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Bruno Bordoli / Rinaldo Invernizzi – Di Cristo
DI CRISTO. Al di sopra della sua testa avevano apposto la scritta della sua condanna: “ Costui è Gesù, il re dei Giudei “. Poi crocefissero insieme a lui due ladroni uno a destra e l’altro a sinistra ( Matteo 27, 37-38).
Cristo-Dio fatto Uomo muore di croce per opera dell’uomo……………….
Comunicato stampa
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DI CRISTO
Al di sopra della sua testa avevano apposto la scritta della sua condanna: “ Costui è Gesù, il re dei Giudei “. Poi crocefissero insieme a lui due ladroni uno a destra e l’altro a sinistra ( Matteo 27, 37-38).
Cristo-Dio fatto Uomo muore di croce per opera dell’uomo e per la redenzione dell’uomo che mediante quell’ immane sacrificio ritrova il perdono di Dio Padre e la speranza nel Paradiso premio eterno .
Per due millenni l’uomo ha dipinto e scolpito immagini suscitate dalle parole degli evangelisti , cronaca del terribile evento consumato sul Golgotha.
Nelle immagini della chiesa primitiva il Cristo in croce ha sembianze ieratiche,neutre, divine; successivamente ( fin verso il 14° secolo) Cristo muore ma è anticipatore della vita eterna , è Sposo della chiesa e la Sua postura è composta, quasi serena. Nel 16° secolo irrompe Grunewald e Cristo diventa Uomo, un uomo che soffre la tortura di quella morte violenta: i tratti del volto si contraggono negli spasimi, muscoli e tendini si lacerano, la morte è traumatica. Fino al temine dell’ottocento le due tipologie del Cristo glorioso e del Cristo “dolens” si alternano, si compenetrano si integrano in cattedrali, monasteri, semplici luoghi di devozione, a corredo di breviari e libri di preghiera per raggiungere strati sempre più vasti e diversificati di uomini che in tutto il mondo si stanno avvicinando al nuovo credo cristiano.
Ma per tornare in Europa , nel secolo appena chiuso e nell’attualità, l’immagine della croce ci porta ad un Cristo sempre più Uomo e dolente: del resto le due guerre mondiali e gli scempi di pulizia etnica perpetrata da possenti ideologie perverse non potevano che incanalare l’espressività di molti artisti verso tale scelta estetica. Basterà ricordare fra tutti i tedeschi Max Beckman ( attivo negli anni 20 ) e Karl Hodike (attivo negli anni 80) e l’inglese Francis Bacon ( attivo negli anni 60).
Bruno Bordoli espone tre “Crocefissione “ realizzate nel periodo che va dal 1979 al 2008 : sono opere che ci mettono di fronte al Mistero dell’Uomo del Dolore che è anche il simbolo del dolore, del bisogno di riscatto, di redenzione di ognuno di noi .
Dire la sofferenza e la morte dell’uomo è già di per sé un compito impossibile, ma dire la tragedia del divino che soggiace all’umano non trova parole né segni bastevoli.
Rinaldo Invernizzi espone tre “Costato” realizzati nel 2005 (?) : il corpo sofferente del Cristo –Uomo, viene avvicinato all’occhio di chi guarda : il particolare del tronco umano si sostituisce alla visione d’insieme e ci sprofonda in questo abbraccio simbiotico con il Dolente . Il Suo strazio diventa il nostro , il Suo stravolgimento nell’ora della morte diventa il nostro e la memoria dell’umanità vinta , sopraffatta , martoriata da iniqui detentori di potere diventa parte viva di noi : ci soffoca, ma il pittore con la dolcezza della materia cromatica degli ocra e delle terre e con la mistica essenzialità delle linee allude ai segnali di quella grande primizia che sarà la Sua resurrezione , ora possibile anche per noi.
Al di sopra della sua testa avevano apposto la scritta della sua condanna: “ Costui è Gesù, il re dei Giudei “. Poi crocefissero insieme a lui due ladroni uno a destra e l’altro a sinistra ( Matteo 27, 37-38).
Cristo-Dio fatto Uomo muore di croce per opera dell’uomo e per la redenzione dell’uomo che mediante quell’ immane sacrificio ritrova il perdono di Dio Padre e la speranza nel Paradiso premio eterno .
Per due millenni l’uomo ha dipinto e scolpito immagini suscitate dalle parole degli evangelisti , cronaca del terribile evento consumato sul Golgotha.
Nelle immagini della chiesa primitiva il Cristo in croce ha sembianze ieratiche,neutre, divine; successivamente ( fin verso il 14° secolo) Cristo muore ma è anticipatore della vita eterna , è Sposo della chiesa e la Sua postura è composta, quasi serena. Nel 16° secolo irrompe Grunewald e Cristo diventa Uomo, un uomo che soffre la tortura di quella morte violenta: i tratti del volto si contraggono negli spasimi, muscoli e tendini si lacerano, la morte è traumatica. Fino al temine dell’ottocento le due tipologie del Cristo glorioso e del Cristo “dolens” si alternano, si compenetrano si integrano in cattedrali, monasteri, semplici luoghi di devozione, a corredo di breviari e libri di preghiera per raggiungere strati sempre più vasti e diversificati di uomini che in tutto il mondo si stanno avvicinando al nuovo credo cristiano.
Ma per tornare in Europa , nel secolo appena chiuso e nell’attualità, l’immagine della croce ci porta ad un Cristo sempre più Uomo e dolente: del resto le due guerre mondiali e gli scempi di pulizia etnica perpetrata da possenti ideologie perverse non potevano che incanalare l’espressività di molti artisti verso tale scelta estetica. Basterà ricordare fra tutti i tedeschi Max Beckman ( attivo negli anni 20 ) e Karl Hodike (attivo negli anni 80) e l’inglese Francis Bacon ( attivo negli anni 60).
Bruno Bordoli espone tre “Crocefissione “ realizzate nel periodo che va dal 1979 al 2008 : sono opere che ci mettono di fronte al Mistero dell’Uomo del Dolore che è anche il simbolo del dolore, del bisogno di riscatto, di redenzione di ognuno di noi .
Dire la sofferenza e la morte dell’uomo è già di per sé un compito impossibile, ma dire la tragedia del divino che soggiace all’umano non trova parole né segni bastevoli.
Rinaldo Invernizzi espone tre “Costato” realizzati nel 2005 (?) : il corpo sofferente del Cristo –Uomo, viene avvicinato all’occhio di chi guarda : il particolare del tronco umano si sostituisce alla visione d’insieme e ci sprofonda in questo abbraccio simbiotico con il Dolente . Il Suo strazio diventa il nostro , il Suo stravolgimento nell’ora della morte diventa il nostro e la memoria dell’umanità vinta , sopraffatta , martoriata da iniqui detentori di potere diventa parte viva di noi : ci soffoca, ma il pittore con la dolcezza della materia cromatica degli ocra e delle terre e con la mistica essenzialità delle linee allude ai segnali di quella grande primizia che sarà la Sua resurrezione , ora possibile anche per noi.
17
settembre 2010
Bruno Bordoli / Rinaldo Invernizzi – Di Cristo
Dal 17 al 19 settembre 2010
arte contemporanea
Location
CHIESA DI SAN MARTINO
Valsolda, Via Per Castello, (Como)
Valsolda, Via Per Castello, (Como)
Orario di apertura
ven.a dom. dalle 18.00 alle 24.00
Vernissage
17 Settembre 2010, dalle 18.00
Autore
Curatore