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Caffi e Genova. La percezione del paesaggio ligure a metà Ottocento
La mostra raduna in totale circa cento opere, tra le quali molte vedute realizzate in quegli anni a Genova sia dagli artisti locali sia dai numerosi pittori che scelsero la Liguria quale soggetto prediletto delle loro opere. Dipinti che consentono un interessante confronto con la produzione caffiana
Comunicato stampa
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La Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria ha organizzato insieme alla Direzione del Museo di Palazzo Reale di Genova e ad Arthemisia, e con il sostegno della Fondazione CARIGE e di Bagliani Santa Caterina srl, una mostra dedicata alle opere di Ippolito Caffi (Belluno 1809 – Lissa 1866) realizzate in Liguria a metà Ottocento. Si tratta di tele, disegni e acquerelli, il cui nucleo più importante è costituito dalle vedute di Genova e delle Riviere, comprendendo anche Nizza, con prestiti importanti provenienti dalla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro e dal Museo Correr di Venezia, e con un nutrito gruppo di materiali grafici provenienti da collezioni genovesi, soprattutto dal Centro di Documentazione per la Storia, l’Arte e l’Immagine di Genova del Comune di Genova.
La mostra genovese, a cura di Giorgio Rossini e Luca Leoncini e ideata da Giorgio Rossini, ha sede nel Teatro del Falcone del Museo di Palazzo Reale, restaurato nel 2004 con allestimento dell'architetto Stefano Fera, e si svolge in contemporanea alla seconda tappa della grande monografica sul pittore veneto in corso a Roma, al Museo di Roma, Palazzo Braschi, dal 15 febbraio al 2 maggio 2006. Esposizioni entrambi successive alla prima tappa che ha avuto luogo nella città natale dell’artista: Belluno, a Palazzo Crepadona, dal 1 ottobre 2005 al 22 gennaio 2006. Prosegue dunque la celebrazione di uno dei più raffinati paesaggisti italiani del medio Ottocento, erede a tutti gli effetti della grande tradizione vedutista del Canaletto, ma soprattutto precursore di una visione più moderna e aperta a nuove sensibilità.
Per Caffi la veduta è solo un approdo della sua curiosità di osservatore attento e partecipe, di indagatore di un universo-mondo variegato e tuttavia compatto e continuo, ininterrottamente collegato dai tragitti tra occidente e oriente che si sviluppano attorno al Mediterraneo. L’artista è avido nel catturare panorami e vedute, superando le prestazioni comunemente fornite dai paesaggisti classici e anticipando le campagne turistiche dei macchiaioli e degli altri paesaggisti del nostro secondo Ottocento.
Personalità forte e complessa, Caffi è esule politico e sostenitore della causa risorgimentale, uomo profondamente immerso nello spirito del suo tempo: viaggiatore curioso e sensibile tanto alle qualità atmosferiche del paesaggio, quanto ai costumi e all’esotismo che animano parte della cultura figurativa del suo tempo.
Vive da esule qualche anno a Genova tra il 1849 e 1853, muovendosi lungo la costa ligure e toccando in quegli anni anche Torino e la Svizzera, e nonostante sia in aperto contrasto con l’ambiente accademico locale, trova nell’ex capitale della Repubblica di Genova generosi committenti per i quali produce numerose opere di piccolo e medio formato.
Delle opere realizzate da Caffi negli anni genovesi, la mostra riunisce circa una trentina di tele. Tra cui Panorama di Genova (1849); Palazzo Doria a Genova; Genova vista dal Palazzo Doria; Genova, Riviera dal Ponente, Celle; La Lanterna a Genova; Panorama di Nizza; Nizza, S. Elena, tutti del 1851, e ancora Bagno delle donne a San Nazzaro di Albano presso Genova (1853); Veduta dall’Acquasola a Genova; Recco Marina; Veduta del Bisagno; Marina presso la Foce del Bisagno, del 1854. Diverse di queste opere sono inedite come Genova vista da sotto lo Sperone e Veduta di S. Maria di Carignano, del 1851, Burrasca vista dalla sommità d’un monte presso la Lanterna a Genova, Camogli - Panorama e Samperdarena, del 1854. Molto interessanti anche una decina di ulteriori inediti emersi da collezioni private, che restituiscono un’immagine nitida ed una emozionante visione della città prima della Rivoluzione Industriale.
Non mancano inoltre alcuni esempi delle vedute eseguite da Caffi a Roma, Venezia e Napoli, e di quelle legate alla passione politica e all’esotismo.
La mostra raduna in totale circa cento opere, tra le quali molte vedute realizzate in quegli anni a Genova sia dagli artisti locali sia dai numerosi pittori che scelsero la Liguria quale soggetto prediletto delle loro opere. Dipinti che consentono un interessante confronto con la produzione caffiana.
La mostra genovese, a cura di Giorgio Rossini e Luca Leoncini e ideata da Giorgio Rossini, ha sede nel Teatro del Falcone del Museo di Palazzo Reale, restaurato nel 2004 con allestimento dell'architetto Stefano Fera, e si svolge in contemporanea alla seconda tappa della grande monografica sul pittore veneto in corso a Roma, al Museo di Roma, Palazzo Braschi, dal 15 febbraio al 2 maggio 2006. Esposizioni entrambi successive alla prima tappa che ha avuto luogo nella città natale dell’artista: Belluno, a Palazzo Crepadona, dal 1 ottobre 2005 al 22 gennaio 2006. Prosegue dunque la celebrazione di uno dei più raffinati paesaggisti italiani del medio Ottocento, erede a tutti gli effetti della grande tradizione vedutista del Canaletto, ma soprattutto precursore di una visione più moderna e aperta a nuove sensibilità.
Per Caffi la veduta è solo un approdo della sua curiosità di osservatore attento e partecipe, di indagatore di un universo-mondo variegato e tuttavia compatto e continuo, ininterrottamente collegato dai tragitti tra occidente e oriente che si sviluppano attorno al Mediterraneo. L’artista è avido nel catturare panorami e vedute, superando le prestazioni comunemente fornite dai paesaggisti classici e anticipando le campagne turistiche dei macchiaioli e degli altri paesaggisti del nostro secondo Ottocento.
Personalità forte e complessa, Caffi è esule politico e sostenitore della causa risorgimentale, uomo profondamente immerso nello spirito del suo tempo: viaggiatore curioso e sensibile tanto alle qualità atmosferiche del paesaggio, quanto ai costumi e all’esotismo che animano parte della cultura figurativa del suo tempo.
Vive da esule qualche anno a Genova tra il 1849 e 1853, muovendosi lungo la costa ligure e toccando in quegli anni anche Torino e la Svizzera, e nonostante sia in aperto contrasto con l’ambiente accademico locale, trova nell’ex capitale della Repubblica di Genova generosi committenti per i quali produce numerose opere di piccolo e medio formato.
Delle opere realizzate da Caffi negli anni genovesi, la mostra riunisce circa una trentina di tele. Tra cui Panorama di Genova (1849); Palazzo Doria a Genova; Genova vista dal Palazzo Doria; Genova, Riviera dal Ponente, Celle; La Lanterna a Genova; Panorama di Nizza; Nizza, S. Elena, tutti del 1851, e ancora Bagno delle donne a San Nazzaro di Albano presso Genova (1853); Veduta dall’Acquasola a Genova; Recco Marina; Veduta del Bisagno; Marina presso la Foce del Bisagno, del 1854. Diverse di queste opere sono inedite come Genova vista da sotto lo Sperone e Veduta di S. Maria di Carignano, del 1851, Burrasca vista dalla sommità d’un monte presso la Lanterna a Genova, Camogli - Panorama e Samperdarena, del 1854. Molto interessanti anche una decina di ulteriori inediti emersi da collezioni private, che restituiscono un’immagine nitida ed una emozionante visione della città prima della Rivoluzione Industriale.
Non mancano inoltre alcuni esempi delle vedute eseguite da Caffi a Roma, Venezia e Napoli, e di quelle legate alla passione politica e all’esotismo.
La mostra raduna in totale circa cento opere, tra le quali molte vedute realizzate in quegli anni a Genova sia dagli artisti locali sia dai numerosi pittori che scelsero la Liguria quale soggetto prediletto delle loro opere. Dipinti che consentono un interessante confronto con la produzione caffiana.
10
marzo 2006
Caffi e Genova. La percezione del paesaggio ligure a metà Ottocento
Dal 10 marzo al 09 luglio 2006
arte moderna
Location
PALAZZO REALE DI GENOVA
Genova, Via Balbi, 10, (Genova)
Genova, Via Balbi, 10, (Genova)
Vernissage
10 Marzo 2006, ore 18-20
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
ARTHEMISIA
Autore
Curatore