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Bosco magico. Gli alberi sciamanici di Paolo Martellotti
30 sculture e 25 dipinti che l’artista, anche architetto e museografo di rango internazionale, ha inserito nel prezioso contesto liberty dove architettura, arti applicate, natura coltivata, dialogano da sempre
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Casina delle Civette – Musei di Villa Torlonia,
ospita dal 9 giugno al 30 settembre 2018 la mostra “Bosco magico. Gli
alberi sciamanici di Paolo Martellotti” che permetterà di ammirare le
ultime opere del Maestro: 30 sculture e 25 dipinti che l’artista, anche
architetto e museografo di rango internazionale, ha sapientemente
inserito nel prezioso contesto liberty dove architettura, arti
applicate, natura coltivata, dialogano da sempre.
La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita
culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è a cura di
Tiziana Gazzini e Maria Grazia Massafra e sarà inaugurata venerdì 8
giugno alle ore 18.30. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
L’esposizione “Bosco magico. Gli alberi sciamanici di Paolo Martellotti”
rappresenta bene l’universo artistico del Maestro. Martellotti ha
arricchito il Giardino della Casina con sculture di legno di tiglio,
abete rosso, quercia, castagno, biancospino. Un intervento che salda
cultura e natura. Scultura che cerca e trova le forme negli alberi
prescelti. L’albero come parola a cui dare voce e non l’albero come
legno da trasformare in altro da sé. La scultura come strumento per
portare in superficie la personalità individuale di ogni albero. Anche
la pittura di Martellotti entra in questo gioco di riflessi e specchi. I
dipinti su tela (tempere, acrilici, collage, tecniche miste) sono
esposti nella Dipendenza della Casina delle Civette che diventa la
galleria di ritratti delle sculture. Quadri astratti e figurativi allo
stesso tempo. Martellotti, in un gesto, questo sì, sciamanico, ha osato
cogliere le espressioni della natura, indovinando i sentimenti nascosti
degli alberi e svelandoli con le sue sculture.
Il Bosco magico di Martellotti nasce da un progetto unitario
site-specific. Lo scultore e l’artista non possono fare a meno
dell’architetto che sa valutare l’ambiente in cui deve intervenire,
rispettandolo eppure trasformandolo. E se di miti si vuole parlare è a
quello di Apollo e Dafne che conviene rifarsi. E all’albero di marmo in
cui Bernini trasforma la ninfa che rifiutò un dio. E’ il gesto
demiurgico dell’arte che è barocco ed è contemporaneo. Semplicemente
perché è umano e quindi sempre e comunque primitivo. Il Bosco di
Martellotti è sacro perché ci racconta il momento della perdita
dell’innocenza naturale e la scoperta del nostro saper trasformare e
raccontare la natura. Il filo di Arianna che Martellotti ha dipanato in
tutta la sua storia di architetto, di artista e di intellettuale lo
aiuta a uscire dal bosco-labirinto da lui appassionatamente costruito.
Di labirinti e miti Martellotti ha scritto in un suo libro degli anni
’90 (Arianna. Modelli e miti dell’architettura, ed. Rubbettino),
mettendo anche in discussione la distinzione tra saggistica e scrittura
creativa. E non è il solo confine violato da Martellotti. Come scrive
Tiziana Gazzini, il Maestro lavora con legno, tempera, chiodi, corda per
sculture progettate e costruite col rigore del più solido degli edifici,
quasi un gesto di riparazione verso i suoi progetti architettonici che
immagina e disegna come sculture visionarie.
Un universo artistico denso di riferimenti letterari. Il cavaliere
inesistente, Domani nella battaglia, Il cavaliere nero, Il fuoco,
Maternità, Il guerriero infelice, La mano dell’architetto i titoli di
alcune sculture in mostra.
Gli alberi di Martellotti parlano, raccontano delle storie, evocano
suoni e suggeriscono musiche. Misteriosi strumenti tribali che ci
riportano ad antiche epopee.
Lo Sciamano nel mondo primitivo è il sapiente che dà voce all’oracolo e
mette in rapporto l’uomo con le forze della natura. Le dodici sculture
in legno poste nel Giardino della Casina delle Civette potrebbero essere
antichi Totem che parlano di tutto ciò che è primordiale, e lo fanno con
la lingua colta e raffinata dell’artista-sciamano che le ha create.
I legni, nel loro divenire sculture, non perdono la loro essenza di
albero, la loro qualità di esseri viventi. Martellotti rispetta la loro
personalità storica e simbolica, e anche la loro fisicità. Un abete
rosso ha un profumo, una durezza, una ramificazione, una nodosità
diversi da un biancospino e diversi saranno anche gli strumenti, le
tecniche e I colori con i quali l’Artista tratterà la materia.
Non è una mostra-paesaggio, il Bosco magico di Paolo Martellotti. A
chiarirlo definitivamente sono le opere pittoriche presentate nella
Dipendenza della Casina delle Civette.
Luce - Movimento; Materia – Movimento; Scenari – Movimento, i titoli
delle serie in cui sono suddivise le opere pittoriche. Primi piani,
close-up, dettagli esplosi delle sculture esposte nel Giardino. Un modo
per far avvicinare lo spettatore alle sculture, per farlo entrare negli
angoli segreti di alberi che si protendono verso le nuvole, e che
diventano cavalieri, draghi, castelli, mani, architetture. Martellotti
pratica quasi uno zoom delle sculture. In un continuo gioco di
vicino/lontano, un’opera che sembra grandissima è piccolissima e una
piccolissima è invece grandissima, rivelando il seme barocco del
linguaggio dell’artista-architetto. Con la pittura, l’artista trasforma
le sue sculture in architetture di nuove megalopoli e affronta gli
enigmi matematici posti dagli elementi naturali. E’ la dimensione
“altra” della realtà che si afferma come filo conduttore della mostra.
Questa mostra mette in campo alla fine un altro fattore: il tempo. Le
sculture per come sono pensate e realizzate, cambiano a ogni ora del
giorno. Nell’estetica di Martellotti, le ombre parlano come le luci.
Paolo Martellotti nasce a Roma nel 1943. Architetto, museografo, negli
anni ’70 con il gruppo LABIRINTO partecipa alle più importanti mostre
nazionali ed internazionali degli “architetti artisti”.
Dagli anni ’80 svolge la sua attività con IL LABORATORIO SRL. Sue opere
sono in collezioni private e nelle collezioni permanenti del Fondo
Francesco Moschini A.A.M. Architettura Arte Moderna, del Museo Tchoban a
Berlino, del Museo Schusev di Mosca, del Centro Pompidou di Parigi e del
MAXXI di Roma.
Fra le tante esposizioni realizzate ha mostrato le sue opere di artista
in varie città degli USA, a Parigi, Mosca, Bonn, Londra e Seul.
Durante il periodo della mostra si terranno visite guidate, eventi
musicali ed eventi performativi sui temi dell’esposizione.
ospita dal 9 giugno al 30 settembre 2018 la mostra “Bosco magico. Gli
alberi sciamanici di Paolo Martellotti” che permetterà di ammirare le
ultime opere del Maestro: 30 sculture e 25 dipinti che l’artista, anche
architetto e museografo di rango internazionale, ha sapientemente
inserito nel prezioso contesto liberty dove architettura, arti
applicate, natura coltivata, dialogano da sempre.
La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita
culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è a cura di
Tiziana Gazzini e Maria Grazia Massafra e sarà inaugurata venerdì 8
giugno alle ore 18.30. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
L’esposizione “Bosco magico. Gli alberi sciamanici di Paolo Martellotti”
rappresenta bene l’universo artistico del Maestro. Martellotti ha
arricchito il Giardino della Casina con sculture di legno di tiglio,
abete rosso, quercia, castagno, biancospino. Un intervento che salda
cultura e natura. Scultura che cerca e trova le forme negli alberi
prescelti. L’albero come parola a cui dare voce e non l’albero come
legno da trasformare in altro da sé. La scultura come strumento per
portare in superficie la personalità individuale di ogni albero. Anche
la pittura di Martellotti entra in questo gioco di riflessi e specchi. I
dipinti su tela (tempere, acrilici, collage, tecniche miste) sono
esposti nella Dipendenza della Casina delle Civette che diventa la
galleria di ritratti delle sculture. Quadri astratti e figurativi allo
stesso tempo. Martellotti, in un gesto, questo sì, sciamanico, ha osato
cogliere le espressioni della natura, indovinando i sentimenti nascosti
degli alberi e svelandoli con le sue sculture.
Il Bosco magico di Martellotti nasce da un progetto unitario
site-specific. Lo scultore e l’artista non possono fare a meno
dell’architetto che sa valutare l’ambiente in cui deve intervenire,
rispettandolo eppure trasformandolo. E se di miti si vuole parlare è a
quello di Apollo e Dafne che conviene rifarsi. E all’albero di marmo in
cui Bernini trasforma la ninfa che rifiutò un dio. E’ il gesto
demiurgico dell’arte che è barocco ed è contemporaneo. Semplicemente
perché è umano e quindi sempre e comunque primitivo. Il Bosco di
Martellotti è sacro perché ci racconta il momento della perdita
dell’innocenza naturale e la scoperta del nostro saper trasformare e
raccontare la natura. Il filo di Arianna che Martellotti ha dipanato in
tutta la sua storia di architetto, di artista e di intellettuale lo
aiuta a uscire dal bosco-labirinto da lui appassionatamente costruito.
Di labirinti e miti Martellotti ha scritto in un suo libro degli anni
’90 (Arianna. Modelli e miti dell’architettura, ed. Rubbettino),
mettendo anche in discussione la distinzione tra saggistica e scrittura
creativa. E non è il solo confine violato da Martellotti. Come scrive
Tiziana Gazzini, il Maestro lavora con legno, tempera, chiodi, corda per
sculture progettate e costruite col rigore del più solido degli edifici,
quasi un gesto di riparazione verso i suoi progetti architettonici che
immagina e disegna come sculture visionarie.
Un universo artistico denso di riferimenti letterari. Il cavaliere
inesistente, Domani nella battaglia, Il cavaliere nero, Il fuoco,
Maternità, Il guerriero infelice, La mano dell’architetto i titoli di
alcune sculture in mostra.
Gli alberi di Martellotti parlano, raccontano delle storie, evocano
suoni e suggeriscono musiche. Misteriosi strumenti tribali che ci
riportano ad antiche epopee.
Lo Sciamano nel mondo primitivo è il sapiente che dà voce all’oracolo e
mette in rapporto l’uomo con le forze della natura. Le dodici sculture
in legno poste nel Giardino della Casina delle Civette potrebbero essere
antichi Totem che parlano di tutto ciò che è primordiale, e lo fanno con
la lingua colta e raffinata dell’artista-sciamano che le ha create.
I legni, nel loro divenire sculture, non perdono la loro essenza di
albero, la loro qualità di esseri viventi. Martellotti rispetta la loro
personalità storica e simbolica, e anche la loro fisicità. Un abete
rosso ha un profumo, una durezza, una ramificazione, una nodosità
diversi da un biancospino e diversi saranno anche gli strumenti, le
tecniche e I colori con i quali l’Artista tratterà la materia.
Non è una mostra-paesaggio, il Bosco magico di Paolo Martellotti. A
chiarirlo definitivamente sono le opere pittoriche presentate nella
Dipendenza della Casina delle Civette.
Luce - Movimento; Materia – Movimento; Scenari – Movimento, i titoli
delle serie in cui sono suddivise le opere pittoriche. Primi piani,
close-up, dettagli esplosi delle sculture esposte nel Giardino. Un modo
per far avvicinare lo spettatore alle sculture, per farlo entrare negli
angoli segreti di alberi che si protendono verso le nuvole, e che
diventano cavalieri, draghi, castelli, mani, architetture. Martellotti
pratica quasi uno zoom delle sculture. In un continuo gioco di
vicino/lontano, un’opera che sembra grandissima è piccolissima e una
piccolissima è invece grandissima, rivelando il seme barocco del
linguaggio dell’artista-architetto. Con la pittura, l’artista trasforma
le sue sculture in architetture di nuove megalopoli e affronta gli
enigmi matematici posti dagli elementi naturali. E’ la dimensione
“altra” della realtà che si afferma come filo conduttore della mostra.
Questa mostra mette in campo alla fine un altro fattore: il tempo. Le
sculture per come sono pensate e realizzate, cambiano a ogni ora del
giorno. Nell’estetica di Martellotti, le ombre parlano come le luci.
Paolo Martellotti nasce a Roma nel 1943. Architetto, museografo, negli
anni ’70 con il gruppo LABIRINTO partecipa alle più importanti mostre
nazionali ed internazionali degli “architetti artisti”.
Dagli anni ’80 svolge la sua attività con IL LABORATORIO SRL. Sue opere
sono in collezioni private e nelle collezioni permanenti del Fondo
Francesco Moschini A.A.M. Architettura Arte Moderna, del Museo Tchoban a
Berlino, del Museo Schusev di Mosca, del Centro Pompidou di Parigi e del
MAXXI di Roma.
Fra le tante esposizioni realizzate ha mostrato le sue opere di artista
in varie città degli USA, a Parigi, Mosca, Bonn, Londra e Seul.
Durante il periodo della mostra si terranno visite guidate, eventi
musicali ed eventi performativi sui temi dell’esposizione.
08
giugno 2018
Bosco magico. Gli alberi sciamanici di Paolo Martellotti
Dall'otto giugno al 30 settembre 2018
arte contemporanea
Location
CASINA DELLE CIVETTE – VILLA TORLONIA
Roma, Via Nomentana, 70, (Roma)
Roma, Via Nomentana, 70, (Roma)
Biglietti
€ 6,00 intero; € 5,00 ridotto
Orario di apertura
Da martedì a domenica ore 9.00-19.00
La biglietteria chiude 45 minuti prima
Giorni di chiusura: lunedì
Vernissage
8 Giugno 2018, ore 18.30
Autore
Curatore