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Brian Eno – Light Music
Eno mette in relazione due nuove tipologie di lavori light boxes e speaker flowers che esplorano i temi che da sempre ispirano la ricerca artistica dell’artista riguardanti la visione e la manipolazione del tempo, luce e suono
Comunicato stampa
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Musicista polistrumentista, compositore e produttore discografico britannico, Brian Eno sperimenta le diverse forme espressive come scultore, pittore e video artista. Pioniere dell’ambient music e generative paintings crea colonne sonore per film, tracce sonore per videogames e musiche d’atmosfera. “Musicista-non-musicista”, come lui stesso ama definirsi, mostra la capacità di confrontarsi con diversi medium, fondendo musica e arti figurative e creando veri e propri “paesaggi sonori”, in cui far immergere lo spettatore. Utilizzando il monitor e le immagini in continuo movimento, crea un gioco combinatorio a infinite varianti di forme, luci, suoni, dove non tutto è sempre come appare, ogni cosa cambia impercettibilmente e in modo casuale e inesorabile, come nella vita (77 Million Paintings).
“Sino a quando lo schermo sarà considerato solo un’estensione di film o tv, il futuro potrà riservarci esclusivamente un crescente livello d’isteria. Invece a me interessa rompere il rigido rapporto tra spettatore e video; fare in modo che il primo non rimanga più seduto, ma osservi lo schermo come si ammira un dipinto”. Brian Eno
In questo progetto, realizzato per la prima volta in una galleria privata a Roma, Eno mette in relazione due nuove tipologie di lavori light boxes e speaker flowers che esplorano i temi che da sempre ispirano la ricerca artistica dell’artista riguardanti la visione e la manipolazione del tempo, luce e suono.
I light boxes sono strutture quadrangolari su cui la luce cambia direzione e intensità rivelando infinite combinazioni di seducenti giochi di ombre e colori autogenerati. Attraverso l’uso di un intreccio di luci al LED, ogni opera elimina tutti i legami temporali, senza un inizio o una fine, creando spazi ovattati e sconfinati in cui immergersi.
Gli speaker flowers, fiori costituiti da minuscoli diffusori montati su lunghi steli metallici, oscillano in base al suono che emettono. Ogni elemento emette una composizione musicale differente, il cui suono, combinandosi in modi sempre diversi, proietta l’ascoltatore in una sorta atmosfera idealizzata. Lo spettatore senza alcuno sforzo s’immerge e si abbandona temporaneamente così da fluttuare alla deriva nello spazio etereo dell’installazione.
Brian Eno, nato a Woodbridge nel 1948, dopo avere frequentato l’Ipswich College, l’istituto d’arte in cui per un bienno farà sperimentazione e approfondirà le sue conoscenze e il suo amore per l’arte in genere e per le arti visive in particolare, conseguirà la laurea nel 1969 alla Winchester School of Art di Southampton. Successivamente lavorerà a Londra come tecnico multimediale e grafico. Questo per sottolineare quanto studio, teoria e pratica, ci sia dietro alle invenzioni e alla ricca produzione artistica di Brian Peter George St. John le Baptiste de la Salle Eno, visual artist (espone dalla fine degli anni Settanta, a Tokyo, Cape Town, Rio de Janeiro, New York, Londra, Madrid), musicista, cantante, compositore e produttore discografico britannico. In ambito informatico è principalmente conosciuto per essere il compositore del jingle, startup sound, utilizzato all’avvio del sistema operativo Windows 95. Precursore di generi musicali, tra cui ambient, new wave, e di recente new age, Eno ha prodotto e supportato come perfomer gli album di artisti di caratura internazionale: David Bowie, David Byrne e i suoi Talking Heads, Bryan Ferry e i suoi Roxy Music, Peter Gabriel, Ultravox, Philip Glass (“Bowie&Eno meet Glass”, 2003), Paul Simon, Laurie Anderson e Grace Jones, U2, Coldplay. Tra le collaborazioni italiane, spiccano: quella con Teresa De Sio, per ben due volte, per “Africana” nel 1985 e per “La storia vera di Lupita Mendera” (musiche di Teresa De Sio, Michael Brook, Brian Eno) , contenuta nell’album “Sindarella Suite” del 1988; e la mostra – evento Mimmo Paladino/Brian Eno “A work for the Ara Pacis”, Opera per l’Ara pacis, a Roma, nel mese di maggio 2008, il primo evento site specific ideato per gli spazi del Museo dell’Ara Pacis, musiche composte da Eno per le sculture di Paladino, due indiscussi e grandi protagonisti della cultura contemporanea. Un altro sodalizio fruttuoso e memorabile è quello con lo straordinario artista, cantante, mimo, attore, pittore, musicista polistrumentista, compositore, britannico, David Bowie, alias “Il Duca Bianco”, tra il 1977 e il 1979, Brian Eno incontra il genio Bowie e collabora con lui alla cosiddetta trilogia berlinese, tre album: “Low”, “Heroes”, “Lodger”, il momento più sperimentale di Bowie. L’ultima creazione musicale, in ordine cronologico, di Eno è “High Life” (2014), una collaborazione con Karl Hyde. Nel 2009 è stato invitato a prdurre un òavoro per l’esterno della inconfondbile Opera house di Sidney in Australia . Nel 2013, il libro “Brian Eno: Visual Music”, scrittore Christopher Scoates, collaboratore Eno, è un’antologia delle creazioni di Brian Eno, una sorta di catalogo di una mostra immaginata e agognata, che ha già aperto la strada a future esposizioni dell’artista di Woodbridge, tra cui quella al Teatro Margherita di Bari.
“Sino a quando lo schermo sarà considerato solo un’estensione di film o tv, il futuro potrà riservarci esclusivamente un crescente livello d’isteria. Invece a me interessa rompere il rigido rapporto tra spettatore e video; fare in modo che il primo non rimanga più seduto, ma osservi lo schermo come si ammira un dipinto”. Brian Eno
In questo progetto, realizzato per la prima volta in una galleria privata a Roma, Eno mette in relazione due nuove tipologie di lavori light boxes e speaker flowers che esplorano i temi che da sempre ispirano la ricerca artistica dell’artista riguardanti la visione e la manipolazione del tempo, luce e suono.
I light boxes sono strutture quadrangolari su cui la luce cambia direzione e intensità rivelando infinite combinazioni di seducenti giochi di ombre e colori autogenerati. Attraverso l’uso di un intreccio di luci al LED, ogni opera elimina tutti i legami temporali, senza un inizio o una fine, creando spazi ovattati e sconfinati in cui immergersi.
Gli speaker flowers, fiori costituiti da minuscoli diffusori montati su lunghi steli metallici, oscillano in base al suono che emettono. Ogni elemento emette una composizione musicale differente, il cui suono, combinandosi in modi sempre diversi, proietta l’ascoltatore in una sorta atmosfera idealizzata. Lo spettatore senza alcuno sforzo s’immerge e si abbandona temporaneamente così da fluttuare alla deriva nello spazio etereo dell’installazione.
Brian Eno, nato a Woodbridge nel 1948, dopo avere frequentato l’Ipswich College, l’istituto d’arte in cui per un bienno farà sperimentazione e approfondirà le sue conoscenze e il suo amore per l’arte in genere e per le arti visive in particolare, conseguirà la laurea nel 1969 alla Winchester School of Art di Southampton. Successivamente lavorerà a Londra come tecnico multimediale e grafico. Questo per sottolineare quanto studio, teoria e pratica, ci sia dietro alle invenzioni e alla ricca produzione artistica di Brian Peter George St. John le Baptiste de la Salle Eno, visual artist (espone dalla fine degli anni Settanta, a Tokyo, Cape Town, Rio de Janeiro, New York, Londra, Madrid), musicista, cantante, compositore e produttore discografico britannico. In ambito informatico è principalmente conosciuto per essere il compositore del jingle, startup sound, utilizzato all’avvio del sistema operativo Windows 95. Precursore di generi musicali, tra cui ambient, new wave, e di recente new age, Eno ha prodotto e supportato come perfomer gli album di artisti di caratura internazionale: David Bowie, David Byrne e i suoi Talking Heads, Bryan Ferry e i suoi Roxy Music, Peter Gabriel, Ultravox, Philip Glass (“Bowie&Eno meet Glass”, 2003), Paul Simon, Laurie Anderson e Grace Jones, U2, Coldplay. Tra le collaborazioni italiane, spiccano: quella con Teresa De Sio, per ben due volte, per “Africana” nel 1985 e per “La storia vera di Lupita Mendera” (musiche di Teresa De Sio, Michael Brook, Brian Eno) , contenuta nell’album “Sindarella Suite” del 1988; e la mostra – evento Mimmo Paladino/Brian Eno “A work for the Ara Pacis”, Opera per l’Ara pacis, a Roma, nel mese di maggio 2008, il primo evento site specific ideato per gli spazi del Museo dell’Ara Pacis, musiche composte da Eno per le sculture di Paladino, due indiscussi e grandi protagonisti della cultura contemporanea. Un altro sodalizio fruttuoso e memorabile è quello con lo straordinario artista, cantante, mimo, attore, pittore, musicista polistrumentista, compositore, britannico, David Bowie, alias “Il Duca Bianco”, tra il 1977 e il 1979, Brian Eno incontra il genio Bowie e collabora con lui alla cosiddetta trilogia berlinese, tre album: “Low”, “Heroes”, “Lodger”, il momento più sperimentale di Bowie. L’ultima creazione musicale, in ordine cronologico, di Eno è “High Life” (2014), una collaborazione con Karl Hyde. Nel 2009 è stato invitato a prdurre un òavoro per l’esterno della inconfondbile Opera house di Sidney in Australia . Nel 2013, il libro “Brian Eno: Visual Music”, scrittore Christopher Scoates, collaboratore Eno, è un’antologia delle creazioni di Brian Eno, una sorta di catalogo di una mostra immaginata e agognata, che ha già aperto la strada a future esposizioni dell’artista di Woodbridge, tra cui quella al Teatro Margherita di Bari.
20
maggio 2016
Brian Eno – Light Music
Dal 20 maggio al 30 settembre 2016
arte contemporanea
Location
GALLERIA VALENTINABONOMO
Roma, Via Del Portico D'ottavia, 13, (Roma)
Roma, Via Del Portico D'ottavia, 13, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15:00 - 19:00 Tuesday to Saturday 3Pm - 7pm
Vernissage
20 Maggio 2016, ore 18
Autore