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Canturium: Ecclesiarum Thesauri. Frammenti di bellezza sui nostri altari
Argenterie sacre e suppellettili liturgiche. La mostra “Canturium: ecclesiarum thesauri” ha l’obiettivo di ricercare, raccogliere e valorizzare il patrimonio artistico della città di Cantù nell’ambito specifico dell’arte sacra. La mostra riscopre le numerose opere di pregio presenti sul territorio, ne attesta la storia e la provenienza in modo scientifico e diffonde la conoscenza di questi tesori nascosti ad un pubblico più ampio possibile
Comunicato stampa
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La mostra “Canturium: ecclesiarum thesauri” ha l’obiettivo di ricercare, raccogliere e valorizzare il patrimonio artistico della città di Cantù nell’ambito specifico dell’arte sacra. La mostra riscopre le numerose opere di pregio presenti sul territorio, ne attesta la storia e la provenienza in modo scientifico e diffonde la conoscenza di questi tesori nascosti ad un pubblico più ampio possibile.
Le opere appartenenti al patrimonio culturale della città di Cantù sono rimaste fino ad oggi ignorate anche da parte degli studiosi e, nella sostanza, assolutamente inedite. Sono stati così catalogati, in questa occasione, circa 225 oggetti: argenterie sacre (in oro, argento, pietre preziose, materiali argentati e dorati) realizzate a sbalzo, casello, in getto, a traforo, a incisione; suppellettili liturgiche (in rame, bronzo, ottone; legno intagliato, policromato, dorato, argentato).
Il patrimonio presente nella mostra spazia lungo l’arco di sette secoli, con la messa in evidenza di rarissime testimonianza ancora di fattura tardogotica e databili al secolo XV.
Tra le opere più importanti esposte nella mostra: un calice del 1400 con punzonatura (cosa rarissima per un oggetto di quel periodo, la punzonatura inizia ad affermarsi intorno al 1600), dalla punzonatura si può capire in quale bottega di orefice è stato fuso e battuto il calice.
Altro oggetto straordinario ritrovato è un "paradisino", ovvero un piccolo altare portatile che veniva trasportato (infatti provvisto di maniglia) casa per casa per celebrare messe a domicilio per malati ed infermi.
Le opere d’arte provengono dai tesori di alcune delle principali chiese storiche della città di Cantù: San Paolo, san Michele, San Teodoro, il Santuario Mariano. Si tratta di creazioni in larga percentuale di fattura lombarda (e nella fattispecie di ambito culturale milanese), anche se non mancano testimonianze provenienti da territori non prossimi: esemplificativi, in questo ultimo senso, due caratteristici bacili (o “elemosinieri”) di fattura norimberghese e databili al tardo Quattrocento.
Si tratta, in sostanza, della prima manifestazione del genere nel contesto dell’antica circoscrizione plebana canturina: iniziativa destinata a segnare, in particolare con la edizione del ricco catalogo scientifico, un punto fermo nella conoscenza di un patrimonio d’arte e di fede rimasto da troppo tempo ignorato.
La maggior parte di queste opere rappresentano una assoluta scoperta anche per la locale soprintendenza ai beni artistici che è già stata interpellata per partecipare, anche in modo concreto, al lavoro di catalogazione e censimento dei manufatti.
La realizzazione di una pubblicazione sulle opere esposte, che presenta foto e schede tecnica degli oggetti sacri rinvenuti dallo studioso durante le sue ricerche presso le chiese del territorio canturino, permetterà di avere una memoria futura degli oggetti ritrovati e costituirà un inventario aggiornato delle opere.
Oleg Zastrow da oltre 40 anni si occupa di ricerche sull'arte medievale e l'arte suntuaria in particolare. Ha pubblicato oltre 200 volumi che trattano dell'arte ecclesiastica. Collabora da anni con il Museo del Castello Sforzesco di Milano curando il settore degli smalti, degli avori e dell'oreficeria.
Le opere appartenenti al patrimonio culturale della città di Cantù sono rimaste fino ad oggi ignorate anche da parte degli studiosi e, nella sostanza, assolutamente inedite. Sono stati così catalogati, in questa occasione, circa 225 oggetti: argenterie sacre (in oro, argento, pietre preziose, materiali argentati e dorati) realizzate a sbalzo, casello, in getto, a traforo, a incisione; suppellettili liturgiche (in rame, bronzo, ottone; legno intagliato, policromato, dorato, argentato).
Il patrimonio presente nella mostra spazia lungo l’arco di sette secoli, con la messa in evidenza di rarissime testimonianza ancora di fattura tardogotica e databili al secolo XV.
Tra le opere più importanti esposte nella mostra: un calice del 1400 con punzonatura (cosa rarissima per un oggetto di quel periodo, la punzonatura inizia ad affermarsi intorno al 1600), dalla punzonatura si può capire in quale bottega di orefice è stato fuso e battuto il calice.
Altro oggetto straordinario ritrovato è un "paradisino", ovvero un piccolo altare portatile che veniva trasportato (infatti provvisto di maniglia) casa per casa per celebrare messe a domicilio per malati ed infermi.
Le opere d’arte provengono dai tesori di alcune delle principali chiese storiche della città di Cantù: San Paolo, san Michele, San Teodoro, il Santuario Mariano. Si tratta di creazioni in larga percentuale di fattura lombarda (e nella fattispecie di ambito culturale milanese), anche se non mancano testimonianze provenienti da territori non prossimi: esemplificativi, in questo ultimo senso, due caratteristici bacili (o “elemosinieri”) di fattura norimberghese e databili al tardo Quattrocento.
Si tratta, in sostanza, della prima manifestazione del genere nel contesto dell’antica circoscrizione plebana canturina: iniziativa destinata a segnare, in particolare con la edizione del ricco catalogo scientifico, un punto fermo nella conoscenza di un patrimonio d’arte e di fede rimasto da troppo tempo ignorato.
La maggior parte di queste opere rappresentano una assoluta scoperta anche per la locale soprintendenza ai beni artistici che è già stata interpellata per partecipare, anche in modo concreto, al lavoro di catalogazione e censimento dei manufatti.
La realizzazione di una pubblicazione sulle opere esposte, che presenta foto e schede tecnica degli oggetti sacri rinvenuti dallo studioso durante le sue ricerche presso le chiese del territorio canturino, permetterà di avere una memoria futura degli oggetti ritrovati e costituirà un inventario aggiornato delle opere.
Oleg Zastrow da oltre 40 anni si occupa di ricerche sull'arte medievale e l'arte suntuaria in particolare. Ha pubblicato oltre 200 volumi che trattano dell'arte ecclesiastica. Collabora da anni con il Museo del Castello Sforzesco di Milano curando il settore degli smalti, degli avori e dell'oreficeria.
14
giugno 2008
Canturium: Ecclesiarum Thesauri. Frammenti di bellezza sui nostri altari
Dal 14 giugno al 20 luglio 2008
arte antica
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
COMPLESSO DI SAN VINCENZO IN GALLIANO
Cantù, via san Vincenzo, 8, (Como)
Cantù, via san Vincenzo, 8, (Como)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì: 16.00 – 19.30
sabato: 15.00 – 22.00
domenica: 10.00 – 12.30 e 15.00 – 19.30
Vernissage
14 Giugno 2008, ore 18
Ufficio stampa
ARTEVOX
Curatore