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Bologna avanguardia futurista
Dipinti, sculture, testi e pubblicazioni ricordano i 100 anni di Futurismo. In mostra una novantina di opere.
Comunicato stampa
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Dipinti, sculture, testi e pubblicazioni ricordano i 100 anni di Futurismo. In mostra una novantina di opere di Athos Casarini, Angelo Caviglioni, Giovanni Korompay, Ago, Aterol, Alberto Alberti, Italo Cinti, Ferdinando Sabattini, Tato e tanti altri esponenti del movimento.
100 anni fa nasceva il futurismo, unica grande avanguardia artistica italiana che ebbe eco in tutto il mondo, anticipando movimenti e tendenze, dalla Russia al Messico, dal Portogallo al Giappone.
100 anni fa nasceva il futurismo ma non, come tutti credono, il 20 febbraio su Le F**aro di Parigi bensì il 5 febbraio quando la Gazzetta dell’Emilia, a Bologna, pubblicò per prima il celebre manifesto di Marinetti.
Bologna e il futurismo dunque. Una storia curiosa, un rapporto tormentato, per certi versi unico. Città tra le più passatiste d’Italia per stessa ammissione di Marinetti ma che più delle altre fu pronta a raccogliere la sua voce. Fu un caso che non cambiò le sorti della città ma che oggi, a 100 anni da quel giorno, vale la pena rievocare.
Una copia della Gazzetta dell’Emilia del 5 febbraio è già stata esposta a Parigi nella grande mostra del Centre Pompidou: la notizia è ormai nota da più di vent’anni, conosciuta agli studiosi. Ma, noi a Bologna, non l’abbiamo mai vista.
La mostra colma questa lacuna raccontando la storia del futurismo in città. La rievoca insieme ai protagonisti di allora, attraverso gli eventi e le mostre a cui parteciparono. La rievoca partendo dalla famosa mostra del 1914 all’Hotel Baglioni erroneamente considerata futurista. La rievoca insieme ad Athos Casarini, primo futurista bolognese presto emigrato a New York e presto morto in guerra, insieme ad Angelo Caviglioni, artista ingiustamente dimenticato dalla storia dell’arte, a Giovanni Korompay e a tutti quelli che hanno animato il gruppo futurista bolognese: Ago, Aterol, Alberto Alberti, Italo Cinti, Ferdinando Sabattini.
Un rilievo del tutto particolare è dato alla figura di Guglielmo Sansoni meglio conosciuto come Tato, artista eclettico e vulcanico cui viene dedicata una piccola monografica, quasi una mostra nella mostra per cominciare a considerare sotto una luce nuova quello che è uno dei massimi esponenti del movimento.
La rassegna si conclude con una serie di testi e documenti, di libri e pubblicazioni per ricordare che il Futurismo è stato sì pittura e scultura ma anche grafica, poesia, letteratura, musica, sperimentazione a 360 gradi.
Accompagna la mostra un catalogo illustrato a cura di Beatrice Buscaroli, edito dalla Bononia University Press, con saggi di Beatrice Buscaroli, Nico Stringa, Mirko Nottoli, Alessandro Ortenzi, Salvatore Ventura ed Elisa Prete.
100 anni fa nasceva il futurismo, unica grande avanguardia artistica italiana che ebbe eco in tutto il mondo, anticipando movimenti e tendenze, dalla Russia al Messico, dal Portogallo al Giappone.
100 anni fa nasceva il futurismo ma non, come tutti credono, il 20 febbraio su Le F**aro di Parigi bensì il 5 febbraio quando la Gazzetta dell’Emilia, a Bologna, pubblicò per prima il celebre manifesto di Marinetti.
Bologna e il futurismo dunque. Una storia curiosa, un rapporto tormentato, per certi versi unico. Città tra le più passatiste d’Italia per stessa ammissione di Marinetti ma che più delle altre fu pronta a raccogliere la sua voce. Fu un caso che non cambiò le sorti della città ma che oggi, a 100 anni da quel giorno, vale la pena rievocare.
Una copia della Gazzetta dell’Emilia del 5 febbraio è già stata esposta a Parigi nella grande mostra del Centre Pompidou: la notizia è ormai nota da più di vent’anni, conosciuta agli studiosi. Ma, noi a Bologna, non l’abbiamo mai vista.
La mostra colma questa lacuna raccontando la storia del futurismo in città. La rievoca insieme ai protagonisti di allora, attraverso gli eventi e le mostre a cui parteciparono. La rievoca partendo dalla famosa mostra del 1914 all’Hotel Baglioni erroneamente considerata futurista. La rievoca insieme ad Athos Casarini, primo futurista bolognese presto emigrato a New York e presto morto in guerra, insieme ad Angelo Caviglioni, artista ingiustamente dimenticato dalla storia dell’arte, a Giovanni Korompay e a tutti quelli che hanno animato il gruppo futurista bolognese: Ago, Aterol, Alberto Alberti, Italo Cinti, Ferdinando Sabattini.
Un rilievo del tutto particolare è dato alla figura di Guglielmo Sansoni meglio conosciuto come Tato, artista eclettico e vulcanico cui viene dedicata una piccola monografica, quasi una mostra nella mostra per cominciare a considerare sotto una luce nuova quello che è uno dei massimi esponenti del movimento.
La rassegna si conclude con una serie di testi e documenti, di libri e pubblicazioni per ricordare che il Futurismo è stato sì pittura e scultura ma anche grafica, poesia, letteratura, musica, sperimentazione a 360 gradi.
Accompagna la mostra un catalogo illustrato a cura di Beatrice Buscaroli, edito dalla Bononia University Press, con saggi di Beatrice Buscaroli, Nico Stringa, Mirko Nottoli, Alessandro Ortenzi, Salvatore Ventura ed Elisa Prete.
05
febbraio 2009
Bologna avanguardia futurista
Dal 05 febbraio al 30 aprile 2009
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE CARISBO – PALAZZO SARACENI
Bologna, Via Farini, 15, (Bologna)
Bologna, Via Farini, 15, (Bologna)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10 alle 19
Vernissage
5 Febbraio 2009, ore 17,30 presso la sala assemblee
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