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Broken Fall (Organic)
Cadere è una delle metafore – e insieme delle pratiche – ricorrenti della modernità. Cadere si differenzia, per toni, accenti e risultati dal più generalista volare
Comunicato stampa
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Cadere è una delle metafore – e insieme delle pratiche - ricorrenti della modernità. Cadere si differenzia, per toni, accenti e risultati dal più generalista volare.
Il volo modernista prevede, infatti, una concettualizzazione del vuoto, una presentazione non performativa, distante dalla nozione di evento secondo Alain Badiou (come qualcosa che interrompe una situazione data per opera di un “supplemento”)...e una certa dose di romanticismo, come nella celebre foto di Yves Klein.
Cadere ha invece sicuramente complicazioni psicologiche (lo spettro della failure che si aggira sempre tra di noi da più di un secolo) ma anche qualcosa di inerente ad un fare artistico che presuppone una traiettoria, una direzione, l’insistenza sulla forza di gravità e sulla fissazione di un evento che aggiunge qualcosa (o supplisce) al panorama quotidiano.
Bruegel il Vecchio, nella sua Caduta di Icaro (1555) non attribuiva grande importanza all’evento. Nel suo paesaggio, con contadino al lavoro, lo spettatore fa una certa fatica ad individuare il povero Icaro in cadu ta: dopo un po’, dopo una attenta osservazione, notiamo due piccole gambe in mare, che raffigurano l’evento.
Con gli occhi della modernità ( e del modernismo), quelle due piccole gambe rovesciate segnano una traiettoria; una direzione non marcatamente visibile che tuttavia determina pienamente il soggetto del quadro.
Le cose accadono e cadono, dopo un volo più o meno breve. L’aspirazione (o l’oggetto del desiderio) non è più lanciarsi, e rimanere in volo ma ri-cadere, con una precisa intenzione, a terra.
Negli ultimi decenni, la caduta o ibridi del volo “a scadenza” come la levitazione, si sono trasformati (anch’essi) in veri e propri fantasmi del Modernismo.
Spettri che testimoniano una sopravvivenza nel panorama visivo contemporaneo (e nella cultura visiva popolare) di una permanenza di strumenti d’indagine e di osservazione che non si affidano a complesse e ramificate reti o radici (rizoma) ma a ciò che avviene, ciò che accade quando q ualcosa cade in un punto.
Una piccola cosa, quasi invisibile nello spazio del paesaggio (due piccole gambe rovesciate in mare) che tuttavia, al di là della vanitas, segna l’oggetto del quadro e dell’arte del 900 e contemporanea.
Broken Fall (Organic) segue a meno di un anno la mostra Broken Fall (Geometric), curata da Giovanni Iovane e Alessandra Pace per Astuni Public Studio, Bologna.
Il volo modernista prevede, infatti, una concettualizzazione del vuoto, una presentazione non performativa, distante dalla nozione di evento secondo Alain Badiou (come qualcosa che interrompe una situazione data per opera di un “supplemento”)...e una certa dose di romanticismo, come nella celebre foto di Yves Klein.
Cadere ha invece sicuramente complicazioni psicologiche (lo spettro della failure che si aggira sempre tra di noi da più di un secolo) ma anche qualcosa di inerente ad un fare artistico che presuppone una traiettoria, una direzione, l’insistenza sulla forza di gravità e sulla fissazione di un evento che aggiunge qualcosa (o supplisce) al panorama quotidiano.
Bruegel il Vecchio, nella sua Caduta di Icaro (1555) non attribuiva grande importanza all’evento. Nel suo paesaggio, con contadino al lavoro, lo spettatore fa una certa fatica ad individuare il povero Icaro in cadu ta: dopo un po’, dopo una attenta osservazione, notiamo due piccole gambe in mare, che raffigurano l’evento.
Con gli occhi della modernità ( e del modernismo), quelle due piccole gambe rovesciate segnano una traiettoria; una direzione non marcatamente visibile che tuttavia determina pienamente il soggetto del quadro.
Le cose accadono e cadono, dopo un volo più o meno breve. L’aspirazione (o l’oggetto del desiderio) non è più lanciarsi, e rimanere in volo ma ri-cadere, con una precisa intenzione, a terra.
Negli ultimi decenni, la caduta o ibridi del volo “a scadenza” come la levitazione, si sono trasformati (anch’essi) in veri e propri fantasmi del Modernismo.
Spettri che testimoniano una sopravvivenza nel panorama visivo contemporaneo (e nella cultura visiva popolare) di una permanenza di strumenti d’indagine e di osservazione che non si affidano a complesse e ramificate reti o radici (rizoma) ma a ciò che avviene, ciò che accade quando q ualcosa cade in un punto.
Una piccola cosa, quasi invisibile nello spazio del paesaggio (due piccole gambe rovesciate in mare) che tuttavia, al di là della vanitas, segna l’oggetto del quadro e dell’arte del 900 e contemporanea.
Broken Fall (Organic) segue a meno di un anno la mostra Broken Fall (Geometric), curata da Giovanni Iovane e Alessandra Pace per Astuni Public Studio, Bologna.
19
febbraio 2011
Broken Fall (Organic)
Dal 19 febbraio al 29 maggio 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA ENRICO ASTUNI
Bologna, Via Jacopo Barozzi Vignola, 3, (Bologna)
Bologna, Via Jacopo Barozzi Vignola, 3, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì a sabato
10-13 / 15-19
domenica e lunedì su appuntamento
Vernissage
19 Febbraio 2011, ore 19
Autore
Curatore