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Bonacolsi l’Antico.Uno scultore nella Mantova di Andrea Mantegna e di Isabella d’Este
La prima mostra monografica dedicata allo scultore vuol mettere finalmente in evidenza l’autorità assoluta dell’artista, la sua perizia tecnica portata alla luce dopo secoli di oblio dagli studi e dalle ricerche eseguite nell’arco del secolo scorso. Questo progetto è reso possibile dal recupero delle opere di Bonacolsi, sparse nei musei, nelle raccolte pubbliche e private
Comunicato stampa
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Havessimo le teste, quale haveti tanto ben aconzie, che credemo il proprio sculptore non haverle di prima forma sì ben formate et sculpite. In questo si cognosce la perfectione di l’arte vostra. Tenerimole più chare che non facevamo, essendoni da vui tanto laudate. Vi ringraciamo assai et quando le vorimo reponere in loco firmo, vi chiamarimo.
Isabella d’Este all’Antico. Sacchetta, 18 Maggio 1506
…Ancora, s’io posso alcuna cossa per la ecelentia vostra, vi suplico di gratia me comandate e al signor vostro, achadendovi, li ricordate il suo servo Anticho, e che ancora se ricorda di comandarmi….
Antico a Isabella d’Este. Gazzuolo, circa 1506
Pier Jacopo Alari Bonacolsi detto l’Antico (1460?-1528), è stato, al tempo del Mantegna, il più noto e il più celebrato, per la sua perizia, fra gli artisti presenti a Mantova, ricoprendo un ruolo primario nell’ambito della corte di Francesco II Gonzaga e, soprattutto, di Isabella d’Este. Più precisamente, nel contesto di quella galassia di corti quali furono quelle di Bozzolo, Gazzuolo, etc. che con quella di Mantova, compongono un unicum fra le corti padane del Rinascimento. L’artista infatti fu l’orafo, il medagliere, lo scultore, l’antiquario dei Gonzaga, vivendo amatissimo e stimato presso la corte di Gianfrancesco Gonzaga, della consorte Antonia Del Balzo e del vescovo eletto Ludovico. Divenne infine arbitro assoluto dei gusti di Isabella d’Este. Per la marchesa, come aveva già fatto per il vescovo eletto Ludovico, l’Antico traduceva in piccolo formato, prevalentemente di bronzo e di bronzo dorato, gli esempi della scultura antica, come lo Spinario, l’Apollo del Belvedere, il gruppo del Laooconte e le teste dei Cesari, veri e propri idoli culturali e centro dei sogni di bellezza delle corti e, fra esse, della più prestigiosa: Mantova.
La prima mostra monografica dedicata allo scultore vuol mettere finalmente in evidenza l’autorità assoluta dell’artista, la sua perizia tecnica portata alla luce dopo secoli di oblio dagli studi e dalle ricerche eseguite nell’arco del secolo scorso. Questo progetto è reso possibile dal recupero delle opere di Bonacolsi, sparse nei musei, nelle raccolte pubbliche e private.
Primo fra tutti il Kunsthistoriches Museum di Vienna (KHM), Kunstkammer di Vienna, che possiede il più cospicuo e prezioso patrimonio riferibile alle opere di scultura dell’Antico. Il museo viennese, che presta per l’evento: Bacco e Arianna, Atropos, Ercole e Anteo, è partner della proposta culturale e della sua preparazione scientifica affidata a Claudia Kryza-Gersch, che ha condiviso l’ideazione e la progettazione della mostra stessa.
Molti altri sono gli illustri prestiti provenienti dalle istituzioni museali più prestigiose a livello nazionale e internazionale: la Galleria Estense di Modena concede il celeberrimo Vaso Gonzaga che l’Antico ha eseguito in occasione delle nozze di Gianfrancesco Gonzaga; dal Musée du Louvre vengono i busti di Antonino Pio e di Faustina, oltre allo Studio di fregio antico di Giulio Romano; dal Victoria & Albert Museum di Londra gli importanti bronzi di Ercole e Anteo e di Meleagro. Sono presenti inoltre il tondo di bronzo dorato raffigurante Ercole fanciullo strozza i serpenti che viene presentato per la prima volta e che viene esposto assieme agli altri del Museo del Bargello e del Kunsthistoriches Museum di Vienna, appartenenti alla medesima serie, intitolata alle Fatiche di Ercole. Tra i prestiti dei musei americani: il Metropolitan Museum di New York invia il Paride e la Walters Art Gallery di Baltimora concede la Venus Caritas e il Busto di Menandro; mentre la Collezione Thyssen Bornemisza presta la Vergine accasciata.
Infine, tra i tesori della mostra, va citata la novità assoluta rappresentata dagli otto busti fra cui i ritratti di Giulio Cesare e di Ottaviano Augusto provenienti dal Seminario Vescovile di Mantova, restaurati per l’occasione.
Per dare concretezza al progetto scientifico, la mostra è allestita nell’Appartamento di Isabella d’Este, sito nel quartiere di Corte Vecchia, la più vetusta e illustre articolazione del complesso monumentale di Palazzo Ducale, eletto a residenza prediletta della marchesa medesima dopo il 1519. Fino ad oggi difficilmente visitabile, il luogo è stato fatto oggetto di accurate operazioni di restauro e manutenzione, affinché esso possa essere rappresentato nella sua struttura unitaria. Palazzo Ducale di Mantova offre dunque un doppio evento: la mostra sull’Antico e la nuova visione del prezioso appartamento isabelliano con i suoi allestimenti entrano in sinergia per offrirsi al visitatore.
Una parte cospicua dell’esposizione è anche frutto della ricerca documentaria e archivistica. È stata effettuata una completa revisione di documenti, la cui difficoltà di interpretazione risiede nelle espressioni illetterate, non sempre di facile lettura, con le quali l’Antico si esprime. Tali documenti, secondo soggetto della mostra, provengono dall’Archivio di Stato di Mantova, custode della gran parte del patrimonio cartaceo in relazione alla figura storica dell’artista.
Lo sviluppo stilistico dell’artista, inoltre, è accompagnato da opere di contesto e da opere che individuano nuclei critici: spicca fra queste il Camillo, proveniente dai Musei Capitolini, che l’Antico dovette vedere e studiare nei suoi soggiorni romani. La scultura bronzea racchiude infatti, cadenze stilistiche che avrebbero ispirato lo scultore.
Non mancano opere che documentano i complessi, sofisticati e contradditori gusti pittorici della marchesa, come alcuni dipinti di Lorenzo Costa che rendono conto dei capricci di Isabella.
Viene anche tentato per la prima volta, un confronto diretto fra le sculture dell’Antico e del Moderno, presunto rivale nei piccoli manufatti di medaglie e placchette. Una ristretta scelta di opere grafiche, con soggetti all’antica, riferibili all’arte di Giulio Romano documenta infine la presenza a Mantova del grande artista raffaellesco e con essa il definitivo esaurirsi del raggio d’azione dell’arte di Pier Jacopo Alari Bonacolsi.
Ritenendo utile, addirittura doveroso, per la città ducale dedicare un evento specifico a simile artista, la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Brescia Cremona e Mantova ha organizzato, con l’ausilio di un prestigioso comitato scientifico composto da Giovanni Agosti, Renata Casarin, Daniela Ferrari, Davide Gasparotto, Claudia Kryza-Gersch, Peta Motture, Arnold Nesselrath, Nicholas Penny, Guido Rebecchini, Salvatore Settis, Beatrice Paolozzi Strozzi, Filippo Trevisani, la mostra monografica dedicata all’Antico.
Si ringrazia, infine, per aver contribuito alla realizzazione della mostra la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, la Fondazione Banca Agricola Mantovana e Banca Agricola Mantovana.
Isabella d’Este all’Antico. Sacchetta, 18 Maggio 1506
…Ancora, s’io posso alcuna cossa per la ecelentia vostra, vi suplico di gratia me comandate e al signor vostro, achadendovi, li ricordate il suo servo Anticho, e che ancora se ricorda di comandarmi….
Antico a Isabella d’Este. Gazzuolo, circa 1506
Pier Jacopo Alari Bonacolsi detto l’Antico (1460?-1528), è stato, al tempo del Mantegna, il più noto e il più celebrato, per la sua perizia, fra gli artisti presenti a Mantova, ricoprendo un ruolo primario nell’ambito della corte di Francesco II Gonzaga e, soprattutto, di Isabella d’Este. Più precisamente, nel contesto di quella galassia di corti quali furono quelle di Bozzolo, Gazzuolo, etc. che con quella di Mantova, compongono un unicum fra le corti padane del Rinascimento. L’artista infatti fu l’orafo, il medagliere, lo scultore, l’antiquario dei Gonzaga, vivendo amatissimo e stimato presso la corte di Gianfrancesco Gonzaga, della consorte Antonia Del Balzo e del vescovo eletto Ludovico. Divenne infine arbitro assoluto dei gusti di Isabella d’Este. Per la marchesa, come aveva già fatto per il vescovo eletto Ludovico, l’Antico traduceva in piccolo formato, prevalentemente di bronzo e di bronzo dorato, gli esempi della scultura antica, come lo Spinario, l’Apollo del Belvedere, il gruppo del Laooconte e le teste dei Cesari, veri e propri idoli culturali e centro dei sogni di bellezza delle corti e, fra esse, della più prestigiosa: Mantova.
La prima mostra monografica dedicata allo scultore vuol mettere finalmente in evidenza l’autorità assoluta dell’artista, la sua perizia tecnica portata alla luce dopo secoli di oblio dagli studi e dalle ricerche eseguite nell’arco del secolo scorso. Questo progetto è reso possibile dal recupero delle opere di Bonacolsi, sparse nei musei, nelle raccolte pubbliche e private.
Primo fra tutti il Kunsthistoriches Museum di Vienna (KHM), Kunstkammer di Vienna, che possiede il più cospicuo e prezioso patrimonio riferibile alle opere di scultura dell’Antico. Il museo viennese, che presta per l’evento: Bacco e Arianna, Atropos, Ercole e Anteo, è partner della proposta culturale e della sua preparazione scientifica affidata a Claudia Kryza-Gersch, che ha condiviso l’ideazione e la progettazione della mostra stessa.
Molti altri sono gli illustri prestiti provenienti dalle istituzioni museali più prestigiose a livello nazionale e internazionale: la Galleria Estense di Modena concede il celeberrimo Vaso Gonzaga che l’Antico ha eseguito in occasione delle nozze di Gianfrancesco Gonzaga; dal Musée du Louvre vengono i busti di Antonino Pio e di Faustina, oltre allo Studio di fregio antico di Giulio Romano; dal Victoria & Albert Museum di Londra gli importanti bronzi di Ercole e Anteo e di Meleagro. Sono presenti inoltre il tondo di bronzo dorato raffigurante Ercole fanciullo strozza i serpenti che viene presentato per la prima volta e che viene esposto assieme agli altri del Museo del Bargello e del Kunsthistoriches Museum di Vienna, appartenenti alla medesima serie, intitolata alle Fatiche di Ercole. Tra i prestiti dei musei americani: il Metropolitan Museum di New York invia il Paride e la Walters Art Gallery di Baltimora concede la Venus Caritas e il Busto di Menandro; mentre la Collezione Thyssen Bornemisza presta la Vergine accasciata.
Infine, tra i tesori della mostra, va citata la novità assoluta rappresentata dagli otto busti fra cui i ritratti di Giulio Cesare e di Ottaviano Augusto provenienti dal Seminario Vescovile di Mantova, restaurati per l’occasione.
Per dare concretezza al progetto scientifico, la mostra è allestita nell’Appartamento di Isabella d’Este, sito nel quartiere di Corte Vecchia, la più vetusta e illustre articolazione del complesso monumentale di Palazzo Ducale, eletto a residenza prediletta della marchesa medesima dopo il 1519. Fino ad oggi difficilmente visitabile, il luogo è stato fatto oggetto di accurate operazioni di restauro e manutenzione, affinché esso possa essere rappresentato nella sua struttura unitaria. Palazzo Ducale di Mantova offre dunque un doppio evento: la mostra sull’Antico e la nuova visione del prezioso appartamento isabelliano con i suoi allestimenti entrano in sinergia per offrirsi al visitatore.
Una parte cospicua dell’esposizione è anche frutto della ricerca documentaria e archivistica. È stata effettuata una completa revisione di documenti, la cui difficoltà di interpretazione risiede nelle espressioni illetterate, non sempre di facile lettura, con le quali l’Antico si esprime. Tali documenti, secondo soggetto della mostra, provengono dall’Archivio di Stato di Mantova, custode della gran parte del patrimonio cartaceo in relazione alla figura storica dell’artista.
Lo sviluppo stilistico dell’artista, inoltre, è accompagnato da opere di contesto e da opere che individuano nuclei critici: spicca fra queste il Camillo, proveniente dai Musei Capitolini, che l’Antico dovette vedere e studiare nei suoi soggiorni romani. La scultura bronzea racchiude infatti, cadenze stilistiche che avrebbero ispirato lo scultore.
Non mancano opere che documentano i complessi, sofisticati e contradditori gusti pittorici della marchesa, come alcuni dipinti di Lorenzo Costa che rendono conto dei capricci di Isabella.
Viene anche tentato per la prima volta, un confronto diretto fra le sculture dell’Antico e del Moderno, presunto rivale nei piccoli manufatti di medaglie e placchette. Una ristretta scelta di opere grafiche, con soggetti all’antica, riferibili all’arte di Giulio Romano documenta infine la presenza a Mantova del grande artista raffaellesco e con essa il definitivo esaurirsi del raggio d’azione dell’arte di Pier Jacopo Alari Bonacolsi.
Ritenendo utile, addirittura doveroso, per la città ducale dedicare un evento specifico a simile artista, la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Brescia Cremona e Mantova ha organizzato, con l’ausilio di un prestigioso comitato scientifico composto da Giovanni Agosti, Renata Casarin, Daniela Ferrari, Davide Gasparotto, Claudia Kryza-Gersch, Peta Motture, Arnold Nesselrath, Nicholas Penny, Guido Rebecchini, Salvatore Settis, Beatrice Paolozzi Strozzi, Filippo Trevisani, la mostra monografica dedicata all’Antico.
Si ringrazia, infine, per aver contribuito alla realizzazione della mostra la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, la Fondazione Banca Agricola Mantovana e Banca Agricola Mantovana.
12
settembre 2008
Bonacolsi l’Antico.Uno scultore nella Mantova di Andrea Mantegna e di Isabella d’Este
Dal 12 settembre 2008 al 06 gennaio 2009
arte antica
Location
PALAZZO DUCALE
Mantova, Piazza Sordello, 40, (Mantova)
Mantova, Piazza Sordello, 40, (Mantova)
Orario di apertura
tutti i giorni 9.00 - 19.00. Chiuso il 25 dicembre 2008 e il 1° gennaio 2009
Vernissage
12 Settembre 2008, ore 18
Editore
ELECTA
Ufficio stampa
ELECTA
Autore
Curatore