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Blow Up
All’interno della mostra l’artista Ariel Soulé presenta sei opere di grandi dimensioni affiancate agli scatti di egual misura della fotografa Ingrid Strain, creando un dialogo tra le due tecniche artistiche.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nella tradizionale tecnica fotografica, osservando in trasparenza un negativo, si vede un’immagine quasi irriconoscibile e rovesciata che crea un particolare effetto di mistero.
Sviluppando il positivo, tra gli acidi e la superficie della carta sensibile inizia ad emergere una forma che lentamente appare, tenendoci col fiato sospeso fino alla completa rivelazione. La chimica diventa quindi alchimia, portando alla vita non solo ciò che il negativo conteneva, ma soprattutto l’idea dalla quale si era partiti, andando oltre la superficie.
Questo è lo spunto che dal libro di Julio Cortázar “La Bava del Diavolo” ispirò Michelangelo Antonioni nel suo film del 1966, Blow Up.
Ariel Soulé ne riprende il titolo, ma se ne separa immediatamente per poter esprimere in piena libertà il suo lavoro basato sul concetto che quasi mai la realtà è ciò che vediamo.
Nel suo studio, per lunghi mesi, Soulé ha scattato con la propria mente immagini non completamente astratte, ma magicamente concettuali. Selezionate le migliori, ha iniziato a produrre su tele di grandi dimensioni i suoi “negativi”, ovvero ha “impressionato” le superfici con forme, linee e colori che hanno portato nella sfera del visibilmente percettibile energie e pensieri altrimenti intangibili.
All’interno della mostra sei opere di grandi dimensioni vengono affiancate a sei fotografie di egual misura, creando un dialogo tra le due tecniche artistiche.
Il lavoro della fotografa Ingrid Strain è volto all’interpretazione “positiva” dei dipinti, il lato non-visibile delle opere viene svelato dalle fotografie con lo stesso effetto di magico stupore dello sviluppo della pellicola negativa.
Come accade nello sviluppo delle fotografie nel passaggio da negativo a positivo, i lavori di Ingrid Strain permettono alle opere di Ariel Soulé di evolvere in chiave realistica.
Il rapporto dialettico tra arte astratta e fotografia avvicina l’osservatore ad una comprensione più approfondita dell’opera d’arte. Tuttavia, l’artista lascia che alcune immagini e concetti dei suoi dipinti restino velati, affinché il visitatore sia libero di trovare una propria e personale chiave di lettura, che gli permetta di comprendere ciò che le tele vogliono comunicare.
Almach Art Gallery è lieta di essere il luogo in cui Ariel Soulé ha deciso di presentare il suo nuovo progetto. La galleria vuole infatti essere, come sempre e ancor più, uno spazio per dar voce, con alto volume e intensità, ad ogni vera e genuina espressione d’arte.
Sviluppando il positivo, tra gli acidi e la superficie della carta sensibile inizia ad emergere una forma che lentamente appare, tenendoci col fiato sospeso fino alla completa rivelazione. La chimica diventa quindi alchimia, portando alla vita non solo ciò che il negativo conteneva, ma soprattutto l’idea dalla quale si era partiti, andando oltre la superficie.
Questo è lo spunto che dal libro di Julio Cortázar “La Bava del Diavolo” ispirò Michelangelo Antonioni nel suo film del 1966, Blow Up.
Ariel Soulé ne riprende il titolo, ma se ne separa immediatamente per poter esprimere in piena libertà il suo lavoro basato sul concetto che quasi mai la realtà è ciò che vediamo.
Nel suo studio, per lunghi mesi, Soulé ha scattato con la propria mente immagini non completamente astratte, ma magicamente concettuali. Selezionate le migliori, ha iniziato a produrre su tele di grandi dimensioni i suoi “negativi”, ovvero ha “impressionato” le superfici con forme, linee e colori che hanno portato nella sfera del visibilmente percettibile energie e pensieri altrimenti intangibili.
All’interno della mostra sei opere di grandi dimensioni vengono affiancate a sei fotografie di egual misura, creando un dialogo tra le due tecniche artistiche.
Il lavoro della fotografa Ingrid Strain è volto all’interpretazione “positiva” dei dipinti, il lato non-visibile delle opere viene svelato dalle fotografie con lo stesso effetto di magico stupore dello sviluppo della pellicola negativa.
Come accade nello sviluppo delle fotografie nel passaggio da negativo a positivo, i lavori di Ingrid Strain permettono alle opere di Ariel Soulé di evolvere in chiave realistica.
Il rapporto dialettico tra arte astratta e fotografia avvicina l’osservatore ad una comprensione più approfondita dell’opera d’arte. Tuttavia, l’artista lascia che alcune immagini e concetti dei suoi dipinti restino velati, affinché il visitatore sia libero di trovare una propria e personale chiave di lettura, che gli permetta di comprendere ciò che le tele vogliono comunicare.
Almach Art Gallery è lieta di essere il luogo in cui Ariel Soulé ha deciso di presentare il suo nuovo progetto. La galleria vuole infatti essere, come sempre e ancor più, uno spazio per dar voce, con alto volume e intensità, ad ogni vera e genuina espressione d’arte.
09
maggio 2023
Blow Up
Dal 09 al 30 maggio 2023
arte contemporanea
fotografia
fotografia
Location
ALMACH ART
Milano, Via Gaudenzio Ferrari, 3, (MI)
Milano, Via Gaudenzio Ferrari, 3, (MI)
Orario di apertura
da martedi a sabato ore 11-13 e 15-19
Vernissage
9 Maggio 2023, 18:00
Sito web
Autore
Curatore