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Camera chiara
Lo SPAZIO SV – Centro Espositivo San Vidal ospiterà dal 18 dicembre al 09 gennaio la mostra collettiva dal titolo camera chiara. Il terzo e ultimo evento di una trilogia dedicata al confronto tra figurazione, astrazione e fotografia.
Comunicato stampa
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Lo SPAZIO SV – Centro Espositivo San Vidal ospiterà dal 18 dicembre al 09 gennaio la mostra collettiva dal titolo “camera chiara”. Il terzo e ultimo evento di una trilogia dedicata al confronto tra figurazione, astrazione e fotografia.
L’evoluzione del termine “camera chiara” ci permette, attraverso la sua stessa storia, di soffermare l’attenzione su cosa sia l’immagine riprodotta oggi. All’origine, come apparecchio antecedente la fotografia, la camera chiara creava una relazione tangibile tra il modello da rappresentare, il prisma che permetteva di proiettarlo sulla carta, e l’artista che così -fisicamente- poteva riprodurlo: un rapporto concreto, artigianale, che permetteva il lusso di fissare un momento di realtà con una fedeltà però sempre mediata dal “segno” vivo. Con l’avvento della macchina fotografica la riproduzione è diventata meccanica, e il potere di trasformare in oggetto replicabile un soggetto che esistenzialmente non potrebbe mai replicarsi è stato esaminato con estrema lucidità da Roland Barthes: oggetto che era testimonianza inequivocabile di un momento innegabilmente esistito, un passato intoccabile immortalato nella sua essenza di realtà, e in cui l’unico elemento arbitrario viveva nel sentimento suscitato in chi lo guardava. L’essenza della fotografa così come venne analizzata da Barthes è stata di fatto svuotata di signifcato dall’evoluzione tecnologica: la “camera chiara/lightroom” è divenuta oggi la possibilità di modificare, alterare, sovvertire quel momento che da immobile è divenuto infinitamente manipolabile. Una trasformazione che ha reso il confine tra immagine e realtà aperto ad innumerevoli possibilità di variazione, scoprendolo esplorabile, sovrapponibile ed ingannevole: quell’oggettività -il realmente esistito- che per Barthes era il punto di netta distinzione tra fotografia e pittura, non può più essere per noi un riferimento, e in questa ambiguità si pone la necessità di leggere oggi la reciproca relazione tra soggettività pittorica e manipolazione fotografica.
ARTISTI
Silvia Banfi Manassero, Maddalena Barletta, Anna Celani, Alberto Chiaretto, Roberto Dovesi, Nadia Frasson, Mirella La Rosa, Mauro Martin, Francesca Paltera, Angela Marina Strano, Rossella Tramet.
L’evoluzione del termine “camera chiara” ci permette, attraverso la sua stessa storia, di soffermare l’attenzione su cosa sia l’immagine riprodotta oggi. All’origine, come apparecchio antecedente la fotografia, la camera chiara creava una relazione tangibile tra il modello da rappresentare, il prisma che permetteva di proiettarlo sulla carta, e l’artista che così -fisicamente- poteva riprodurlo: un rapporto concreto, artigianale, che permetteva il lusso di fissare un momento di realtà con una fedeltà però sempre mediata dal “segno” vivo. Con l’avvento della macchina fotografica la riproduzione è diventata meccanica, e il potere di trasformare in oggetto replicabile un soggetto che esistenzialmente non potrebbe mai replicarsi è stato esaminato con estrema lucidità da Roland Barthes: oggetto che era testimonianza inequivocabile di un momento innegabilmente esistito, un passato intoccabile immortalato nella sua essenza di realtà, e in cui l’unico elemento arbitrario viveva nel sentimento suscitato in chi lo guardava. L’essenza della fotografa così come venne analizzata da Barthes è stata di fatto svuotata di signifcato dall’evoluzione tecnologica: la “camera chiara/lightroom” è divenuta oggi la possibilità di modificare, alterare, sovvertire quel momento che da immobile è divenuto infinitamente manipolabile. Una trasformazione che ha reso il confine tra immagine e realtà aperto ad innumerevoli possibilità di variazione, scoprendolo esplorabile, sovrapponibile ed ingannevole: quell’oggettività -il realmente esistito- che per Barthes era il punto di netta distinzione tra fotografia e pittura, non può più essere per noi un riferimento, e in questa ambiguità si pone la necessità di leggere oggi la reciproca relazione tra soggettività pittorica e manipolazione fotografica.
ARTISTI
Silvia Banfi Manassero, Maddalena Barletta, Anna Celani, Alberto Chiaretto, Roberto Dovesi, Nadia Frasson, Mirella La Rosa, Mauro Martin, Francesca Paltera, Angela Marina Strano, Rossella Tramet.
18
dicembre 2021
Camera chiara
Dal 18 dicembre 2021 al 09 gennaio 2022
fotografia
Location
Spazio SV – Centro espositivo San Vidal
Venezia, Castello, 4693, (VE)
Venezia, Castello, 4693, (VE)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10,30-12,30 e 16-19
Vernissage
18 Dicembre 2021, ore 17
Sito web
Autore
Progetto grafico