffinata dona poi una nota solo apparentemente leggera.
Sacchetti è tra gli artisti selezionati per la mostra I Love Abruzzo a cura di A. Rosica e M. Scuderi, Galleria Manzo e Flash Art, Pescara 2006.
Tra le sue personali più recenti ricordiamo Offerta, Int. 12 di Paolo Angelosanto, Roma 2003 e Xenia, a cura di M. Cipollini, Ricupito, Pescara 2004.
AVIARIA
a cura di Cristiano Seganfreddo San Benedetto del Tronto 5/27 agosto 2006
San Benedetto: una città di mare. Che vive di mare e di turismo.
Sull'Adriatico.
Le palme, la sabbia, e centinaia di alberghi colorano uno sfondo di colline rinascimentali. Tra luglio e agosto scivolano sulla città migliaia di risciò e di bikini, le risate dei bambini con i loro cestelli come e famiglie con il gelato in mano.
San Benedetto è per antonomasia la città balneare italiana, con tutti i suoi stereotipi e i suoi clichè.
Proprio in questa condizione ambientale, molto evidente a chiunque sia mai stato al mare d'estate, s'innesta un intervento artistico complesso e diffuso sulla città che ne viene, come dice il tema della Biennale stessa, contagiata.
Viviamo in una società di reti dove progettare significa disegnare interfacce (digitali e ambientali, virtuali e tangibili, fisiche e fisilogiche): punti di contatto tra l'uomo, una determinata zona e il mondo.
L'operazione che ho condotto sul piano curatoriale va proprio in questa direzione essendo centrata sul concetto di site specific , contesto entro il quale l'opera d'arte viene collocata in stretto rapporto con la specificità del luogo, secondo la più rigorosa pertinenza dell'una rispetto all'altro.
Alla base della Public Art sta il concetto di arte come forma comunicativa, specchio della molteplicità delle relazioni collettive, strumento di incentivazione e mediazione della genesi di aggregazione comunitaria, in grado di "svolgere un ruolo attivo nelle dinamiche culturali e sociali del luogo in cui si colloca, arte che di quel luogo deve preservare la specificità, la storia, la memoria, il significato conferitogli dalla gente che lo frequenta".
Ecco che ho selezionato una serie di artisti e di operazioni apparentemente molto distanti tra di loro, per linguaggio, tecnica, approccio relazionale, ma che hanno come comune denominatore proprio la volontà di contagiare territori non referenziali.
Il gioco vero sta proprio qui: trasmettere ad un pubblico vasto una stimolazione visiva, uditiva o sinestetica con gli strumenti del contemporaneo senza retorica, senza falsi accademismi, senza atteggiamenti snob.
In modo corretto, fresco, e accessibile e con una serie di percorsi di lettura multilevel.
Questo non significa assolutamente fare un'arte da mare o da spiaggia, semplicemente perchè chi la fruisce è in Havaianas o boxer multicolor: significa rapportarsi con un pubblico vasto ed eterogeneo, che bontà sua, non ha alcun obbligo formale di interessarsi di contemporaneità come di cunei fiscali. Una biennale al mare va salutata con la forza che vuole esprimere, sperando diventi anche questa contagiosa.
Gli Artisti
Gli artisti di "AVIARIA", en plein air, a cura di Cristiano Seganfreddo
Andrea Cera, Stefano Scheda, Andrea BuglisI, Gazabout, Laboratorio Saccardi, Ministero della Grafica, Jezus, Roberto Mascella, Luxury Garbage, Turn, Andrea Caretto & Raffaella Spagna.
Andrea Cera, artista molto noto in Francia per le sue frequentazioni al Pompidou, semina una collezione di soundfiles da suonare in tutti i bar, locali, ristoranti, negozi... di una certa strada o piazza di San Benedetto del Tronto. Suoni diffusi solamente di notte, a basso volume, durante il momento della chiusura, quando i rumori della città cedono il posto. Una sorta di contro-topografia sonora della città per una nuova percezione della città stessa.
Il palermitano Andrea Buglisi attiva un'operazione di guerrilla urbana con i suoi pattern seventies che coprono spazi e luoghi dimenticati come pareti, colonne, cassonetti. Uno spaesato autoritratto dell'artista alla "I want you!" ci domanda dove siamo in queste immense città che risucchiano come il mare la nostra identità... e ci moltiplicano all'infinito rendendoci elementi di una inconsapevole tappezzeria urbana.
GazeAbout propone un lavoro sui materiali di risulta e di scarto, con i quali costruisce, con un processo metodico/architettonico, extra-ordinarie strutture che diventano nuovi spazi di vita pronte ad interrogare luoghi, panorami ed orizzonti. Su un molo dimenticato e mai finito del porto di San Benedetto si completa così la sua una struttura artigiano/naturale, quasi un gigantesco cristallo impuro che si dona al mare e alla nostra capacità di visione.
E sempre dalla spiaggia partirà il progetto performativo scultoreo di Roberto Mascella che lavora sull'apparenza. Un blocco di marmo lavorato dall'artista viene portato al largo e lasciato alla deriva, in acqua. Il marmo galleggiando troverà la sua via e il suo destino. La veridicità del peso, che caratterizza comunemente la fisicità di un blocco in marmo, si fa poco chiara e innaturale rispetto alla normalità, dove qualsiasi pietra sprofonderebbe se immersa nell'acqua...apparenza o incapacità di lettura? Un lavoro sui parametri visivo-culturali dello sguardo che scardina la nostra visione.
Stefano Scheda, in mostra negli stessi giorni con un video allo Zkm di KarlsRuhe, incontrerà i riflessi stupiti, divertiti, o terrorizzati dei natanti, che si ritroveranno nello specchio del suo progetto. Uno specchio che chiude una cassa da morto, a sigillare o forse a proiettare la morte. La bara si muove e si sposta in un curioso e inquietante funerale tra ombrelloni, palme, havajanas e magnum. Un progetto reale più che surreale che si ricollega alla poetica dell'artista degli ultimi anni fondata sul rapporto fuori-dentro, sulla soglia della percezione… in questo caso ultima. Riflessi di riflessione anche in luoghi non deputati.
Al Laboratorio Saccardi, giovane gruppo siciliano, fresco e divertito, spetta invece il compito di dissacrare e rielaborare con un taglio ironico e secco l'attualità da Blob-blog che ci circonda proponendo una serie di immagini "da cartolina"… che di cartolina hanno davvero poco... Suggestionano, interrogano, scardinano certezze e luoghi comuni, politici, artistici... religiosi, con uno sguardo che ha la leggerezza hegeliana.
E ancora due interventi fuori dagli schemi perchè giocano nei campi della grafica e del design...ma in una società liquida sono il segnale evidente e sempre più persuasivo di una contaminazione necessaria e inevitabile tra ambiti diversi.
Turn, la design community di Torino, uno dei nuovi fenomeni del panorama italiano per progettualità condivisa, propone la distribuzione di migliaia e migliaia di tubetti medicinali bianchi e minimal, very radical chic, con la scritta "Design is the cure", preciso imput che potrebbe essere tranquillamente traslato con "Art is the cure". La bellezza salverà il mondo?
Il Ministero della Grafica, che già dal nome lascia intravedere una precisa vocazione, si installerà sulle piazze e le vie con "501 puntini di grafica", una serie di manifesti interattivi per ri/conoscere la grafica, dove i passanti sono invitati a collegare i punti e a formarne forme e disegni...in un contagioso esercizio creativo che ha proprio come tema il Contagio.
Con Luxury Garbage invece anche la spazzatura diventa fashion, compriamo, usiamo, buttiamo… ma tutto dove finisce? Anche la spazzatura ci contamina perché ritorna eternamente in circolo e il mare è uno di questi dei portatori, purtroppo, insani. Tantissimi sacchetti griffati saranno distribuiti dalla popolazione in un processo ambientale. Sperando che anche l'ambiente diventi fashion... così da salvaguardarsi.
E infine al giovane writer Jezus il compito di dedicarsi, in un work in progress, del destino delle pareti di una casa comunale, piccolo rustico restaurato e patria delle giovani associazioni della ciità. Un lavoro di copertura murale di grandi dimensioni, dove le tensioni urbane internazionali ben rappresentate dalla personalità dell'artista, si legano alla necessità di spazi, stavolta legali,cosa assai rara, da dedicare alla wall art, espressione spesso felice della creatività giovane.
Premio Internazionale di Videoarte
Biennale Adriatica di Arti Nuove
L'associazione Biennale Adriatica di Arti Nuove presenta il primo Premio Internazionale di VideoArte.
Una commissione composta dal direttore artistico, dai due curatori della biennale, dal presidente della Mediateca Regionale delle Marche Stefano Schiavoni e dal critico d'arte Mario Savini, sceglierà le dieci opere finaliste, assegnando tra esse il premio di duemila euro e le eventuali menzioni.
Le opere finaliste saranno esposte durante il periodo di svolgimento dell'evento e sarà dedicata una sezione speciale sia nel catalogo che nel sito web della Biennale.
05
agosto 2006
Biennale Adriatica di Arti Nuove 2006
Dal 05 al 27 agosto 2006
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
PALAZZINA AZZURRA
San Benedetto Del Tronto, Viale Bruno Buozzi, 14, (Ascoli Piceno)
San Benedetto Del Tronto, Viale Bruno Buozzi, 14, (Ascoli Piceno)
Sito web
www.biennaleartinuove.com
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