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Calixto Ramirez – Video azioni 2010-2020
Comunicato stampa
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Rassegna Osare Perdere
“Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante” Nietzche.
Disattendere l’aspettato è la pratica del corpo di Calixto, nel suo vagare, confronto nomadico continuo con lo spazio e gli oggetti, con la fisica e le resistenze, in alto, in basso, in lunghezza e brevità, inabissarsi, risalire, fermarsi e riprendere il proprio movimento nello spazio con un tempo consono a se stesso.
Un corpo strumento di misura per la mente, una mente disposta a misura di arto e di falange,
in aderenze, spostamento, superamento, azione, dialogo con l’esistente.
Un piede dopo l’altro di cui la misura è con il proprio essere tenendo in considerazione una dimensione più ampia del percorso battuto, della via stabilita a priori, un confronto con le cose per poter “essere”.
Se conoscere il mondo è compararsi con ciò che ci circonda, anche lo sconosciuto,
è solamente mettendo un piede dopo l’altro, dialogandoci, ascoltando se stessi, che ci rende possibile un avanzamento, con l’incertezza della riuscita.
Allora Calixto si misura con il circostante, il luogo sociale di una piazza, aggrapparsi a un elemento architettonico, salire su un albero o rimanere in bilico da uno scoglio dove un soffio di vento potrebbe decidere la sorte.
Lo scarto del tempo, veloce o lento dei movimenti può fare la differenza come anche la possibilità di un allungo, mettendo in relazione il soggettivo con l’oggettivo in vicendevole scambio, tracciando con propri movimenti il metalinguaggio del corpo.
Nel rapporto con la città, fin troppo regolare o qualsiasi altro spazio nelle sue irregolarità la sproporzione e l’inciampo del corpo si rendono evidenti ed è qui che si scopre una vita non completamente incastonata in un flusso “regolare” ma capace di creare una novità estrema.
Il gesto è, anche quando movimento minimo e inapparente, irradiarsi della mente attraverso ciò che il proprio corpo può rendere possibile, secondo la propria misura.
Può diventare allora poetica attraverso il dialogo personale con l’esistente, o atto politico dell’uscita dagli schemi e apertura a letture alternative.
Nelle impreviste trovate visive, le azioni di breve durata di Calixto riempiono lo schermo di traiettorie anomale senza i fini della funzione o del risultato finale, mette piuttosto in crisi l’idea di queste mete ambite erette dalla società.
Gli oggetti cessano di essere oggetti e il tempo diventa contrattempo, corpi, cose e gesti sono forme di un’originaria resistenza a confronto con il nonsense.
Non siamo mai tanto presenti alla nostra esistenza che là dove ci troviamo nel disorientamento, una vita mai vista prima.
“Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante” Nietzche.
Disattendere l’aspettato è la pratica del corpo di Calixto, nel suo vagare, confronto nomadico continuo con lo spazio e gli oggetti, con la fisica e le resistenze, in alto, in basso, in lunghezza e brevità, inabissarsi, risalire, fermarsi e riprendere il proprio movimento nello spazio con un tempo consono a se stesso.
Un corpo strumento di misura per la mente, una mente disposta a misura di arto e di falange,
in aderenze, spostamento, superamento, azione, dialogo con l’esistente.
Un piede dopo l’altro di cui la misura è con il proprio essere tenendo in considerazione una dimensione più ampia del percorso battuto, della via stabilita a priori, un confronto con le cose per poter “essere”.
Se conoscere il mondo è compararsi con ciò che ci circonda, anche lo sconosciuto,
è solamente mettendo un piede dopo l’altro, dialogandoci, ascoltando se stessi, che ci rende possibile un avanzamento, con l’incertezza della riuscita.
Allora Calixto si misura con il circostante, il luogo sociale di una piazza, aggrapparsi a un elemento architettonico, salire su un albero o rimanere in bilico da uno scoglio dove un soffio di vento potrebbe decidere la sorte.
Lo scarto del tempo, veloce o lento dei movimenti può fare la differenza come anche la possibilità di un allungo, mettendo in relazione il soggettivo con l’oggettivo in vicendevole scambio, tracciando con propri movimenti il metalinguaggio del corpo.
Nel rapporto con la città, fin troppo regolare o qualsiasi altro spazio nelle sue irregolarità la sproporzione e l’inciampo del corpo si rendono evidenti ed è qui che si scopre una vita non completamente incastonata in un flusso “regolare” ma capace di creare una novità estrema.
Il gesto è, anche quando movimento minimo e inapparente, irradiarsi della mente attraverso ciò che il proprio corpo può rendere possibile, secondo la propria misura.
Può diventare allora poetica attraverso il dialogo personale con l’esistente, o atto politico dell’uscita dagli schemi e apertura a letture alternative.
Nelle impreviste trovate visive, le azioni di breve durata di Calixto riempiono lo schermo di traiettorie anomale senza i fini della funzione o del risultato finale, mette piuttosto in crisi l’idea di queste mete ambite erette dalla società.
Gli oggetti cessano di essere oggetti e il tempo diventa contrattempo, corpi, cose e gesti sono forme di un’originaria resistenza a confronto con il nonsense.
Non siamo mai tanto presenti alla nostra esistenza che là dove ci troviamo nel disorientamento, una vita mai vista prima.
26
giugno 2021
Calixto Ramirez – Video azioni 2010-2020
Dal 26 giugno al 09 luglio 2021
arte contemporanea
Location
SPAZIO FOURTEEN ARTELLARO
Lerici, Piazza E. Figoli, 14, (La Spezia)
Lerici, Piazza E. Figoli, 14, (La Spezia)
Orario di apertura
17-24
Vernissage
26 Giugno 2021, 19
Ufficio stampa
Fourteen ArTellaro
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Produzione organizzazione