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By or Of Marcel Duchamp or Rrose Sélavy
La mostra presenta oltre 100 pezzi, tra opere, brochure, inviti, manifesti, libri, e il solo readymade a non aver avuto edizioni successive, restando dunque un pezzo unico, Porta: 11, rue Larrey (1927), esposto a Roma per la prima volta in questa occasione
Comunicato stampa
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La Galleria Casoli De Luca è lieta di annunciare la mostra By or Of Marcel Duchamp or Rrose Sélavy, dedicata a Marcel Duchamp e in programma dal 13 ottobre al 22 dicembre 2018 nel nuovo spazio romano in Piazza di Campitelli 2.
Marcel Duchamp è stato uno degli artisti più influenti del Novecento, e data l’unicità del suo pensiero, può essere considerato il grande innovatore dell’arte.
La mostra presenta oltre 100 pezzi, tra opere, brochure, inviti, manifesti, libri, e il solo readymade a non aver avuto edizioni successive, restando dunque un pezzo unico, Porta: 11, rue Larrey (1927), esposto a Roma per la prima volta in questa occasione. Elemento strategico nell’appartamento parigino che Duchamp occupava con la moglie, la porta, incardinata tra due stanze, rimanda a un atto di sottrazione che permette all’artista di creare, e che viene “rigenerata” da Duchamp in opera d’arte. Alla Biennale del 1978, scambiata per una comunissima porta, fu ridipinta con una doppia mandata di bianco dagli imbianchini addetti ai lavori di allestimento, risultando in un costosissimo risarcimento al proprietario dell’opera all’epoca dell’incidente.
Uno dei maggiori apporti di Duchamp all’arte contemporanea è l’inserimento e l’utilizzo del fattore caso nel processo artistico. Questo è evidente se si analizza un’opera straordinaria come La Mariée mise à nu par ses célibataires, même, anche detta Grande Vetro. L’opera è composta da due pannelli di vetro dipinti ad olio, con fogli di argento e di piombo e racconta una storia di amore e desiderio con personaggi inconsueti personificati da macchine meccaniche: una sposa, gli scapoli ed i testimoni oculisti, che si muovono tra macinatrici di cioccolata, setacci e mulini ad acqua. Da lui stesso considerata la più importante del suo percorso, iniziato nel 1915 e volutamente lasciata incompiuta nel 1923, durante un trasporto l’opera subì gravi danni, ma l’artista decise di non ripararla dimostrando di accettare la complicità del caso rendendola così una delle opere più enigmatiche del Novecento. A dimostrazione di come Duchamp si preoccupasse di generare una forma d’arte mentale più che visiva, interviene però la sua attività letteraria, che affianca e sostiene l’attività plastica. La Boîte Verte, presente in mostra sia nella versione di lusso realizzata in 20 esemplari che nella versione a tiratura più alta, racchiude 93 pezzi tra appunti, scritti, progetti e fotografie per la realizzazione del Grande Vetro, opera che oggi si trova al Philadelphia Museum of Art.
Marcel Duchamp è stato uno degli artisti più influenti del Novecento, e data l’unicità del suo pensiero, può essere considerato il grande innovatore dell’arte.
La mostra presenta oltre 100 pezzi, tra opere, brochure, inviti, manifesti, libri, e il solo readymade a non aver avuto edizioni successive, restando dunque un pezzo unico, Porta: 11, rue Larrey (1927), esposto a Roma per la prima volta in questa occasione. Elemento strategico nell’appartamento parigino che Duchamp occupava con la moglie, la porta, incardinata tra due stanze, rimanda a un atto di sottrazione che permette all’artista di creare, e che viene “rigenerata” da Duchamp in opera d’arte. Alla Biennale del 1978, scambiata per una comunissima porta, fu ridipinta con una doppia mandata di bianco dagli imbianchini addetti ai lavori di allestimento, risultando in un costosissimo risarcimento al proprietario dell’opera all’epoca dell’incidente.
Uno dei maggiori apporti di Duchamp all’arte contemporanea è l’inserimento e l’utilizzo del fattore caso nel processo artistico. Questo è evidente se si analizza un’opera straordinaria come La Mariée mise à nu par ses célibataires, même, anche detta Grande Vetro. L’opera è composta da due pannelli di vetro dipinti ad olio, con fogli di argento e di piombo e racconta una storia di amore e desiderio con personaggi inconsueti personificati da macchine meccaniche: una sposa, gli scapoli ed i testimoni oculisti, che si muovono tra macinatrici di cioccolata, setacci e mulini ad acqua. Da lui stesso considerata la più importante del suo percorso, iniziato nel 1915 e volutamente lasciata incompiuta nel 1923, durante un trasporto l’opera subì gravi danni, ma l’artista decise di non ripararla dimostrando di accettare la complicità del caso rendendola così una delle opere più enigmatiche del Novecento. A dimostrazione di come Duchamp si preoccupasse di generare una forma d’arte mentale più che visiva, interviene però la sua attività letteraria, che affianca e sostiene l’attività plastica. La Boîte Verte, presente in mostra sia nella versione di lusso realizzata in 20 esemplari che nella versione a tiratura più alta, racchiude 93 pezzi tra appunti, scritti, progetti e fotografie per la realizzazione del Grande Vetro, opera che oggi si trova al Philadelphia Museum of Art.
13
ottobre 2018
By or Of Marcel Duchamp or Rrose Sélavy
Dal 13 ottobre al 22 dicembre 2018
arte moderna
Location
GALLERIA CASOLI DE LUCA
Roma, Piazza di Campitelli, 2, (Roma)
Roma, Piazza di Campitelli, 2, (Roma)
Orario di apertura
martedì - sabato 10-19
Vernissage
13 Ottobre 2018, ore 12
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