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Candido Baldacchino – Le immagini della mente
É un’opera di maturità dell’autore, in cui l’irruenza giovanile cede il passo alla contemplazione filosofica. Nonostante il clima melanconico che si respira, non c’è rabbia né disperazione in nessuno degli scatti. Ogni paesaggio propone un’opera dell’uomo malgrado egli ne sia essenzialmente assente
Comunicato stampa
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“Paesaggi della mente” è un’opera di maturità di Candido Baldacchino, in cui l’irruenza giovanile ha ceduto il passo alla contemplazione filosofica. Il termine stesso “mente” evoca non solo introspezione, ma la precisa volontà di utilizzare la ragione a discapito dell’istinto e delle scalpitanti emozioni. Benché sia innegabile il clima melanconico che si respira, non c’è rabbia né disperazione in nessuno degli scatti. Gli spazi proposti sono metafora di un essere errante che vaga con stoica rassegnazione tra le infinite vie della propria mente alla ricerca dell’attimo perfetto. La fusione tra l’io e lo spazio circostante non è mai stata così completa. Ogni paesaggio propone un’opera dell’uomo malgrado l’uomo ne sia essenzialmente assente.
È il simbolo di un’immortalità, che pur sfuggendoci in prima persona, può essere raggiunta attraverso le nostre opere. Ma non si tratta di opere faraoniche tese ad esaltare la nostra grandezza: una panchina, vecchi casolari, scale dimenticate e colture abbandonate ci riportano a dimensioni molto più intime e modeste. La natura, tutt’altro che matrigna, veste gli abiti di una mater consolatrix che ingloba le nostre costruzioni quasi a volerle sorreggere con eroico sforzo per alleviarci dalla nostra drammatica consapevolezza. È un mondo sgombro quello che ci propone Candido: quasi un susseguirsi di scenari post apocalittici pieni di un vuoto che può essere colmato solo da un universo interiore.
Candido Baldacchino
"Il fotografo torinese Candido Baldacchino si è affermato sulla scena internazionale come cultore della "fotografia povera", l'alternativa al tecnologico scatto digitale, che si serve di macchine fotografiche vecchiotte, meccaniche, con rullino, che funzionano soltanto manualmente ma esigono di essere usate con il cuore più che da un gesto. Baldacchino, ormai da anni nel suo nomadismo artistico ha scelto come compagna la Holga, toy camera di plastica molto diffusa in Cina negli anni '80 per il suo basso costo. Holga ora è oggetto di culto per chi preferisce alla puntualità digitale la casualità dello scatto con vignettature e sfumature. Queste imperfezioni, dovute al fatto che la macchina va sigillata con carta gommata per impedire il passaggio della luce, imprimono personalità alle immagini..." Irene Cabiati
È il simbolo di un’immortalità, che pur sfuggendoci in prima persona, può essere raggiunta attraverso le nostre opere. Ma non si tratta di opere faraoniche tese ad esaltare la nostra grandezza: una panchina, vecchi casolari, scale dimenticate e colture abbandonate ci riportano a dimensioni molto più intime e modeste. La natura, tutt’altro che matrigna, veste gli abiti di una mater consolatrix che ingloba le nostre costruzioni quasi a volerle sorreggere con eroico sforzo per alleviarci dalla nostra drammatica consapevolezza. È un mondo sgombro quello che ci propone Candido: quasi un susseguirsi di scenari post apocalittici pieni di un vuoto che può essere colmato solo da un universo interiore.
Candido Baldacchino
"Il fotografo torinese Candido Baldacchino si è affermato sulla scena internazionale come cultore della "fotografia povera", l'alternativa al tecnologico scatto digitale, che si serve di macchine fotografiche vecchiotte, meccaniche, con rullino, che funzionano soltanto manualmente ma esigono di essere usate con il cuore più che da un gesto. Baldacchino, ormai da anni nel suo nomadismo artistico ha scelto come compagna la Holga, toy camera di plastica molto diffusa in Cina negli anni '80 per il suo basso costo. Holga ora è oggetto di culto per chi preferisce alla puntualità digitale la casualità dello scatto con vignettature e sfumature. Queste imperfezioni, dovute al fatto che la macchina va sigillata con carta gommata per impedire il passaggio della luce, imprimono personalità alle immagini..." Irene Cabiati
20
giugno 2018
Candido Baldacchino – Le immagini della mente
Dal 20 giugno al 18 luglio 2018
fotografia
Location
PHLIBERO
Torino, Via Principessa Clotilde, 85, (Torino)
Torino, Via Principessa Clotilde, 85, (Torino)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 15 - 19.30
Vernissage
20 Giugno 2018, ore 18,30
Autore