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Camera con vista. Arte in video
Diversi per impostazione ed esperienze gli artisti adottano una visone diversificata dell’uso del mezzo tecnologico,evidenziando una idea di trasversalità dell’operare artistico
Comunicato stampa
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Questa mostra nasce dall’intensa collaborazione tra il Museo d’Arte Moderna e la galleria Arearte di Senigallia,nei suoi spazi vengono presentati gli artisti
Maurizio Cesarini,Lionice Cola,Antonio D’Agostino,Nico Macina,Michela Pozzi,Emiliano Zucchini.,che già da tempo operano nell’ambito della videoarte.
Diversi per impostazione ed esperienze gli artisti adottano quindi una visone diversificata dell’uso del mezzo tecnologico,evidenziando una idea di trasversalità dell’operare artistico,in un concetto di non centralità costitutiva,ma allargando le possibilità di intervento su diversi piani teorici , utilizzando una idea di prassi fluida ed aperta.
D'Agostino affronta sin dagli esordi una idea ampliata dell'arte, dal 1963 si affronta il cinema realizzando vari filmati in super8 e 16mm, riutilizzando film ritrovati ed anonimi su cui interviene manipolando il materiale filmico con inserzioni spurie di altri filmati.
Nel video ,4minuti di comportamento giornaliero, ritorna il motivo del particolare
fisionomico della bocca,già affrontato dall’artista in altre opere, ma con una nuova declinazione; il cibarsi in questo caso assume un tono di voluttà che tradisce un senso vitalistico di appartenenza al mondo; le labbra appena dischiuse ad ingoiare il cibo, si serrano decisamente e solo il loro movimento tradisce l'atto che si è compiuto, la stessa tipologia del video adotta una forma espressiva che si esplicita in un esordio a colori,per trapassare poi ad un bianco e nero straniante ed evocativo.
Nico Macina si muove già dai suoi esordi tra fotografia ed installazione, presentandosi sulla scena artistica con una precisa e consapevole chiarezza di intenti sulla prassi operativa adottata e sull’assetto teorico che la sostiene.
Nel video presente in mostra Believe, l’immagine fissa blocca una azione che suggerisce un trascorrere temporale indefinito ed esige dal fruitore una sorta di fede anticipatoria dell’evento,che inevitabilmente è destinato ad una fine già implicita nei mezzi che vengono dispiegati,il consumarsi lento di una candela,metafora del credere e di una fideistica soluzione dell’evento.
Altro caso emblematico è rappresentato da Emiliano Zucchini che opera sia in ambito oggettuale ed installativo ,che in quello video tecnologico.
Nel video presente Tv Bag l’artista gioca con il medium diffusivo per eccellenza,la televisione ed il suo intervento appare estremamente significativo.
Su di un pattern sonoro continuo,il video trasmette l’immagine di un personaggio mediatico per eccellenza,la rockstar Bowie durante un concerto.
Ma il sonoro non è udibile anzi l’artista ricopre lo schermo con un panno munito di cerniera che ricorda i sudari adoperati per inguainare i morti di morte violenta,operando sul filo di una sottile e dissacrante metafora.
Maurizio Cesarini si pone sin dalle prime opere nel solco delle ricerche performative,le prime performances si sviluppano
attorno all’idea di identità come possibilità di esistenza.
In Light and dark lavora sull’idea di percezione del mondo, immagini fisse di tono banalmente paesaggistico,vengono interrotte,quasi da una ferita visiva o allucinata da clip apparentemente incongruenti,ma significativamente legati all’immagine.
Questi inserti non sono senza conseguenze ,poiché torna successivamente la sequenza ma ridotta al minimo della definizione,creando una sorta di cortocircuito,tra il percepire con l’occhio,con la mente,con la tecnologia.
Michela Pozzi adotta sia la possibilità del mezzo fotografico,che il video , utilizzato come sorta di documentazione di azioni e gesti e come rigorosa possibilità espressiva.
Nel video Per filo e per segno crea un paradosso temporale,la figura che incessantemente si muove in una ritmica gestualità,con una inversione di senso,ricompone in matassa un filo già trasformato in gomitolo,mentre il suono del vento scandisce il movimento in una sorta di danza che nasce dal quotidiano per divenire elemento mitico e rituale.
Lionice Cola estende la sua ricerca ad una prassi creativa che include la fotografia,il video e l’oggetto,mantenendo costante una idea di intima familiarità,quasi una diaristica annotazione della quotidianità che vive.
Nel video Allo specchio i gesti della figura scorrono lenti ad inventare un racconto sottilmente evocativo,dal sapore intimistico.
Il raccontare per lei passa attraverso la figura del quotidiano,mediata da una iterazione della gestualità che trasforma l’usuale in ritoe la pratica in evocazione.
Maurizio Cesarini,Lionice Cola,Antonio D’Agostino,Nico Macina,Michela Pozzi,Emiliano Zucchini.,che già da tempo operano nell’ambito della videoarte.
Diversi per impostazione ed esperienze gli artisti adottano quindi una visone diversificata dell’uso del mezzo tecnologico,evidenziando una idea di trasversalità dell’operare artistico,in un concetto di non centralità costitutiva,ma allargando le possibilità di intervento su diversi piani teorici , utilizzando una idea di prassi fluida ed aperta.
D'Agostino affronta sin dagli esordi una idea ampliata dell'arte, dal 1963 si affronta il cinema realizzando vari filmati in super8 e 16mm, riutilizzando film ritrovati ed anonimi su cui interviene manipolando il materiale filmico con inserzioni spurie di altri filmati.
Nel video ,4minuti di comportamento giornaliero, ritorna il motivo del particolare
fisionomico della bocca,già affrontato dall’artista in altre opere, ma con una nuova declinazione; il cibarsi in questo caso assume un tono di voluttà che tradisce un senso vitalistico di appartenenza al mondo; le labbra appena dischiuse ad ingoiare il cibo, si serrano decisamente e solo il loro movimento tradisce l'atto che si è compiuto, la stessa tipologia del video adotta una forma espressiva che si esplicita in un esordio a colori,per trapassare poi ad un bianco e nero straniante ed evocativo.
Nico Macina si muove già dai suoi esordi tra fotografia ed installazione, presentandosi sulla scena artistica con una precisa e consapevole chiarezza di intenti sulla prassi operativa adottata e sull’assetto teorico che la sostiene.
Nel video presente in mostra Believe, l’immagine fissa blocca una azione che suggerisce un trascorrere temporale indefinito ed esige dal fruitore una sorta di fede anticipatoria dell’evento,che inevitabilmente è destinato ad una fine già implicita nei mezzi che vengono dispiegati,il consumarsi lento di una candela,metafora del credere e di una fideistica soluzione dell’evento.
Altro caso emblematico è rappresentato da Emiliano Zucchini che opera sia in ambito oggettuale ed installativo ,che in quello video tecnologico.
Nel video presente Tv Bag l’artista gioca con il medium diffusivo per eccellenza,la televisione ed il suo intervento appare estremamente significativo.
Su di un pattern sonoro continuo,il video trasmette l’immagine di un personaggio mediatico per eccellenza,la rockstar Bowie durante un concerto.
Ma il sonoro non è udibile anzi l’artista ricopre lo schermo con un panno munito di cerniera che ricorda i sudari adoperati per inguainare i morti di morte violenta,operando sul filo di una sottile e dissacrante metafora.
Maurizio Cesarini si pone sin dalle prime opere nel solco delle ricerche performative,le prime performances si sviluppano
attorno all’idea di identità come possibilità di esistenza.
In Light and dark lavora sull’idea di percezione del mondo, immagini fisse di tono banalmente paesaggistico,vengono interrotte,quasi da una ferita visiva o allucinata da clip apparentemente incongruenti,ma significativamente legati all’immagine.
Questi inserti non sono senza conseguenze ,poiché torna successivamente la sequenza ma ridotta al minimo della definizione,creando una sorta di cortocircuito,tra il percepire con l’occhio,con la mente,con la tecnologia.
Michela Pozzi adotta sia la possibilità del mezzo fotografico,che il video , utilizzato come sorta di documentazione di azioni e gesti e come rigorosa possibilità espressiva.
Nel video Per filo e per segno crea un paradosso temporale,la figura che incessantemente si muove in una ritmica gestualità,con una inversione di senso,ricompone in matassa un filo già trasformato in gomitolo,mentre il suono del vento scandisce il movimento in una sorta di danza che nasce dal quotidiano per divenire elemento mitico e rituale.
Lionice Cola estende la sua ricerca ad una prassi creativa che include la fotografia,il video e l’oggetto,mantenendo costante una idea di intima familiarità,quasi una diaristica annotazione della quotidianità che vive.
Nel video Allo specchio i gesti della figura scorrono lenti ad inventare un racconto sottilmente evocativo,dal sapore intimistico.
Il raccontare per lei passa attraverso la figura del quotidiano,mediata da una iterazione della gestualità che trasforma l’usuale in ritoe la pratica in evocazione.
16
febbraio 2008
Camera con vista. Arte in video
Dal 16 al 29 febbraio 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA AREARTE
Senigallia, Via Fratelli Bandiera, 34-37 , (Ancona)
Senigallia, Via Fratelli Bandiera, 34-37 , (Ancona)
Vernissage
16 Febbraio 2008, ore 18
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