Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Brave New Alps – (Re)move
Con il progetto (RE)MOVE del collettivo Brave New Alps mercoledì 9 aprile si inaugura il secondo ciclo dell’iniziativa Museion at the EURAC tower, il progetto di collaborazione tra l’Accademia Europea di Bolzano (EURAC) e Museion – museo d’arte moderna e contemporanea, Bolzano
Comunicato stampa
Segnala l'evento
A cura di
Annelie Bortolotti, EURAC, curatrice e coordinatrice
Letizia Ragaglia, MUSEION, curatrice
Con il progetto (RE)MOVE del collettivo Brave New Alps mercoledì 9 aprile si inaugura il secondo ciclo dell’iniziativa Museion at the EURAC tower, il progetto di collaborazione tra l’Accademia Europea di Bolzano (EURAC) e Museion - museo d’arte moderna e contemporanea, Bolzano.
La collaborazione consiste nella promozione di una serie di progetti di giovani artisti, che sulla base del dialogo con alcuni ricercatori dell’EURAC, realizzano delle apposite installazioni per l’EURAC tower. Obiettivo dei lavori non è una traduzione didascalica tra arte e scienza, bensì uno scambio vicendevole che porti a nuovi punti di vista, ad un’originale possibilità in più di considerare la tematica in questione.
E proprio nuove possibilità di relazione con l’ambiente e nuove modalità di fruizione all’insegna della sostenibilità sono al centro della ricerca dei Brave New Alps, il collettivo composto da Bianca Elzenbaumer (Brunico, 1980) e Fabio Franz (Colonia, 1983). L’indagine dei due artisti unisce motivazioni estetiche, antropologiche e sociali volte a sondare l’impatto umano con l’ambiente; nella realizzazione delle opere essi si concentrano prevalentemente su territori come le Alpi, che sentono geograficamente e concettualmente vicini. Nell’opera (RE)MOVE, realizzata per la torre dell’EURAC in dialogo con i ricercatori Flavio V. Ruffini e Eva Teglas dell’Istituto per lo sviluppo regionale ed il management turistico, i Brave New Alps si sono confrontati con il tema del traffico automobilistico. Partendo dal presupposto che la guida di un’automobile conferisce una sorta di sensazione di onnipotenza, cui è difficile sottrarsi, il progetto suggerisce uno sguardo che stabilisce una relazione con una situazione concreta e condivisibile dai più. Attraverso un display sulla torre dell’EURAC che mostra in tempo reale le condizioni del traffico su ponte Druso, i due artisti intendono fissare con insistenza una realtà, sospendendo ogni giudizio. Il pubblico è implicitamente chiamato a porsi domande su un argomento che non ignora affatto, ma con cui mantiene un rapporto di graduale assuefazione. All’esterno della torre il visitatore può sperimentare un ironico stato di isolamento dal traffico. Al suo interno, invece, grazie a dispositivi visivi che esplicitano il coinvolgimento diretto dei ricercatori nella mostra, gli artisti cercano di scardinare abitudini inveterate e di sviluppare un percorso espositivo capace di stimolare una nuova sensibilità.
A (RE)MOTE dei Brave New Alps, che resterà aperto fino al 6 giugno, seguirà, dal 9 luglio al 26 settembre un’installazione realizzata da Jacopo Candotti (Bolzano, 1982) in dialogo con il biologo Fabio Marroni dell’Istituto di medicina genetica. Chiude il ciclo un’opera di Hans Winkler (Rott/Inn, Baviera, 1955) in collaborazione con lo studioso Albert Zink dell’Istituto per le mummie e l’iceman (dal 23 ottobre al 12 dicembre 2008).
MUSEION AT THE EURAC TOWER 2008
Wissen schaf(f)t Kunst _ Percorsi tra arte e scienza
Letizia Ragaglia, curatrice Museion
Da una comune vocazione alla sperimentazione e alla ricerca nel 2007 è nata la collaborazione tra MUSEION ed EURAC, che si è tradotta nell’iniziativa MUSEION AT THE EURAC TOWER.
La collaborazione consiste concretamente nella promozione di una serie di progetti scaturiti dal dialogo tra artisti e ricercatori provenienti da diversi istituti dell’EURAC, ma intende soprattutto rendere accessibile al grande pubblico alcune tematiche, di solito prettamente scientifiche, attraverso l’occhio trasversale dell’arte. Gli artisti partecipanti sono stati scelti sulla base della loro propensione alla ricerca e della loro probabile affinità nei confronti delle tematiche proposte. Indubbiamente durante sviluppo dei progetti gli artisti si attengono al soggetto inerente all’ambito di ricerca loro assegnato, ma nella produzione delle opere destinate all’EURAC tower non perseguono affatto pedissequamente il fine di una traduzione didascalica dall’arte alla scienza, bensì lo sviluppo di un nuovo punto di vista, volto ad ampliare le possibilità di considerare la tematica in questione. Pertanto le mostre all’EURAC tower consistono anche nella visualizzazione di un percorso compiuto, al quale nell’edizione 2008 si intende dare massima visibilità. Grazie alla maggiore presenza di materiale documentario e all’offerta di vari momenti di approfondimento durante l’evento espositivo, si vuole porre l’accento sull’importanza del processo di gestazione del progetto e sulle modalità di collaborazione che ne stanno all’origine.
L’arte contemporanea non offre risposte a domande precise, né può essere imbrigliata in precise definizioni. Consiste piuttosto in modalità molteplici ed eterogenee, che gettano nuovi sguardi su ciò che circonda. È una possibilità, preziosa, necessaria e primaria, che si può cogliere o meno. Una possibilità di ascolto di un altro linguaggio, una nuova visione, un atteggiamento non assolutistico, ma spesso addirittura dilettantistico e ambiguo nei confronti delle cose. Sta ad ognuno di noi accettare o meno l’opportunità di rimettersi in gioco, di affrontare una situazione con delle regole capovolte, di avventurarsi nella percezione di una tematica senza vederne primariamente la funzionalità, ma magari percependone la nuda semplicità, l’eventuale poesia, la schietta durezza…
L’arte è uno straordinario strumento per leggere la realtà da una diversa prospettiva e dunque molto utile per affinare la sensibilità verso contesti che non si colgono più a causa degli occhi troppo abituati a guardare nella stessa direzione. Sperimentare nuove modalità di percezione può essere un “allenamento” prezioso per lo stesso mondo della scienza, ma può costituire indistintamente uno stimolo per tutti capire che ci sono punti di vista differenti per interpretare la realtà in cui viviamo.
Abbiamo tutti una propria storia, un proprio modo di vedere le cose, dal quale ci scostiamo poco volentieri – l’arte ci offre il punto di vista di chi il mondo lo vive spesso in tutte le sue contraddizioni. Gli artisti operano spesso in territori di confine, in luoghi fisici e simbolici complessi da decifrare, si confrontano continuamente con la difficoltà di rappresentare la complessità in cui viviamo. Nei workshop che hanno costellato la gestazione dei diversi progetti ed in cui è avvenuto un vivace scambio tra artisti e ricercatori, è stato interessante notare quanto anche l’approccio della scienza fosse in fondo emotivo e trasversale. L’arte contemporanea è lontana dalla concezione romantica di un’arte con pretese assolutistiche di verità: non propugna la monovalenza dell’opera, ma anzi la sua ambiguità, le sue infinite possibilità. Osservando da non esperta ho potuto constatare quanto le modalità di ricerca della scienza si discostassero da un procedimento lineare e oggettivo, a cui siamo abituati pensare fidandoci di un luogo comune. Anche i ricercatori dell’EURAC si muovono spesso in situazioni che stanno ai margini, sono esposti verso ciò che non si conosce, che non si domina, verso l’altro diverso da noi per cultura, per lingua, per metodo, per valori. Ricercatori e artisti insieme possono dunque trovare delle modalità per scombinare i luoghi comuni, per dare al grande pubblico i dati solitamente in possesso degli specialisti e trasformarli in “visioni d’artista”.
Il collettivo Brave New Alps
La ricerca di Bianca Elzenbaumer e Fabio Franz unisce motivazioni estetiche, antropologiche e sociali volte a sondare l’impatto umano con il territorio. I due, che lavorano insieme dal 2005, nella realizzazione delle loro opere si concentrano prevalentemente su territori come le Alpi, che sentono geograficamente e concettualmente vicini, anche se tra i loro ultimi progetti figura anche una guida inusuale di Gerusalemme, lontana dai luoghi comuni del turismo abituale. L'obiettivo dei loro progetti è di sensibilizzare la gente a nuove possibilità di relazione con l’ambiente, in particolare con l’arco alpino, e di suggerire nuove modalità di fruizione all’insegna della sostenibilità e di un impatto meno invasivo. Dall’intenso confronto con i ricercatori dell’istituto per lo sviluppo regionale e il management del territorio dell’EURAC è emersa la comune convinzione che una simile impostazione abbia tutte le potenzialità di non risultare fine a se stessa, ma possa costituire un'occasione per allargare oltre la cerchia degli specialisti o degli interessati la percezione e la consapevolezza delle questioni a cui un ambiente delicato e difficile come quello alpino ci pone di fronte.
In particolare, nell’ambito di “Museion at the EURAC tower” i due giovani artisti si sono confrontati con le implicazioni del traffico automobilistico, perseguendo il fine di insinuare interrogativi concreti e di coinvolgere attivamente il pubblico. Partendo dal presupposto che la guida di un’automobile conferisce una sorta di sensazione di onnipotenza, cui è difficile sottrarsi, il progetto di Bianca Elzenbaumer e Fabio Franz vuole suggerire uno sguardo che cerca di stabilire una relazione con una situazione concreta e condivisibile dai più. Installando un display sulla torre dell’EURAC che mostra in tempo reale le condizioni del traffico su ponte Druso, i due artisti non intendono né stupire o affascinare, bensì fissare con insistenza una realtà, sospendendo ogni giudizio. Il pubblico è implicitamente chiamato a porsi domande su un argomento che non ignora affatto, ma con il quale mantiene un rapporto di graduale assuefazione. All’esterno della torre il visitatore può anche sperimentare un ironico stato di isolamento dal traffico, al suo interno, invece, grazie ad ulteriori dispositivi visivi che esplicitano il coinvolgimento diretto dei ricercatori nella mostra, gli artisti cercano di scardinare abitudini inveterate e di sviluppare un percorso espositivo capace di stimolare una nuova sensibilità.
Annelie Bortolotti, EURAC, curatrice e coordinatrice
Letizia Ragaglia, MUSEION, curatrice
Con il progetto (RE)MOVE del collettivo Brave New Alps mercoledì 9 aprile si inaugura il secondo ciclo dell’iniziativa Museion at the EURAC tower, il progetto di collaborazione tra l’Accademia Europea di Bolzano (EURAC) e Museion - museo d’arte moderna e contemporanea, Bolzano.
La collaborazione consiste nella promozione di una serie di progetti di giovani artisti, che sulla base del dialogo con alcuni ricercatori dell’EURAC, realizzano delle apposite installazioni per l’EURAC tower. Obiettivo dei lavori non è una traduzione didascalica tra arte e scienza, bensì uno scambio vicendevole che porti a nuovi punti di vista, ad un’originale possibilità in più di considerare la tematica in questione.
E proprio nuove possibilità di relazione con l’ambiente e nuove modalità di fruizione all’insegna della sostenibilità sono al centro della ricerca dei Brave New Alps, il collettivo composto da Bianca Elzenbaumer (Brunico, 1980) e Fabio Franz (Colonia, 1983). L’indagine dei due artisti unisce motivazioni estetiche, antropologiche e sociali volte a sondare l’impatto umano con l’ambiente; nella realizzazione delle opere essi si concentrano prevalentemente su territori come le Alpi, che sentono geograficamente e concettualmente vicini. Nell’opera (RE)MOVE, realizzata per la torre dell’EURAC in dialogo con i ricercatori Flavio V. Ruffini e Eva Teglas dell’Istituto per lo sviluppo regionale ed il management turistico, i Brave New Alps si sono confrontati con il tema del traffico automobilistico. Partendo dal presupposto che la guida di un’automobile conferisce una sorta di sensazione di onnipotenza, cui è difficile sottrarsi, il progetto suggerisce uno sguardo che stabilisce una relazione con una situazione concreta e condivisibile dai più. Attraverso un display sulla torre dell’EURAC che mostra in tempo reale le condizioni del traffico su ponte Druso, i due artisti intendono fissare con insistenza una realtà, sospendendo ogni giudizio. Il pubblico è implicitamente chiamato a porsi domande su un argomento che non ignora affatto, ma con cui mantiene un rapporto di graduale assuefazione. All’esterno della torre il visitatore può sperimentare un ironico stato di isolamento dal traffico. Al suo interno, invece, grazie a dispositivi visivi che esplicitano il coinvolgimento diretto dei ricercatori nella mostra, gli artisti cercano di scardinare abitudini inveterate e di sviluppare un percorso espositivo capace di stimolare una nuova sensibilità.
A (RE)MOTE dei Brave New Alps, che resterà aperto fino al 6 giugno, seguirà, dal 9 luglio al 26 settembre un’installazione realizzata da Jacopo Candotti (Bolzano, 1982) in dialogo con il biologo Fabio Marroni dell’Istituto di medicina genetica. Chiude il ciclo un’opera di Hans Winkler (Rott/Inn, Baviera, 1955) in collaborazione con lo studioso Albert Zink dell’Istituto per le mummie e l’iceman (dal 23 ottobre al 12 dicembre 2008).
MUSEION AT THE EURAC TOWER 2008
Wissen schaf(f)t Kunst _ Percorsi tra arte e scienza
Letizia Ragaglia, curatrice Museion
Da una comune vocazione alla sperimentazione e alla ricerca nel 2007 è nata la collaborazione tra MUSEION ed EURAC, che si è tradotta nell’iniziativa MUSEION AT THE EURAC TOWER.
La collaborazione consiste concretamente nella promozione di una serie di progetti scaturiti dal dialogo tra artisti e ricercatori provenienti da diversi istituti dell’EURAC, ma intende soprattutto rendere accessibile al grande pubblico alcune tematiche, di solito prettamente scientifiche, attraverso l’occhio trasversale dell’arte. Gli artisti partecipanti sono stati scelti sulla base della loro propensione alla ricerca e della loro probabile affinità nei confronti delle tematiche proposte. Indubbiamente durante sviluppo dei progetti gli artisti si attengono al soggetto inerente all’ambito di ricerca loro assegnato, ma nella produzione delle opere destinate all’EURAC tower non perseguono affatto pedissequamente il fine di una traduzione didascalica dall’arte alla scienza, bensì lo sviluppo di un nuovo punto di vista, volto ad ampliare le possibilità di considerare la tematica in questione. Pertanto le mostre all’EURAC tower consistono anche nella visualizzazione di un percorso compiuto, al quale nell’edizione 2008 si intende dare massima visibilità. Grazie alla maggiore presenza di materiale documentario e all’offerta di vari momenti di approfondimento durante l’evento espositivo, si vuole porre l’accento sull’importanza del processo di gestazione del progetto e sulle modalità di collaborazione che ne stanno all’origine.
L’arte contemporanea non offre risposte a domande precise, né può essere imbrigliata in precise definizioni. Consiste piuttosto in modalità molteplici ed eterogenee, che gettano nuovi sguardi su ciò che circonda. È una possibilità, preziosa, necessaria e primaria, che si può cogliere o meno. Una possibilità di ascolto di un altro linguaggio, una nuova visione, un atteggiamento non assolutistico, ma spesso addirittura dilettantistico e ambiguo nei confronti delle cose. Sta ad ognuno di noi accettare o meno l’opportunità di rimettersi in gioco, di affrontare una situazione con delle regole capovolte, di avventurarsi nella percezione di una tematica senza vederne primariamente la funzionalità, ma magari percependone la nuda semplicità, l’eventuale poesia, la schietta durezza…
L’arte è uno straordinario strumento per leggere la realtà da una diversa prospettiva e dunque molto utile per affinare la sensibilità verso contesti che non si colgono più a causa degli occhi troppo abituati a guardare nella stessa direzione. Sperimentare nuove modalità di percezione può essere un “allenamento” prezioso per lo stesso mondo della scienza, ma può costituire indistintamente uno stimolo per tutti capire che ci sono punti di vista differenti per interpretare la realtà in cui viviamo.
Abbiamo tutti una propria storia, un proprio modo di vedere le cose, dal quale ci scostiamo poco volentieri – l’arte ci offre il punto di vista di chi il mondo lo vive spesso in tutte le sue contraddizioni. Gli artisti operano spesso in territori di confine, in luoghi fisici e simbolici complessi da decifrare, si confrontano continuamente con la difficoltà di rappresentare la complessità in cui viviamo. Nei workshop che hanno costellato la gestazione dei diversi progetti ed in cui è avvenuto un vivace scambio tra artisti e ricercatori, è stato interessante notare quanto anche l’approccio della scienza fosse in fondo emotivo e trasversale. L’arte contemporanea è lontana dalla concezione romantica di un’arte con pretese assolutistiche di verità: non propugna la monovalenza dell’opera, ma anzi la sua ambiguità, le sue infinite possibilità. Osservando da non esperta ho potuto constatare quanto le modalità di ricerca della scienza si discostassero da un procedimento lineare e oggettivo, a cui siamo abituati pensare fidandoci di un luogo comune. Anche i ricercatori dell’EURAC si muovono spesso in situazioni che stanno ai margini, sono esposti verso ciò che non si conosce, che non si domina, verso l’altro diverso da noi per cultura, per lingua, per metodo, per valori. Ricercatori e artisti insieme possono dunque trovare delle modalità per scombinare i luoghi comuni, per dare al grande pubblico i dati solitamente in possesso degli specialisti e trasformarli in “visioni d’artista”.
Il collettivo Brave New Alps
La ricerca di Bianca Elzenbaumer e Fabio Franz unisce motivazioni estetiche, antropologiche e sociali volte a sondare l’impatto umano con il territorio. I due, che lavorano insieme dal 2005, nella realizzazione delle loro opere si concentrano prevalentemente su territori come le Alpi, che sentono geograficamente e concettualmente vicini, anche se tra i loro ultimi progetti figura anche una guida inusuale di Gerusalemme, lontana dai luoghi comuni del turismo abituale. L'obiettivo dei loro progetti è di sensibilizzare la gente a nuove possibilità di relazione con l’ambiente, in particolare con l’arco alpino, e di suggerire nuove modalità di fruizione all’insegna della sostenibilità e di un impatto meno invasivo. Dall’intenso confronto con i ricercatori dell’istituto per lo sviluppo regionale e il management del territorio dell’EURAC è emersa la comune convinzione che una simile impostazione abbia tutte le potenzialità di non risultare fine a se stessa, ma possa costituire un'occasione per allargare oltre la cerchia degli specialisti o degli interessati la percezione e la consapevolezza delle questioni a cui un ambiente delicato e difficile come quello alpino ci pone di fronte.
In particolare, nell’ambito di “Museion at the EURAC tower” i due giovani artisti si sono confrontati con le implicazioni del traffico automobilistico, perseguendo il fine di insinuare interrogativi concreti e di coinvolgere attivamente il pubblico. Partendo dal presupposto che la guida di un’automobile conferisce una sorta di sensazione di onnipotenza, cui è difficile sottrarsi, il progetto di Bianca Elzenbaumer e Fabio Franz vuole suggerire uno sguardo che cerca di stabilire una relazione con una situazione concreta e condivisibile dai più. Installando un display sulla torre dell’EURAC che mostra in tempo reale le condizioni del traffico su ponte Druso, i due artisti non intendono né stupire o affascinare, bensì fissare con insistenza una realtà, sospendendo ogni giudizio. Il pubblico è implicitamente chiamato a porsi domande su un argomento che non ignora affatto, ma con il quale mantiene un rapporto di graduale assuefazione. All’esterno della torre il visitatore può anche sperimentare un ironico stato di isolamento dal traffico, al suo interno, invece, grazie ad ulteriori dispositivi visivi che esplicitano il coinvolgimento diretto dei ricercatori nella mostra, gli artisti cercano di scardinare abitudini inveterate e di sviluppare un percorso espositivo capace di stimolare una nuova sensibilità.
09
aprile 2008
Brave New Alps – (Re)move
Dal 09 aprile al 06 giugno 2008
arte contemporanea
Location
EURAC ACCADEMIA EUROPEA
Bolzano, Viale Druso, 1, (Bolzano)
Bolzano, Viale Druso, 1, (Bolzano)
Orario di apertura
lun-ven, 14-18
Vernissage
9 Aprile 2008, ore 18.30
Sito web
www.brave-new-alps.com
Autore
Curatore