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Bruno Marcucci – La pittura persistente
L’artista in questa mostra evidenzia come il suo fare pittura diviene ancora segnale di strumento di trasmissione neo-informale, canale di collegamento tra la sfera quotidiana o delle apparenze e un’altra, diversa, più sensibile ai turbamenti dello spirito.
Comunicato stampa
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“Scenari” si campiona ad essere, in una città come Firenze, lo specchio di un’arte di frontiera, assolutamente in movimento, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere l’arte nuova e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi in un clima di saccheggiamento della realtà, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Finestre sul mondo è un punto di partenza. Con “Scenari” si troveranno ad essere coinvolti, ogni volta, sei artisti con sei mostre personali. I sei di questo capitolo sono Andy Ceausu, Carlo Cecchi, Ludmilla Filippova, Bruno Marcucci, Roberta Musi, Roberto Rosso.
Scrive Carlo Franza nel testo: “E’ con gli anni della maturità che la storia più autentica di Bruno Marcucci prende il via o comunque diventa innegabile perr la straordinaria struggente intensità del fare pittura. Qui non è questione del trascorrere di un’emozione visiva che, anche se viene restituita dentro una griglia costruttiva si percepisce come parte di un tutto, con lucidità inversamente proporzionale all’allontanamento della larva figurale; è un estrarre i termini di una edificazione del quadro come luogo separato, ossia sufficiente a se stesso, di restituzione oggettiva non del reale, certo, ma delle potenzialità della pittura. Siamo alla pittura persistente. E’ così che le immagini di Marcucci a garanzia della loro non gratuità, posseggono un punto d’equilibrio, un perno di sostegno, estrinsecazione di un rigore mentale che non tollera facili abbandoni. Il suo fare pittura diviene ancora segnale di strumento di trasmissione neo-informale, canale di collegamento tra la sfera quotidiana o delle apparenze e un’altra, diversa, più sensibile ai turbamenti dello spirito. Una volta stabilita la misura del colore di Marcucci, si ponga mente all’affermarsi del segni scrittura in un crescendo che arriva ad una sorta di insistita allitterazione.”
Biografia dell’artista
Bruno Marcucci è nato nel 1948 a Cagli, dove vive e lavora. Nel 1967 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Urbino, dove segue le lezioni di Raffaello Scianca, Concetto Pozzati e Pierpaolo Calzolari. Fa parte di un gruppo molto attivo nell’ambito dell’Accademia e fuori di essa, assieme al quale nel 1970 è presente alla Rassegna del centro culturale San Fedele di Milano. Alterna alla frequenza dell’Accademia numerosi viaggi e soggiorni all’estero, in particolare a Parigi e a Dusseldorf, dove frequenta il corso di scultura di Joseph Beuys. Nel 1971 compie un lungo viaggio in Africa con Paolo Paolucci raggiungendo il Senegal. Nel 1977 soggiorna a lungo negli Stati Uniti. Tra il 1977 e il 1978 collabora con il pittore Emilio Vedova, come assistente nel suo atelier, per la realizzazione di un ciclo di opere. Nel frattempo intensifica la sua partecipazione a mostre collettive (fra cui: 2013 “Correnti Alternate”, a cura di B. Corà, San Donato (FR); 2018 “TechnoMedioevo”, a cura di M. Pecchioli, Londra; 2019 “Polytechne, Arte e scienza”, a cura di V. Dehò, Ancona), alternate a mostre personali (fra cui: 1977 Galleria La Guzzina, a cura di L. Cerioli, Milano; 2008 “Linea d’orizzonte”, Galleria del Carbone, Ferrara; 2018 “Iceberg e palinsegni”, Galleria Arte e Pensieri, a cura di C. Terenzi, Roma). Una sua opera selezionata dal critico Bruno Corà figura nella collezione permanente del Museo CAMUSAC di Cassino (FR). Su invito del poeta Eugenio De Signoribus collabora con opere grafiche alla rivista letteraria "Istmi" e ai "Quaderni di Poesia" dell’Associazione Culturale La Luna. Bruno Marcucci si è sempre dedicato sia alla pittura sia alla scultura, realizzando anche grandi installazioni per interni ed esterni. Negli anni più recenti si è concentrato soprattutto sul tema dell’iceberg, spazio duplice, fisico e metafisico, unito e diviso dalla linea d’orizzonte, e sull’idea di incessante scrittura/riscrittura dei palinsegni, che nel fitto lavorio di stesure materiche e sovrapposizioni segniche sembrano rimandare alle antiche pergamene. La sua esplorazione artistica, orientata essenzialmente sulla materia – terre, fumo, silicone, metalli – viene a collocarsi tra il mitico e il virtuale. Di lui hanno scritto, fra gli altri: F. Abbate, G. Angelucci, M. Apa, C. Bruscia, B.Ceci, B. Corà, E. De Signoribus, P. Greene, A. Iori, A. Mazzacchera, R. Olivieri, G. Paganucci, P. Paolucci, M. Pecchioli, S. Sannipoli, P. Serra, M. Sguanci, E. Sordini, C.Terenzi, G. Tinti e A. Verga.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero fondato e diretto da Vittorio Feltri. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte.
Scrive Carlo Franza nel testo: “E’ con gli anni della maturità che la storia più autentica di Bruno Marcucci prende il via o comunque diventa innegabile perr la straordinaria struggente intensità del fare pittura. Qui non è questione del trascorrere di un’emozione visiva che, anche se viene restituita dentro una griglia costruttiva si percepisce come parte di un tutto, con lucidità inversamente proporzionale all’allontanamento della larva figurale; è un estrarre i termini di una edificazione del quadro come luogo separato, ossia sufficiente a se stesso, di restituzione oggettiva non del reale, certo, ma delle potenzialità della pittura. Siamo alla pittura persistente. E’ così che le immagini di Marcucci a garanzia della loro non gratuità, posseggono un punto d’equilibrio, un perno di sostegno, estrinsecazione di un rigore mentale che non tollera facili abbandoni. Il suo fare pittura diviene ancora segnale di strumento di trasmissione neo-informale, canale di collegamento tra la sfera quotidiana o delle apparenze e un’altra, diversa, più sensibile ai turbamenti dello spirito. Una volta stabilita la misura del colore di Marcucci, si ponga mente all’affermarsi del segni scrittura in un crescendo che arriva ad una sorta di insistita allitterazione.”
Biografia dell’artista
Bruno Marcucci è nato nel 1948 a Cagli, dove vive e lavora. Nel 1967 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Urbino, dove segue le lezioni di Raffaello Scianca, Concetto Pozzati e Pierpaolo Calzolari. Fa parte di un gruppo molto attivo nell’ambito dell’Accademia e fuori di essa, assieme al quale nel 1970 è presente alla Rassegna del centro culturale San Fedele di Milano. Alterna alla frequenza dell’Accademia numerosi viaggi e soggiorni all’estero, in particolare a Parigi e a Dusseldorf, dove frequenta il corso di scultura di Joseph Beuys. Nel 1971 compie un lungo viaggio in Africa con Paolo Paolucci raggiungendo il Senegal. Nel 1977 soggiorna a lungo negli Stati Uniti. Tra il 1977 e il 1978 collabora con il pittore Emilio Vedova, come assistente nel suo atelier, per la realizzazione di un ciclo di opere. Nel frattempo intensifica la sua partecipazione a mostre collettive (fra cui: 2013 “Correnti Alternate”, a cura di B. Corà, San Donato (FR); 2018 “TechnoMedioevo”, a cura di M. Pecchioli, Londra; 2019 “Polytechne, Arte e scienza”, a cura di V. Dehò, Ancona), alternate a mostre personali (fra cui: 1977 Galleria La Guzzina, a cura di L. Cerioli, Milano; 2008 “Linea d’orizzonte”, Galleria del Carbone, Ferrara; 2018 “Iceberg e palinsegni”, Galleria Arte e Pensieri, a cura di C. Terenzi, Roma). Una sua opera selezionata dal critico Bruno Corà figura nella collezione permanente del Museo CAMUSAC di Cassino (FR). Su invito del poeta Eugenio De Signoribus collabora con opere grafiche alla rivista letteraria "Istmi" e ai "Quaderni di Poesia" dell’Associazione Culturale La Luna. Bruno Marcucci si è sempre dedicato sia alla pittura sia alla scultura, realizzando anche grandi installazioni per interni ed esterni. Negli anni più recenti si è concentrato soprattutto sul tema dell’iceberg, spazio duplice, fisico e metafisico, unito e diviso dalla linea d’orizzonte, e sull’idea di incessante scrittura/riscrittura dei palinsegni, che nel fitto lavorio di stesure materiche e sovrapposizioni segniche sembrano rimandare alle antiche pergamene. La sua esplorazione artistica, orientata essenzialmente sulla materia – terre, fumo, silicone, metalli – viene a collocarsi tra il mitico e il virtuale. Di lui hanno scritto, fra gli altri: F. Abbate, G. Angelucci, M. Apa, C. Bruscia, B.Ceci, B. Corà, E. De Signoribus, P. Greene, A. Iori, A. Mazzacchera, R. Olivieri, G. Paganucci, P. Paolucci, M. Pecchioli, S. Sannipoli, P. Serra, M. Sguanci, E. Sordini, C.Terenzi, G. Tinti e A. Verga.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero fondato e diretto da Vittorio Feltri. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte.
11
luglio 2020
Bruno Marcucci – La pittura persistente
Dall'undici luglio 2020 al 19 marzo 2021
arte contemporanea
Location
PLUS FLORENCE
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Orario di apertura
Da lunedì a domenica su appuntamento.
Vernissage
11 Luglio 2020, Ore 18.00, su invito
Autore
Curatore
Autore testo critico