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Bruno Di Maio – Venere e Altre Storie
La mostra comprende oltre 70 opere tra cui dipinti originali, disegni, litografie originali, acqueforti e riproduzioni su tela ad alta definizione e si può considerare la prima grande antologica dell’Artista
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 2 Dicembre alle ore 17 nei locali del Centro Formazione Arti Visive di Cecina, in Piazza Guerrazzi,
sarà inaugurata la mostra di Bruno Di Maio – Venere e Altre Storie.
Promossa e organizzata dal Centro di formazione Arti Visive del Comune di Cecina, uno spazio in cui
vengono allestite mostre e promossi corsi di formazione sulle arti visive.
La mostra comprende oltre 70 opere tra cui dipinti originali, disegni, litografie originali, acqueforti e
riproduzioni su tela ad alta definizione e si può considerare la prima grande antologica dell’Artista.
Il percorso espositivo ripercorre tutta la sua storia: dai primi “scarabocchi” sul muro di casa quando era un
bambino di 4 anni e, secondo un succedersi cronologico delle opere, fino agli ultimi decenni e alla
produzione artistica attuale.
La mostra resterà aperta fino al 17 Dicembre 2017 e presenterà tutte le principali opere dell’artista.
La grande pittura di un Autore anacronistico e antimoderno
di Mario Penelope
Bruno Di Maio persegue da tempo una sua strada coerente e fortemente personalizzata
che con coscienza razionale, solitaria ed autonoma, ha tagliato quei ponti che la legano
alle avanguardie storiche dell’arte moderna, come al filone figurativo tradizionale.
Di Maio, con una rigorosa e schiva individualità, si tiene lontano dai programmi. E non si
lascia abbacinare dal miraggio delle molteplici lusinghe provenienti dal gioco delle
tendenze estetiche alla moda, di volta in volta messe in circolazione da certi estetologi-
manager.
A prima vista si è tentati di catalogare la sua opera in quella marea di immagini pletoriche
sciorinate dai citazionisti, che da qualche tempo dilaga nel campo dell’arte. Ma poi ci si
accorge che la sua pittura è in una posizione dagli intendimenti diversi e contrastanti
rispetto alle proposte dei citazionisti. Una posizione ancor più anacronistica e
“antimoderna”, che mette scopertamente in mostra, quasi con vanità, la sua assoluta
libertà di amare, senza falsi pudori e con profonda nostalgia, la pittura classica. Ma nello
stesso tempo di volersi sottrarre ad ogni esplicito riferimento alla iconografia dell’arte
antica e ad ogni ambigua ascendenza museale.
Per Di Maio raccogliere oggi l’eredità della classicità rinascimentale significa compiere una
rivisitazione a quel ritorno al mestiere di dechirichiana memoria, con la consapevolezza di
rendere attuale e di rigenerare la qualità evocativa del linguaggio di ieri per il racconto di
oggi. Si avverte nel taglio compositivo dal ricco empito barocco e nella intonazione
psicologica della sua opera la tentazione di riprendere il discorso sulla sostanza storica
della tradizione della grande maniera italiana. E vi è il richiamo di una pittura
magniloquente, felice, carnale, intessuta di luce-colore e di forma-colore, dove gli elementi
del suo repertorio sono portati al massimo della tensione lirica, impregnata di poesia fatta
di suggestioni silenziose, senza alcuna implicazione decorativa e culturalistica.
L’originalità della visione si concentra sulla sontuosità della materia e sulla immanenza
chiaroscurale e drammatica della luce, che scivola sugli oggetti e sui corpi, riverberando le
penombre dal profondo in continuo abbandonarsi agli impulsi e alle motivazioni di un
racconto carico di scatti e di sorprese, che provocano un tumultuoso avvicendarsi di
sensazioni affondanti nell’humus della nostalgia.
sarà inaugurata la mostra di Bruno Di Maio – Venere e Altre Storie.
Promossa e organizzata dal Centro di formazione Arti Visive del Comune di Cecina, uno spazio in cui
vengono allestite mostre e promossi corsi di formazione sulle arti visive.
La mostra comprende oltre 70 opere tra cui dipinti originali, disegni, litografie originali, acqueforti e
riproduzioni su tela ad alta definizione e si può considerare la prima grande antologica dell’Artista.
Il percorso espositivo ripercorre tutta la sua storia: dai primi “scarabocchi” sul muro di casa quando era un
bambino di 4 anni e, secondo un succedersi cronologico delle opere, fino agli ultimi decenni e alla
produzione artistica attuale.
La mostra resterà aperta fino al 17 Dicembre 2017 e presenterà tutte le principali opere dell’artista.
La grande pittura di un Autore anacronistico e antimoderno
di Mario Penelope
Bruno Di Maio persegue da tempo una sua strada coerente e fortemente personalizzata
che con coscienza razionale, solitaria ed autonoma, ha tagliato quei ponti che la legano
alle avanguardie storiche dell’arte moderna, come al filone figurativo tradizionale.
Di Maio, con una rigorosa e schiva individualità, si tiene lontano dai programmi. E non si
lascia abbacinare dal miraggio delle molteplici lusinghe provenienti dal gioco delle
tendenze estetiche alla moda, di volta in volta messe in circolazione da certi estetologi-
manager.
A prima vista si è tentati di catalogare la sua opera in quella marea di immagini pletoriche
sciorinate dai citazionisti, che da qualche tempo dilaga nel campo dell’arte. Ma poi ci si
accorge che la sua pittura è in una posizione dagli intendimenti diversi e contrastanti
rispetto alle proposte dei citazionisti. Una posizione ancor più anacronistica e
“antimoderna”, che mette scopertamente in mostra, quasi con vanità, la sua assoluta
libertà di amare, senza falsi pudori e con profonda nostalgia, la pittura classica. Ma nello
stesso tempo di volersi sottrarre ad ogni esplicito riferimento alla iconografia dell’arte
antica e ad ogni ambigua ascendenza museale.
Per Di Maio raccogliere oggi l’eredità della classicità rinascimentale significa compiere una
rivisitazione a quel ritorno al mestiere di dechirichiana memoria, con la consapevolezza di
rendere attuale e di rigenerare la qualità evocativa del linguaggio di ieri per il racconto di
oggi. Si avverte nel taglio compositivo dal ricco empito barocco e nella intonazione
psicologica della sua opera la tentazione di riprendere il discorso sulla sostanza storica
della tradizione della grande maniera italiana. E vi è il richiamo di una pittura
magniloquente, felice, carnale, intessuta di luce-colore e di forma-colore, dove gli elementi
del suo repertorio sono portati al massimo della tensione lirica, impregnata di poesia fatta
di suggestioni silenziose, senza alcuna implicazione decorativa e culturalistica.
L’originalità della visione si concentra sulla sontuosità della materia e sulla immanenza
chiaroscurale e drammatica della luce, che scivola sugli oggetti e sui corpi, riverberando le
penombre dal profondo in continuo abbandonarsi agli impulsi e alle motivazioni di un
racconto carico di scatti e di sorprese, che provocano un tumultuoso avvicendarsi di
sensazioni affondanti nell’humus della nostalgia.
02
dicembre 2017
Bruno Di Maio – Venere e Altre Storie
Dal 02 al 17 dicembre 2017
arte contemporanea
Location
CENTRO FORMAZIONI ARTI VISIVE
Cecina, Piazza Francesco Domenico Guerrazzi, (Livorno)
Cecina, Piazza Francesco Domenico Guerrazzi, (Livorno)
Orario di apertura
Tutti i giorni dalle 17 alle 19.30
Vernissage
2 Dicembre 2017, ore 17
Autore
Curatore