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Bret Slater – Solo Show
Bret Slater, NY classe 1987, presenta un’intensa mostra prodotta a Torino con opere realizzate in esclusiva per gli spazi della galleria che riassumerà il suo alfabeto artistico: opere di grande formato, insieme a piccole tele tridimensionali e in più un’inedita serie dedicata a dipinti su carta.
Comunicato stampa
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Bret Slater è il secondo artista americano in residenza per la Privateview. La sua personale è prodotta a Torino per gli spazi della galleria e presenta tutte opere inedite. Opening 20 maggio 2017
Torino, 9 maggio 2017 – La felice esperienza della precedente mostra, che vedeva il debutto del progetto di residenza Privateview, ha confermato la proficua influenza subita dagli artisti grazie al contatto con l’humus storico, artistico e culturale italiano. I risultati sono stati sorprendenti e gli ospiti entusiasti. Il progetto continua!
Protagonista della seconda residenza Privateview è Bret Slater, classe 1987, nato nel Bronx, vive e lavora a Brooklyn. Slater presenta un’intensa mostra prodotta a Torino con opere realizzate in esclusiva per gli spazi della galleria che riassumerà il suo alfabeto artistico: opere di grande formato, insieme a piccole tele tridimensionali e in più un’inedita serie dedicata a dipinti su carta. La tecnica dell’artista newyorkese è da tempo apprezzata per la capacità di unire all’uso dell’olio e dell’acrilico tradizionali, vinili e resine di nuova generazione. Nonostante la giovane età Slater vanta già numerose acquisizioni Istituzionali tra le quali segnaliamo quella dell’”Indianapolis Museum Of Art”, in Indiana e al “Dallas Museum Of Art”, Texas.
La mostra è curata dal Direttore artistico di Privateview Mauro Piredda:
“L’essenza dell’approccio artistico di Bret Slater può essere paragonato a quello per la visione di 2001 Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick. Chi lo guarda aspettandosi una struttura lineare e chiara, lo trova terribilmente noioso. “2001” è da guardare non come una storia raccontata, ma come una parabola che occupa millenni interrogandosi sulle ragioni dell’esistenza. Come Kubrick crea con lo spettatore una comunicazione che supera il piano verbale, riducendo i dialoghi ad una quantità minima Bret porta alla domanda. Forma, colore e materia diventano più forti di qualsiasi parola. L’obbiettivo massimo è colpire l’inconscio senza bisogno di parole. Il monolito a forma di parallelepipedo è un’entità divina ed aliena, un modo per rappresentare in maniera “anonima” l’inconoscibile. Esso simboleggia anche ragione e coscienza. Nella preistoria, così come nel futuro, in una circolarità inesauribile Bret sviscera il concetto dell’eterno ritorno di Nietzsche e ci mostra all’infinito il suo “codice” sottoponendocelo in forme diverse, materiali e tecniche distanti. Ma sempre ugualmente denso, soprattutto se preso in esame nella sua INTEREZZA.
C’è, quindi, un ritorno continuo al punto di partenza, al bambino, che conosce il male diventando uomo, e che rinasce dopo essere diventato vecchio. Questa continuità vitale è metafora dell’esistenza, che ruota sempre intorno alla figura del monolito, centro di tutte le nostre domande senza risposta.
Il tempo è prezioso ed i tempi dilatati un lusso. In questi termini il lavoro di Bret e l’illuminante “Odissea” sono un simile, lungo, punto interrogativo. Ed interrogarsi è obbligo morale dell’individuo.
Ma Slater non si isola nel compiacimento, si apre al fruitore, lo fa con il gusto cromatico, con le superfici, la tentazione tattile per il suo lavoro è forte. La percezione è godibile, gioiosa senza “vergogne intellettuali”. Qui comincia il gioco di un Artista cosciente in grado di alterare l’impatto del suo lavoro fino quasi al suo camuffamento. Come grandi capolavori letterari assoluti etichettati come “libri per ragazzi” ma allo stesso tempo amati dai i più raffinati lettori come “L’isola del tesoro”, “Marcovaldo” e molti altri.
Bret non è Kubrick, non è Calvino e neppure Stevenson. Ma li conosce bene”.
Mauro Piredda,
direttore artistico di Privateview
Torino, 9 maggio 2017 – La felice esperienza della precedente mostra, che vedeva il debutto del progetto di residenza Privateview, ha confermato la proficua influenza subita dagli artisti grazie al contatto con l’humus storico, artistico e culturale italiano. I risultati sono stati sorprendenti e gli ospiti entusiasti. Il progetto continua!
Protagonista della seconda residenza Privateview è Bret Slater, classe 1987, nato nel Bronx, vive e lavora a Brooklyn. Slater presenta un’intensa mostra prodotta a Torino con opere realizzate in esclusiva per gli spazi della galleria che riassumerà il suo alfabeto artistico: opere di grande formato, insieme a piccole tele tridimensionali e in più un’inedita serie dedicata a dipinti su carta. La tecnica dell’artista newyorkese è da tempo apprezzata per la capacità di unire all’uso dell’olio e dell’acrilico tradizionali, vinili e resine di nuova generazione. Nonostante la giovane età Slater vanta già numerose acquisizioni Istituzionali tra le quali segnaliamo quella dell’”Indianapolis Museum Of Art”, in Indiana e al “Dallas Museum Of Art”, Texas.
La mostra è curata dal Direttore artistico di Privateview Mauro Piredda:
“L’essenza dell’approccio artistico di Bret Slater può essere paragonato a quello per la visione di 2001 Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick. Chi lo guarda aspettandosi una struttura lineare e chiara, lo trova terribilmente noioso. “2001” è da guardare non come una storia raccontata, ma come una parabola che occupa millenni interrogandosi sulle ragioni dell’esistenza. Come Kubrick crea con lo spettatore una comunicazione che supera il piano verbale, riducendo i dialoghi ad una quantità minima Bret porta alla domanda. Forma, colore e materia diventano più forti di qualsiasi parola. L’obbiettivo massimo è colpire l’inconscio senza bisogno di parole. Il monolito a forma di parallelepipedo è un’entità divina ed aliena, un modo per rappresentare in maniera “anonima” l’inconoscibile. Esso simboleggia anche ragione e coscienza. Nella preistoria, così come nel futuro, in una circolarità inesauribile Bret sviscera il concetto dell’eterno ritorno di Nietzsche e ci mostra all’infinito il suo “codice” sottoponendocelo in forme diverse, materiali e tecniche distanti. Ma sempre ugualmente denso, soprattutto se preso in esame nella sua INTEREZZA.
C’è, quindi, un ritorno continuo al punto di partenza, al bambino, che conosce il male diventando uomo, e che rinasce dopo essere diventato vecchio. Questa continuità vitale è metafora dell’esistenza, che ruota sempre intorno alla figura del monolito, centro di tutte le nostre domande senza risposta.
Il tempo è prezioso ed i tempi dilatati un lusso. In questi termini il lavoro di Bret e l’illuminante “Odissea” sono un simile, lungo, punto interrogativo. Ed interrogarsi è obbligo morale dell’individuo.
Ma Slater non si isola nel compiacimento, si apre al fruitore, lo fa con il gusto cromatico, con le superfici, la tentazione tattile per il suo lavoro è forte. La percezione è godibile, gioiosa senza “vergogne intellettuali”. Qui comincia il gioco di un Artista cosciente in grado di alterare l’impatto del suo lavoro fino quasi al suo camuffamento. Come grandi capolavori letterari assoluti etichettati come “libri per ragazzi” ma allo stesso tempo amati dai i più raffinati lettori come “L’isola del tesoro”, “Marcovaldo” e molti altri.
Bret non è Kubrick, non è Calvino e neppure Stevenson. Ma li conosce bene”.
Mauro Piredda,
direttore artistico di Privateview
20
maggio 2017
Bret Slater – Solo Show
Dal 20 maggio al 23 settembre 2017
arte contemporanea
Location
PRIVATEVIEW
Torino, Via Goito, 16, (Torino)
Torino, Via Goito, 16, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 19.00, mattino su appuntamento
Vernissage
20 Maggio 2017, ore 17.00 – 21.00
Autore
Curatore