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Brajo Fuso – Epifenomeni cromomaterici
Brajo Fuso (1899 – 1980), artista del riuso degli oggetti nella stagione dell’Informale italiano e del New Dada, stimato da critici come Giulio Carlo Argan e Andrè Verdet, è riproposto all’attenzione del mondo artistico insieme a opere di Burri, Fontana, Prampolini e Scarpitta
Comunicato stampa
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Brajo Fuso (1899 - 1980), artista eclettico e sperimentatore originalissimo della materia, e del riuso degli oggetti nella stagione dell’Informale italiano e del New Dada, stimato da critici e poeti come Giulio Carlo Argan e Andrè Verdet è qui riproposto all’attenzione del mondo artistico con una quarantina di opere storiche affiancate da opere di Alberto Burri, Lucio Fontana, Enrico Prampolini, Andrè Masson e Salvatore Scarpitta.
Si può forse estendere abbastanza questo principio creativo di Brajo Fuso, di una oscillazione molto forte tra il piano dell’illusione (fino anche al paesaggio dall’alto) e il piano della cognizione dell’oggetto come tale – come ancora nel Cromoggetto grigio del 1956. Nella straticromia “a nido d’ape” o “a rete” – Straticromia 1969 – ad esempio una certa estetizzazione cromatica dei materiali potrebbe far pendere la bilancia dalla parte dell’illusione, ma quel che è abbastanza certo nel suo lavoro è il carattere sempre invece non estetizzante, e finanche come di “malattia” di queste composizioni, come notava Argan.
Ebbe a dichiarare Giulio Carlo Argan nell’intervista alla RAI del 1980, pochi mesi prima della scomparsa di Brajo “…verrà il momento in cui l’opera di Brajo Fuso verrà valutata sul piano estetico generale per quello che realmente rappresenta: la capacità di reazione creativa all’ambiente in cui si vive”
Si può forse estendere abbastanza questo principio creativo di Brajo Fuso, di una oscillazione molto forte tra il piano dell’illusione (fino anche al paesaggio dall’alto) e il piano della cognizione dell’oggetto come tale – come ancora nel Cromoggetto grigio del 1956. Nella straticromia “a nido d’ape” o “a rete” – Straticromia 1969 – ad esempio una certa estetizzazione cromatica dei materiali potrebbe far pendere la bilancia dalla parte dell’illusione, ma quel che è abbastanza certo nel suo lavoro è il carattere sempre invece non estetizzante, e finanche come di “malattia” di queste composizioni, come notava Argan.
Ebbe a dichiarare Giulio Carlo Argan nell’intervista alla RAI del 1980, pochi mesi prima della scomparsa di Brajo “…verrà il momento in cui l’opera di Brajo Fuso verrà valutata sul piano estetico generale per quello che realmente rappresenta: la capacità di reazione creativa all’ambiente in cui si vive”
11
ottobre 2018
Brajo Fuso – Epifenomeni cromomaterici
Dall'undici ottobre 2018 all'undici gennaio 2019
arte moderna e contemporanea
Location
FUTURISM&CO
Roma, Via Mario De' Fiori, 68, (Roma)
Roma, Via Mario De' Fiori, 68, (Roma)
Orario di apertura
dalle 14.30 alle 19.30 lunedì
dalle 11.30 alle 19.30 martedì - sabato
Vernissage
11 Ottobre 2018, ore 18.00
Autore
Curatore