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Bruno Golin – Se l’arte è anche gioco
Le tele dell’artista si liberano dalle figure e si popolano di colori e il suo stile si definisce sempre più chiaramente, svincolandosi dal fascino ingombrante delle forme e dei segni
Comunicato stampa
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“Le tele dell’artista si liberano dalle figure e si popolano di colori e il suo stile si definisce sempre più chiaramente, svincolandosi dal fascino ingombrante delle forme e dei segni”.
Così Cristina Palmieri introduce l’opera di Bruno Golin, in mostra allo Spazio Zero di Gallarate dal 7 al 22 giugno 2008, ultimo evento espositivo in programma prima della pausa estiva.
Se l’arte è anche gioco è un percorso tra le opere recenti “caratterizzate dalla purezza del colore, steso a larghe fasce sovrapposte sulla tela non trattata, in rapporto tra loro attraverso i valori tonali, generalmente caldi e accesi, sempre in armonia: spazio pittorico creato a partire da un tono dominante, un colore più scuro ma comunque intenso e pieno di luce, sul quale interviene poi inserendo altre tinte stese piatte entro ampie campiture. In primo piano, in questi quadri generalmente di grandi dimensioni che inseguono l’essenzialità e l’equilibrio, vi è sempre l’inserzione, sulla tela, di un materiale attinto dal quotidiano, che viene riscoperto nella propria possibilità significante, investito di un nuovo contenuto semantico, completamente avulso da quello originario. Ecco la cifra caratteristica delle opere di Golin, il desiderio quasi necessitante, che ritroveremo poi anche nelle ceramiche raku e nelle sculture astrette”.
Le opere attuali testimoniano inoltre la particolare vena che attraversa la creatività di quest’artista: “l’arte è sicuramente spiritualità, ricerca poetica, ma è anche gioco, divertissement, joie de vivre, reinventando e reinventandosi con serietà ma anche con leggerezza, quella leggerezza che ognuno di noi dovrebbe trovare nell’attraversare la vita. E Bruno Golin, come le sue opere, ci racconta questa levità”.
L’artista in mostra
Bruno Golin nasce a Desio (MI) nel 1941, artista autodidatta, coltiva la passione per l'arte fin da giovanissimo. Alla fine degli anni '50 inizia a dipingere con colori ad olio studiando il cubismo e il futurismo, traendo ispirazione dalle opere degli esponenti più qualificati di quelle correnti. Inizia così una lenta, ma sicura ricerca pittorica, della composizione, della luce e della pennellata, ricerca che è il fondamento delle sue prime tematiche preferite: paesaggi, fiori, nudi, pagliacci e soggetti sacri. La sua fonte d'ispirazione era, e rimane tutt'ora, una realtà selezionata e rielaborata in maniera personalissima ed autonoma.
Profondo è il rispetto per la natura e l'ecosistema: tutto ciò che è scartato e abbandonato dagli altri, diventa motivo di ricerca artistica sensibile ad una visione moderna, che da grande risalto alle esigenze ambientali. I materiali di scarto e di recupero quali i sacchi, la stoffa "terlis" (a traliccio), la plastica paiet e gli ossidi assumono dignità e nuova dimensione pittorica.
Golin si dedica con passione anche alla scultura del legno frequentando lo studio dello scultore Franco Fossa: i consigli tecnici, anatomici ed espressivi del Maestro arricchiscono ancora di più il suo bagaglio artistico. Vecchi legni di recupero ed assi tarlate diventano nelle sue mani opere, nelle quali chiodi vecchi, fili di ferro e rame, sacchi di juta e plastica sono il completamento ideale per la finalità artistica.
Così Cristina Palmieri introduce l’opera di Bruno Golin, in mostra allo Spazio Zero di Gallarate dal 7 al 22 giugno 2008, ultimo evento espositivo in programma prima della pausa estiva.
Se l’arte è anche gioco è un percorso tra le opere recenti “caratterizzate dalla purezza del colore, steso a larghe fasce sovrapposte sulla tela non trattata, in rapporto tra loro attraverso i valori tonali, generalmente caldi e accesi, sempre in armonia: spazio pittorico creato a partire da un tono dominante, un colore più scuro ma comunque intenso e pieno di luce, sul quale interviene poi inserendo altre tinte stese piatte entro ampie campiture. In primo piano, in questi quadri generalmente di grandi dimensioni che inseguono l’essenzialità e l’equilibrio, vi è sempre l’inserzione, sulla tela, di un materiale attinto dal quotidiano, che viene riscoperto nella propria possibilità significante, investito di un nuovo contenuto semantico, completamente avulso da quello originario. Ecco la cifra caratteristica delle opere di Golin, il desiderio quasi necessitante, che ritroveremo poi anche nelle ceramiche raku e nelle sculture astrette”.
Le opere attuali testimoniano inoltre la particolare vena che attraversa la creatività di quest’artista: “l’arte è sicuramente spiritualità, ricerca poetica, ma è anche gioco, divertissement, joie de vivre, reinventando e reinventandosi con serietà ma anche con leggerezza, quella leggerezza che ognuno di noi dovrebbe trovare nell’attraversare la vita. E Bruno Golin, come le sue opere, ci racconta questa levità”.
L’artista in mostra
Bruno Golin nasce a Desio (MI) nel 1941, artista autodidatta, coltiva la passione per l'arte fin da giovanissimo. Alla fine degli anni '50 inizia a dipingere con colori ad olio studiando il cubismo e il futurismo, traendo ispirazione dalle opere degli esponenti più qualificati di quelle correnti. Inizia così una lenta, ma sicura ricerca pittorica, della composizione, della luce e della pennellata, ricerca che è il fondamento delle sue prime tematiche preferite: paesaggi, fiori, nudi, pagliacci e soggetti sacri. La sua fonte d'ispirazione era, e rimane tutt'ora, una realtà selezionata e rielaborata in maniera personalissima ed autonoma.
Profondo è il rispetto per la natura e l'ecosistema: tutto ciò che è scartato e abbandonato dagli altri, diventa motivo di ricerca artistica sensibile ad una visione moderna, che da grande risalto alle esigenze ambientali. I materiali di scarto e di recupero quali i sacchi, la stoffa "terlis" (a traliccio), la plastica paiet e gli ossidi assumono dignità e nuova dimensione pittorica.
Golin si dedica con passione anche alla scultura del legno frequentando lo studio dello scultore Franco Fossa: i consigli tecnici, anatomici ed espressivi del Maestro arricchiscono ancora di più il suo bagaglio artistico. Vecchi legni di recupero ed assi tarlate diventano nelle sue mani opere, nelle quali chiodi vecchi, fili di ferro e rame, sacchi di juta e plastica sono il completamento ideale per la finalità artistica.
07
giugno 2008
Bruno Golin – Se l’arte è anche gioco
Dal 07 al 22 giugno 2008
arte contemporanea
Location
SPAZIO ZERO
Gallarate, Via Scipione Ronchetti, 6, (Varese)
Gallarate, Via Scipione Ronchetti, 6, (Varese)
Orario di apertura
da martedì a sabato 16.30-19,
domenica 10-12 / 16.30-19; lunedì chiuso
Vernissage
7 Giugno 2008, ore 18
Ufficio stampa
METAMUSA
Autore
Curatore