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Bruno Olivi – Indomita pittura
Mostra antologica di Bruno Olivi (1926), uno dei rappresentanti più significativi della pittura italiana di area emiliana, attraverso un coerente percorso di ricerca improntata sull’identità gestuale del colore di radice informale.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 16 gennaio, alle ore 17.00, nelle sale espositive dei Chiostri di San Domenico inaugura a Reggio Emilia la mostra antologica di Bruno Olivi (1926), uno dei rappresentanti più significativi della pittura italiana di area emiliana, attraverso un coerente percorso di ricerca improntata sull’identità gestuale del colore di radice informale.
Curata da Claudio Cerritelli, l’esposizione intitolata Indomita pittura, è promossa dai Musei Civici di Reggio Emilia in collaborazione con la Fondazione Manodori nell’ambito del ciclo Reggio per l’arte per Reggio, con il contributo di CCPL Gruppo industriale cooperativo.
Reggio per l’arte per Reggio è un progetto di valorizzazione delle più importanti personalità artistiche della città per diffonderne la conoscenza ed inserirle nel dibattito artistico nazionale.
Nelle sale espositive dei Chiostri di San Domenico, sono esposte oltre 200 opere dell’artista tra tele, carte e disegni sostenuti da una costante carica inventiva che la padronanza dei mezzi tecnici porta verso alti e costanti esiti espressivi.
Dopo un primo periodo figurativo Olivi si confronta con l’esperienza post-cubista per entrare successivamente nel clima del naturalismo di tipo informale al quale attinge soprattutto attraverso il rapporto con Pompilio Mandelli, “un grande esempio di vitalità e di consapevolezza della pittura”.
Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna attraverso l’insegnamento di Virgilio Guidi e Giorgio Morandi l’artista respira il clima della pittura italiana legata ai valori dinamici della materia e del segno, soprattutto il senso della traccia e del graffito, del groviglio e della macchia. Si tratta di modalità espressive in cui si colgono riferimenti a Wols e Tobey, a Fontana e Scanavino, ad Hartung e a Fautrier, senza dimenticare gli esempi di Bendini e Romiti. In questo contesto di riferimenti Olivi trova la sua via più certa nell’affidarsi alle espansioni del colore, alle vibrazioni del segno che tengono la superficie in costante stato di tensione, come un evento che non ha sosta e si sviluppa nel corso dei decenni con straordinario fervore creativo.
L’allestimento delle opere in mostra segue un criterio cronologico ma soprattutto negli ultimi decenni pone in risalto le energie contrastanti della pittura che oscilla dalla piccola alla grande dimensione con la stessa necessità di esaltare il carattere indomito del colore, la velocità dei segni che si contraggono e si dilatano seguendo i ritmi del respiro. Come scrive in catalogo Claudio Cerritelli: “L’evento della luce dipende dall’intensificazione o dall’allentamento dei gesti che sfidano le leggi di gravità dello spazio, con movimenti in bilico sul velo del colore, talvolta schiacciato in profondità, in altri casi sfrangiato in una geologia di linee che si staccano dal fondo. Più Olivi è vicino alla fonte sorgiva del colore, più la pittura ritrova il senso felice del primordio, la forza trasfigurante del primo gesto, l’origine di interminabili visioni dove lo sguardo precipita non perdendo mai il controllo dell’eccitazione cromatica”.
Accompagna la mostra un volume pubblicato da Edizioni Diabasis per la collana Poliedri che raccoglie un saggio di Cerritelli, il contributo di Alessandro Gazzotti, l’antologia critica, le principali esposizioni e la bibliografia oltre a un ricco apparato iconografico.
La pittura di Bruno Olivi è stata oggetto di numerosi interventi critici. Hanno scritto sulla sua opera tra gli altri Eugenio Riccomini, Adriano Baccilieri, Roberto Tassi, Marcello Venturoli, Toti Scialoja, Pompilio Mandelli e in ambito cittadino Giuseppe Berti, Corrado Costa, Giannino Degani, Elisabetta Farioli, Italo Portioli, Umberto Nobili, Sandro Parmiggiani, Filippo Silvestro, Enzo Silvi, Nino Squarza e molti altri.
Curata da Claudio Cerritelli, l’esposizione intitolata Indomita pittura, è promossa dai Musei Civici di Reggio Emilia in collaborazione con la Fondazione Manodori nell’ambito del ciclo Reggio per l’arte per Reggio, con il contributo di CCPL Gruppo industriale cooperativo.
Reggio per l’arte per Reggio è un progetto di valorizzazione delle più importanti personalità artistiche della città per diffonderne la conoscenza ed inserirle nel dibattito artistico nazionale.
Nelle sale espositive dei Chiostri di San Domenico, sono esposte oltre 200 opere dell’artista tra tele, carte e disegni sostenuti da una costante carica inventiva che la padronanza dei mezzi tecnici porta verso alti e costanti esiti espressivi.
Dopo un primo periodo figurativo Olivi si confronta con l’esperienza post-cubista per entrare successivamente nel clima del naturalismo di tipo informale al quale attinge soprattutto attraverso il rapporto con Pompilio Mandelli, “un grande esempio di vitalità e di consapevolezza della pittura”.
Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna attraverso l’insegnamento di Virgilio Guidi e Giorgio Morandi l’artista respira il clima della pittura italiana legata ai valori dinamici della materia e del segno, soprattutto il senso della traccia e del graffito, del groviglio e della macchia. Si tratta di modalità espressive in cui si colgono riferimenti a Wols e Tobey, a Fontana e Scanavino, ad Hartung e a Fautrier, senza dimenticare gli esempi di Bendini e Romiti. In questo contesto di riferimenti Olivi trova la sua via più certa nell’affidarsi alle espansioni del colore, alle vibrazioni del segno che tengono la superficie in costante stato di tensione, come un evento che non ha sosta e si sviluppa nel corso dei decenni con straordinario fervore creativo.
L’allestimento delle opere in mostra segue un criterio cronologico ma soprattutto negli ultimi decenni pone in risalto le energie contrastanti della pittura che oscilla dalla piccola alla grande dimensione con la stessa necessità di esaltare il carattere indomito del colore, la velocità dei segni che si contraggono e si dilatano seguendo i ritmi del respiro. Come scrive in catalogo Claudio Cerritelli: “L’evento della luce dipende dall’intensificazione o dall’allentamento dei gesti che sfidano le leggi di gravità dello spazio, con movimenti in bilico sul velo del colore, talvolta schiacciato in profondità, in altri casi sfrangiato in una geologia di linee che si staccano dal fondo. Più Olivi è vicino alla fonte sorgiva del colore, più la pittura ritrova il senso felice del primordio, la forza trasfigurante del primo gesto, l’origine di interminabili visioni dove lo sguardo precipita non perdendo mai il controllo dell’eccitazione cromatica”.
Accompagna la mostra un volume pubblicato da Edizioni Diabasis per la collana Poliedri che raccoglie un saggio di Cerritelli, il contributo di Alessandro Gazzotti, l’antologia critica, le principali esposizioni e la bibliografia oltre a un ricco apparato iconografico.
La pittura di Bruno Olivi è stata oggetto di numerosi interventi critici. Hanno scritto sulla sua opera tra gli altri Eugenio Riccomini, Adriano Baccilieri, Roberto Tassi, Marcello Venturoli, Toti Scialoja, Pompilio Mandelli e in ambito cittadino Giuseppe Berti, Corrado Costa, Giannino Degani, Elisabetta Farioli, Italo Portioli, Umberto Nobili, Sandro Parmiggiani, Filippo Silvestro, Enzo Silvi, Nino Squarza e molti altri.
16
gennaio 2010
Bruno Olivi – Indomita pittura
Dal 16 gennaio al 10 marzo 2010
arte contemporanea
Location
CHIOSTRI DI SAN DOMENICO
Reggio Nell'emilia, Via Dante Alighieri, 11, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Dante Alighieri, 11, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 16.00 / 19.00
sabato, domenica e festivi 10.00 / 13.00 – 16.00 / 19.00
chiuso lunedì
Vernissage
16 Gennaio 2010, ore 17
Autore