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Camille Henrot – Luna di Latte
Da sempre attratta dalle dinamiche dello sguardo e dell’ascolto, dal rapporto fra storia e mito, sapere e istinto, e dai meccanismi che presiedono alla formazione della conoscenza e della memoria (inevitabilmente divenuti labili nell’epoca dell’archiviazione espansa e digitale), nelle sue sculture, dipinti, disegni, installazioni e video, l’artista francese Camille Henrot (Parigi, 1978) mette fra loro in relazione codici popolari e riferimenti alla letteratura, alla filosofia, all’antropologia, alla scienza, alla tecnologia, alla storia dell’arte, creando opere al contempo accessibili e sfuggenti, riconoscibili e devianti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
CAMILLE HENROT
Luna di latte
Sala delle Colonne, primo piano
1 luglio 2016 – 3 ottobre 2016
a cura di Cloé Perrone
Preview stampa: 30 giugno ore 12:00
Inaugurazione: 1 luglio ore 19:00
In collaborazione con Fondazione Memmo, Roma
Con il patrocinio di Institut français, Napoli
Da sempre attratta dalle dinamiche dello sguardo e dell’ascolto, dal rapporto fra
storia e mito, sapere e istinto, e dai meccanismi che presiedono alla formazione
della conoscenza e della memoria (inevitabilmente divenuti labili nell’epoca
dell’archiviazione espansa e digitale), nelle sue sculture, dipinti, disegni,
installazioni e video, l'artista francese
Camille Henrot (Parigi, 1978)
mette fra
loro in relazione codici popolari e riferimenti alla letteratura, alla filosofia,
all’antropologia, alla scienza, alla tecnologia, alla storia dell’arte, creando opere al
contempo accessibili e sfuggenti, riconoscibili e devianti. Costantemente, e quasi
inconsapevolmente, queste opere divengono riflessioni sulla creazione artistica
stessa, e su come essa possa dare rappresentazione della nostra relazione con il
mondo, come nell’opera video-enciclopedica
Grosse Fatigue
con cui Henrot ha
vinto nel 2013 il
Leone d’Argento
, quale migliore giovane artista, alla
55.
Biennale di Venezia
.
La luna, con il suo perenne moto, da sempre influenza il nostro pianeta, i nostri
umori, il nostro immaginario e la nostra storia: sin dall’antichità la luna –
che i
greci, per esempio, identificavano con la dea
Selene
, figlia di Iperione e Teia,
di
sorella di
Helios
(il Sole) e
Eos
(l'Aurora),
e che i musulmani reputavano un
miracolo di Maometto
– è simbolo di fertilità e buon auspicio, ma anche di mistero
e melancolia. La “luna di latte”, plenilunio del mese di maggio e del risveglio
primaverile che prelude alla stagione estiva, è l’apparizione lunare – come la “luna
nera” o la “luna rossa” – associata ai concetti di abbondanza e creazione.
La
mostra di
Camille Henrot
al museo
MADRE
, intitolata
Luna di latte
(
Sala delle
Colonne, primo piano
), a cura di
Cloé Perrone
, esplora il
significato culturale e
simbolico connesso appunto al “giorno della luna”
,reinterpretando il lato oscuro
della notte, a cui esso è tradizionalmente connesso, in
un preludio di prolifica e
fantastica invenzione, che l’artista decide di condividere con il pubblico
.
La
scansione stessa del tempo nei giorni della settimana
, e i
significati
storicamente loro attribuiti
, sono reinterpretati da Henrot in questa mostra –
come accaduto, in progetti precedenti, con le narrazioni mitologiche o le carte
astrologiche – quali pure
convenzioni e finzioni umane, strumenti per
imporre
ordine sul caos dell’esistenza, dare senso al
l’
ossessivo bisogno umano di
scandire, misurare, possedere, interpretare il tempo
. A partire proprio dal
lunedì:
giorno contaminato dalla malinconia ma anche giorno in cui rinnoviamo la
nostra fede nella provvidenza; all’inizio di ogni settimana, infatti, percepiamo la
possibilità di un cambiamento profondo (in inglese
week
, o anticamente
wice
,
significa appunto “cambiamento”). In relazione a questo desiderio di metamorfosi
interiore può affiorare ed affermarsi una propensione a ritirarsi dal mondo, in
un’apparente improduttività che è invece premessa stessa all’ispirazione creativa
come alla rivoluzione spirituale. Questo malinconico dinamismo del lunedì si
sviluppa quindi in una
continua tensione tra azione e inattività, tra ordinario e
straordinario, parametro e metafora anche dell'ispirazione dell'artista stessa.
Articolandosi nella presentazione di
un centinaio di disegni e collage, sette
sculture in diversi materiali e un ciclo di pitture murali,
la mostra trasforma tre
sale del museo da spazio-tempo pubblico e neutrale (il
white cube
museale) nello
spazio-tempo domestico del proprio lavoro, nel luogo e momento di una creazione
continua, come lo fu la stanza d’hotel in cui Henri Matisse dipingeva dal suo letto,
o come è stato per un anno, fra il 2015 e il 2016, anche lo studio romano di Henrot,
appartamento decadente e abbandonato divenuto soglia di passaggio tra notte e
giorno, sonno e veglia, ombra e luce, progetto e opera.
In questo passaggio da
pubblico a intimo e privato, anche i materiali presentati a Napoli sono una
selezione del materiale preparatorio di
Monday
,
la mostra personale dell’artista
presso la
Fondazione Memmo di Roma
, progetto che si svilupperà,
comprendendo tutti i giorni della settimana, in una grande mostra personale
al
Palais de Tokyo di Parigi
nell’autunno del 2017.
Decidendo di condividere con
il pubblico le fasi preliminari di altre mostre e di rendere visibile un progetto
ancora in corso, Henrot ci introduce non solo nell’intimità del suo ambiente di
lavoro, ma nel suo stesso
processo ideativo e creativo
,
svelando
materialipreziosi, inediti, in genere destinati a rimanere segreti
:
bozzetti, schizzi, disegni di ciò che potrebbe essere e magari non sarà (possibili
opere che magari non diventeranno mai tali, idee su carta o varianti diverse per
dimensioni, modellato plastico, colorazione, materiale scultoreo). Proprio in opere
interstiziali, di passaggio, come queste, è possibile rintracciare le ragioni stesse del
progetto, della mostra, dell'opera a cui l’artista sta dedicandosi: ed è proprio a
partire dalla volontà di condividere con il pubblico queste ragioni profonde che si
sviluppa la mostra di Henrot al
museo MADRE,
vera propria
mostra-studio
,
connessa sia al progetto
Monday
già presentato alla Fondazione Memmo di Roma
– di cui raccoglie un’ampia selezione
di materiali preparatori e di cui rappresenta,
di fatto, l’origine e il palinsesto – sia ai suoi sviluppi, che prederanno forma
definitiva solo fra un anno, nella mostra personale al Palais di Tokyo di
Parigi.
Opere quindi ibride, fluttuanti fra finito e non finito,
fra il figurativo e
l'astratto, fra l’affiorare di un’idea e la sua progressiva messa in forma
, che,
ricreando l’atmosfera del lavoro in studio, si definiscono come
allegorie
provvisorie, in cambiamento continuo, degli stati emotivi e intellettuali
connessi al tema di indagine della mostra, il giorno lunare del lunedì
: ecco
apparire di fronte a noi una figura quasi umana che non riesce a lasciare il letto, o
un personaggio che fissa uno schermo sperando in un miracoloso messaggio, o un
podio che ospita l’impossibilità di sapere il suo posto nella gara...
L’intera mostra si definisce, in questo modo, come
un’ipotetica visita allo studio
dell’artista al lavoro, riplasmando il museo in uno stato di accoglienza
sognante e sospesa: esperienza seducente e sottile che appunto Henrot ci
invita a fare con lei, in occasione di questa mostra
.
Camille Henrot
è nata a Parigi nel 1978. Ha presentato mostre personali al New
Museum, New York (2014), New Orleans Museum of Art (2013), Padiglione
Schinkel, Berlino (2014) ed è ha partecipato alla
13 Biennale de Lyon
(2015),
9
Taipei Biennale
(2014) e
10 Gwangju Biennale
(2014). La sua mostra
personale
The Pale Fox
, alla
Chisenhale Gallery, Londra (2014) è stata
successivamente presentata alla Kunsthal Charlottenborg, Copenhagen (2014),
Bétonsalon, Parigi (2014), Westfälischer Kunstverein, Münster (2015) e König
Galerie, Berlino (2015). Nel 2015, ha ricevuto il premio della prima edizione
del
Edvard Munch Art Award
. Nel 2014 ha vinto il
Nam June Paik Award
e nel
2013
il Leone d'Argento
come migliore giovane artista alla
55. Biennale di
Venezia
. Nel 2016, insieme alle partecipazioni alla
20 Sidney Biennale
e alla
9
Berlin Biennale
, co-curerà l’evento
Volcano Extravaganza
a Stromboli, mentre nel
2017 il Palais de Tokyo di Parigi e l’Hammer Museum di Los Angeles
dedicheranno all’artista due mostre personali.
Info
Tel. 081.19313016 lunedì-venerdì 9:00-18:00 e sabato 9:00-14:00
info@madrenapoli.it
Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato 10:00
⋅
19:30 — Domenica
10:00
⋅
20:00
La biglietteria chiude un'ora prima / Martedì chiuso / Lunedì ingresso
gratuito
Luna di latte
Sala delle Colonne, primo piano
1 luglio 2016 – 3 ottobre 2016
a cura di Cloé Perrone
Preview stampa: 30 giugno ore 12:00
Inaugurazione: 1 luglio ore 19:00
In collaborazione con Fondazione Memmo, Roma
Con il patrocinio di Institut français, Napoli
Da sempre attratta dalle dinamiche dello sguardo e dell’ascolto, dal rapporto fra
storia e mito, sapere e istinto, e dai meccanismi che presiedono alla formazione
della conoscenza e della memoria (inevitabilmente divenuti labili nell’epoca
dell’archiviazione espansa e digitale), nelle sue sculture, dipinti, disegni,
installazioni e video, l'artista francese
Camille Henrot (Parigi, 1978)
mette fra
loro in relazione codici popolari e riferimenti alla letteratura, alla filosofia,
all’antropologia, alla scienza, alla tecnologia, alla storia dell’arte, creando opere al
contempo accessibili e sfuggenti, riconoscibili e devianti. Costantemente, e quasi
inconsapevolmente, queste opere divengono riflessioni sulla creazione artistica
stessa, e su come essa possa dare rappresentazione della nostra relazione con il
mondo, come nell’opera video-enciclopedica
Grosse Fatigue
con cui Henrot ha
vinto nel 2013 il
Leone d’Argento
, quale migliore giovane artista, alla
55.
Biennale di Venezia
.
La luna, con il suo perenne moto, da sempre influenza il nostro pianeta, i nostri
umori, il nostro immaginario e la nostra storia: sin dall’antichità la luna –
che i
greci, per esempio, identificavano con la dea
Selene
, figlia di Iperione e Teia,
di
sorella di
Helios
(il Sole) e
Eos
(l'Aurora),
e che i musulmani reputavano un
miracolo di Maometto
– è simbolo di fertilità e buon auspicio, ma anche di mistero
e melancolia. La “luna di latte”, plenilunio del mese di maggio e del risveglio
primaverile che prelude alla stagione estiva, è l’apparizione lunare – come la “luna
nera” o la “luna rossa” – associata ai concetti di abbondanza e creazione.
La
mostra di
Camille Henrot
al museo
MADRE
, intitolata
Luna di latte
(
Sala delle
Colonne, primo piano
), a cura di
Cloé Perrone
, esplora il
significato culturale e
simbolico connesso appunto al “giorno della luna”
,reinterpretando il lato oscuro
della notte, a cui esso è tradizionalmente connesso, in
un preludio di prolifica e
fantastica invenzione, che l’artista decide di condividere con il pubblico
.
La
scansione stessa del tempo nei giorni della settimana
, e i
significati
storicamente loro attribuiti
, sono reinterpretati da Henrot in questa mostra –
come accaduto, in progetti precedenti, con le narrazioni mitologiche o le carte
astrologiche – quali pure
convenzioni e finzioni umane, strumenti per
imporre
ordine sul caos dell’esistenza, dare senso al
l’
ossessivo bisogno umano di
scandire, misurare, possedere, interpretare il tempo
. A partire proprio dal
lunedì:
giorno contaminato dalla malinconia ma anche giorno in cui rinnoviamo la
nostra fede nella provvidenza; all’inizio di ogni settimana, infatti, percepiamo la
possibilità di un cambiamento profondo (in inglese
week
, o anticamente
wice
,
significa appunto “cambiamento”). In relazione a questo desiderio di metamorfosi
interiore può affiorare ed affermarsi una propensione a ritirarsi dal mondo, in
un’apparente improduttività che è invece premessa stessa all’ispirazione creativa
come alla rivoluzione spirituale. Questo malinconico dinamismo del lunedì si
sviluppa quindi in una
continua tensione tra azione e inattività, tra ordinario e
straordinario, parametro e metafora anche dell'ispirazione dell'artista stessa.
Articolandosi nella presentazione di
un centinaio di disegni e collage, sette
sculture in diversi materiali e un ciclo di pitture murali,
la mostra trasforma tre
sale del museo da spazio-tempo pubblico e neutrale (il
white cube
museale) nello
spazio-tempo domestico del proprio lavoro, nel luogo e momento di una creazione
continua, come lo fu la stanza d’hotel in cui Henri Matisse dipingeva dal suo letto,
o come è stato per un anno, fra il 2015 e il 2016, anche lo studio romano di Henrot,
appartamento decadente e abbandonato divenuto soglia di passaggio tra notte e
giorno, sonno e veglia, ombra e luce, progetto e opera.
In questo passaggio da
pubblico a intimo e privato, anche i materiali presentati a Napoli sono una
selezione del materiale preparatorio di
Monday
,
la mostra personale dell’artista
presso la
Fondazione Memmo di Roma
, progetto che si svilupperà,
comprendendo tutti i giorni della settimana, in una grande mostra personale
al
Palais de Tokyo di Parigi
nell’autunno del 2017.
Decidendo di condividere con
il pubblico le fasi preliminari di altre mostre e di rendere visibile un progetto
ancora in corso, Henrot ci introduce non solo nell’intimità del suo ambiente di
lavoro, ma nel suo stesso
processo ideativo e creativo
,
svelando
materialipreziosi, inediti, in genere destinati a rimanere segreti
:
bozzetti, schizzi, disegni di ciò che potrebbe essere e magari non sarà (possibili
opere che magari non diventeranno mai tali, idee su carta o varianti diverse per
dimensioni, modellato plastico, colorazione, materiale scultoreo). Proprio in opere
interstiziali, di passaggio, come queste, è possibile rintracciare le ragioni stesse del
progetto, della mostra, dell'opera a cui l’artista sta dedicandosi: ed è proprio a
partire dalla volontà di condividere con il pubblico queste ragioni profonde che si
sviluppa la mostra di Henrot al
museo MADRE,
vera propria
mostra-studio
,
connessa sia al progetto
Monday
già presentato alla Fondazione Memmo di Roma
– di cui raccoglie un’ampia selezione
di materiali preparatori e di cui rappresenta,
di fatto, l’origine e il palinsesto – sia ai suoi sviluppi, che prederanno forma
definitiva solo fra un anno, nella mostra personale al Palais di Tokyo di
Parigi.
Opere quindi ibride, fluttuanti fra finito e non finito,
fra il figurativo e
l'astratto, fra l’affiorare di un’idea e la sua progressiva messa in forma
, che,
ricreando l’atmosfera del lavoro in studio, si definiscono come
allegorie
provvisorie, in cambiamento continuo, degli stati emotivi e intellettuali
connessi al tema di indagine della mostra, il giorno lunare del lunedì
: ecco
apparire di fronte a noi una figura quasi umana che non riesce a lasciare il letto, o
un personaggio che fissa uno schermo sperando in un miracoloso messaggio, o un
podio che ospita l’impossibilità di sapere il suo posto nella gara...
L’intera mostra si definisce, in questo modo, come
un’ipotetica visita allo studio
dell’artista al lavoro, riplasmando il museo in uno stato di accoglienza
sognante e sospesa: esperienza seducente e sottile che appunto Henrot ci
invita a fare con lei, in occasione di questa mostra
.
Camille Henrot
è nata a Parigi nel 1978. Ha presentato mostre personali al New
Museum, New York (2014), New Orleans Museum of Art (2013), Padiglione
Schinkel, Berlino (2014) ed è ha partecipato alla
13 Biennale de Lyon
(2015),
9
Taipei Biennale
(2014) e
10 Gwangju Biennale
(2014). La sua mostra
personale
The Pale Fox
, alla
Chisenhale Gallery, Londra (2014) è stata
successivamente presentata alla Kunsthal Charlottenborg, Copenhagen (2014),
Bétonsalon, Parigi (2014), Westfälischer Kunstverein, Münster (2015) e König
Galerie, Berlino (2015). Nel 2015, ha ricevuto il premio della prima edizione
del
Edvard Munch Art Award
. Nel 2014 ha vinto il
Nam June Paik Award
e nel
2013
il Leone d'Argento
come migliore giovane artista alla
55. Biennale di
Venezia
. Nel 2016, insieme alle partecipazioni alla
20 Sidney Biennale
e alla
9
Berlin Biennale
, co-curerà l’evento
Volcano Extravaganza
a Stromboli, mentre nel
2017 il Palais de Tokyo di Parigi e l’Hammer Museum di Los Angeles
dedicheranno all’artista due mostre personali.
Info
Tel. 081.19313016 lunedì-venerdì 9:00-18:00 e sabato 9:00-14:00
info@madrenapoli.it
Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato 10:00
⋅
19:30 — Domenica
10:00
⋅
20:00
La biglietteria chiude un'ora prima / Martedì chiuso / Lunedì ingresso
gratuito
01
luglio 2016
Camille Henrot – Luna di Latte
Dal primo luglio al 03 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
MADRE – MUSEO D’ARTE DONNA REGINA
Napoli, Via Luigi Settembrini, 79, (Napoli)
Napoli, Via Luigi Settembrini, 79, (Napoli)
Orario di apertura
Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato 10:00 ⋅ 19:30 — Domenica 10:00 ⋅ 20:00
La biglietteria chiude un'ora prima / Martedì chiuso / Lunedì ingresso gratuito
Vernissage
1 Luglio 2016, ore 19
Autore
Curatore