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Bruno Biffi – Cieli di Carta
Esposizione di sperimentazioni calcografiche sul tema del
Cielo
Per l’inaugurazione si terrà la conversazione dal titolo:
Nuovi Orizzonti dell’arte Grafica
conducono: Michele Tavola, Lorenza Salamon e Bruno Biffi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dopo la crisi che ha colpito la creatività dell’arte grafica italiana, che ha origine negli anni ‘90, da qualche tempo molti attori del settore stanno riferendo un rinnovato interesse verso tutte le forme di stampa d’arte. Le iscrizioni ai corsi di grafica d’arte delle accademie italiane sono esplose, anche con la partecipazione di molti stranieri, soprattutto asiatici; i corsi amatoriali proliferano su tutto il territorio; così come sono in aumento i comunicati stampa che segnalano mostre di grafica a livello locale e nazionale, in alcuni casi con iniziative isolate, in altri di manifestazioni che prevedono una strategia a lungo termine. E, non ultimo, alcune gallerie stanno riscoprendo il ruolo di promotori culturali perduto e, sfogate le discussioni degli ultimi anni, sono passate ad azioni propositive con offerte di mostre e dibattiti inerenti l’arte della stampa , nelle sue numerose declinazioni.
La Salamon&C. galleria milanese che da tre generazioni si propone come punto di riferimento per la diffusione della conoscenza della grafica d’arte, sia essa antica, moderna e contemporanea, ospita un incontro in occasione della mostra dedicata alle sperimentazioni calcografiche di Bruno Biffi sul tema del Cielo.
La storia dell’incisione e della stampa è stata sempre percorsa da importante vena sperimentale, quasi alchemica, che ha animato gran parte degli stampatori nelle varie epoche. Una vena presente anche nelle elaborazioni di Bruno Biffi, che attinge alla sua esperienza di stampatore e di fatto gioca con la matrice metallica e la sua natura bizzarra, fatta di ossidazioni, ruggini e imprevisti chimici. Qualche volta queste bizzarrie lo sorprendono, e da abile esecutore non si fa prendere alla sprovvista, ma sa invece beneficiarne per creare forme e atmosfere inaspettate. Nel ciclo dei cieli Biffi mostra una sfrontatezza che non appartiene al suo carattere, solitamente incline alla riservatezza; predispone la matrice con coperture di liquidi oppure vernice effettuate ad hoc, ideali per creare la nuvolaglia voluta, ma poi, in corso d’opera, queste reagiscono, si ribellano e la matrice offre ossidazioni repentine e incontrollabili. E’ in questo frangente che si svelano l’abilità del professionista e l’umiltà dell’uomo: infatti Biffi coglie queste variazioni come opportunità, assecondandole, per trasformarle in forme che più di quanto avrebbe forse voluto interpretano il caos della Natura.
Testo introduttivo di Michele Tavola
Cieli di carta
Dopo la terra, l’aria.
Bruno Biffi ha iniziato da tempo un percorso che lo sta portando attraverso l’analisi e la rappresentazione dei quattro elementi.
Tutto è iniziato con le Cave, serie nata nel 2009 ed eviscerata fino al 2013. Quando ha cominciato ad affrontare questi soggetti, tra i più interessanti della sua produzione incisoria, ancora non si era fatta strada l’idea di dare forma a un ciclo tematico da indagare e realizzare con lentezza, nel corso degli anni. Credo che le Cave siano nate dall’esigenza di conferire diversa forza e nuova attualità al paesaggio. Suggestive e scenografiche le prime, un foglio dopo l’altro sono diventate sempre più essenziali, come se l’autore si fosse progressivamente reso conto che il vero soggetto non erano i luoghi, ma l’elemento. Non più la rappresentazione di uno spazio, ma della materia.
Nell’ottobre del 2013 appare Versi dell’assenza di luce di Fabio Pusterla, una bella edizione d’arte come per fortuna se ne fanno ancora, pubblicata da Josef Weiss di Mendrisio, con tre incisioni di Bruno Biffi nelle quali, oltre alla terra, compaiono l’aria e l’acqua. Il libro è forse il punto di svolta, il momento in cui l’incisore prende coscienza di nuove possibilità espressive. Già nel mese di settembre erano nati i primi Cieli, ma le tre piccole stampe che accompagnano le poesie di Pusterla indicano chiaramente che i paesaggi non sono solamente paesaggi, ma anche allegoria e metafora del mondo, stratificando significati che sicuramente già esistevano in precedenza, sottopelle, e da quel momento possono essere esplicitati.
Da fine estate 2013 Biffi sta lavorando intensamente ai Cieli. L’acqua è già stata sperimentata con esiti più che soddisfacenti, ma non è ancora giunto il suo momento. Il fuoco è ancora in mente Dei. Oggi non possiamo sapere se un giorno vedremo una cartella di incisioni dal titolo Quattro Elementi, ma di sicuro siamo di fronte a una fase nuova sia sul piano formale sia sul piano tecnico. In analogia con la genesi delle Cave, le prime composizioni, che presentano ancora un sottile lembo di terra nella parte bassa del foglio sopra il quale si stagliano aria tersa e nuvole, sono più facilmente leggibili e decifrabili. Presto scompare quel piccolo ancoraggio a una raffigurazione più tradizionale e si vede solo una porzione di cielo, come quando si sta sdraiati su un prato e si guarda in alto: le soluzioni più ardite sfiorano l’informale.
Sperimentale è anche il processo creativo: le lastre dei Cieli, per Biffi, sono una sfida nuova. Abbandonati momentaneamente bulini e puntesecche, lasciate per l’istante vuote le vasche degli acidi nelle quali nascono acqueforti e acquetinte, è giunta l’ora delle ossidazioni. Le matrici di ferro o di alluminio, che sostituiscono i più tradizionali rame e zinco, vengono trattate con soluzioni di acidi e sali preparate dall’autore: il metallo si ossida in breve tempo, ma l’effetto dura pochi giorni e si deve necessariamente stampare in fretta, perché il prodotto dell’ossidazione non rimane sulla lastra come il segno inciso. Il metodo, di conseguenza, consente tirature basse ma anche una notevole velocità di esecuzione sconosciuta alle tecniche classiche di incisione indiretta. Le stampe nate da questo processo creativo restituiscono effetti molto simili a quelli dell’acquatinta e non è escluso che presto Biffi provi a utilizzarla per realizzare i suoi Cieli. Ciò che cambia radicalmente, rispetto all’acquatinta, sono l’atteggiamento mentale e, in qualche modo, anche l’atteggiamento fisico, durante il lavoro: le ossidazioni consentono di dare sfogo all’urgenza creativa dell’autore e di aggredire la matrice in maniera rapida e violenta, con la stessa immediatezza della pittura gestuale.
Ultimata la tiratura, Biffi vernicia le lastre dando vita a opere autonome, Cieli di metallo neri come la notte, complementari ai fogli stampati ma dal carattere molto diverso. Quali saranno le prossime scelte iconografiche, stilistiche e tecniche non possiamo saperlo, forse nemmeno Biffi lo sa con esattezza e potrà scoprirlo solo lavorando, ma è certo che questa ricerca ha davanti a sé ancora molta strada e riserva sicuramente interessanti sorprese.
La Salamon&C. galleria milanese che da tre generazioni si propone come punto di riferimento per la diffusione della conoscenza della grafica d’arte, sia essa antica, moderna e contemporanea, ospita un incontro in occasione della mostra dedicata alle sperimentazioni calcografiche di Bruno Biffi sul tema del Cielo.
La storia dell’incisione e della stampa è stata sempre percorsa da importante vena sperimentale, quasi alchemica, che ha animato gran parte degli stampatori nelle varie epoche. Una vena presente anche nelle elaborazioni di Bruno Biffi, che attinge alla sua esperienza di stampatore e di fatto gioca con la matrice metallica e la sua natura bizzarra, fatta di ossidazioni, ruggini e imprevisti chimici. Qualche volta queste bizzarrie lo sorprendono, e da abile esecutore non si fa prendere alla sprovvista, ma sa invece beneficiarne per creare forme e atmosfere inaspettate. Nel ciclo dei cieli Biffi mostra una sfrontatezza che non appartiene al suo carattere, solitamente incline alla riservatezza; predispone la matrice con coperture di liquidi oppure vernice effettuate ad hoc, ideali per creare la nuvolaglia voluta, ma poi, in corso d’opera, queste reagiscono, si ribellano e la matrice offre ossidazioni repentine e incontrollabili. E’ in questo frangente che si svelano l’abilità del professionista e l’umiltà dell’uomo: infatti Biffi coglie queste variazioni come opportunità, assecondandole, per trasformarle in forme che più di quanto avrebbe forse voluto interpretano il caos della Natura.
Testo introduttivo di Michele Tavola
Cieli di carta
Dopo la terra, l’aria.
Bruno Biffi ha iniziato da tempo un percorso che lo sta portando attraverso l’analisi e la rappresentazione dei quattro elementi.
Tutto è iniziato con le Cave, serie nata nel 2009 ed eviscerata fino al 2013. Quando ha cominciato ad affrontare questi soggetti, tra i più interessanti della sua produzione incisoria, ancora non si era fatta strada l’idea di dare forma a un ciclo tematico da indagare e realizzare con lentezza, nel corso degli anni. Credo che le Cave siano nate dall’esigenza di conferire diversa forza e nuova attualità al paesaggio. Suggestive e scenografiche le prime, un foglio dopo l’altro sono diventate sempre più essenziali, come se l’autore si fosse progressivamente reso conto che il vero soggetto non erano i luoghi, ma l’elemento. Non più la rappresentazione di uno spazio, ma della materia.
Nell’ottobre del 2013 appare Versi dell’assenza di luce di Fabio Pusterla, una bella edizione d’arte come per fortuna se ne fanno ancora, pubblicata da Josef Weiss di Mendrisio, con tre incisioni di Bruno Biffi nelle quali, oltre alla terra, compaiono l’aria e l’acqua. Il libro è forse il punto di svolta, il momento in cui l’incisore prende coscienza di nuove possibilità espressive. Già nel mese di settembre erano nati i primi Cieli, ma le tre piccole stampe che accompagnano le poesie di Pusterla indicano chiaramente che i paesaggi non sono solamente paesaggi, ma anche allegoria e metafora del mondo, stratificando significati che sicuramente già esistevano in precedenza, sottopelle, e da quel momento possono essere esplicitati.
Da fine estate 2013 Biffi sta lavorando intensamente ai Cieli. L’acqua è già stata sperimentata con esiti più che soddisfacenti, ma non è ancora giunto il suo momento. Il fuoco è ancora in mente Dei. Oggi non possiamo sapere se un giorno vedremo una cartella di incisioni dal titolo Quattro Elementi, ma di sicuro siamo di fronte a una fase nuova sia sul piano formale sia sul piano tecnico. In analogia con la genesi delle Cave, le prime composizioni, che presentano ancora un sottile lembo di terra nella parte bassa del foglio sopra il quale si stagliano aria tersa e nuvole, sono più facilmente leggibili e decifrabili. Presto scompare quel piccolo ancoraggio a una raffigurazione più tradizionale e si vede solo una porzione di cielo, come quando si sta sdraiati su un prato e si guarda in alto: le soluzioni più ardite sfiorano l’informale.
Sperimentale è anche il processo creativo: le lastre dei Cieli, per Biffi, sono una sfida nuova. Abbandonati momentaneamente bulini e puntesecche, lasciate per l’istante vuote le vasche degli acidi nelle quali nascono acqueforti e acquetinte, è giunta l’ora delle ossidazioni. Le matrici di ferro o di alluminio, che sostituiscono i più tradizionali rame e zinco, vengono trattate con soluzioni di acidi e sali preparate dall’autore: il metallo si ossida in breve tempo, ma l’effetto dura pochi giorni e si deve necessariamente stampare in fretta, perché il prodotto dell’ossidazione non rimane sulla lastra come il segno inciso. Il metodo, di conseguenza, consente tirature basse ma anche una notevole velocità di esecuzione sconosciuta alle tecniche classiche di incisione indiretta. Le stampe nate da questo processo creativo restituiscono effetti molto simili a quelli dell’acquatinta e non è escluso che presto Biffi provi a utilizzarla per realizzare i suoi Cieli. Ciò che cambia radicalmente, rispetto all’acquatinta, sono l’atteggiamento mentale e, in qualche modo, anche l’atteggiamento fisico, durante il lavoro: le ossidazioni consentono di dare sfogo all’urgenza creativa dell’autore e di aggredire la matrice in maniera rapida e violenta, con la stessa immediatezza della pittura gestuale.
Ultimata la tiratura, Biffi vernicia le lastre dando vita a opere autonome, Cieli di metallo neri come la notte, complementari ai fogli stampati ma dal carattere molto diverso. Quali saranno le prossime scelte iconografiche, stilistiche e tecniche non possiamo saperlo, forse nemmeno Biffi lo sa con esattezza e potrà scoprirlo solo lavorando, ma è certo che questa ricerca ha davanti a sé ancora molta strada e riserva sicuramente interessanti sorprese.
15
maggio 2014
Bruno Biffi – Cieli di Carta
Dal 15 al 30 maggio 2014
arte moderna e contemporanea
arte contemporanea
presentazione
incontro - conferenza
disegno e grafica
arti decorative e industriali
arte contemporanea
presentazione
incontro - conferenza
disegno e grafica
arti decorative e industriali
Location
SALAMON FINE ART – PALAZZO CICOGNA
Milano, Via San Damiano, 2, (Milano)
Milano, Via San Damiano, 2, (Milano)
Orario di apertura
da martedi' a venerdì
10 | 13 e 15 | 19 oppure su appuntamento
Vernissage
15 Maggio 2014, h 18,30
Autore
Curatore