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Brunella Longo – Nelle terre della percezione e del pensiero
La fotografia non è un mezzo per catturare la realtà naturale, ma per intraprendere la creazione di un proprio mondo contiguo ma totalmente surreale, evasivo, chimerico e sospeso in una dimensione catartica, dove l’io si intrufola errabondo per trovare una identità alternativa
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Al MAON di Rende si inaugura venerdì 18 marzo alle ore 18 la mostra di Brunella Longo “Nelle terre della
percezione e del pensiero” curata da Tonino Sicoli e Massimo Di Stefano.
Brunella Longo è una fotografa italiana che elabora le immagini della natura in un suo universo
immaginifico fatto di paesaggi onirici, assemblati con vedute e forme sovrapposte, parti di natura vivente
mescolate con frammenti fossili, rocce e cascate d'acqua intrecciate con figure della storia dell'arte, dune
desertiche con sopra globi trasparenti, ghiacciai artici alla deriva montati da acrobati e conchiglie giganti,
che in altri casi diventano nuvole di un cielo capriccioso.
La fotografia non è un mezzo per catturare la realtà naturale, ma per intraprendere la creazione di un
proprio mondo contiguo ma totalmente surreale, evasivo, chimerico e sospeso in una dimensione catartica,
dove l'io si intrufola errabondo per trovare una identità alternativa.
I viaggi che hanno costituito il bagaglio di scatti di Longo sono un pretesto per un viaggio interiore, che
trasforma i luoghi visitati in scenari di una pareidolia estraniante, in cui le forme ne suggeriscono altre, con
una semiosi continua che accorpa pezzi di paesaggio e segni antropici, ambienti naturali e figure umane.
Le composizioni evocano visioni lunari desolate, vagheggianti dove uomini senza volto si confondono con le
rupi raggrinzite, i massi statici, le lande solitarie.
Sullo sfondo di un panorama trasparente si delineano bande di colore, verdastre, violacee, grige che
geometrizzano le forme organiche di una natura frastagliata e ruvida, inanimata di per sé ma che si anima
di figure ballerine, poste in sequenza come nelle fotografie stroboscopiche di Eadweard Muybridge. Le
sagome di atleti o danzatori si distribuiscono con un ritmo cadenzato a ricostruire il movimento, posa dopo
posa, in una scomposizione statica del dinamismo reale, con qualche somiglianza a certi primitivi dipinti
rupestri presenti nel Sahara.
Anche nella fotografia pura dalla plasticità esatta e dalle atmosfere rarefatte, Longo svela una natura
interiorizzata, che si manifesta nella sua assolutezza diventando corpo della terra. (Tonino Sicoli )
Il deserto, l’acqua, il ghiacciaio, lo spazio, la profondità, la sensazione di un universo ingrandito. Brunella
Longo predilige questo tipo di costruzione spaziale. Il silenzio dei Tuareg, silenzi che si succedono a silenzi,
paradisi della solitudine dove il viaggiatore passa da solitudine a solitudine, da deserto a deserto,
l’estensione, la misura del non misurabile. Ed effettivamente è proprio in termini di spazio orizzontale che si
traducono le immagini della Longo, l’evasione nella vastità degli orizzonti dove l’occhio si incanta in quelle
magie delle lontananze.Lontananze magiche, perché la trasparenza dell’atmosfera, avvolgendo i fossili, le
pietre, i sassi, le conchiglie o i corpi in un velo d’aria, riesce a liberarli dalla loro realtà vicina con l’immagine
lontana. Brunella Longo proietta le sue immagini in un ambito che lo affianca dai suoi limiti e lo libera dalla
visione esatta ed immobile. Le immagini sono dissolte in una lontananza semifantastica che un ultimo
scrupolo di chiarezza viene curiosamente a delimitare con un’ultima linea, quella dell’orizzonte. E questa
prospettiva è sia temporale che spaziale. Sono paesaggi, fotografie realistiche realizzate durante i viaggi in
Oman, Turkmenistan, sul Mar Caspio, in Islanda, in cui sono state inserite in un momento successivo, in
studio, delle fusioni. Da uno sguardo oggettivo le immagini si convertono in un mondo fantastico, onirico.
L’inclusione virtuale equilibra quasi perfettamente immobilità e movimento separandoli nel tempo,
vedendo nell’immobilità una promessa dell’atto, ma si tratta di un equilibrio che rimane sempre instabile,
un’indeterminatezza dello spazio e del tempo. Appartengono ad un mondo che è frutto di letture ed
esperienze, letture fantastiche che alimentano il desiderio di esplorare, di espandersi. I lavori più recenti di
Brunella Longo sono fotografie realistiche, naturalistiche, paesaggi dedicati a Cipro, alla Scozia, all’Oman, al
Brasile, all’Islanda, alla Groenlandia, a Cuba, in cui non vi sono sovrapposizione di immagini possibili, ma
riprese oggettive, frutto di una percezione intuitiva sulla natura incontaminata, su di un mondo ancora
integro, completo, intatto. (Massimo Di Stefano)
Brunella Longo nasce a Cassino nel 1965. Dopo aver conseguito la Laurea in Scienze Politiche presso
l'Università “ La Sapienza” di Roma, si diploma in Counselling di base presso L'Istituto di Psicosintesi di
Firenze e ottiene il Master in Artiterapie presso L'Università Roma Tre. Si forma come fotografa presso
l'atelier del fotografo Claudio Abate; seguono altre esperienze con altri importanti fotografi come Vittor
Ugo Contino, Aurelio Amendola, Massimo Piersanti.
percezione e del pensiero” curata da Tonino Sicoli e Massimo Di Stefano.
Brunella Longo è una fotografa italiana che elabora le immagini della natura in un suo universo
immaginifico fatto di paesaggi onirici, assemblati con vedute e forme sovrapposte, parti di natura vivente
mescolate con frammenti fossili, rocce e cascate d'acqua intrecciate con figure della storia dell'arte, dune
desertiche con sopra globi trasparenti, ghiacciai artici alla deriva montati da acrobati e conchiglie giganti,
che in altri casi diventano nuvole di un cielo capriccioso.
La fotografia non è un mezzo per catturare la realtà naturale, ma per intraprendere la creazione di un
proprio mondo contiguo ma totalmente surreale, evasivo, chimerico e sospeso in una dimensione catartica,
dove l'io si intrufola errabondo per trovare una identità alternativa.
I viaggi che hanno costituito il bagaglio di scatti di Longo sono un pretesto per un viaggio interiore, che
trasforma i luoghi visitati in scenari di una pareidolia estraniante, in cui le forme ne suggeriscono altre, con
una semiosi continua che accorpa pezzi di paesaggio e segni antropici, ambienti naturali e figure umane.
Le composizioni evocano visioni lunari desolate, vagheggianti dove uomini senza volto si confondono con le
rupi raggrinzite, i massi statici, le lande solitarie.
Sullo sfondo di un panorama trasparente si delineano bande di colore, verdastre, violacee, grige che
geometrizzano le forme organiche di una natura frastagliata e ruvida, inanimata di per sé ma che si anima
di figure ballerine, poste in sequenza come nelle fotografie stroboscopiche di Eadweard Muybridge. Le
sagome di atleti o danzatori si distribuiscono con un ritmo cadenzato a ricostruire il movimento, posa dopo
posa, in una scomposizione statica del dinamismo reale, con qualche somiglianza a certi primitivi dipinti
rupestri presenti nel Sahara.
Anche nella fotografia pura dalla plasticità esatta e dalle atmosfere rarefatte, Longo svela una natura
interiorizzata, che si manifesta nella sua assolutezza diventando corpo della terra. (Tonino Sicoli )
Il deserto, l’acqua, il ghiacciaio, lo spazio, la profondità, la sensazione di un universo ingrandito. Brunella
Longo predilige questo tipo di costruzione spaziale. Il silenzio dei Tuareg, silenzi che si succedono a silenzi,
paradisi della solitudine dove il viaggiatore passa da solitudine a solitudine, da deserto a deserto,
l’estensione, la misura del non misurabile. Ed effettivamente è proprio in termini di spazio orizzontale che si
traducono le immagini della Longo, l’evasione nella vastità degli orizzonti dove l’occhio si incanta in quelle
magie delle lontananze.Lontananze magiche, perché la trasparenza dell’atmosfera, avvolgendo i fossili, le
pietre, i sassi, le conchiglie o i corpi in un velo d’aria, riesce a liberarli dalla loro realtà vicina con l’immagine
lontana. Brunella Longo proietta le sue immagini in un ambito che lo affianca dai suoi limiti e lo libera dalla
visione esatta ed immobile. Le immagini sono dissolte in una lontananza semifantastica che un ultimo
scrupolo di chiarezza viene curiosamente a delimitare con un’ultima linea, quella dell’orizzonte. E questa
prospettiva è sia temporale che spaziale. Sono paesaggi, fotografie realistiche realizzate durante i viaggi in
Oman, Turkmenistan, sul Mar Caspio, in Islanda, in cui sono state inserite in un momento successivo, in
studio, delle fusioni. Da uno sguardo oggettivo le immagini si convertono in un mondo fantastico, onirico.
L’inclusione virtuale equilibra quasi perfettamente immobilità e movimento separandoli nel tempo,
vedendo nell’immobilità una promessa dell’atto, ma si tratta di un equilibrio che rimane sempre instabile,
un’indeterminatezza dello spazio e del tempo. Appartengono ad un mondo che è frutto di letture ed
esperienze, letture fantastiche che alimentano il desiderio di esplorare, di espandersi. I lavori più recenti di
Brunella Longo sono fotografie realistiche, naturalistiche, paesaggi dedicati a Cipro, alla Scozia, all’Oman, al
Brasile, all’Islanda, alla Groenlandia, a Cuba, in cui non vi sono sovrapposizione di immagini possibili, ma
riprese oggettive, frutto di una percezione intuitiva sulla natura incontaminata, su di un mondo ancora
integro, completo, intatto. (Massimo Di Stefano)
Brunella Longo nasce a Cassino nel 1965. Dopo aver conseguito la Laurea in Scienze Politiche presso
l'Università “ La Sapienza” di Roma, si diploma in Counselling di base presso L'Istituto di Psicosintesi di
Firenze e ottiene il Master in Artiterapie presso L'Università Roma Tre. Si forma come fotografa presso
l'atelier del fotografo Claudio Abate; seguono altre esperienze con altri importanti fotografi come Vittor
Ugo Contino, Aurelio Amendola, Massimo Piersanti.
18
marzo 2016
Brunella Longo – Nelle terre della percezione e del pensiero
Dal 18 marzo al 16 aprile 2016
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MAON – MUSEO D’ARTE DELL’OTTO E NOVECENTO
Rende, Via Raffaele De Bartolo, 1, (Cosenza)
Rende, Via Raffaele De Bartolo, 1, (Cosenza)
Orario di apertura
da Martedì a Sabato, ore 10,00-13,30 /15,30-19:00. Chiuso i festivi e il lunedì.
Vernissage
18 Marzo 2016, ore 18
Autore
Curatore