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Capolavori dalla Città Proibita
Oltre 300 capolavori mai visti in Italia provenienti da uno dei più maestosi, imponenti complessi museali al mondo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Fondazione Roma – Museo del Corso – presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele
Francesco Maria Emanuele, martedì 20 novembre 2007 aprirà al pubblico
un’importante mostra dal titolo Capolavori dalla Città Proibita. Qianlong e la sua Corte.
Oltre 300 capolavori mai visti in Italia provenienti da uno dei più maestosi, imponenti
complessi museali al mondo, la Città Proibita, per raccontare la vita di corte e il fasto che la
Cina conobbe sotto il regno dell’imperatore Qianlong (1711-1799), letteralmente regno della
“Grandiosità Cosmica”, considerato l’apogeo politico e culturale dell’ultima dinastia
regnante sul Paese di Mezzo (1644-1911).
La stirpe dell’imperatore Qianlong, dall’originaria Manciuria, aveva conquistato la Cina nel
1644. Occupando Pechino e assumendo il nome dinastico di Qing “purezza”, si era insediata
nella celebre Città Proibita edificata dai Ming nel XV secolo. Con le campagne militari e i
viaggi nelle regioni più lontane del grande sovrano, la Cina di Qianlong si estese a tal punto
da diventare il secondo più vasto impero territoriale della storia con confini più ampi anche
dell’attuale Repubblica Popolare, nonché il più popoloso. Assertore della sovranità come
funzione e istituzione religiosa e universale, durante il suo regno Qianlong modificò, ampliò
e abbellì anche la Città Proibita, la più ampia reggia della Terra con i suoi 9.000 tra saloni e
stanze.
Promossa dalla Fondazione Roma – Museo del Corso – e organizzata da MondoMostre, la
rassegna è curata da Gian Carlo Calza.
Le opere esposte, che rappresentano riti, cerimonie, ritratti ma anche scene di vita privata,
rimandano l’eco di una realtà storica e filosofico-religiosa straordinaria. In mostra i visitatori
potranno ammirare dipinti anche di dimensioni imponenti, come il Ritratto equestre
dell’Imperatore Qianlong in armatura cerimoniale (377x119 cm), o lunghi fino a quasi 20
metri come i Tributari dell’Impero Qing e la Parata delle otto divisioni mancesi. Assieme ai
dipinti saranno in mostra, armi, armature e utensili appartenuti all’imperatore e rappresentati
nei dipinti stessi, oltre a ceramiche, abiti di corte, interi servizi in cloisonné, sigilli imperiali,
una collezione di orologi da tavolo, giade e monili, oggetti e paramenti di culto: pezzi che in
molti casi non hanno mai oltrepassato il confine cinese.
Molti gli oggetti legati alla personalità di Qianlong: il tavolo con arredi per la celebrazione
del suo ottantesimo compleanno, l’imponente trono dorato e la sua armatura. Verrà
ricostruito anche il suo studio privato, la celebre “Sala per la coltivazione dello spirito”. I
visitatori potranno ammirare anche alcune opere realizzate dallo stesso imperatore, che non
fu soltanto un brillante condottiero, ma un artista illuminato, pittore, poeta, musicista e
calligrafo.
Tra i dipinti esposti, per la prima volta in Italia, capolavori del pittore Giuseppe Castiglione
(1688-1766), artista italiano e gesuita ammesso alla corte dell’imperatore. Castiglione,
ammirato in Cina come uno dei più importanti artisti di corte di tutti i tempi, svolse un ruolo
fondamentale nell’insegnamento delle tecniche pittoriche occidentali, dell’uso del colore,
della prospettiva e dell’anatomia umana. Assorbendo gusto e usi della civiltà cinese realizzò
opere con una commistione di tecniche mai usate prima come L’imperatore Qianlong che
spara a un cervo, il Ritratto del Principe Guo e soprattutto il già citato Ritratto equestre
dell’Imperatore Qianlong in armatura da cerimonia, dove è raffigurato per la prima volta un
imperatore a cavallo di grandi dimensioni (377x119 cm), soddisfacendo le ambizioni del
giovane Qianlong che si riteneva imperatore universale di tutte le genti.
Giuseppe Castiglione si trovava in Cina come missionario della Compagnia di Gesù, l’ordine
religioso che ebbe ruoli di rilievo alla corte dei Qing nel campo delle arti visive,
dell’architettura, delle scienze e dell’astronomia. Testimonianza concreta della grande
apertura dell’imperatore verso le altre culture e religioni. Infatti, se il buddhismo offrì la
cornice all’ambizioso progetto di un impero universale, il sincretismo religioso rispetto alle
tradizioni locali, come il confucianesimo e il taoismo, e la tolleranza rispetto alle religioni
straniere, come per il cristianesimo e per l’islam, furono gli ingredienti fondamentali del
successo politico di Qianlong e del suo grande regno.
Francesco Maria Emanuele, martedì 20 novembre 2007 aprirà al pubblico
un’importante mostra dal titolo Capolavori dalla Città Proibita. Qianlong e la sua Corte.
Oltre 300 capolavori mai visti in Italia provenienti da uno dei più maestosi, imponenti
complessi museali al mondo, la Città Proibita, per raccontare la vita di corte e il fasto che la
Cina conobbe sotto il regno dell’imperatore Qianlong (1711-1799), letteralmente regno della
“Grandiosità Cosmica”, considerato l’apogeo politico e culturale dell’ultima dinastia
regnante sul Paese di Mezzo (1644-1911).
La stirpe dell’imperatore Qianlong, dall’originaria Manciuria, aveva conquistato la Cina nel
1644. Occupando Pechino e assumendo il nome dinastico di Qing “purezza”, si era insediata
nella celebre Città Proibita edificata dai Ming nel XV secolo. Con le campagne militari e i
viaggi nelle regioni più lontane del grande sovrano, la Cina di Qianlong si estese a tal punto
da diventare il secondo più vasto impero territoriale della storia con confini più ampi anche
dell’attuale Repubblica Popolare, nonché il più popoloso. Assertore della sovranità come
funzione e istituzione religiosa e universale, durante il suo regno Qianlong modificò, ampliò
e abbellì anche la Città Proibita, la più ampia reggia della Terra con i suoi 9.000 tra saloni e
stanze.
Promossa dalla Fondazione Roma – Museo del Corso – e organizzata da MondoMostre, la
rassegna è curata da Gian Carlo Calza.
Le opere esposte, che rappresentano riti, cerimonie, ritratti ma anche scene di vita privata,
rimandano l’eco di una realtà storica e filosofico-religiosa straordinaria. In mostra i visitatori
potranno ammirare dipinti anche di dimensioni imponenti, come il Ritratto equestre
dell’Imperatore Qianlong in armatura cerimoniale (377x119 cm), o lunghi fino a quasi 20
metri come i Tributari dell’Impero Qing e la Parata delle otto divisioni mancesi. Assieme ai
dipinti saranno in mostra, armi, armature e utensili appartenuti all’imperatore e rappresentati
nei dipinti stessi, oltre a ceramiche, abiti di corte, interi servizi in cloisonné, sigilli imperiali,
una collezione di orologi da tavolo, giade e monili, oggetti e paramenti di culto: pezzi che in
molti casi non hanno mai oltrepassato il confine cinese.
Molti gli oggetti legati alla personalità di Qianlong: il tavolo con arredi per la celebrazione
del suo ottantesimo compleanno, l’imponente trono dorato e la sua armatura. Verrà
ricostruito anche il suo studio privato, la celebre “Sala per la coltivazione dello spirito”. I
visitatori potranno ammirare anche alcune opere realizzate dallo stesso imperatore, che non
fu soltanto un brillante condottiero, ma un artista illuminato, pittore, poeta, musicista e
calligrafo.
Tra i dipinti esposti, per la prima volta in Italia, capolavori del pittore Giuseppe Castiglione
(1688-1766), artista italiano e gesuita ammesso alla corte dell’imperatore. Castiglione,
ammirato in Cina come uno dei più importanti artisti di corte di tutti i tempi, svolse un ruolo
fondamentale nell’insegnamento delle tecniche pittoriche occidentali, dell’uso del colore,
della prospettiva e dell’anatomia umana. Assorbendo gusto e usi della civiltà cinese realizzò
opere con una commistione di tecniche mai usate prima come L’imperatore Qianlong che
spara a un cervo, il Ritratto del Principe Guo e soprattutto il già citato Ritratto equestre
dell’Imperatore Qianlong in armatura da cerimonia, dove è raffigurato per la prima volta un
imperatore a cavallo di grandi dimensioni (377x119 cm), soddisfacendo le ambizioni del
giovane Qianlong che si riteneva imperatore universale di tutte le genti.
Giuseppe Castiglione si trovava in Cina come missionario della Compagnia di Gesù, l’ordine
religioso che ebbe ruoli di rilievo alla corte dei Qing nel campo delle arti visive,
dell’architettura, delle scienze e dell’astronomia. Testimonianza concreta della grande
apertura dell’imperatore verso le altre culture e religioni. Infatti, se il buddhismo offrì la
cornice all’ambizioso progetto di un impero universale, il sincretismo religioso rispetto alle
tradizioni locali, come il confucianesimo e il taoismo, e la tolleranza rispetto alle religioni
straniere, come per il cristianesimo e per l’islam, furono gli ingredienti fondamentali del
successo politico di Qianlong e del suo grande regno.
19
novembre 2007
Capolavori dalla Città Proibita
Dal 19 novembre 2007 al 20 marzo 2008
arte antica
arte etnica
arte etnica
Location
FONDAZIONE ROMA MUSEO – PALAZZO CIPOLLA
Roma, Via Del Corso, 320, (Roma)
Roma, Via Del Corso, 320, (Roma)
Biglietti
Intero € 9. Ridotto € 7 per ragazzi fino ai 18 anni, per adulti oltre i 65 anni e gruppi prenotati
Ridotto € 4 gruppi di scuole
Orario di apertura
tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 10 alle 19
Vernissage
19 Novembre 2007, su invito
Ufficio stampa
MONDOMOSTRE
Autore
Curatore