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Bruno Di Nola – Occhi che narrano tra romanzo e storia
La prima personale di un ritrattista di anime e di sguardi
Comunicato stampa
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TESTO CRITICO DELL’EVENTO ESPOSITIVO:
BRUNO DI NOLA
Occhi che narrano tra romanzo e storia
di Diana Gianquitto
“Tacete, personaggi ed interpreti. Lasciate parlare la linea. La linea che s’infrange come onda in mille rivoli tratteggiati sulla roccia frastagliata delle vostre rughe aggrottate. La linea che si apre spumosa nell’impalpabile sfumato che accarezza le vostre gote vergini al mondo. Nei solchi e nelle radure della vostra pelle, la linea di un artista saprà leggere i tracciati e le attese della storia e memoria delle vostre vite.”
I visi intensi, sorridentemente aperti al dialogo o taciturnamente rinchiusi nella densa interiorità di se stessi, dei ritratti di Bruno Di Nola manifestano inequivocabilmente un’inevitabile condizione del nostro vivere umano: l’essere determinato dalla reale concatenazione di eventi, ma l’essere assimilato dalla nostra percezione. Divisi tra storia realmente accaduta e memoria modificata di essa, siamo tutti contemporaneamente persone forgiate dal nostro concreto bagaglio esperienziale e personaggi della rappresentazione interpretativa del vissuto custodita in noi stessi. Di Nola è ben consapevole di quanto entrambe le sfere costituiscano la verità e l’unicità degli individui, ed è per questo che disegna e incide sempre persone realmente esistenti- spesso anche note- ma decontestualizzate dal dato reale dal quale provengono: private di sfondo ambientale, avulse dalla loro fattuale dimensione storica, e indagate invece fino all’estremo nell’interiorità delle loro sfumature psicologiche, esse assurgono così a personaggi di un romanzo agito da infiniti caratteri e tipi umani. Ma mai ad astratti e iconici simboli: i soggetti delle opere conservano sempre vivo, infatti, un sanguigno e concreto sapore di carnalità e verità umana che li lega saldamente al reale, impedendo un esautorante e sfiancante svuotamento di senso e ricordando come essi, prima ancora di essere personaggi, siano appunto persone. Anzi, così forte è la prepotenza di vita e comunicatività degli individui rappresentati che sembra quasi di poter assistere, in seguito al movimento creativo che li ha spostati dal dato reale a quello narrativo/fantastico, a un secondo movimento demiurgico che li preleva dal romanzo per catapultarli nella dimensione, ancora immaginaria ma più densa di vita in presenza e attualizzata, di una scena teatrale. Al centro della scena dell’arte di Di Nola, sempre e comunque, come peculiare e inconfondibile cifra stilistica dell’autore, sono gli occhi e gli sguardi degli interpreti, fulcro di una composizione che, spesso decentrata e gestita diagonalmente, aggiunge movimento e dinamismo alle espressioni. L’incredibile e virtuosistica padronanza tecnica e disegnativa dell’artista, modulata sia nella meticolosa e frammentata microscopicità ottica del tratteggio, sia nell’aperta ed evanescente delicatezza dello sfumato, riesce a restituire sensazioni di pittorico cromatismo pur nel prevalente bicromatismo dei soggetti. I lampi seduttivi- di una sensualità trasparente, luminosa e mai volgare- della femminilità, la perforante intensità satura di vita delle rughe senili, orgogliose e dignitose testimonianze di tracciati di vita percorsi senza mai risparmiarsi- o al contrario l’ariosa omogeneità dei giovani volti, infinita potenzialità e attesa di futuro- la lontana misteriosità sospesa nel proprio spirito e nella propria memoria di visi impenetrabili, esotici o sfuggenti, la selvatica, incandescente vitalità degli animi dall’indomita energia: infinite sono le declinazioni della verità umana, e nessuna è aliena all’arte di Bruno Di Nola. In fondo, siamo tutti come il rubescente, altero e maestoso Sauro da lui inciso: esseri dalla vitalità preziosa e regale, in attesa di essere colti nell’unicità del nostro eterno e archetipico valore.
Testo critico, titolo mostra e percorso tematico espositivo di Diana Gianquitto.
BRUNO DI NOLA
Occhi che narrano tra romanzo e storia
di Diana Gianquitto
“Tacete, personaggi ed interpreti. Lasciate parlare la linea. La linea che s’infrange come onda in mille rivoli tratteggiati sulla roccia frastagliata delle vostre rughe aggrottate. La linea che si apre spumosa nell’impalpabile sfumato che accarezza le vostre gote vergini al mondo. Nei solchi e nelle radure della vostra pelle, la linea di un artista saprà leggere i tracciati e le attese della storia e memoria delle vostre vite.”
I visi intensi, sorridentemente aperti al dialogo o taciturnamente rinchiusi nella densa interiorità di se stessi, dei ritratti di Bruno Di Nola manifestano inequivocabilmente un’inevitabile condizione del nostro vivere umano: l’essere determinato dalla reale concatenazione di eventi, ma l’essere assimilato dalla nostra percezione. Divisi tra storia realmente accaduta e memoria modificata di essa, siamo tutti contemporaneamente persone forgiate dal nostro concreto bagaglio esperienziale e personaggi della rappresentazione interpretativa del vissuto custodita in noi stessi. Di Nola è ben consapevole di quanto entrambe le sfere costituiscano la verità e l’unicità degli individui, ed è per questo che disegna e incide sempre persone realmente esistenti- spesso anche note- ma decontestualizzate dal dato reale dal quale provengono: private di sfondo ambientale, avulse dalla loro fattuale dimensione storica, e indagate invece fino all’estremo nell’interiorità delle loro sfumature psicologiche, esse assurgono così a personaggi di un romanzo agito da infiniti caratteri e tipi umani. Ma mai ad astratti e iconici simboli: i soggetti delle opere conservano sempre vivo, infatti, un sanguigno e concreto sapore di carnalità e verità umana che li lega saldamente al reale, impedendo un esautorante e sfiancante svuotamento di senso e ricordando come essi, prima ancora di essere personaggi, siano appunto persone. Anzi, così forte è la prepotenza di vita e comunicatività degli individui rappresentati che sembra quasi di poter assistere, in seguito al movimento creativo che li ha spostati dal dato reale a quello narrativo/fantastico, a un secondo movimento demiurgico che li preleva dal romanzo per catapultarli nella dimensione, ancora immaginaria ma più densa di vita in presenza e attualizzata, di una scena teatrale. Al centro della scena dell’arte di Di Nola, sempre e comunque, come peculiare e inconfondibile cifra stilistica dell’autore, sono gli occhi e gli sguardi degli interpreti, fulcro di una composizione che, spesso decentrata e gestita diagonalmente, aggiunge movimento e dinamismo alle espressioni. L’incredibile e virtuosistica padronanza tecnica e disegnativa dell’artista, modulata sia nella meticolosa e frammentata microscopicità ottica del tratteggio, sia nell’aperta ed evanescente delicatezza dello sfumato, riesce a restituire sensazioni di pittorico cromatismo pur nel prevalente bicromatismo dei soggetti. I lampi seduttivi- di una sensualità trasparente, luminosa e mai volgare- della femminilità, la perforante intensità satura di vita delle rughe senili, orgogliose e dignitose testimonianze di tracciati di vita percorsi senza mai risparmiarsi- o al contrario l’ariosa omogeneità dei giovani volti, infinita potenzialità e attesa di futuro- la lontana misteriosità sospesa nel proprio spirito e nella propria memoria di visi impenetrabili, esotici o sfuggenti, la selvatica, incandescente vitalità degli animi dall’indomita energia: infinite sono le declinazioni della verità umana, e nessuna è aliena all’arte di Bruno Di Nola. In fondo, siamo tutti come il rubescente, altero e maestoso Sauro da lui inciso: esseri dalla vitalità preziosa e regale, in attesa di essere colti nell’unicità del nostro eterno e archetipico valore.
Testo critico, titolo mostra e percorso tematico espositivo di Diana Gianquitto.
11
aprile 2008
Bruno Di Nola – Occhi che narrano tra romanzo e storia
Dall'undici al 12 aprile 2008
arte contemporanea
Location
IN FORM OF ART
Napoli, Via Montesanto, 52, (Napoli)
Napoli, Via Montesanto, 52, (Napoli)
Orario di apertura
Dalle 10 alle 18
Vernissage
11 Aprile 2008, ore 18
Autore