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Bruna Gasparini – La palude e la marina
Attraverso una trentina di opere, in cui le magmatiche luminose composizioni esprimono una liricità d’aver stimolato poeti come Diego Valeri e Alfonso Gatto, viene ripercorso tutto l’arco della sua produzione. Un’occasione eccezionale non solo per approfondire la conoscenza di una delle pittrici più interessanti del ‘900, ma per riflettere sui cambiamenti dell’arte del secolo appena concluso. L’immagine di Bruna Gasparini che ne deriva è quella di un’artista profondamente moderna, capace di recepire e interpretare, a partire dallo spazialismo, lo spirito nuovo del suo tempo.
Comunicato stampa
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Bruna Gasparini
la palude e la marina
dipinti
sabato venti dicembre duemilaotto
dalle ore diciannove
a cura di Laura Gavioli presentazione di Renzo Margonari
intermezzi poetici e musicali con Andrea Zanella e Gildo Turolla
straordinaria partecipazione di
Clari Gherardi Zanella
ore 20,00 cena con sapori del Delta euro venticinque a persona è gradita la prenotazioe entro il venerdì
Ca’ Cornera stazione di sosta nel delta del Po Porto Viro (RO) 0426 325457 - 348 7157940 – www.cacorneradeltapo.it
nel granaio
dal 20 dicembre 2008 al 31 gennaio 2009
dalle 10 alle 19 escluso il lunedì
ingresso libero, catalogo in mostra
Il Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti (Mn) ha dedicato a Bruna Gasparini, figlia del Po, una mostra, nell’estate scorsa, per onorare tempestivamente la figura e l’opera dell’artista a dieci anni dalla sua scomparsa. Ca’ Cornera, ancora una volta, attenta alla ricerca e alla valorizzazione dell’arte contemporanea nell’ambito padano, propone parte della mostra gazoldese ringraziando particolarmente il curatore Renzo Margonari e i famigliari dell’artista per la disponibilità e collaborazione. L’originalità della mostra sta anche nell’accentuazione che Renzo Margonari vuole dare ai caratteri della pittura di questo straordinario personaggio e alle sue origini, sin dal significativo titolo “la palude e la marina”. Attraverso una trentina di opere, in cui le magmatiche luminose composizioni esprimono una liricità d’aver stimolato poeti come Diego Valeri e Alfonso Gatto, viene ripercorso tutto l’arco della sua produzione. Un’occasione eccezionale non solo per approfondire la conoscenza di una delle pittrici più interessanti del ‘900, ma per riflettere sui cambiamenti dell’arte del secolo appena concluso. L’immagine di Bruna Gasparini che ne deriva è quella di un’artista profondamente moderna, capace di recepire e interpretare, a partire dallo spazialismo, lo spirito nuovo del suo tempo.
Bruna Gasparini
la palude e la marina
“(…) Bruna Gasparini quasi si annulla nel colore, assiste al fenomeno metabolico della materia che si trasforma in pittura, s’inventa da sola, accompagnando appena il divenire del dipinto che si fa da sé, forse rammentando quando Max Ernst esortava a “lasciar lavorare”la materia che contiene la propria forma.(…) Nello Spazialismo l’idea della luce è fisica, altro dalla concezione metafisica e spirituale dello Spazialismo Veneziano che conduce Bruna all’Informale. In questo senso - pochi si sono accorti - ha sopravanzato anche i suoi compagni veneziani nella declinazione astratto-naturalista, ancora evocando fenomeni degli elementi liberi come cieli, fondali marini, acque dolci (“paesaggi” del Po), aria, luce che -così dice il suo abituale esegeta, Toni Toniato - subiscono una sorta di fusione per incandescenza delle loro proprietà. L’artista riesce a percepire l’idea della massima libertà espansiva della materia pittorica autoreferente, assorbendo sensazioni della natura, anche quella mantovana agonizzante nel soffoco della calura estiva, di erbe marcescenti, acque ferme brulicanti di microcosmi vegetali e animali, oppure l’impercepibile volume della nebbia, e la meraviglia splendida dei fondali cristallini d’acque incontaminate. Nelle sue ultime opere con un respiro culturale d’ampiezza europea, pienamente aderenti alla pittura informale, Bruna Gasparini annulla il ruolo demiurgico del pittore. Toglie ogni dimensione fisica alla liquida femminilità della sua materia che scorre radendo lo spazio della tela, intuitivo spazio sconfinato e immaginario, senza prospettive né distanze, aperto verso ogni dimensione, secondando uno sguardo ortogonale, zenitale, come potrebbe immaginare un libero spirito che osserva un’altra immensità, udendo i suoni del colore, finalmente uscendo in mare aperto, nel cielo. (Renzo Margonari, in catalogo)
Bruna Gasparini nasce a Mantova nel 1913. Giunge giovanissima a Venezia, dove coltiva le sue grandi passioni per la pittura e la poesia. Autodidatta inizia a dipingere seguendo i suggerimenti di maestri affermati come Virgilio Guidi e Arturo Martini, orientando la sua ricerca sui rapporti fra spazio-luce-materia. Espone la prima volta a Padova nel 1938 alla Mostra Universitaria Triveneta d’Arte, nel 1939 è ammessa alla XXII Biennale d’Arte di Venezia, dove si ripresenterà nel 1948 e nel 1964 con una sala allestita dall’amico Carlo Scarpa. Partecipa alle Quadriennali di Roma nel 1948 e nel 1955, anni in cui la pittrice definisce la propria grammatica pittorica avvicinandosi all’astrattismo e alle esperienze spaziali, mantenendo un ruolo assai riservato. Si susseguono importanti esposizioni e riconoscimenti in Italia e all’estero. Ricordiamo nel 1996 la Casa del Mantegna inaugura una personale, con opere dal 1955 al 1995, introdotta in catalogo da Luca Massimo Barbero. Le ultime tele rivedono la pienezza della luce, nel giallo-oro si compendiano emozione, sentimento e rivelazione estatica della vita. Muore a Venezia nel 1998. A dieci anni dalla scomparsa il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Gazoldo degli Ippoliti onora Bruna Gasparini con una mostra antologica a cura di Renzo Margonari con opere provenienti dalla famiglia dell’artista, le stesse, in parte, esposte qui a Ca’ Cornera.
“colore intenso, tenue, tenue e leggero, forte e vivente. Nell’accostare l’uno all’altro, “immergersi con le mani”, toccarlo, spalmarlo, farlo diventare Luce con trasparenza e forza. Il rosso, l’azzurro, il giallo ed il bianco, il turchese o il cobalto, tutti... mi attraggono, mi fanno vivere”.
la palude e la marina
dipinti
sabato venti dicembre duemilaotto
dalle ore diciannove
a cura di Laura Gavioli presentazione di Renzo Margonari
intermezzi poetici e musicali con Andrea Zanella e Gildo Turolla
straordinaria partecipazione di
Clari Gherardi Zanella
ore 20,00 cena con sapori del Delta euro venticinque a persona è gradita la prenotazioe entro il venerdì
Ca’ Cornera stazione di sosta nel delta del Po Porto Viro (RO) 0426 325457 - 348 7157940 – www.cacorneradeltapo.it
nel granaio
dal 20 dicembre 2008 al 31 gennaio 2009
dalle 10 alle 19 escluso il lunedì
ingresso libero, catalogo in mostra
Il Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti (Mn) ha dedicato a Bruna Gasparini, figlia del Po, una mostra, nell’estate scorsa, per onorare tempestivamente la figura e l’opera dell’artista a dieci anni dalla sua scomparsa. Ca’ Cornera, ancora una volta, attenta alla ricerca e alla valorizzazione dell’arte contemporanea nell’ambito padano, propone parte della mostra gazoldese ringraziando particolarmente il curatore Renzo Margonari e i famigliari dell’artista per la disponibilità e collaborazione. L’originalità della mostra sta anche nell’accentuazione che Renzo Margonari vuole dare ai caratteri della pittura di questo straordinario personaggio e alle sue origini, sin dal significativo titolo “la palude e la marina”. Attraverso una trentina di opere, in cui le magmatiche luminose composizioni esprimono una liricità d’aver stimolato poeti come Diego Valeri e Alfonso Gatto, viene ripercorso tutto l’arco della sua produzione. Un’occasione eccezionale non solo per approfondire la conoscenza di una delle pittrici più interessanti del ‘900, ma per riflettere sui cambiamenti dell’arte del secolo appena concluso. L’immagine di Bruna Gasparini che ne deriva è quella di un’artista profondamente moderna, capace di recepire e interpretare, a partire dallo spazialismo, lo spirito nuovo del suo tempo.
Bruna Gasparini
la palude e la marina
“(…) Bruna Gasparini quasi si annulla nel colore, assiste al fenomeno metabolico della materia che si trasforma in pittura, s’inventa da sola, accompagnando appena il divenire del dipinto che si fa da sé, forse rammentando quando Max Ernst esortava a “lasciar lavorare”la materia che contiene la propria forma.(…) Nello Spazialismo l’idea della luce è fisica, altro dalla concezione metafisica e spirituale dello Spazialismo Veneziano che conduce Bruna all’Informale. In questo senso - pochi si sono accorti - ha sopravanzato anche i suoi compagni veneziani nella declinazione astratto-naturalista, ancora evocando fenomeni degli elementi liberi come cieli, fondali marini, acque dolci (“paesaggi” del Po), aria, luce che -così dice il suo abituale esegeta, Toni Toniato - subiscono una sorta di fusione per incandescenza delle loro proprietà. L’artista riesce a percepire l’idea della massima libertà espansiva della materia pittorica autoreferente, assorbendo sensazioni della natura, anche quella mantovana agonizzante nel soffoco della calura estiva, di erbe marcescenti, acque ferme brulicanti di microcosmi vegetali e animali, oppure l’impercepibile volume della nebbia, e la meraviglia splendida dei fondali cristallini d’acque incontaminate. Nelle sue ultime opere con un respiro culturale d’ampiezza europea, pienamente aderenti alla pittura informale, Bruna Gasparini annulla il ruolo demiurgico del pittore. Toglie ogni dimensione fisica alla liquida femminilità della sua materia che scorre radendo lo spazio della tela, intuitivo spazio sconfinato e immaginario, senza prospettive né distanze, aperto verso ogni dimensione, secondando uno sguardo ortogonale, zenitale, come potrebbe immaginare un libero spirito che osserva un’altra immensità, udendo i suoni del colore, finalmente uscendo in mare aperto, nel cielo. (Renzo Margonari, in catalogo)
Bruna Gasparini nasce a Mantova nel 1913. Giunge giovanissima a Venezia, dove coltiva le sue grandi passioni per la pittura e la poesia. Autodidatta inizia a dipingere seguendo i suggerimenti di maestri affermati come Virgilio Guidi e Arturo Martini, orientando la sua ricerca sui rapporti fra spazio-luce-materia. Espone la prima volta a Padova nel 1938 alla Mostra Universitaria Triveneta d’Arte, nel 1939 è ammessa alla XXII Biennale d’Arte di Venezia, dove si ripresenterà nel 1948 e nel 1964 con una sala allestita dall’amico Carlo Scarpa. Partecipa alle Quadriennali di Roma nel 1948 e nel 1955, anni in cui la pittrice definisce la propria grammatica pittorica avvicinandosi all’astrattismo e alle esperienze spaziali, mantenendo un ruolo assai riservato. Si susseguono importanti esposizioni e riconoscimenti in Italia e all’estero. Ricordiamo nel 1996 la Casa del Mantegna inaugura una personale, con opere dal 1955 al 1995, introdotta in catalogo da Luca Massimo Barbero. Le ultime tele rivedono la pienezza della luce, nel giallo-oro si compendiano emozione, sentimento e rivelazione estatica della vita. Muore a Venezia nel 1998. A dieci anni dalla scomparsa il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Gazoldo degli Ippoliti onora Bruna Gasparini con una mostra antologica a cura di Renzo Margonari con opere provenienti dalla famiglia dell’artista, le stesse, in parte, esposte qui a Ca’ Cornera.
“colore intenso, tenue, tenue e leggero, forte e vivente. Nell’accostare l’uno all’altro, “immergersi con le mani”, toccarlo, spalmarlo, farlo diventare Luce con trasparenza e forza. Il rosso, l’azzurro, il giallo ed il bianco, il turchese o il cobalto, tutti... mi attraggono, mi fanno vivere”.
20
dicembre 2008
Bruna Gasparini – La palude e la marina
Dal 20 dicembre 2008 al 31 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
CA’ CORNERA
Porto Viro, Località Ca' Cornera, 3, (Rovigo)
Porto Viro, Località Ca' Cornera, 3, (Rovigo)
Orario di apertura
dalle 10 alle 19 escluso il lunedì
Vernissage
20 Dicembre 2008, ore 19
Autore
Curatore