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BURRI, KOUNELLIS, NUNZIO. Ethic of the Artwork
“BURRI, KOUNELLIS, NUNZIO. Ethic of the Artwork” (Etica dell’immagine), è la mostra che inaugura il 5 ottobre pv da Mazzoleni, London. La mostra presenta una selezione di opere di Maestri appartenenti a tre generazioni successive di arte italiana del XX secolo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Burri, Kounellis, Nunzio. Ethic of the Artwork
a cura di Bruno Corà
6 ottobre – 6 novembre 2021
Private view: martedì 5 ottobre, 18.00 – 20.00
Mazzoleni London è lieta di presentare BURRI, KOUNELLIS, NUNZIO. Ethic of the Artwork (Etica dell’immagine), una mostra di opere di Maestri appartenenti a tre generazioni successive di arte italiana del XX secolo.
“L'inedito episodio espositivo – afferma il curatore della mostra Bruno Corà – offre la possibilità di osservare i diversi pronunciamenti pittorico-plastici dei tre artisti in una contiguità che non è semplicemente ambientale, ma si fonda soprattutto sul denominatore comune di una condivisa tensione etica nella creazione dell'opera. Tale aspetto si evidenzia sia nella scelta dei materiali, sia nella modalità della loro elaborazione, sia nei processi linguistici osservati per giungere alla forma, sempre rispondente a un pensiero generativo di autenticità poetica.”
Di Alberto Burri (1915-1995), ideatore dell'arte di materia, sono presenti opere appartenenti a differenti momenti della sua produzione, un vero e proprio excursus che, a partire dagli anni vicini ai suoi esordi - è il caso di Pittura del 1949 - ci porta fino ai “Sacchi” degli anni Cinquanta, alle “Plastiche” degli anni Sessanta e ad altre morfologie che hanno segnato il percorso più maturo di questo grande protagonista internazionale della seconda metà del XX secolo, come i “Cellotex” degli anni Settanta, nati da quel composto di segatura di legno e colla fino ad allora usato come supporto per le proprie opere.
Nondimeno, l'opera di Jannis Kounellis (1936-2017), che sin dal 1967 è tra i maggiori esponenti dell'Arte Povera, con l'“uscita dal quadro” attua un sensibile mutamento linguistico, in cui sono egualmente presenti tutti i gradi di quella creazione equilibrata dell'immagine che rispondono a una dignità ideologica di essa e della sua forma.
Del più giovane dei tre, Nunzio (1954), già protagonista di una importante personale presso la sede londinese della galleria Mazzoleni nel 2019, sono diversi i modi plastici osservabili: dalle combustioni dei legni al modellato dei piombi, dalle pigmentazioni in blu degli orli delle sculture fino alle più recenti creazioni, sempre rispondenti a un'etica della forma riconoscibile nell'anelito alla spazialità che incorpora “luoghi” fisici o di memoria.
Con questa mostra la galleria Mazzoleni, da oltre tre decadi punto di rifermento per i collezionisti e gli appassionati d’arte del secondo dopoguerra italiano, si prepara ad accogliere i visitatori che torneranno ad animare, finalmente in presenza, la settimana di Frieze Art Fair a Londra (Regent Park, 13- 16 ottobre 2021).
ALBERTO BURRI (Città di Castello, 1915 - Nizza, 1995) si laurea in medicina nel 1940. Quale ufficiale medico è fatto prigioniero degli alleati in Tunisia nel 1943 e viene inviato nel campo di Hereford, Texas. Qui comincia a dipingere. Tornato in Italia nel 1946, si stabilisce a Roma e si dedica alla pittura, che da figurativa diventa astratta. Nel 1949, con l'opera SZ1 introduce nella sua pittura alcuni lacerti di tessuto, ricavati dai sacchi distribuiti dall'UNRRA in Italia nell'immediato dopoguerra. Nel 1951, dopo una brevissima partecipazione al gruppo Origine (con Ballocco, Capogrossi, Colla), si dedica intensamente allo sviluppo dei “Sacchi”e altre opere materiche come i “Neri! e le “Muffe”. Nel corso degli anni Cinquanta la sua pittura si afferma a Roma, ma è soprattutto in altre città americane ed europee che avrà pieno riconoscimento internazionale. Nella seconda metà degli anni Cinquanta si affermano i cicli pittorici delle “Combustioni”, dei “Legni” e dei “Ferri”, per sfociare, agli inizi degli anni Sessanta, nelle “Plastiche” trasparenti. Gli anni ’70 registrano una progressiva rarefazione dei mezzi tecnici e formali verso soluzioni monumentali, dai “Cretti” ai “Cellotex”. Omaggiato di prestigiosi premi e consacrato da mostre nei più prestigiosi musei internazionali, nel 1978 dà vita a Città di Castello a una fondazione dove espone una scelta selezione di proprie opere, un omaggio alla sua città. Nel 1989 la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri apre al pubblico una serie di cicli pittorici di grandi dimensioni presso gli Ex Seccatoi del Tabacco, complesso di edifici industriali: questi Seccatoi di insolita grandezza, completamente dipinti di nero all’esterno per desiderio dell’artista, sono stati così trasformati in una gigantesca scultura, contenitore ideale per Il Viaggio, Annottarsi, Rosso e Nero, Non Ama il Nero, Metamorfotex, Sestante, e altri cicli pittorici.
JANNIS KOUNELLIS (Pireo, Grecia, 1936 - Roma, 2017) si trasferisce in Italia e si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Roma nel 1956. Ancora studente, nel 1960 apre la sua prima mostra personale, intitolata L'alfabeto di Kounellis, alla Galleria La Tartaruga, Roma. In questa mostra fanno la loro comparsa tele in bianco e nero con lettere e numeri riportate a stencil, opere che chiama "poesie fonetiche”. Fortemente interessato all'opera di Alberto Burri e Lucio Fontana, così come a quelle di Jackson Pollock e Franz Kline, mostra rapidamente segni di inquietudine artistica indirizzando la propria ricerca verso nuovi territori. Germano Celant lo invita a partecipare a Arte povera - Im Spazio, mostra del 1967 alla Galleria La Bertesca di Genova. In quello stesso anno, la pittura di Kounellis compie l'atto di “uscita dal quadro” con l'utilizzo di materiali extra pittorici come carbone, fuoco, terra e animali viventi, mentre egli si cimenta in alcune importanti performance: nel 1969 espone 11 cavalli lungo il perimetro interno della Galleria L'Attico di Roma. A partire dal 1972, in concomitanza con la prima partecipazione alla Biennale di Venezia e alla Documenta di Kassel, Kounellis diventa protagonista delle più importanti mostre d'arte internazionali. Nel corso della sua vita, la sua opera è anche oggetto di grandi mostre antologiche, tra cui quelle al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris nel 1980, al Chicago Museum of Contemporary Art, nel 1986, al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, nel 1996, e alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma, nel 2002, Neue Nationalgalerie Berlin, nel 2007-2008.
NUNZIO DI STEFANO (Cagnano Amiterno, L’Aquila, 1954) si trasferisce a Roma per studiare presso l’Accademia di Belle Arti. Nel 1977 si diploma in Scenografia con Toti Scialoja. È tra gli artisti che stabiliscono il proprio studio nell’ex pastificio Cerere, nel quartiere romano di San Lorenzo, che diventa un centro vitale della cultura artistica cittadina ed internazionale. Insieme a Bianchi, Ceccobelli, Dessì, Gallo e Pizzi Cannella dà vita alla “Scuola di San Lorenzo”. In questi anni realizza forme irregolari in gesso ed opere in legno e in lamine di piombo. La sua prima personale romana è presentata da Giuliano Briganti alla Galleria L’Attico (1984). Nel 1995 Nunzio viene invitato alla Biennale di Venezia e gli viene assegnata una Menzione d’Onore. Negli stessi anni Novanta è protagonista di diverse mostre in Giappone, Germania, Svizzera. Negli anni Duemila seguono le esposizioni alla Galleria dello Scudo di Verona, a cura da Lea Vergine, dove presenta una serie di installazioni in legno combusto che creano nuovi e stranianti spazi abitabili e le antologiche al MACRO di Roma, a cura di Danilo Eccher, al Museo d’Arte Contemporanea di Belgrado e alla Casa dell'Associazione degli Artisti Croati a Zagabria, a cura di Bruno Corà. Poi le mostre al Museum Biedermann di Donaueschingen in Germania, presentata da Norbert Nobis, al Museo Riso di Palermo, al Forte di Belvedere e Palazzo Marino Marini di Firenze, alla Galerie der Stadt a Tuttlingen, Germania, solo per citarne alcune. Nunzio vive e lavora a Roma e a Torino.
MAZZOLENI
La galleria Mazzoleni è stata fondata a Torino nel 1986 da Giovanni e Anna Pia Mazzoleni, come naturale evoluzione della loro collezione privata iniziata nella prima metà degli anni Cinquanta. La sede storica torinese, che occupa tre piani di Palazzo Panizza, nella centrale Piazza Solferino, è stata affiancata dal 2014 da quella di Londra, nel distretto artistico di Mayfair. In oltre tre decenni Mazzoleni ha esposto circa duecento artisti italiani e internazionali del XX secolo con programmi espositivi di calibro museale, concentrandosi sull’arte del Secondo dopoguerra italiano, in stretta collaborazione con gli archivi e le fondazioni di riferimento degli artisti. Recentemente l’attività espositiva si è aperta al panorama offerto dall’arte contemporanea. Tutte le mostre sono accompagnate da ricche pubblicazioni con apparati iconografici e importanti testi critici. Sotto la guida di Davide e Luigi Mazzoleni, negli ultimi anni la galleria ha intensificato la propria attività internazionale partecipando a numerose fiere, tra cui Art Basel (Basilea, Miami e Hong Kong), Artissima (Torino), FIAC (Parigi), Frieze Masters (Londra), miart (Milano) e TEFAF (Maastricht e New York).
INFORMAZIONI
Mostra: BURRI, KOUNELLIS, NUNZIO. Ethic of the Artwork – a cura di Bruno Corà.
Date: 6 ottobre – 6 novembre 2021 | Private view: martedì 5 ottobre, 18.00-20.00
Indirizzo: Mazzoleni, 27 Albemarle Street, Londra W1S 4HZ
T: +44 (0) 207 495 8805 | E: london@mazzoleniart.com
Orari: Lun – Ven 10.00-18.00, Sat 11.00-17.00
Website: www.mazzoleniart.com
Ufficio stampa:
Pickles PR
Maria Cristina Giusti
T: (+39) 339 8090604 | E: cristina@picklespr.com
Pickles PR
Gair Burton
M: +44 (0)7402 784 470 | E: gair@picklespr.com
a cura di Bruno Corà
6 ottobre – 6 novembre 2021
Private view: martedì 5 ottobre, 18.00 – 20.00
Mazzoleni London è lieta di presentare BURRI, KOUNELLIS, NUNZIO. Ethic of the Artwork (Etica dell’immagine), una mostra di opere di Maestri appartenenti a tre generazioni successive di arte italiana del XX secolo.
“L'inedito episodio espositivo – afferma il curatore della mostra Bruno Corà – offre la possibilità di osservare i diversi pronunciamenti pittorico-plastici dei tre artisti in una contiguità che non è semplicemente ambientale, ma si fonda soprattutto sul denominatore comune di una condivisa tensione etica nella creazione dell'opera. Tale aspetto si evidenzia sia nella scelta dei materiali, sia nella modalità della loro elaborazione, sia nei processi linguistici osservati per giungere alla forma, sempre rispondente a un pensiero generativo di autenticità poetica.”
Di Alberto Burri (1915-1995), ideatore dell'arte di materia, sono presenti opere appartenenti a differenti momenti della sua produzione, un vero e proprio excursus che, a partire dagli anni vicini ai suoi esordi - è il caso di Pittura del 1949 - ci porta fino ai “Sacchi” degli anni Cinquanta, alle “Plastiche” degli anni Sessanta e ad altre morfologie che hanno segnato il percorso più maturo di questo grande protagonista internazionale della seconda metà del XX secolo, come i “Cellotex” degli anni Settanta, nati da quel composto di segatura di legno e colla fino ad allora usato come supporto per le proprie opere.
Nondimeno, l'opera di Jannis Kounellis (1936-2017), che sin dal 1967 è tra i maggiori esponenti dell'Arte Povera, con l'“uscita dal quadro” attua un sensibile mutamento linguistico, in cui sono egualmente presenti tutti i gradi di quella creazione equilibrata dell'immagine che rispondono a una dignità ideologica di essa e della sua forma.
Del più giovane dei tre, Nunzio (1954), già protagonista di una importante personale presso la sede londinese della galleria Mazzoleni nel 2019, sono diversi i modi plastici osservabili: dalle combustioni dei legni al modellato dei piombi, dalle pigmentazioni in blu degli orli delle sculture fino alle più recenti creazioni, sempre rispondenti a un'etica della forma riconoscibile nell'anelito alla spazialità che incorpora “luoghi” fisici o di memoria.
Con questa mostra la galleria Mazzoleni, da oltre tre decadi punto di rifermento per i collezionisti e gli appassionati d’arte del secondo dopoguerra italiano, si prepara ad accogliere i visitatori che torneranno ad animare, finalmente in presenza, la settimana di Frieze Art Fair a Londra (Regent Park, 13- 16 ottobre 2021).
ALBERTO BURRI (Città di Castello, 1915 - Nizza, 1995) si laurea in medicina nel 1940. Quale ufficiale medico è fatto prigioniero degli alleati in Tunisia nel 1943 e viene inviato nel campo di Hereford, Texas. Qui comincia a dipingere. Tornato in Italia nel 1946, si stabilisce a Roma e si dedica alla pittura, che da figurativa diventa astratta. Nel 1949, con l'opera SZ1 introduce nella sua pittura alcuni lacerti di tessuto, ricavati dai sacchi distribuiti dall'UNRRA in Italia nell'immediato dopoguerra. Nel 1951, dopo una brevissima partecipazione al gruppo Origine (con Ballocco, Capogrossi, Colla), si dedica intensamente allo sviluppo dei “Sacchi”e altre opere materiche come i “Neri! e le “Muffe”. Nel corso degli anni Cinquanta la sua pittura si afferma a Roma, ma è soprattutto in altre città americane ed europee che avrà pieno riconoscimento internazionale. Nella seconda metà degli anni Cinquanta si affermano i cicli pittorici delle “Combustioni”, dei “Legni” e dei “Ferri”, per sfociare, agli inizi degli anni Sessanta, nelle “Plastiche” trasparenti. Gli anni ’70 registrano una progressiva rarefazione dei mezzi tecnici e formali verso soluzioni monumentali, dai “Cretti” ai “Cellotex”. Omaggiato di prestigiosi premi e consacrato da mostre nei più prestigiosi musei internazionali, nel 1978 dà vita a Città di Castello a una fondazione dove espone una scelta selezione di proprie opere, un omaggio alla sua città. Nel 1989 la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri apre al pubblico una serie di cicli pittorici di grandi dimensioni presso gli Ex Seccatoi del Tabacco, complesso di edifici industriali: questi Seccatoi di insolita grandezza, completamente dipinti di nero all’esterno per desiderio dell’artista, sono stati così trasformati in una gigantesca scultura, contenitore ideale per Il Viaggio, Annottarsi, Rosso e Nero, Non Ama il Nero, Metamorfotex, Sestante, e altri cicli pittorici.
JANNIS KOUNELLIS (Pireo, Grecia, 1936 - Roma, 2017) si trasferisce in Italia e si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Roma nel 1956. Ancora studente, nel 1960 apre la sua prima mostra personale, intitolata L'alfabeto di Kounellis, alla Galleria La Tartaruga, Roma. In questa mostra fanno la loro comparsa tele in bianco e nero con lettere e numeri riportate a stencil, opere che chiama "poesie fonetiche”. Fortemente interessato all'opera di Alberto Burri e Lucio Fontana, così come a quelle di Jackson Pollock e Franz Kline, mostra rapidamente segni di inquietudine artistica indirizzando la propria ricerca verso nuovi territori. Germano Celant lo invita a partecipare a Arte povera - Im Spazio, mostra del 1967 alla Galleria La Bertesca di Genova. In quello stesso anno, la pittura di Kounellis compie l'atto di “uscita dal quadro” con l'utilizzo di materiali extra pittorici come carbone, fuoco, terra e animali viventi, mentre egli si cimenta in alcune importanti performance: nel 1969 espone 11 cavalli lungo il perimetro interno della Galleria L'Attico di Roma. A partire dal 1972, in concomitanza con la prima partecipazione alla Biennale di Venezia e alla Documenta di Kassel, Kounellis diventa protagonista delle più importanti mostre d'arte internazionali. Nel corso della sua vita, la sua opera è anche oggetto di grandi mostre antologiche, tra cui quelle al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris nel 1980, al Chicago Museum of Contemporary Art, nel 1986, al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, nel 1996, e alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma, nel 2002, Neue Nationalgalerie Berlin, nel 2007-2008.
NUNZIO DI STEFANO (Cagnano Amiterno, L’Aquila, 1954) si trasferisce a Roma per studiare presso l’Accademia di Belle Arti. Nel 1977 si diploma in Scenografia con Toti Scialoja. È tra gli artisti che stabiliscono il proprio studio nell’ex pastificio Cerere, nel quartiere romano di San Lorenzo, che diventa un centro vitale della cultura artistica cittadina ed internazionale. Insieme a Bianchi, Ceccobelli, Dessì, Gallo e Pizzi Cannella dà vita alla “Scuola di San Lorenzo”. In questi anni realizza forme irregolari in gesso ed opere in legno e in lamine di piombo. La sua prima personale romana è presentata da Giuliano Briganti alla Galleria L’Attico (1984). Nel 1995 Nunzio viene invitato alla Biennale di Venezia e gli viene assegnata una Menzione d’Onore. Negli stessi anni Novanta è protagonista di diverse mostre in Giappone, Germania, Svizzera. Negli anni Duemila seguono le esposizioni alla Galleria dello Scudo di Verona, a cura da Lea Vergine, dove presenta una serie di installazioni in legno combusto che creano nuovi e stranianti spazi abitabili e le antologiche al MACRO di Roma, a cura di Danilo Eccher, al Museo d’Arte Contemporanea di Belgrado e alla Casa dell'Associazione degli Artisti Croati a Zagabria, a cura di Bruno Corà. Poi le mostre al Museum Biedermann di Donaueschingen in Germania, presentata da Norbert Nobis, al Museo Riso di Palermo, al Forte di Belvedere e Palazzo Marino Marini di Firenze, alla Galerie der Stadt a Tuttlingen, Germania, solo per citarne alcune. Nunzio vive e lavora a Roma e a Torino.
MAZZOLENI
La galleria Mazzoleni è stata fondata a Torino nel 1986 da Giovanni e Anna Pia Mazzoleni, come naturale evoluzione della loro collezione privata iniziata nella prima metà degli anni Cinquanta. La sede storica torinese, che occupa tre piani di Palazzo Panizza, nella centrale Piazza Solferino, è stata affiancata dal 2014 da quella di Londra, nel distretto artistico di Mayfair. In oltre tre decenni Mazzoleni ha esposto circa duecento artisti italiani e internazionali del XX secolo con programmi espositivi di calibro museale, concentrandosi sull’arte del Secondo dopoguerra italiano, in stretta collaborazione con gli archivi e le fondazioni di riferimento degli artisti. Recentemente l’attività espositiva si è aperta al panorama offerto dall’arte contemporanea. Tutte le mostre sono accompagnate da ricche pubblicazioni con apparati iconografici e importanti testi critici. Sotto la guida di Davide e Luigi Mazzoleni, negli ultimi anni la galleria ha intensificato la propria attività internazionale partecipando a numerose fiere, tra cui Art Basel (Basilea, Miami e Hong Kong), Artissima (Torino), FIAC (Parigi), Frieze Masters (Londra), miart (Milano) e TEFAF (Maastricht e New York).
INFORMAZIONI
Mostra: BURRI, KOUNELLIS, NUNZIO. Ethic of the Artwork – a cura di Bruno Corà.
Date: 6 ottobre – 6 novembre 2021 | Private view: martedì 5 ottobre, 18.00-20.00
Indirizzo: Mazzoleni, 27 Albemarle Street, Londra W1S 4HZ
T: +44 (0) 207 495 8805 | E: london@mazzoleniart.com
Orari: Lun – Ven 10.00-18.00, Sat 11.00-17.00
Website: www.mazzoleniart.com
Ufficio stampa:
Pickles PR
Maria Cristina Giusti
T: (+39) 339 8090604 | E: cristina@picklespr.com
Pickles PR
Gair Burton
M: +44 (0)7402 784 470 | E: gair@picklespr.com
05
ottobre 2021
BURRI, KOUNELLIS, NUNZIO. Ethic of the Artwork
Dal 05 ottobre al 06 novembre 2021
arte contemporanea
arte moderna
arte moderna
Location
Galleria Mazzoleni – Londra
Londra, Old Bond Street, 15
Londra, Old Bond Street, 15
Orario di apertura
Lun – Ven 10.00 - 18.00, Sab 11.00 - 17.00
Vernissage
5 Ottobre 2021, 18.00 - 20.00
Autore
Curatore