Mare Karina è lieta di presentare Airplane Mode, la mostra personale di Billy Crosby in esposizione a Venezia, dal 27 settembre al 16 novembre 2024. Nato nel 1992 a Dumfries e Galloway, Scozia, Crosby vive e lavora a Londra. Airplane Mode marca la prima mostra dell'artista in Italia, presentando nuovi dipinti realizzati durante il suo ultimo anno al Royal College of Art di Londra.

Airplane Mode intende esplorare il ventaglio di emozioni generate dalle crescenti complessità legate all'accelerazione tecnologica. Camminando su una linea sottile tra sentimentalismo, ansia e speranza, i suoi dipinti agiscono come trasmettitori empatici, prodotti generativi dei media digitali, dove i flussi di dati si mescolano con l'eccitazione neurologica e il fascino grezzo del materiale manipolato.

Tra i soggetti dipinti, due case che si “manifestano” come funghi su un paesaggio astratto; mandrie di mucche sinistramente uniformi appaiono come osservate da un treno in corsa in un paesaggio liminale; camicie tessute da ragnatele neurali, brillano su superfici segnate da una decadenza soffusa ed emergente effervescenza. Nello studio, l’artista lascia la tela grezza ad assorbire pennellate astratte di acrilico abbondantemente stemperato, dopodiché sopraggiungono dettagli realizzati con tecniche ad aerografo, collage o pittura “puff” a ricamarne la superficie. Ne risulta che gli elementi confluiscono sulle tele come se fossero delicatamente vivi.

Il lavoro di Crosby filtra la cultura visiva creata per via algoritmica, attraverso topoi pastorali escapisti, di una realtà semplice. Utilizzando una configurazione psichedelica di prospettive, il micro e il macro si spostano e si confondono continuamente l'uno nell'altro. Questo nuovo corpus di opere attinge alle teorie critiche dei media, basate su frammentazione e non linearità narrativa, di Vilém Flusser (1920-1991, Repubblica Ceca e Brasile) e della scrittrice berlinese Caroline Busta (nata nel 1978, Stati Uniti). La tecnologia AI viene adottata per riformulare pittoricamente il familiare, producendo elementi ascendenti in un paesaggio dove una sensibilità alle vibrazioni è una luce valida quanto qualsiasi altra per guidarci attraverso l’opacità.