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Burqa & Tacchi spillo
Una controversa ed impegnativa indagine sulla condizione femminile tra Oriente e Occidente.
Comunicato stampa
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Ritornano le esposizioni collettive al Museo MAGMA di Roccamonfina (Caserta) con due Mostre dedicate alle nuove proposte: BURQA & TACCHI SPILLO e GLI ABITI DEL MALE (ovvero I 7 Vizi Capitali). La prima tematica è caratterizzata da una controversa ed impegnativa indagine sulla condizione femminile tra Oriente e Occidente, argomento profondamente attuale, mentre la seconda esposizione verte sulla veduta aristotelica dei sette Vizi Capitali.
Al pari delle virtù, infatti, i vizi derivano dalla ripetizione di azioni che formano nel soggetto che le compie una sorta di "abito" che lo inclina in una certa direzione, secondo Aristotele. Nello scorrere dei secoli sono stati visti secondo diverse ottiche. Sono stati intesi come l'opposizione della volontà umana alla volontà divina, ovvero azioni utili al raggiungimento del progresso e allo sviluppo industriale, commerciale ed economico, oppure espressioni della tipologia umana o di una parte del carattere, ovvero ancora manifestazioni di malattie dello spirito.
Gli artisti che hanno affrontato le due tematiche offriranno la loro personale interpretazione all'interno del
Palacongressi di Roccamonfina. In circa 2500 metri quadri di esposizione si potranno ammirare le opere in
collezione (esposizione permanente) d’arte contemporanea e design, insieme alle creazioni di artisti provenienti
dall'Italia e da altri Paesi, accuratamente selezionati, come: Soledad Agresti, Matteo Lausetti, Simone
Galimberti, Lily Lensiak, Alessandra Trischitta, Marisa Bellini, Aurora Mazzoldi, Bente Buus Hansen, Kristel
Vendrame, Enza Clapis, Claudio Bandini, Rachele Mari - Zanoli, Maria Letizia Paiolo, Donato Lotito, Osvalda
Pucci, Carmen Maglio, Giovanni Mangiacapra, Arturo Ianniello, Antonio d'Amore, Valentino Marra, Rocco
Sciaudone, Elena Dell'Andrea, Francesco Contarini, Valeria Finazzi, Cornelius Rea, Monica Frisone, Gianfranco
Montini, Katlin Viski, Sara Fabbri, Carmine Boccia, Jole Raimo, Patrizio De Biase, Ennio Montariello, Giovanni
Carpignano, Odilia Liuzzi, Maura Menichetti, Gianfranco Amodeo e Luca Vinciguerra.
Per GLI ABITI DEL MALE, al Testimonial d’eccezione, il Maestro Saturno Buttò, notissimo artista figurativo italiano apprezzato per le sue tematiche goticizzanti, è stata dedicata un’ampia sala, mentre per omaggiare l’anno della Cultura Russa graditissimo ospite sarà il Maestro Alexander Daniloff che per l'occasione ha creato sette opere relative a ciascuno dei Vizi Capitali.
Eventi collaterali saranno: la performance visivo/teatrale curata da Francesco Cinelli di Firenze, le atmosfere musicali create dalla Michele Zannini Hoz Band e la mostra personale dell’artista Umberto Gorirossi.
Alle due esposizioni è stato concesso il patrocinio della Regione Campania, della Provincia di Caserta, dell'Ente
Parco di Roccamonfina, dei Comuni di Sessa Aurunca e di Vairano Patenora e contano su alcune aziende sponsor
tra le quali la SAI Fondiaria di Teano-Formia e la pasticceria LISITA di Mondragone.
Fotografia, pittura, scultura, tecniche digitali, installazioni e performance saranno i settori espressivi delle due tematiche trattate, curate e pensate dall’arch. Angela Terrazzini (Responsabile Ammin.) e da Paolo Feroce
(Direttore artistico), nonchè da Emiliano D’Angelo (Critico d’arte) e seguiti dai collaboratori Carmine Grillo, Angela Petteruti, Giancarlo Fumo, Antonio De Pari, Andrea Pisanti e Alberto Ferraro.
Il vernissage si terrà il 9 aprile 2011, alle ore 18:00, con i saluti delle Autorità e dello staff MAGMA, cui farà
seguito l’immancabile cocktail inaugurale e la visita alle esposizioni.
La mostra resterà aperta fino al 30 aprile. Gli orari saranno pubblicati sul sito del museo MAGMA
www.magmaevolution.org .
*********************************
CONCEPT di Emiliano D’Angelo (critico MAGMA)
Un viaggio ai confini remoti, per molti versi ancora inesplorati, dell’universo femminile.
Universo che per secoli si è lasciato rischiarare, giocoforza, dalla luce riflessa che su di esso la cultura maschile si è sempre compiaciuta di irradiare, nascondendo metà del suo volto come la luna, trattenendo energie creative dalla potenza inaudita, esponendole a una lunga fermentazione alchemica preordinata fin dalle origini ad un parto grandioso: quello dell’ultima grande rivoluzione della nostra storia culturale, la più ricca nei contenuti, la più duratura negli effetti, la più sacrosanta e valida dal punto di vista dell’urgenza etica e politica. Una rivoluzione cominciata quasi da due secoli, ma dalla spinta propulsiva ancora inesaurita: quella della lotta per l’emancipazione civile di metà degli abitanti del pianeta, per la conquista di una “parità nella differenza”.
In questo viaggio, i punti cardinali della nostra bussola saranno rappresentati dai comparti creativi, dalle “prove d’autore” di cui le donne si sono rese protagoniste, sia in qualità di artefici che di muse ispiratrici: poesia, pittura, narrativa, videoarte, arti applicate… arricchendo però l’esposizione di allestimenti dedicati al mondo della moda e della gioielleria d’autore, che detengono un’importanza non trascurabile ai fini della nostra ricerca estetica.
Dove si colloca la donna, oggi, nell’ideale circuito pendolare che abbiamo tracciato tra i due simboli, l’uno della sottomissione (il burka), l’altro della forza e del riscatto (il tacco “stilettato”), alla luce di una ridefinizione ancora in fieri, che a volte non risparmia neanche eccessi e cadute di tono imbarazzanti?
E poi: siamo sicuri che questi due accessori di abbigliamento così “caricati” di responsabilità iconica, semantica, nel dibattito in corso presso i media e nel nostro immaginario collettivo, non siano fruibili simbolicamente in una chiave diversa?
Si potrebbe vederli, ad esempio, come i poli opposti ma complementari di un Tao tutto al femminile, implicati l’uno nell’altro come lo sono la luce per le tenebre e la notte per il giorno: il burka rappresenterebbe l’anima junghiana, la componente della psiche più sensibile e ricettiva, che neanche la donna più progredita potrebbe cancellare o mettere in discussione senza tradire profondamente se stessa e la propria natura, rinunciando in partenza a qualsiasi possibile conquista; i tacchi a spillo, invece, lungi dal trasmettere un’idea granitica e unilaterale di aggressività , di controllo, sono controversi già alla nascita: apprezzati dalle donne per l’elevazione che consentono, per la flessuosità che trasmettono al corpo, per l’illusione ottica di un prolungamento degli arti inferiori che sembra ristabilire una parità (almeno) fisica tra i sessi, sono concepiti in realtà da mente maschile, assurgono ben presto a feticcio erotico, soddisfano più l’occhio dell’uomo che le esigenze di praticità di chi li indossa.
Accade così che un simbolo di forza si possa trasformare in una concessione implicita alla volontà del sesso antagonista, mentre uno strumento “apparentemente” repressivo come il burka divenga uno scrigno di valori da proteggere, un’iconostasi preziosa, al riparo della quale il carattere moderno può preservare l’antico, il mistero non può essere profanato, l’alchimia riesce a protrarsi indisturbata.
E se questa non è una contraddizione “femminile”, è senza dubbio una contraddizione moderna. Ma è quasi certamente entrambe le cose insieme, perché mai in alcun momento storico come quello attuale la parola “modernità” ha rimato così felicemente con “femminilità”.
Al pari delle virtù, infatti, i vizi derivano dalla ripetizione di azioni che formano nel soggetto che le compie una sorta di "abito" che lo inclina in una certa direzione, secondo Aristotele. Nello scorrere dei secoli sono stati visti secondo diverse ottiche. Sono stati intesi come l'opposizione della volontà umana alla volontà divina, ovvero azioni utili al raggiungimento del progresso e allo sviluppo industriale, commerciale ed economico, oppure espressioni della tipologia umana o di una parte del carattere, ovvero ancora manifestazioni di malattie dello spirito.
Gli artisti che hanno affrontato le due tematiche offriranno la loro personale interpretazione all'interno del
Palacongressi di Roccamonfina. In circa 2500 metri quadri di esposizione si potranno ammirare le opere in
collezione (esposizione permanente) d’arte contemporanea e design, insieme alle creazioni di artisti provenienti
dall'Italia e da altri Paesi, accuratamente selezionati, come: Soledad Agresti, Matteo Lausetti, Simone
Galimberti, Lily Lensiak, Alessandra Trischitta, Marisa Bellini, Aurora Mazzoldi, Bente Buus Hansen, Kristel
Vendrame, Enza Clapis, Claudio Bandini, Rachele Mari - Zanoli, Maria Letizia Paiolo, Donato Lotito, Osvalda
Pucci, Carmen Maglio, Giovanni Mangiacapra, Arturo Ianniello, Antonio d'Amore, Valentino Marra, Rocco
Sciaudone, Elena Dell'Andrea, Francesco Contarini, Valeria Finazzi, Cornelius Rea, Monica Frisone, Gianfranco
Montini, Katlin Viski, Sara Fabbri, Carmine Boccia, Jole Raimo, Patrizio De Biase, Ennio Montariello, Giovanni
Carpignano, Odilia Liuzzi, Maura Menichetti, Gianfranco Amodeo e Luca Vinciguerra.
Per GLI ABITI DEL MALE, al Testimonial d’eccezione, il Maestro Saturno Buttò, notissimo artista figurativo italiano apprezzato per le sue tematiche goticizzanti, è stata dedicata un’ampia sala, mentre per omaggiare l’anno della Cultura Russa graditissimo ospite sarà il Maestro Alexander Daniloff che per l'occasione ha creato sette opere relative a ciascuno dei Vizi Capitali.
Eventi collaterali saranno: la performance visivo/teatrale curata da Francesco Cinelli di Firenze, le atmosfere musicali create dalla Michele Zannini Hoz Band e la mostra personale dell’artista Umberto Gorirossi.
Alle due esposizioni è stato concesso il patrocinio della Regione Campania, della Provincia di Caserta, dell'Ente
Parco di Roccamonfina, dei Comuni di Sessa Aurunca e di Vairano Patenora e contano su alcune aziende sponsor
tra le quali la SAI Fondiaria di Teano-Formia e la pasticceria LISITA di Mondragone.
Fotografia, pittura, scultura, tecniche digitali, installazioni e performance saranno i settori espressivi delle due tematiche trattate, curate e pensate dall’arch. Angela Terrazzini (Responsabile Ammin.) e da Paolo Feroce
(Direttore artistico), nonchè da Emiliano D’Angelo (Critico d’arte) e seguiti dai collaboratori Carmine Grillo, Angela Petteruti, Giancarlo Fumo, Antonio De Pari, Andrea Pisanti e Alberto Ferraro.
Il vernissage si terrà il 9 aprile 2011, alle ore 18:00, con i saluti delle Autorità e dello staff MAGMA, cui farà
seguito l’immancabile cocktail inaugurale e la visita alle esposizioni.
La mostra resterà aperta fino al 30 aprile. Gli orari saranno pubblicati sul sito del museo MAGMA
www.magmaevolution.org .
*********************************
CONCEPT di Emiliano D’Angelo (critico MAGMA)
Un viaggio ai confini remoti, per molti versi ancora inesplorati, dell’universo femminile.
Universo che per secoli si è lasciato rischiarare, giocoforza, dalla luce riflessa che su di esso la cultura maschile si è sempre compiaciuta di irradiare, nascondendo metà del suo volto come la luna, trattenendo energie creative dalla potenza inaudita, esponendole a una lunga fermentazione alchemica preordinata fin dalle origini ad un parto grandioso: quello dell’ultima grande rivoluzione della nostra storia culturale, la più ricca nei contenuti, la più duratura negli effetti, la più sacrosanta e valida dal punto di vista dell’urgenza etica e politica. Una rivoluzione cominciata quasi da due secoli, ma dalla spinta propulsiva ancora inesaurita: quella della lotta per l’emancipazione civile di metà degli abitanti del pianeta, per la conquista di una “parità nella differenza”.
In questo viaggio, i punti cardinali della nostra bussola saranno rappresentati dai comparti creativi, dalle “prove d’autore” di cui le donne si sono rese protagoniste, sia in qualità di artefici che di muse ispiratrici: poesia, pittura, narrativa, videoarte, arti applicate… arricchendo però l’esposizione di allestimenti dedicati al mondo della moda e della gioielleria d’autore, che detengono un’importanza non trascurabile ai fini della nostra ricerca estetica.
Dove si colloca la donna, oggi, nell’ideale circuito pendolare che abbiamo tracciato tra i due simboli, l’uno della sottomissione (il burka), l’altro della forza e del riscatto (il tacco “stilettato”), alla luce di una ridefinizione ancora in fieri, che a volte non risparmia neanche eccessi e cadute di tono imbarazzanti?
E poi: siamo sicuri che questi due accessori di abbigliamento così “caricati” di responsabilità iconica, semantica, nel dibattito in corso presso i media e nel nostro immaginario collettivo, non siano fruibili simbolicamente in una chiave diversa?
Si potrebbe vederli, ad esempio, come i poli opposti ma complementari di un Tao tutto al femminile, implicati l’uno nell’altro come lo sono la luce per le tenebre e la notte per il giorno: il burka rappresenterebbe l’anima junghiana, la componente della psiche più sensibile e ricettiva, che neanche la donna più progredita potrebbe cancellare o mettere in discussione senza tradire profondamente se stessa e la propria natura, rinunciando in partenza a qualsiasi possibile conquista; i tacchi a spillo, invece, lungi dal trasmettere un’idea granitica e unilaterale di aggressività , di controllo, sono controversi già alla nascita: apprezzati dalle donne per l’elevazione che consentono, per la flessuosità che trasmettono al corpo, per l’illusione ottica di un prolungamento degli arti inferiori che sembra ristabilire una parità (almeno) fisica tra i sessi, sono concepiti in realtà da mente maschile, assurgono ben presto a feticcio erotico, soddisfano più l’occhio dell’uomo che le esigenze di praticità di chi li indossa.
Accade così che un simbolo di forza si possa trasformare in una concessione implicita alla volontà del sesso antagonista, mentre uno strumento “apparentemente” repressivo come il burka divenga uno scrigno di valori da proteggere, un’iconostasi preziosa, al riparo della quale il carattere moderno può preservare l’antico, il mistero non può essere profanato, l’alchimia riesce a protrarsi indisturbata.
E se questa non è una contraddizione “femminile”, è senza dubbio una contraddizione moderna. Ma è quasi certamente entrambe le cose insieme, perché mai in alcun momento storico come quello attuale la parola “modernità” ha rimato così felicemente con “femminilità”.
09
aprile 2011
Burqa & Tacchi spillo
Dal 09 al 30 aprile 2011
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
MUSEO MAGMA
Roccamonfina, via roma, (Caserta)
Roccamonfina, via roma, (Caserta)
Orario di apertura
Ven-Sab-Dom - ore 10-12 e 18-20
Vernissage
9 Aprile 2011, Ore 18:00
Autore
Curatore