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Bumaye – Greetings from vertigine
I Bumaye, gruppo di designers genovesi che producono sculture portatili in acciaio inox, presentano a settembre la nuova collezione Vertigo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
I Bumaye, gruppo di designers genovesi che producono sculture portatili in acciaio inox, presentano a settembre la nuova collezione Vertigo con un doppio evento "Greetings from vertigine” in programma a Torino, il 9 settembre, nello spazio Lov Durden a Via Bonelli n. 3 e a Trieste, il 23 settembre, nello spazio Kamaswami a Via S. Michele 13a.
L'evento "Greetings from vertigine” presenterà le sculture in acciaio (anelli e lampade) accostate ai disegni a matita 2 m x 1 degli oggetti, rappresentati in “prospettiva 900” e ambientati come architetture. Durante l'evento saranno inoltre presentati dei filmati che mostrano gli anelli in prospettive architettoniche, con ambientazioni sonore di Dj Q. "Greetings from vertigine” vuol rendere omaggio alle forme architettoniche da cui gli oggetti Bumaye traggono ispirazione ma nasce soprattutto con l'intento di proiettare l'oggetto oltre il suo limite fisico e spaziale, creando una visione insolita che coinvolga l'osservatore nel processo di creazione.
Qualche riflessione dei Bumaye sulla collezione:
Questi anelli spingono all'eccesso le possibilità scultoree attorno ad un dito, per questioni di forma, di peso, di scenario. Certi anelli sono pensati come delle mini città viste dall'alto, alcuni invece, raffigurano dettagli architettonici delle stesse, dunque teatri, palazzi, musei, unità abitative. La nostra ricerca verso l'esasperazione del concetto di anello, richiama le linee guida del costruttivismo russo e dell'architettura futurista, e ci porta a riflettere sul lavoro di maestri quali Sant'Elia, Rodchenko, Chiattone, Tatlin, Malevich, la loro lungimiranza, la loro furia comunicativa.
Questa collezione è il nostro punto di vista un secolo dopo. Le nostre visioni utopiche, come quelle disegnate da Sant'Elia, attestano una volontà di re-invenzione avveniristica, intesa a puntare sulla forza perturbatrice dell'immagine fantastica/fantascientifica.
“Non essendo accompagnati da alcuna ipotesi di realizzazione concreta, tali progetti, si impongono infatti come semplici evocazioni immaginare, destinate ad iscriversi nella loro epoca in quanto documenti ideologici di contestazione e rottura, nella migliore tradizione dell'architettura disegnata”.
Ora che il dinamismo plastico, l'arte dei rumori, la musica senza quadratura, hanno generato periferie paurose, rapporti umani deliranti, un senso di oppressione mediatica, la guerra costante, l'occidente che si scopre povero ma con 1000 canali on demand, c'è voglia di respirare e salire in alto stando attenti alle vertigini.
Bumaye combatte e disprezza:
1)Le grandi corporazioni inumane produttrici di morte e schiavitù
2)L'indecisione protratta e i desideri con il freno a mano tirato
3)Le lobby farmaceutiche
4)Certe facce del centrodestra. Certe facce del centrosinistra
5)Le perversioni architettoniche anni '60
6)il design facile e inoffensivo dove il troppo disegno è uguale a mancanza di segno
7)L'assenza di telefoni pubblici funzionanti
8)lo spreco
9)La mancanza di colore delle periferie progettate senza riguardo per le emozioni di chi le vive
L'evento "Greetings from vertigine” presenterà le sculture in acciaio (anelli e lampade) accostate ai disegni a matita 2 m x 1 degli oggetti, rappresentati in “prospettiva 900” e ambientati come architetture. Durante l'evento saranno inoltre presentati dei filmati che mostrano gli anelli in prospettive architettoniche, con ambientazioni sonore di Dj Q. "Greetings from vertigine” vuol rendere omaggio alle forme architettoniche da cui gli oggetti Bumaye traggono ispirazione ma nasce soprattutto con l'intento di proiettare l'oggetto oltre il suo limite fisico e spaziale, creando una visione insolita che coinvolga l'osservatore nel processo di creazione.
Qualche riflessione dei Bumaye sulla collezione:
Questi anelli spingono all'eccesso le possibilità scultoree attorno ad un dito, per questioni di forma, di peso, di scenario. Certi anelli sono pensati come delle mini città viste dall'alto, alcuni invece, raffigurano dettagli architettonici delle stesse, dunque teatri, palazzi, musei, unità abitative. La nostra ricerca verso l'esasperazione del concetto di anello, richiama le linee guida del costruttivismo russo e dell'architettura futurista, e ci porta a riflettere sul lavoro di maestri quali Sant'Elia, Rodchenko, Chiattone, Tatlin, Malevich, la loro lungimiranza, la loro furia comunicativa.
Questa collezione è il nostro punto di vista un secolo dopo. Le nostre visioni utopiche, come quelle disegnate da Sant'Elia, attestano una volontà di re-invenzione avveniristica, intesa a puntare sulla forza perturbatrice dell'immagine fantastica/fantascientifica.
“Non essendo accompagnati da alcuna ipotesi di realizzazione concreta, tali progetti, si impongono infatti come semplici evocazioni immaginare, destinate ad iscriversi nella loro epoca in quanto documenti ideologici di contestazione e rottura, nella migliore tradizione dell'architettura disegnata”.
Ora che il dinamismo plastico, l'arte dei rumori, la musica senza quadratura, hanno generato periferie paurose, rapporti umani deliranti, un senso di oppressione mediatica, la guerra costante, l'occidente che si scopre povero ma con 1000 canali on demand, c'è voglia di respirare e salire in alto stando attenti alle vertigini.
Bumaye combatte e disprezza:
1)Le grandi corporazioni inumane produttrici di morte e schiavitù
2)L'indecisione protratta e i desideri con il freno a mano tirato
3)Le lobby farmaceutiche
4)Certe facce del centrodestra. Certe facce del centrosinistra
5)Le perversioni architettoniche anni '60
6)il design facile e inoffensivo dove il troppo disegno è uguale a mancanza di segno
7)L'assenza di telefoni pubblici funzionanti
8)lo spreco
9)La mancanza di colore delle periferie progettate senza riguardo per le emozioni di chi le vive